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Autore: Will P    14/03/2018    3 recensioni
A Toshinori piace guardare Shouta mentre dorme.
[established!Erasermight ~ ♥]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: All Might, Shōta Aizawa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Non sono miei per quanto mi senta in comunione spirituale con Aizawa. Titolo @ Lullaby - Fall Out Boy.
Avvertimenti: established relationship, morning sex, fluff da fare SCHIFO.
Note: Scritta per il prompt dolcezza dell'ottava settimana del COWT #8 @ Lande Di Fandom (#teamJade ftw!). Era dall'ultimo P0rn Fest che mi portavo dietro questo plot, daje che alla fine ce l'abbiamo fatta.



In the morning, it will all be better

A Toshinori piace guardare Shouta mentre dorme.

È una cosa che succede molto meno spesso di quanto vorrebbe, in realtà, nonostante l’abitudine di Shouta di addormentarsi ovunque e in ogni momento possibile sia ormai proverbiale. I loro orari sono troppo diversi, i loro impegni troppi e basta, e in certi giorni sembra già un miracolo riuscire a dormire in generale, figurarsi farlo insieme.

Quando ci riescono, poi, è sempre Toshinori ad addormentarsi per primo, perché Shouta è in giro di ronda fino a tardi o per pura e semplice stanchezza, ed è sempre Shouta il primo ad alzarsi, al mattino, obbligato com’è a farsi trovare in classe prima di chiunque altro. Capita raramente che abbiano una mattinata libera nello stesso giorno ed è ancor più raro che sia Toshinori a svegliarsi per primo, e che possa prendersi qualche minuto per osservare il viso del suo compagno mentre dorme - specie cosí, non riverso a terra in un corridoio ma nella loro stanza, nel loro letto.

Ma ogni singola volta che capita è un’occasione che Toshinori non si sarebbe mai aspettato di avere, per cui non ha intenzione di lamentarsene.

Shouta è quello che si lamenta, invece, appena apre di mala voglia gli occhi e lo trova a fissarlo con quella ridicola faccia da pesce lesso, borbottando con voce impastata che sono cose da ragazzini o da stalker e che dovrebbe smetterla, una buona volta, perché le sue occhiate melense lo tengono sveglio.

Col tempo Toshinori ha imparato che se Shouta brontola e basta, senza fare davvero qualcosa per cambiare la situazione, sono solo proteste di circostanza per nascondere qualcosa. Prima, quando avevano appena iniziato a dormire insieme, si sentiva quasi in colpa a venire scoperto; adesso abbassa gli occhi, ride imbarazzato, e cerca di farsi perdonare con un bacio.

Non ora, però; ora è il momento delle occhiate melense.

È che Shouta è cosí bello quando dorme.

È anche per questo che si lamenta, spesso, piegando il capo per nascondere dietro uno scudo di capelli la punta di rossore che gli colora le guance - perché non hanno sedici anni, perché la deve smettere di svegliarlo solo per sbrodolargli addosso stupidi complimenti, perché ha anche lui uno specchio e lo sa com’è fatto e se continua a blaterare cose senza senso dovrà portarlo di peso a farsi controllare la vista.

(Ma più Shouta lo rimprovera e arrossisce e si nasconde dietro i capelli, più Toshinori si sente scoppiare il cuore e deve ripetergli che è bellissimo, più… È un circolo vizioso, purtroppo.)

Anche così, Toshinori è sicuro di vederci benissimo - una delle poche facoltà fisiche che gli sia rimasta intatta - così come è sicuro del suo giudizio. Ha sempre trovato Shouta dolorosamente attraente, anche quando erano a mala pena in rapporti civili e l’ultima cosa di cui avesse bisogno era una cotta senza speranza per un collega; ha sempre faticato a staccargli gli occhi di dosso, che fosse impegnato a combattere o che fosse chino al computer in sala insegnanti, con un paio d’occhiali a scivolargli lungo il naso e i capelli raccolti in un nodo disordinato, e la cosa non ha fatto che peggiorare col tempo

È semplicemente bello, che voglia ammetterlo o meno.

Quando dorme, però - oh, quando dorme è uno spettacolo che riesce a togliergli il respiro. Il cipiglio teso della sua fronte si distende, la sua bocca non è più piegata in una curva annoiata - sembra quasi un’altra persona, un Aizawa più giovane, un Aizawa sereno, e quando succede tra le sue braccia Toshinori non può non pensare che sia, almeno in parte, almeno un pochino, anche merito suo.

E questo lo renderebbe bellissimo anche se iniziasse a russare sbavando sul suo cuscino.

“Smettila di fissare così forte.”

Toshinori sussulta. Perso tra i suoi pensieri, non si era accorto che Shouta… non lo sta guardando male, propriamente, visto che non ha nemmeno aperto gli occhi, ma ha le sopracciglia aggrottate e l’aria di qualcuno che non è per niente contento di quello che sta succedendo.

Ride un pochino, grattandosi il collo. “Non pensavo che fossi sveglio.”

“Non sono sveglio.”

“Oh. Scusami.”

“Nnngh,” dice Shouta, pregnante, e poi Toshinori si ritrova aggredito da un metro e novanta di compagno comatoso.

Shouta, non c’è altro modo di dirlo, gli rotola addosso, annullando ogni distanza tra di loro e lasciando Toshinori a contemplare un cuscino vuoto. Gli getta un braccio sopra un fianco, si stringe a lui, nasconde il viso contro il suo petto e poi preme un po’ la fronte contro la sua gola come un gatto troppo cresciuto in cerca di attenzioni.

A Toshinori manca il fiato per un istante, ma non è colpa dell’attacco a sorpresa.

Di mattina muovere qualsiasi muscolo richiede sempre uno sforzo estenuante, ma accogliere Shouta è la cosa più naturale del mondo. Un braccio attorno alla vita, l’altro passato sotto il suo collo, appoggia il mento in cima alla sua testa ed è come se fossero sempre stati così, intrecciati tra le coperte calde.

Toshinori chiude gli occhi con un sospiro lento, e si ricorda che c’è qualcosa di meglio che stare a fissare Shouta come uno spettatore in disparte.

La schiena di Shouta, già morbida e rilassata nel sonno, sembra sciogliersi sotto le sue dita non appena inizia a farle scorrere lungo la sua colonna vertebrale, tracciando lentamente il profilo di ogni vertebra. Piega un poco il braccio sotto sua testa per stringerlo meglio e poter giocare con i suoi capelli, e Shouta si accomoda di buon grado nel suo abbraccio, mugugnando qualcosa di incomprensibile contro la sua clavicola.

Tra le carezze alla schiena e le dita tra i capelli, Toshinori è sicuro che Shouta si sia addormentato di nuovo. I suoi respiri sono già più lenti e profondi.

Finché non gli sembra di sentire un “oh, fanculo”, basso e rauco, e poi la bocca calda di Shouta è sul suo collo.

“Credevo - credevo stessi dormendo?”

“Colpa tua,” dice Shouta, un rimprovero che perde gran parte del suo effetto quand’è premuto direttamente contro la sua pelle, e Toshinori deglutisce mentre le mani intrappolate inerti tra di loro si animano per intrufolarsi sotto la sua maglia.

Non era questo il piano.

… non che sia un problema, naturalmente.

Shouta è sempre imperturbabile, anche in questi momenti, ma ora è languido, quasi dolce. Si prende il suo tempo sul collo di Toshinori, imprimendo baci bollenti su ogni centimetro che riesca a raggiungere, ora succhiando appena, ora strappandogli un brivido con il più piccolo accenno di denti. Toshinori abbandona il capo all’indietro, offrendosi alla sua mercé, e stringe con decisione il suo fianco.

Quando Shouta fa scivolare una coscia tra le sue gambe, premendosi dalle spalle al bacino contro di lui, la sua eccitazione è inconfondibile. “Via,” mormora, ancorando le dita all’elastico dei suoi pantaloni. Toshinori esegue l’ordine, abbassandoli giusto il necessario per liberare la sua erezione appena risvegliata, poi fa subito lo stesso per Shouta.

Dal modo in cui sembra completamente preso a marchiargli la base della gola di succhiotti, non pensa che sia abbastanza sveglio per pensarci da solo.

Il loro respiro s’increspa quando Toshinori prende entrambi in mano, le sue lunghe dita a stringerli senza difficoltà. Shouta si stacca dal suo collo, ansimando piano contro la pelle umida di baci e morsi. Dà una prima, cauta spinta con i fianchi, e quando Toshinori stringe la presa in uno spasmo involontario, inarcandosi contro di lui, alza finalmente il viso per baciarlo.

Il piacere cresce ovattato, quasi in secondo piano rispetto al resto. Le dita di Aizawa sul suo corpo, premute in graffi arrabbiati sulla sua schiena ma gentili, così gentili, quando gli sfiorano la cicatrice. Quel suo sguardo liquido, lanciato da sotto palpebre pesanti tra un bacio e l’altro, poi un Toshi soffiato ora sulle sue labbra, ora contro una guancia, il mento, l’angolo della bocca. Il modo in cui si muovono insieme in perfetta armonia, corpi che s’incontrano per dare e ricevere piacere in quel rifugio sicuro tra sonno e veglia.

Quando vengono, a solo qualche carezza e uno Shouta bisbigliato di distanza, è con un gemito soffocato e le fronti premute insieme.

Toshinori rimane a fissarlo, a occhi socchiusi, poi si muove appena a baciarlo piano, perché non ha parole per quello che prova. Dal sorriso che sboccia minuscolo sotto le sue labbra, sa che Shouta ha capito lo stesso.

“Doccia,” biascica poi Shouta, staccandosi dopo qualche secondo, premendo la faccia arrossata tra la sua spalla e il cuscino. Toshinori, che ancora non ha nemmeno cominciato a riprendere fiato, ridacchia piano sistemandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchia.

“Tra un secondo,” promette, anche se non è sicuro se Shouta parlasse per sé o per entrambi.

Si riaddormenta prima di poterlo scoprire.

   
 
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