Ho visto capelli lunghi e disciplinati, contro una chioma riccia e indomabile. 
Capelli specchio dell'anima dei padroni.
Ho visto racchetta contro racchetta,
fucilate imprendibili contro muri impenetrabili.

Ho sentito la tensione, colpo, dopo colpo, dopo colpo.
Set, dopo set, game dopo game, punto dopo punto.

Ho percepito la furia placida e la tempesta scatenata.
Ho visto un uomo vincente divenire dio, 
e un uomo perdente che è divenuto leggenda.

Ho visto un terzo tempo, una stretta di mano,
la gioia e la bellezza della vittoria, 
il dolore e l'amarezza della sconfitta.

Ho visto passato, presente e futuro in un solo incontro.
E in un solo incontro ho capito alcune cose:

Fanculo a chi ti limita, fanculo a chi dice che non ce la farai mai, fanculo a chi ti stoppa, ti blocca, ti limita, a chi non crede mai nelle tue capacità.

Grazie a chi ti incoraggia, ti fa esprimere, anche facendoti del male costruttivo.

Perché ognuno ha il suo modo di imparare la lezione, e chi, nonostante tutto, nonostante i successi/sconfitte non impara mai nulla.
Perché la paura di perdere/vincere è solo un altro strumento per andare avanti.