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Autore: Camila Serpents    12/03/2018    2 recensioni
“Sapere che lui l’ha trascinata con sé in chissà quale parte della foresta, che la desidera, che la brama più di ogni cosa, forse più di quanto io voglio lui, ecco Miroku, questo mi logora dentro e mi toglie il sonno, mi fa un male atroce”.
La vide andar via a grandi falcate verso la foresta, sperando vivamente non che non incontrasse qualche demone, ma che non capitasse sulla stessa strada di chi le aveva fatto tanto male.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Divina Kagome dovreste ammetterlo a voi stessa, una volta per tutte”.

Miroku fissò maliziosamente gli occhi di lei.

“Miroku mi hai spaventata, da dove spunti?”

Kagome si portò una mano sul petto, aspettando spiegazioni dal monaco.

“Sono solo stanca dall’ennesima battaglia. Tutto qui”.

L’arciera spostò i capelli dalla spalla destra a quella sinistra, si erano notevolmente allungati, erano mesi che non tornava nel suo mondo.

“Aspetto una tua risposta Miroku”.

La luce del fuoco illuminava a stento il posto in cui avevano deciso di accamparsi per la notte.

Shippo e Kirara dormivano appallottolati nelle loro code, Sango accanto a loro, giaceva addormentata.

“Sei tu che devi darti delle risposte, seppure te le fornissi io, tu negheresti, come hai sempre fatto”.

MIroku posò delicatamente il bastone dietro di sé.

“Non sono io quello che ha appena finito di piangere”.

Sul viso di Kagome nacque un’espressione sorpresa. Si interrogò di come avesse fatto a capirlo, infondo aveva cercato di farlo in silenzio, ma evidentemente qualche singhiozzo le era sfuggito.

“Mi sono avvicinata troppo al fuoco e il fumo mi ha fatto lacrimare gli occhi”.

Riuscì solo a produrre un mezzo sorriso che rimase sulle sue labbra per pochi secondi, poi si tramutò in una smorfia indefinita.

“Quindi mi stai dicendo che non ti turba affatto che Inuyasha e Kikyo si siano allontanati da soli, mano nella mano, nella foresta”.

“Piantala Miroku”.

Kagome rimase a fissare le fiamme che facevano capolino nel buio, scaldandole lievemente la pelle.

“Inuyasha può fare quello che meglio crede, Kykyo ugualmente. Se si desiderano ben venga”.

Si strinse le ginocchia al petto, appoggiando la schiena al tronco dell’albero dietro di lei.

Miroku continuava a scrutarla.

“Ti si legge in faccia che stai scoppiando. Sfogati se ne hai bisogno, piangere in silenzio fa solo più male”.

Una lacrima scese sulla guancia candida di Kagome, che la lasciò cadere con non curanza sulla divisa nonostante non fosse sola.

“Sono stata una stupida Miroku, gli ho negato quel bacio che forse avrebbe potuto cambiare le cose. Ero convinta che volesse farlo solo perché in me vedeva Kikyo, gli ho fatto capire che io per lui non provo nulla”.

A quella lacrime se ne aggiunsero altre, che seguirono a ruota libera quelle che le avevano precedute. Miroku abbassò lo sguardo.

Il monaco non si pronunciò subito, aspettò che Kagome buttasse via ogni pensiero, ogni piccola cosa che le passasse per la mente.

“Sapere che lui l’ha trascinata con sé in chissà quale parte della foresta, che la desidera, che la brama più di ogni cosa, forse più di quanto io voglio lui, ecco Miroku, questo mi logora dentro e mi toglie il sonno, mi fa un male atroce”.

Il monaco si sedette vicino a lei coprendole le spalle con una mantella, Kagome lo ringraziò con mesto ma sincero sorriso.

Il sole stava spuntando fra le colline, il cielo si stava colorando lentamente di variopinti colori; rosso, arancio, giallo, rosa porpora, tutti in armonia col cielo che da blu notte diveniva sempre più chiaro.  I due rimasero ad ammirare ciò che la natura stava dipingendo sopra di loro, mentre ognuno dava conto ai propri pensieri.

“Dove vai Kagome?”

Miroku la guardò spolverarsi la gonna, poi i loro sguardi si incrociarono per qualche istante.

“A sgranchirmi le gambe, non ho voglia di vederli tornare assieme”.

Il monaco la guardò, poi le fece cenno con la testa di aver capito.

“Almeno non allontanatevi troppo, vi chiedo solo questo”.

La vide andar via a grandi falcate verso la foresta, sperando vivamente non che non incontrasse qualche demone, ma che non capitasse sulla stessa strada di chi le aveva fatto tanto male.

   
 
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