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Autore: themermaidwriter    14/03/2018    0 recensioni
Nathan Nichols è un uomo che ha sempre rincorso il successo e nelle vesti di leader di una band locale di musica anni '70 ci si è sempre trovato un po' stretto. Ha costruito per lui e per il suo pubblico una diva sfacciata che a lungo andare ha preteso sempre di più. Stephanie Savage invece, si trova a fare i conti con un divorzio improvviso; una vita che cambia e l'inizio di un nuovo amore che sconvolgerà la vita di entrambi. Una sfida, quella di innamorarsi sull'orlo della fama: Sarà Diana Jones a uscirne vincitrice?
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"Perché non si poteva amare Nathan, se non eri il suo pubblico, quando lui era Diana Jones."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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16.


Stephanie non seppe esattamente come reagì il cuore. 
Alla vista di quel messaggio - anche troppo impersonale - non potette fare a meno di pensare se quelle poche righe le avesse aspettate con ansia o se invece se lo stesse inventando per nascondere di aver perso la speranza. 
Non ne era sicura. 
Era certa però che Nathan fosse un gran codardo: non l'aveva neppure chiamata. 
Che lo volesse o meno, ormai il messaggio era lì che la guardava prepotente e attendeva una risposta dalla sua faccia sorpresa. L'aveva invitata a casa sua, a cena. Dentro mura sconosciute, in cui c'aveva passato così poco tempo e la maggior parte di esso in camera da letto. 
Non le aveva mai dato la possibilità di sbirciare tra i suoi segreti o semplicemente sgranocchiare qualcosa presa dal frigo. 
Sfiorò lo schermo con i polpastrelli per scrivere e cancellare, scrivere e cancellare. Lo fece almeno cinque volte prima di rendersi conto di aver accettato e di averlo fatto senza una motivazione convincente. Infondo non le serviva: voleva vederlo più di ogni altra cosa. 
Si presentò in Via Dell'Angelo puntualissima, alle 21:30 di una domenica sera. Pioveva forte mentre si stringeva la giacca verniciata di bianco e correva per rifugiarsi nell'antro del vecchio portone di quella casa antica in centro. 
Guardò le gocce cadere giù dalla base dell'arco in pietra. Non s'aspettava la pioggia in quel periodo dell'anno, ma trovò fosse tremendamente appropriata. 
Alzò la testa per scorgere la cornice bianca della finestra dell'appartamento di Nathan; si trovava proprio davanti a lei ed era illuminato. 
Cominciava a sentire freddo. 
Superata l'edera cadente che faceva da contorno all'edificio e dalle quali cascavano più insistenti gocce, si fermò sotto la pensilina verde muschio e premette il campanello sentendolo fare eco nel corridoio dalla parte opposta. 
Aspettò più del previsto ma ne valse la pena; quando se lo ritrovò davanti era da perdere il fiato.

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Let's sway you could look into my eyes 
let's sway under the moonlight, 
this serious moonlight." 
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Più bello di quanto se lo ricordasse, la accolse in casa con un sorriso e un comportamento da far vergognare il caro 'come se niente fosse.' 
"Ciao Steph." 
La donna lo salutò sussurrando e si accodò a lui mentre le faceva strada lungo il corridoio per portala nel suo salone elegantemente arredato. 
Aveva un gusto singolare. Pensò Stephanie mentre s'accomodava sul lungo divano bianco e ne accarezzava con una mano il tessuto. 
C'aveva messo tutto quello che era più di suo gusto e sembrava essere uscito da una rivista di case favolose in Costa Azzurra; era stata una fortuna lasciare la casa dei suoi. 
Nathan le si sedette accanto, provenendo dalla sua sinistra con due bicchieri di vino bianco in mano la fece voltare verso di lui. "Hai fame?" le porse il bicchiere. "Non posso dire di essere uno chef, ma quel risotto non ha un aspetto disgustoso, ecco.." 
"Hai cucinato per me?" Era proprio lo stesso tono di voce di chi era sbalordito dal fatto che il suo ex-qualcosa stesse facendo una cosa bella lei. 
"C'ho provato." strinse le spalle posando il bicchiere sul tavolino dietro di lui. 
"Tanto quando sarai a Los Angeles cucineranno gli altri per te." e bevve un sorso senza lasciarselo scappare quel commento così appropriato. 
"A proposito.." distolse lo sguardo dalla sua bellissima ospite. "Mi dispiace di averti coinvolta in questa cosa, non avrei dovuto." 
Stephanie non seppe che cosa pensare. Ancora una volta Nathan, involontariamente stava giocando con lei. Di cosa era dispiaciuto esattamente? Di averle fatto conoscere Madonna? Di essere uscito con lei? Pensò che se non avesse fatto quest'ultima cosa allora anche la prima non sarebbe mai accaduta. Una teoria niente male e forse anche veritiera. 
"Mi dispiace di avertelo lasciato fare." si riferì al suo giocare con i suoi sentimenti con una voce tremante che tamponò con un altro sorso di vino. 
Posò un dito sulla traccia di rossetto che aveva lasciato sull'orlo del bicchiere guardando il contenuto per un po'. "Non saremmo mai dovuti uscire insieme, è chiaro a questo punto." 
"Stephanie, io.." 
"Mi hai invitata qui per torturarmi ancora?" riportò su di lui uno sguardo feroce. 
"Io non mi riferivo a quello." rispose tranquillo e anche un po' deluso che lo avesse pensato. "Ti ho fatto sperare che fossero interessati anche a te, ai Destination, alla mia band... avrei dovuto dirtelo prima." 
"Perché? Lo sapevi?" 
"Lo sospettavo." fu davvero sincero e glielo si leggeva negli occhi. "Ma non volevo farvi allarmare, né convincermi che fosse così prima dell'appuntamento." fece una breve pausa dal riempire il vuoto col suo sguardo. "Pensate tutti che tenga solo a me stesso, ma quella era la mia band da vent'anni, la volevo con me.. e avrei voluto che ne facessi parte anche tu." Nathan azzardò il gesto di toglierle il bicchiere dalla mani e posarlo sul tavolino basso davanti a loro, così da poterle stingere le mani. Sperava non sarebbe stata troppo severa con lui, né sarebbe crollata. 
"Il problema, Nathan, è aver deciso tutto da solo, senza pensare a cosa avevi qui." Sembrò che gli occhi le stessero per esplodere. "Avresti potuto rendermi partecipe almeno della tua decisione." sollevò le spalle lasciandosi scappare un flebile sorriso che aveva tutta l'aria di aver un sentore di perdono. 
"Devo farti vedere una cosa." Nathan si alzò dal divano sparendo nel buio delle sue stanze e poi palesandosi con in mano il fatidico contratto. 
Ancora lui. 
Lo porse a Stephanie indicandole le pagine che avrebbe dovuto visionare con più attenzione e si sedette al suo fianco in attesa di una reazione. 
La donna sfogliò la pila di capitoli, sezioni e sottosezioni. Cascate di parole perfettamente incastrate per poter inchiodare ogni tentativo di fuga. 
Parole, parole e parole finché quelle più importanti catturarono la sua attenzione. "Il cliente è tenuto a non rivelare e omettere in qualunque tipo di conversazione pubblica e privata la sua reale preferenza sessuale. Facendosi accompagnare possibilmente in apparizioni pubbliche da un numero diverso di celebrità o non, prettamente maschili e confermando, quando si riterrà necessario, la sua omosessualità." 
Stephanie quella volta la spalancò davvero la bocca senza riuscire a smettere di leggere e rileggere quel passaggio che non lasciava intravedere via d'uscita. 
"E' per questo che mi hai lasciata." sussurrò senza ancora guardarlo. 
"Avrei dovuto dirtelo, ma non volevo farti soffrire.." ammise. 
"Pensi che non l'avrei scoperto comunque?" si alzò in piedi lanciando il contratto sul divano bianco. "Da quando vendi tutto te stesso pur di diventare famoso?" 
"Si tratta solo di omettere un dettaglio.." gesticolò alzandosi in piedi. 
"Avrei dovuto dire di no? Rinunciare alla celebrità?" 
"Si tratta di omettere me dalla tua vita." si colpì in petto con una mano tremante. "E tu non me ne hai parlato, come al solito. Noi non parliamo mai." fece un giro su se stessa distendendo le braccia. "E non posso neanche dirti che ti.." si fermò improvvisamente. 
"Che cosa?" aveva voglia di sentirlo. 
"Non ha più importanza." decise di prendere la via per la porta che dava sul corridoio per l'uscita e ovviamente lui riuscì a raggiungerla prima che uscisse sul bagnato. 
"Stephanie, vieni con me." 
E per un attimo spero che si riferisse a Los Angeles. 
"Vieni con me a firmare il contratto, senti che hanno da dire e poi dimmi se ho fatto male a dire di si." le stringeva la manica per non lasciarla andare via così. 
"Avresti fatto male a dire no. E' il tuo futuro, è sempre stato quello il tuo futuro." Sospirò perché sapeva che non c'aveva neppure pensato alla chance di poter essere lei il suo futuro. 
"Verrai?" 
"Non ne se ne parla. Non voglio rivederti mai più." 
Se lo firma quel contratto te lo ritroverai ovunque. 
Quelle parole colpirono Nathan più forti di un pugno nello stomaco e quando Stephanie se ne accorse sentì il dispiacere sovrastare la rabbia. 
"Mi dispiace, è colpa mia." Mise le mani sulle sue spalle e poi le tolse pensando che non fosse il caso azzardare con del contatto fisico. Aprì la porta approfittando del fatto che l'avesse messo KO e non badò nemmeno alla pioggia che la accolse acida e fredda sulle tempie. Si sentì scoppiare. 
Guardò l'edera zuppa di pioggia in alto davanti e lei e poi si rivolse ancora una volta verso quella pensilina. 
Nathan la guardava assente e all'asciutto. 
"Sapevo di non poter avere te senza tener conto che sei sempre stato di Diana Jones." e sparì nel verde smerlando di una giornata uggiosa.

PLAYLIST CHAPTER:
- Let's Dance/David Bowie

the mermaid's notesI am back! Nuovo capitolo e nuove rivelazioni. Finalmente il grande segreto è venuto a galla, ma attenzione non è tutto qui. So, che l'idea sembra azzardata e confusa al momento, ma nel prossimo capito svariati dettagli approfondiranno meglio l'intera vicenda e ne capitere un po' di più. Ultimamente sto pubblicando capitoli sempre più malinconici, ma non disperate: qualche buona notizia salterà fuori. Spero questo capitolo vi sia piaciuto e come sempre ringrazio per chi continua a seguimi e chi continua a recensire. 
A mercoledì prossimo.

 

   
 
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