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Autore: DaIsY_Day    12/03/2018    0 recensioni
Storia di una coccinella e di un gatto, e l'amore indefinibile che li lega indissolubilmente, un legame forse forte quanto il destino stesso.
Perché la vita è un gioco, e tu devi giocare.
Perché ogni azione ha una conseguenza, e la devi subire.
Perché l'amore è un gioco crudele, dove spesso, alla fine, si finisce per perdere.
Questa é la storia di come tutto é finito, di come uno sbaglio, una semplice incomprensione, possa distruggere tutto nel giro di pochi giorni. E di come tutto comincerà.
Per Ladybug e Chat Noir é ora di affrontare la verità che si cela dietro le loro maschere, le bugie con cui si sono nascosti, ma saranno abbastanza forti?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chat osservò con cura il corpo ferito di Ladybug.

Nel suo animo sentiva il rifiuto di Ladybug bruciare.

Eppure la amava ancora.

HawkMoth prese il pomello del suo bastone da passeggio e lo estrasse, rivelando un pugnale nascosto. Lo mostrò a Chat Blanc.

"Ora puoi vendicarti. Falle ciò che ti pare, ma fallo in fretta, o lo farò io."

Chat prese il pugnale e lo tenne tra le mani, soppesandolo. Un sorriso sinistro si disegno sulle sue labbra.

"Con piacere HawkMoth."

Il ragazzo fece scorrere il pugnale sulla tuta della ragazza, ed incise debolmente, lacerando la tela e rivelando la pelle pallida di lei. Chat passò di nuovo il coltello nello stesso punto, e stavolta disegnò una lunga scia rossa. Il dolore riportò Ladybug alla coscienza. 
Aprì gli occhi di scatto, e vide Chat che strappava la sua tuta e lasciava segni rossastri sulla sua pelle. Le ferite cominciarono a bruciare simultaneamente, e il dolore divenne presto insostenibile.
Urlò.

"Oh, sei sveglia!"

HawkMoth rise sguaiatamente, mentre Chat continuava il suo lavoro, ignorando le urla della ragazza. Si fermò solo quando la vide ormai semi svestita, ancora legata alla sedia. Il suo corpo era coperto di tagli e le ferite sanguinavano copiosamente, coprendo intere porzioni del suo corpo di liquido rosso. Della sua tuta l'unica cosa che rimaneva integra era la sua maschera.

Ladybug singhiozzava in silenzio, con la testa abbassata, indifesa sotto lo sguardo di Chat Blanc e HawkMoth.

Il ragazzo scoppiò a ridere, restituendo il coltello al suo legittimo proprietario. HawkMoth si avvicinò a Ladybug. Puntò il pugnale ai suoi occhi e si avvicinò. Chat però lo fermò appena qualche secondo prima.

"No... Lasciale gli occhi... l'azzurro sta bene col rosso."

HawkMoth sorrise.

"Hai perfettamente ragione! Le toglieremo solo la maschera."

E così dicendo l'uomo afferrò i lobi di Ladybug, e con uno scatto veloce le tolse gli orecchini magici, ferendola.

La sua trasformazione giunse a termine.

La maschera che copriva il suo volto e i vari pezzetti della tuta che giacevano a terra scomparvero in uno scintillio rosa.

Davanti a loro rimase inerme Marinette.

Chat spalancò gli occhi. 
HawkMoth rimase impassibile.

I suo vestiti erano ridotte a poche strisce che lasciavano intravedere molto della sua pelle. Le sue guance erano rosse per colpa degli schiaffi, e su tutto il corpo erano sparse varie ferite. 
Il sangue la ricopriva.

Chat era terrorizzato.

La sua mente si riempì di tutti i ricordi che aveva con Marinette. La volta in cui aveva vinto il concorso indetto da suo padre. La volta in cui lei non era andata alla sua festa di compleanno. La volta in cui aveva scoperto che lei gli mandava sempre dei regali, ma in anonimo. La volta in cui lei era stata presa in ostaggio da Discolour. La volta un cui avevano giocato insieme ai videogiochi. La volta in cui si erano quasi baciati nel parco. La volta in cui si erano quasi baciati a scuola. La volta in cui sono diventati amici.

Marinette.

La ragazza più gentile e dolce. La più perfetta delle sue amiche. La migliore delle sue amiche. La ragazza che adorava contro ogni buon senso. La ragazza che più di tutte gli era costato rifiutare, proprio perché non avrebbe mai voluto ferirla. La ragazza che però aveva ferito lo stesso, in nome dell'amore che provava per Ladybug.

Ladybug.

Che in realtà era Marinette. 

Chat Noir cadde in ginocchio sconfitto. Con gesti veloci e tremanti liberò la ragazza dalla sua prigionia, e la fece sdraiare con la testa sulle sue ginocchia. I suoi occhi si riempirono di lacrime.

Improvvisamente la ragazza aprì gli occhi. Le sue mani salirono per cercare il suo Miracolous. Svanito. Le sue iridi si riempirono di disperazione. Chat le accarezzò una guancia, singhiozzando vivamente. "Scusami... scusami..."

Alcune lacrime sfuggirono dalle palpebre dell ragazza. "Chat..."

E Chat pianse ancora di più. Le sue lacrime cadevano copiose, e il nero del suo costume cominciò a far capolino dalle sue orecchie feline. E nel pianto dei due eroi parigini, l'akuma che aveva preso possesso di Chat abbandonò il suo posto, per poi svanire poco più in là, nel nulla.

Ladybug allungò una mano verso il viso del ragazzo, tremante. Chat la prese, singhiozzando ancora. 
"Ladybug... io ti amo..."

Marinette smise di piangere. Lo guardò. Chat Noir continuò

"Ladybug, io ti amo, e ti chiedo scusa... sono stato debole, debole, DEBOLE!" E così dicendo Chat si portò le mani della ragazza che amava alle labbra, lasciando un breve bacio bagnato di tutto il sangue e di tutte le lacrime che faceva versato.

"Non ti preoccupare my Lady, ora ti porterò in ospedale... tutto si sistemerà, vedrai, ce la caveremo... ce la caveremo..." continuò a ripetere Chat come un mantra. E così dicendo il ragazzo la prese in braccio. Lei gemette di dolore, ma tentò di resistere. Si avviarono verso la finestra.

Dall'altra parte della stanza HawkMoth sorrideva, felice. "Oh mio caro Chat... non credere sia finita qui..." Disse sussurrando.

Tirò fuori il pugnale.

"CHAT!" Ebbe la forza di gridare molto debolmente Ladybug.

Il pugnale sibilò nell'aria.

Chat ebbe appena il tempo di guardare Ladybug. Le sue pupille si dilatarono. Dalla sua bocca cadde del sangue.

"Mari...ne..tte..."

Chat cadde per terra con un gran tonfo, il pugnale profondamente infilato nella sua carne come un seconda fodera. Ladybug si divincolò dalla sua presa, nel vano tentativo di liberarsi e difenderlo.

"Chat! Chat! CHAT!" Gridò il suo nome per quello che le sembrò un tempo infinito.

Dall'altra parte della stanza HawkMoth avanzava tranquillo, con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Appena fu vicino al corpo esanime di Chat Noir prese il suo anello, mettendo fine alla sua trasformazione.

Ladybug pianse senza poter fare nulla, ridotta com'era anche lei all'immobilità. Riuscì a malapena a vedere come uno scintillio verdastro avvolgeva il ragazzo accanto a lei, lasciando al suo posto il giovane Adrien Agreste.

HawkMoth, più in là, si prese a malapena qualche secondo per osservare la scena. Poi sorrise.

"Addio Ladybug! E grazie di cuore per avermi permesso di ottenere il potere!" Rise lui sollevando i Miraculous chiusi nel suo pugno, scomparendo subito dopo in un nugolo di farfalle violacee.

Mari urlò. E pianse sul corpo freddo di Adrien.

"Adrien... Adrien..."

Piangeva e gemeva il suo nome.

"Adrien..."

Gli scostò una ciocca dalla fronte. "Adrien... io ti ho sempre... a-amato..."

Trattenne il respiro.

"Mi dispiace Adrien... Chat..."

Proprio in quel momento Adrien riaprí gli occhi, non completamente certo di quello che aveva sentito. 
Ma quella era l'ultima occasione che aveva per dirle ciò che provava. 
La gola gli bruciava, e la testa pulsava dolorosamente. Il sapore di sangue gli dava la nausea, e il buio lo chiamava seducente.

L'incoscienza era sempre più vicina.

Voleva approfittare della sua coscienza finché l'aveva.

"My Lady... Marinette... ti amo..."

E così dicendo chiuse gli occhi. 
La testa si abbandonò al suolo, e le sue mani si adagiarono al suo petto ormai fermo.

Marinette trattenne il respiro.

Adrien non era morto?

Adrien era...

...

No!

No!

No!

Era vivo!

C'era ancora speranza.

Ci doveva essere.

Marinette si avvicinò al corpo del ragazzo. 
"Adrien... tu non mi ami... tu ami Ladybug. Non me."

Marinette tossì del sangue, e tentò di abbracciare il corpo senza vita del ragazzo. "Tu non mi ami Adrien,... ugh...,  tu vuoi solo Ladybug..."

Con fatica riuscì a trascinarsi con lui verso l'uscita. Marinette prese a singhiozzare violentemente tra le parole.

"Ed io... io... avrei voluto più tempo per conoscerti... e amare anche il tuo Chat."

Tentò di strisciare ancora per un po', ma il dolore alle ferite stava diventando insopportabile, e l'aver perso troppo sangue le rendeva la vista opaca e confusa. Presto cominciò anche ad annaspare, in cerca di ossigeno.

"Se solo... avessi sap-puto... che tu eri... il mio Chat..."

Con un ultimo grande sforzo la ragazza trascinò il suo compagno fino alle porte dell'ascensore. 

Si sdraiò accanto a lui. 

Anche il suo respiro si stava facendo più lento ora.

La sua vista era completamente offuscata dalle lacrime.

La sua coscienza minacciava di andarsene in un qualsiasi momento ormai.

Interseco le loro dita.

Poteva sentire la pelle del ragazzo diventare sempre più fredda. 

Sorrise tristemente.

Adesso sapeva.

Era troppo tardi.



Era finita.



































































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