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Autore: fallsofarc    13/03/2018    0 recensioni
Liz è a Londra da Jack. L'incontro con un'altra coppia li fa riflettere sulle difficoltà delle relazioni a distanza.
Dal testo: “Ci siamo conosciuti al primo anno di college, perché sono finita in un assurdo corso di teatro per ottenere crediti, illusa che avrei fatto tappezzeria. Invece… abbiamo dovuto recitare insieme e…”
“Vi siete innamorati” concluse Bianca, con un sospiro. “Dalla finzione alla realtà, davvero romantico. Certo, ora siete parecchio distanti.”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Natale3
Un fidanzato di troppo

Prologo


Elizabeth



«Sarà un matrimonio da favola.»
Sorrisi alle parole della mia amica e guardai il mio riflesso nel lungo specchio. Avevo scelto un semplice modello impero color avorio, senza altre decorazioni al di fuori della spilla a cuore della bisnonna, appuntata al centro del corpetto.
«Ora che sono riuscita a…» Le parole di Jessica rimasero in sospeso, quando bussarono alla porta. «Oh, per l’amor del cielo! Ero appena riuscita a mandare via tutti, tua madre compresa, per lasciarti cinque minuti di tranquillità.» Si alzò a fatica dalla poltroncina per dirigersi battagliera verso la porta, la mano posata sul ventre rigonfio.
Nel vano apparve un mazzo enorme di fiori, sorretto dal marito di Jessica. «Mi hanno detto di portarli alla sposa.»
Lei gli fece segno di posarli sul divanetto. «Non capisco perché li hai portati qua, gli altri sono stati messi nella saletta con i regali.»
«C’è anche una lettera, nel centro» spiegò lui, con pazienza. Poi lo vidi barcollare perché dalla porta rimasta aperta era entrata Rose e si era gettata sulle gambe di suo padre.
Dietro la piccola spuntò, con qualche secondo di ritardo, mia sorella Kimberly che spesso le faceva da babysitter.
Approfittai del trambusto per avvicinarmi ai fiori e aprire la busta. Come vidi la firma in fondo, mi sentii gelare ma cercai di non far trapelare il mio stato d’animo. «Posso avere qualche minuto?»
«D’accordo, tutti fuori» li istruì Jessica.
Mia sorella mi lanciò uno sguardo interrogativo e mi sforzai di sorriderle.
Rimasta sola, mi sedetti e lessi la lettera.


Perdonami per averne dubitato, ma non mi aspettavo l’invito. Avevo deciso subito di accettare, purtroppo però non farò in tempo a tornare dal viaggio.
C’è una cosa che non ti ho mai raccontato e penso che sia arrivato il momento di farlo. Una sera d’estate, diversi anni fa, stavo giocando a scacchi con tuo padre quando lui mi ha sorpreso confidandomi che non sarebbe mai stato davvero pronto a vederti sposata ma che sarebbe comunque stato il suo giorno preferito, se lo fosse stato per te.
Mi dispiace non vederti bellissima e raggiante in questo momento per te importantissimo.
Sarai sempre la mia Elizabeth, anche se oggi cambierai cognome.


«Stai piangendo?»
Non mi ero accorta del ritorno di Jessica. Dovevo aver riletto almeno dieci volte quelle righe e poi ero rimasta a fissarle con la vista sempre più appannata. «Va tutto bene, sono solo gli…» Mi stavo ricomponendo, asciugandomi le lacrime, quando Jessica imprecò di fronte alla firma.
«Vado a chiamare rinforzi.» Sparì prima che potessi fermarla.
Sospirando, infilai la lettera nella mia valigia e mi sedetti per sistemare il trucco.
Pochi minuti dopo, la porta si aprì di nuovo. «La suite della sposa dovrebbe essere un regno di pace e qui c’è stato un via vai continuo. Non va affatto bene» borbottò Jess, entrando.
«Jessica, ci lasci soli un minuto?»
Sorrisi al nuovo arrivato. Adoravo la mia migliore amica, che già di suo era abbastanza rigida nelle sue convinzioni, e la gravidanza non la rendeva più accomodante, tutt’altro.
«Vedi di riportarle il sorriso sulle labbra, conto su di te» lo istruì perentoria, prima di chiudersi la porta alle spalle.
«Io davvero non vorrei essere nei panni di quel povero disgraziato. Da quando è incinta…»
«Fa davvero paura, lo so» concordai, con un debole sorriso.
Si chinò di fronte a me e prese una mano tra le sue. Quel gesto mi riportò improvvisamente indietro di anni. «Parliamo di cosa ti ha fatta piangere?» 
Scossi la testa. «Appartiene tutto al passato. Comunque, mi sembra di averla già vista questa scena.»
«Il tuo vestito da sposa è più bello di quello di Catherine. Sono passati otto anni e ricordo ancora come ti stava, eri in ansia più di oggi.» Mi fece l’occhiolino.
Scoppiai a ridere, sentendo sciogliersi la tensione. «Nessuna crisi di panico stavolta, promesso.»
«Rimpianti? Ripensamenti? Vuoi scappare dal retro?» Il suo sorriso era contagioso, come sempre.
«Sono pronta. Vai pure a controllare lo sposo.»





Un fidanzato di troppo


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