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Autore: DarkYuna    14/03/2018    0 recensioni
"Tra la luce e le tenebre, nasce una linea sottile, un luogo senza nome,
sconosciuto ai più, che non esiste né in cielo e né in terra,
lì gli amanti separati dal fato continuano a vivere inscindibili.".
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4.
"Per amore"








 
Cento cose da fare prima di morire.
Beh, non mi è venuto nulla di meglio da scrivere, per iniziare a vivere davvero una vita, non più per il piacere degli altri, ma per il mio.
 
1. Fare dieci giorni di silenzio.
2. Svegliarsi una mattina e partire, senza programmare nulla.
3. Convincere qualcuno a fare questa lista e gareggiare a chi la completa prima.
4. Sposarsi.

 
Rileggo più volte il punto quattro, alla fine lo cancello con così tanta forza da strappare il foglio. Rabbioso lo appallottolo e nel lanciarlo nel cestino, sbaglio mira e colpisco qualcuno appena entrato nella stanza. 
La dottoressa Krista Heini.
 
 
<< Vuoi intraprendere una carriera da giocatore di basket? L'altezza c'è, il fisico è un po' carente: dovresti mangiare di più. >>. Si china a raccogliere il foglio, lo riapre e legge ciò che non è stato squarciato dalla penna. Ha la faccia stanca, occhiaie violacee e sbadiglia continuamente. La vita in ospedale è strana, i dottori hanno turni assurdi e l'ho incontrata solo tre volte totali, da quando sono ricoverato. Questa è la quarta. << Beh, dovresti metterci più convinzione: non eri partito male. Cosa c'era al posto del buco? >>. Si avvicina con lentezza, ha le gambe stanche, lo intuisco da come cammina, provando a non pesare eccessivamente su di esse.
 
 
Sorrido amaro, scrollando le spalle.
<< Una cosa ridicola: sposarmi. >>.
 
 
Si siede nel letto di fronte al mio, sbuffando di sfiancamento.
<< Perché è una cosa ridicola? >>.
 
 
<< Perché la persona che vorrei sposare e a cui l'ho chiesto, non c'è più. Quindi, a parte che non venga legalizzato il matrimonio con sé stessi, non credo che mi sposerò mai. >>.
 
 
Sospira appena, si massaggia le ginocchia: deve essere stata una lunga nottata.
<< Sai cosa diceva mio padre? "Mai dire mai". Succedono sempre le cose a cui avevamo detto "mai".  E poi, sono dell'opinione che il matrimonio sia sopravvalutato. C'è bisogno di una firma, per unire per sempre due persone? Io la vedo così, se vuoi sposarti è per una forma di apparenza, ci si sposa perché lo sappiano gli altri, ma se ci si ama non si ha bisogno che lo sappia nessuno, a parte i diretti interessati. >>. Alza gli occhi dal foglio bistrattato ed incontra i miei a metà strada, già fermi sul viso sottile e pallido. Non mi accorgo che la sto fissando, fino a quando lei non fa ugualmente. Ha le iridi di un azzurro chiarissimo, la luce pallida del giorno filtra dalla finestra e li rende due diamanti di rara bellezza, capaci di mille incantesimi oscuri. << Comunque il punto tre, direi che potresti iniziare a cancellarlo: hai trovato la persona giusta. >>, riprende, abbassando le palpebre ed emozionandosi sorprendentemente. Non ha l'aria di qualcuno che arrossisca facilmente.
 
 
<< Tu? >>, domando esterrefatto.
 
 
Annuisce sorridendo.
<< Ci sono tante cose che non ho mai fatto in vita mia, però "sposarmi" non è nella mia lista, te lo dico in partenza. L'amore si dimostra in altri modi, non è una fede al dito ciò di cui ho bisogno. >>.
 
 
<< E cosa? >>, chiedo interessato. Non è una donna banale, per questo sono attratto dalla sua mente.
 
 
Ci pensa su per una manciata di secondi.
<< Mi piacerebbe mettere piede in tutti i continenti. >>, ammette trasognante. Per un medico il tempo materiale per queste fantasie non c'è davvero e un po' me ne dispiace.
 
 
<< Fatto. >>, confesso.
 
 
Storce il naso, falsamente invidiosa.
<< Lo immaginavo. Io a malapena sono arrivata a Tampere: le gite scolastiche non valgono. Quelle sono deportazioni carcerarie obbligatorie, non viaggi di piacere. >>. Scoppiamo a ridere insieme, la sua risata sprona la mia ed è una risata sincera, piena, sentita. Non ridevo così da troppo tempo.
 
 
<< Cos'altro? >>. Mi piace parlare con lei, ha quell'intelligenza non ostentata a forza, spirito di vita e leggerezza che trasforma il grigiore dell'esistenza, in un mite e candido bianco.
 
 
<< Imparare a suonare uno strumento musicale. >>. Alza la mano per zittirmi. << Ah! Lo so che tu lo sai suonare, anzi, li sai suonare. Credo che la maggior parte delle cose che ci sono nella mia ipotetica lista, tu le abbia fatte. >>.  
 
 
<< Non so se si possa considerare un bene. Non è che mi sia rimasto poi molto da fare. >>. Piego le spalle all'ingiù, sempre più convinto che non ho davvero motivi per restare su questo mondo.
 
 
Istintiva prende la mia mano tra le sue, all'improvviso avverto una strana tensione sotto la pelle, percorre le vene, si divulga veloce in tutto il corpo e risale verso il cuore. Una scintilla si accende nel petto.
La osservo, stupefatto.
 
 
<< Ci sono tante cose che ancora non hai fatto, Ville. Essere felice per esempio. Non devi stilare una lista di cose da fare, di cose programmate, devi agire di istinto, seguire i tuoi desideri, senza più pensarci prima. Hai detto che vuoi sposarti, magari avere dei figli e condurre una vita normale, quella che tutti hanno e che tu non hai avuto mai. Hai fatto quello che gli altri sognano, adesso fai ciò che per tutti è normale e che non apprezzano, no? >>.
 
 
Ci ragiono molto, ed è un suggerimento che mi piace più del dovuto.
Ogni volta che ci vediamo, è capace di dare consigli azzeccati e che danno speranza. Specialmente perché mi ascolta quando parlo e capisco che le interessa davvero, non se ne sta qui per farmi un piacere, perché il dovere di medico glielo impone.
<< Grazie. >>, è l'unica cosa che riesco ad esternare. Non sono cambiato sotto quel punto di vista, sono ancora lo stesso Ville che non riesce a dare voce alle emozioni, se non attraverso la musica.
 
 
Un movimento alla porta distoglie l'attenzione da Krista, fino al giovane ragazzo che è passato spedito in corridoio e poi tornato indietro.  
<< Dottoressa per sbaglio ho confuso la pasta dentifricia con la pomata contro le emorroidi. Ora le mie gengive hanno smesso di sanguinare, e il buco del culo odora di fresca menta alpina! >>, esordisce sfacciato. Ha una sigaretta spenta bloccata in un angolo della bocca, occhi di ghiaccio, ricci capelli neri, lineamenti affusolati e familiari. Molto magro ed alto, indossa abiti semplici, jeans, converse e un giubbotto nero. Ha la tipica faccia da schiaffi di un adolescente che affronta la vita con menefreghismo.
 
 
Krista ruota gli occhi al cielo, si alza in piedi e va rapida verso il ragazzo, per tirargli uno scappellotto dietro il collo e strappargli via la sigaretta di bocca.
<< Ahia cazzo! Cos'era questa, l'anestesia per la sonda anale? >>. Urla così forte, che lo avranno sentito in tutto l'ospedale.
 
 
<< Se non ti sciacqui la bocca da tutta questa volgarità del cazzo, ti prendo a calci in culo così forte che le emorroidi te le faccio sputare dalla bocca! >>, lo rimprovera imperativa.
 
 
La scena ha davvero del comico e mi ritrovo a sorridere per il paradosso.
 
 
<< Ehi, sono malato di emorroidi, abbi un po' di comprensione. >>.
 
 
 
Krista lo afferra per il colletto, provando a cacciarlo fuori dalla camera, il ragazzo si accorge di me e capisco che ha appena individuato una nuova preda da attaccare.
<< Ehi, ma io ti conosco! >>. Mi indica, tuttavia non riesce a ricordarsi dove ci siamo incontrati in precedenza.
 
 
<< Nathan! >>, strepita lei a mo' di rimprovero. << Fuori di qui. >>.
 
 
Inarco un sopracciglio, raddrizzo la schiena e mi aspetto il peggio.
 
 
<< Se ti vuoi scopare mia sorella, sappi che è lesbica, ma lesbica forte. Come la lecca lei, non la lecca nessuno. >>. Piega l'indice e il medio a forma di V ed inizia a passare oscenamente la lingua tra di loro, ansimando indecente. Il risultato finale è quasi disgustoso. << La lecca così tanto, da raggiungere le tonsille. Ha vinto la figa d'oro dell'anno, per come lecca bene. >>.
 
 
<< Pezzo di imbecille. >>. Gli tira una seconda sberla. Con un fratello del genere, immagino che la sua vita sia doppiamente difficile. << Aspetto il giorno che qualcuno venga a dirmi che sei adottato. Dovresti essere ai servizi, che diavolo ci fai qui? >>.
 
 
<< L'assistente sociale voleva scoparmi il culo a sangue. Dio, avresti dovuto vederlo, era una bestia enorme. >>. Accompagna la frase, con un chiaro gesto sessuale, dimenando il bacino avanti e indietro. << Forse è per questo che ho le emorroide gonfie. >>. Ogni parola che pronuncia è una parolaccia inerente al sesso o mirata a prendere in giro il prossimo.
 
 
<< Perché ho la netta impressione che avrò di nuovo la polizia alla porta? Cosa hai fatto? >>, interroga sospettosa. È palesemente a disagio, poiché un estraneo sta assistendo alla loro diatriba familiare.
Adesso so che ha un fratello più giovane, condannato ai servizi sociali perché minorenne e con un carattere tutt'altro che facile. Si somigliano solo fisicamente, visto che caratterialmente sono l'esatto opposto.
 
 
Scuote le spalle, risponde sincero.
<< Ma niente, mi sono rotto tre quarti di palle. C'erano dei vecchi scassa cazzo a cui fare da balia... a tutto c'è un limite. >>.
 
 
La dottoressa sbuffa, rassegnata.
<< Un giorno, quando anche tu sarai anziano e non vecchio, augurati che nessuno ti tratti come un peso per la società... e adesso è ora di andare a parlare nel mio studio, Ville deve riposare. >>.
 
 
<< Ville. >>, sbotta il ragazzino. << Quel Ville? Il Ville Valo che s'è licenziato dalla sua stessa band musicale? >>, lo dice in una palesa presa per i fondelli. Gli importa poco e niente di urtare la sensibilità altrui, vomita addosso al prossimo tutto ciò che pensa.
 
 
Krista gli mette una mano in bocca, prima che possa combinare danni irreparabili, lo afferra per il bavero del giubbotto, trascinandolo fuori e lasciandomi uno strano retrogusto amaro.
 
 
Solitamente non rimugino sulle parole di un ragazzino che sa poco e niente su come funziona il mondo, eppure stavolta ci penso per un secondo di troppo.
Prima di Amelia non sono mai stato quello che si possa definire un "tipo  razionale", prendevo decisioni in base a come mi svegliavo al mattino e non rimuginavo poi tanto sulle conseguenze. Dopo Amelia, questo aspetto è peggiorato notevolmente.
Lei mi amava per come ero, per chi ero, per la mia voce, le mie parole, la mia musica, ed è per questo che ho deciso che nessun altro le avrebbe udite mai più, perché, per me, era una sorta di tradimento alla sua memoria.
 
 
Già... sono Ville Valo, colui che si è licenziato dalla sua stessa band musicale, per amore.









Note: 
La stesura dei capitoli sta andando meglio del previsto, perciò ho deciso di deliziarvi (si fa per dire) con un nuovo capitolo per questo mese. 

Si inizia a delimitare sempre di più il carattere di Krista, quindi niente matrimonio per lei, poco romanticismo e zero smancerie. 


In più c'è l'entrata di un nuovo personaggio: Nathan Heini. 


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Personaggio interamente ispirato da Nathan della serie tv Misfits, che personalmente adoro. Chi ha visto la serie, sa che Nathan è sboccato fino al limite del possibile ed ho scelto di usarlo proprio per accentuare la diversità caratteriale tra lui e Krista. 

Ringrazio i fantasmini che leggono solamente e chi ha aggiunto la storia alla preferite e alle seguite. Grazie. 

 
La storia può presentare errori ortografici.

 
Un abbraccio.
DarkYuna.  

 
  
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