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Autore: Audrien    15/03/2018    2 recensioni
Storia ambientata nell'estate dopo il 5° anno del trio.
Tratto dal primo capitolo: -Abbraccio?- propose Fred aprendo le braccia. Hermione lo guardò con un sopracciglio alzato, ma poi sorrise e lo strinse all'altezza della vita, con l'orecchio appoggiato sul suo petto sentiva i battiti del suo cuore. La testa aveva smesso di girare.
Dal capitolo 11:
–Ho bisogno di parlarti.- annunciò quando Molly uscì fuori in giardino per posare degli utensili.
-Credo che tu abbia già detto abbastanza.-
La ragazza restò a guardarlo mentre si portava il pollice tra le labbra e leccava un po’ di marmellata rimasta attaccata al polpastrello. Arrossì, lui lo notò e le fece l’occhiolino. –Vuoi favorire anche tu, Granger?- indicandosi il dito.
-No, grazie. Weasley.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Allora? Passata una buona giornata ieri? Ti senti… Rilassato?-
-Si George, ce ne vorrebbe un’altra e altre cento così.- Fred si passò una mano fra i capelli mentre osservava il suo riflesso nello specchio del suo appartamento a Diagon Alley. Si era svegliato carico di energie.
-Non esagerare, fratello. La tua assenza si è fatta sentire molto.-
-Credo sarebbe il caso di assumere altro personale. Perché in effetti siamo abbastanza pieni. Sempre.-
-Sì.. sarebbe il caso. Forse se chiediamo a Lee di aiutarci..-
-Lee va bene, ma dobbiamo ammonirlo dal farsi tutte le clienti femmine, o farà andare a rotoli i nostri affari e cadere a pezzi il negozio dalle fatture.-
Il gemello rise. –Dobbiamo anche dirgli che non deve portarsi a letto i colleghi. Tipo Stephanie.-
-Allora di sicuro non accetterà il lavoro, Georgie.-
-Già, ma comunque hai sviato. Tu e Hermione? Ancora non posso crederci che tu abbia scelto proprio la Prefetto come compagna!!-
-Hermione non è solo libri e studio George, e non è un’oca soprattutto. Riesce a farmi ridere!- esclamò Fred.
-Che c’entra! Anche Angelina riusciva a farti ridere!-
-Ma Angelina non è Hermione!-
George rimase immobile sul letto, seduto a gambe incrociate. –Sai fratellino, credo che tu sia maturato molto. Sono proprio fiero di te.- Affermò George sorridendo verso il gemello. L’altro lo guardò. –Grazie, ma resto comunque più bello di te.-
-Se come no, scordatelo pel di carota. Comunque stavo pensando. Perché nel frattempo che chiediamo a Lee di lavorare con noi seriamente non porti Hermione con te a lavoro? Cioè so benissimo che anziché aiutarci.. be’.. ci danneggia su tutti i fronti, con i clienti, sulla tua concentrazione..-
-Hey! La mia concentrazione è a posto dai!- esclamò Fred con una punta di permalosità.
George si limitò a guardarlo con le sopracciglia alzate, in segno di sfida. Sfida che Fred perse.
-In ogni caso ne abbiamo davvero bisogno, quindi domani portala al negozio.-
-Da quando comandi tu? E se io non volessi?-
George, di nuovo, lo guardò allo stesso modo di prima, stavolta incrociando anche le braccia al petto.
-Ok va bene, stasera glielo dico.-
-Bravo cucciolo.-
 
-Che cosa? Ma non dicevate che vi rovino soltanto la reputazione?-
-Be’ è così ma.. Ci serve una mano.-
-E perché non vi portate Ginny? Sarebbe più che felice, io devo studiare.-
-Ah non dire stupidaggini! Hai finito i compiti a luglio! E comunque a Ginny l’ho già chiesto e ha detto di sì, quindi se tu rifiuterai te ne starai qui sola soletta tutto il giorno.-
Hermione parve pensarci su, poi improvvisamente, dall’angolo del muro dietro le scale comparve Ginny. –Cosa mi hai già chiesto Fred?-
Hermione parve rinvigorirsi e incrociò le braccia al petto. –Aha!- esclamò con un sopracciglio alzato.
-Volevo chiederti di darci una mano al negozio fino a che non tornerete a scuola, che dici, ci stai?- domandò Fred con un sorriso beffardo indirizzato ad Hermione.
-Ci sto? Ma che domande! Certo che ci sto! Ah menomale che me l’avete chiesto, non sopportavo più l’idea di dover stare chiusa in casa a sorbirmi la mamma! Grazie al cielo, vi sono debitrice!- esclamò Ginny tutto d’un fiato per poi tapparsi la bocca con le mani come se avesse detto qualcosa di sbagliato. Ed effettivamente, lo sguardo di Fred si era illuminato. –L’hai detto sorella!-
-No non è vero, hai sentito male.-
-Oh no. Nononono, ho sentito benissimo, hai sentito anche tu Hermione vero?-
-Sentire che cosa?- chiese perplessa.
-Ginny ha detto che ci è debitrice. Bene, bene, bene. Lo terrò a mente, cara sorellina.- Fred rideva sotto i baffi.
Hermione vide Ginny diventare rossa come i suoi capelli, poi quest’ultima salì le scale con furia.
-Perché è così turbata all’idea di esservi debitrice? Non può semplicemente rifiutarsi?-
Fred rise di gusto. –Oh che sciocca, non può farlo.-
-E perché mai?-
-Te lo spiegherò la prossima volta, ora devo proprio andare: oggi ho dato il massimo e adesso sono stanco morto.- fece un gran sbadiglio poi prese Hermione per mano e la tirò a sé. Le alzò il mento con una mano e le baciò un angolo di bocca. –A domani.- le sussurrò all’orecchio. Fece un passo indietro e scomparì, lasciandola imbambolata ai piedi della scala, ancora con gli occhi chiusi.
 
Se si fosse ricordata di quanta confusione c’era al negozio avrebbe rifiutato. Sì, perché restare “sola soletta” a casa era molto molto meglio che stare in quel recinto con cavalli che ti strattonavano per accaparrarsi l’ultimo scherzo idiota. Li detestava, Hermione. Detestava anche l’aver incontrato quelle oche delle sue compagne di dormitorio, abbronzate e con vestiti così poco seri, prima che l’anno scolastico fosse iniziato. Si era guardata spesso intorno alla ricerca di Fred, ma non era riuscita a vederlo neanche una volta fino alla pausa pranzo. I ragazzi preferirono restare lì in negozio e fare dei panini. Hermione era agitata, dopo il bacio della sera prima aveva un desiderio smisurato di stare tra le sue braccia. Lo vide avvicinarsi verso il bancone della cassa dove lei poggiava di schiena, e il suo corpo si mosse involontariamente. Si slanciò in avanti prendendo quasi una rincorsa e a pochi passi da lui saltò. La prese al volo agganciando le sue gambe ai suoi fianchi e reggendola sotto il sedere.
-Hey..-
-Hey..- Hermione notò, aveva gli occhi lucidi. Sentiva che anche lui provava lo stesso desiderio.
Fred, sempre tenendola in braccio si allontanò da tutti senza una parola e la condusse al piano di sopra, nell’appartamento. Quando si chiuse la porta alle spalle senti un “Oooohhh” generale proveniente da sotto. Sorrise tra sé e sé pensando a quanto fossero impiccioni. Poggiò Hermione a terra e cominciò a baciarla, forte e possessivamente, quasi volesse impadronirsi delle sue labbra. Lei, d’altro canto rispondeva con altrettanta enfasi e addirittura gemette quando Fred passò dalla bocca alla mascella per scendere poi sul collo. Le mani di entrambi perlustravano i corpi dell’altro famelici, e la maglia di lui volò via. Smise di baciarla, la guardò negli occhi per cercare un consenso: aveva le gote arrossate, le labbra schiuse e i capelli arruffati. Annuì. Fred allora le tolse la T-Shirt e la spinse contro la parete aderendo totalmente a lei. Hermione sentì un rigonfiamento premere nelle parti basse e quando capì cos’era le gambe le divennero mollì. Cercò di mantenersi in equilibrio ma schiacciò col piede qualcosa che produsse, molto sonoramente, una scorreggia. Fred si bloccò di colpo e la guardò con occhi spalancati, mentre lei rossa, adesso di vergogna, si affrettò subito a spiegare. –Ti giuro! Non sono stata io e stato questo coso che ho schiacciato, perché ho sentito quel coso e le gambe molli.. e io.. Non sono stata io, smettila di ridere!-
Ma Fred era piegato in due dalle risate. Tutto quello che Hermione provò a dire non riuscì a fermare le risate di Fred e quindi, morta di vergogna, raccolse la sua maglia e fece per andare via. Solo allora Fred parve accorgersi di cosa stava accadendo e la trattenne. –Oh, dai Hermione! Non fare la permalosa, ho capito! Era il sacchetto delle scorregge quello che hai pestato, dovresti riconoscerlo, è un oggetto babbano..- ricominciò a ridere. –Come f-fai a… ad essere così s-se-seria?- domandò tra le lacrime, la sua faccia era a tinta unita con i capelli. Le scappò un sorrisino, poi si lasciò andare ad una vera e propria grassa risata. Dopotutto erano i rischi che si correvano nel frequentare un gemello Weasley.
-Dai ti meriti un premio per avermi fatto ridere così tanto.- disse Fred quando si furono calmati. Prese la bacchetta e introdusse la punta nella tasca destra dei pantaloni. –Accio anello!-. Ne uscì fuori un piccolo anellino argentato dai ricami floreali.
-Non potevi prenderlo senza la magia?- chiese Hermione.
-Con tutta la roba che ho qui dentro? Scherzi?-
-Non dirmi che hai eseguito un incantesimo estensivo irriconoscibile sulla tua tasca! Ma sono difficilissimi da fare, io stessa ho qualche difficoltà!-
-Ah cara Hermione, noi impariamo tutto quello che ci serve, il resto è inutile. Comunque tieni, mettilo.-
-Ma Fred non ti pare un po’ presto? Un po’ esagerato?-
-Nhaa, solo promettimi che qualsiasi cosa succeda, non penserai mai cose affrettate. Ci dovrà sempre essere almeno una spiegazione d’accordo?-
-In che senso scusa?-
-Prometti e basta.-
-Ok, promesso.-
-Bene.- disse scompigliandole i capelli. –Adesso andiamo di sotto, ho fame.-

Quando tornarono a casa Weasley, sia Ginny che George non lasciarono spazio ai due di parlarsi nuovamente perché curiosi di sapere quello che era successo. Così quando Fred riuscì a scrollarselo di dosso le ragazze erano già andate a dormire, l’unico ancora in giro per casa era soltanto Ron, sceso a prendere un bicchier d’acqua.
-Hey Ronnino.- chiamò Fred senza pensarci.
-Che cosa vuoi?-
-Oh ma rilassati, sei troppo teso.-
Ron stette in silenzio in attesa.
-Volevo dirti.. Ehm.. Quando tu.. Cioè voi, tu ed Harry, sarete lì, a Hogwarts, potreste.. potresti, soprattutto tu, farmi un piccolissimo favore?-
Ron era allibito: il fratello non solo balbettava, ma gli aveva anche chiesto un favore. –Di che si tratta?- chiese, spinto dalla curiosità.
-Be’ ecco.. si tratta di Hermione..-
-Di Hermione?-
-Si razza di idiota, di Hermione! Urlalo pure ai quattro venti!-
Ron cominciò a ridere. –Va be’ dai lascia perdere, ho capito..- disse l’altro.
-Nono, sono tutt’orecchi, dimmi.-
Fred lo fissò. –Devi tenerla d’occhio. Assicurarti che non faccia nulla di stupido con nessun altro, e qualsiasi cosa succeda tu riferiscilo direttamente a me. Intesi?-
-Ma perché? State insieme?-
-No.-
-E allora non è una cosa un po’ morbosa fare la spia sulla sua vita personale o metterle i bastoni tra le ruote?-
-Senti Ron, non mi interessa. Vuoi che ti paghi?-
-Che cosa?! Ma allora sei impazzito sul serio! Voglio sapere perché dovrei farlo anche se non state insieme.-
-Perché ci tengo a lei, VA BENE?!? Adesso lo farai, sì o no?-
-Certo. Sta tranquillo.- gli diede una pacca sulla spalla e andò di sopra a dormire.
  
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