Serie TV > Hannibal
Ricorda la storia  |      
Autore: Blankbanshee    16/03/2018    1 recensioni
I legami vanno accettati, Will, e il nostro è a buon punto. Perché adesso l’ho finalmente capito: mentre ti dondolo con la mano destra e ti accarezzo con la sinistra, tu oscilli, ti mordi la lingua, con voce tremante ne chiedi ancora. Io rimango fermo, statico, bloccato; poi d’un tratto riprendo a respirare, ti guardo, ti amo.
Sei tu Will che, in qualche modo, hai domato me.

-
[425 parole/shibari]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
       
shibari (縛り sostantivo), letteralmente, "legare (o tessere)". Definizione estesa: "limitare, trattenere, fissare".

 
I legami si tessono, si ramificano, si annodano in modo indissolubile gli uni agli altri, e reciderli da un giorno all’altro è impossibile. I legami sono un po’ come le ragnatele: ti stritolano, ti appiccicano, ti negano una via di fuga, ti inghiottono e ti mordono, ti assaggiano, ti degustano sotto il palato e ti mangiano la mente a piccoli morsi. I legami sono un inganno bello e buono, ti soffocano e non ti lasciano più andare, ti consumano, ti recidono la carne e l’anima, ti fanno morire.
Troncare un legame è una pazzia. Spaccargli le ossa, sventrarlo con cura, percepirne il dolore e vederlo sanguinare è pura follia. Appunto per questo i legami vanno solo e soltanto immobilizzati: basta legarli per dargli la giusta stabilità e forma, come sculture dimenticate dal tempo. Prendergli mani e piedi, unirli con una corda, bendarli se necessario e osservarli mentre distrattamente fendono il vuoto, lo stesso vuoto che hanno attorno a loro. Dondolarli come si fa con i bambini capricciosi, consolarli e allo stesso tempo ferirli con le unghie e con i denti – sulle spalle, sulla schiena, sul petto, sul viso, sulle gambe, sulle braccia, nell’intimità.
I legami vanno domati, manipolati come burattini. Io stesso ti ho manipolato, sperando che tu non ti avvicinassi più del dovuto – non ho mai voluto farti del male, non ho mai voluto impormi mangiarti inghiottirti spezzarti maciullarti su di te come spesso faccio con quegli altri. Con te la fame non c’è, non può esserci, ed è stato forse questo a rendermi tanto vulnerabile da crollare su me stesso.
Quando l’ho capito era troppo tardi. Allora ti ho legato le braccia e te le ho tirate dietro la schiena, ti ho aperto le gambe e le ho alzate sopra la tua testa, ti ho assaggiato con le mani, con la lingua, col respiro, con lo spirito. Solo assaggiato, niente più.
Sei stato perfetto in quella performance, sei diventato il mio groviglio di corde e legami preferito, l’unico che io abbia mai avuto in tutta la mia vita. Ogni nodo che avevi addosso significava quanto debole fossi e che controllare te era un po’ come farlo con me stesso.
I legami vanno accettati, Will, e il nostro è a buon punto. Perché adesso l’ho finalmente capito: mentre ti dondolo con la mano destra e ti accarezzo con la sinistra, tu oscilli, ti mordi la lingua, con voce tremante ne chiedi ancora. Io rimango fermo, statico, bloccato; poi d’un tratto riprendo a respirare, ti guardo, ti amo.
Sei tu Will che, in qualche modo, hai domato me.

 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: Blankbanshee