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Autore: LittleMissMaddy    30/06/2009    3 recensioni
Per quanto possa far male, c'è sempre qualcosa che lo terrà legato a lei, in un modo o nell'altro.
[ The MacIntyre's ]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi Petra Wolf. Dorian, Ephram e Zachary Junior. Zachary MacIntyre ( assente ma implicito ).
Disclaimer Miei e di Fuuma, con i giusti copyrights.
Pairing Petra/Zax
Note
. Pensavo, essendo il mio un personaggio folle ( Petra ), che il sequel di “Zachary MacIntyre: l’atto finale” potesse non essere la solita tiritera romantica, con lei che piange lui e magari lo tradisce anche in sua assenza. E’ questo il mio sequel. Questa l’idea che mi è balenata in mente neanche due ore fa. Spero che piaccia.
. Il titolo è preso da una canzone degli Afterhours.
Dedica Alla Fuu, per il suo compleanno. Con un giorno o due di ritardo, ma si considera come uno dei tanti regali che devo farle – perché è sì una rompiballe, ma è anche tanto, tanto carina, soprattutto ora che è invecchiata. Coff. Auguri v_v!


Indossi il vuoto con classe

Petra Wolf era cresciuta nello sfarzo e nell’amore dei suoi parenti. Nessuno dei suoi cari tirò le cuoia a causa di qualche strano incidente, nessuno venne ucciso brutalmente dai Mangiamorte e suo padre non tentò mai di abusare di lei, così come entrambe le zie ( per altro già maritate e calate nel ruolo di madri ) non cercarono mai di tramutarla in una piccola Cenerentola. Tutti si curavano dei suoi bisogni. Nessuno mai alzò un dito per picchiarla. Inoltre, sembrava che l’orribile tendenza a chiudere i bambini negli sgabuzzini bui con i topi non facesse parte delle discutibili abitudini di suo padre. Non tentarono neanche di venderla a degli Orchi Irlandesi. La sua vita filò liscia da subito, e non fece altro che andare avanti per quella strada, almeno finché lei non decise altrimenti.
La verità è che i cattivi si dividono in due ristrette categorie: quelli che se non fosse accaduto loro qualcosa di malvagio non si sarebbero mai trasformati in quelle macchine d’odio che sono diventati, e quelli che l’odio ce l’hanno dentro senza un autentico motivo, e non hanno bisogno di una vendetta personale, studiata meticolosamente, o di cieca stupidità, per essere quei mostri che si ritrovano ad essere fin dal principio.

Petra Wolf apparteneva indubbiamente alla seconda categoria.
Si era autogenerata, lentamente, con un lavoro piuttosto faticoso ed attento. E traeva un infantile, sadico e perverso piacere ad uccidere. Si sentiva viva, paradossalmente, quando mirava alla testa di un uomo e gli sottraeva la vita con l’amabilità di una bambina che chiede in cambio del suo spettacolino un galeone.
Era spietata, affamata di sangue e di potere. Si era prestata al gioco dell’Oscuro Signore per poter agire passando indisturbata. Un folle è come invisibile in una mare di folli.

Tutto questo i suoi figli lo sapevano. Alcune cose le avevano apprese per esperienza diretta con il soggetto in questione, altre le avevano sentite mormorare dalla servitù o ad un ballo a cui partecipavano tutti gli appartenenti al mondo magico da bene. Quello che i suoi figli non sapevano era che la loro genitrice, oltre che spietata, sapeva essere anche molto cocciuta.

« Voglio che lo facciate. Lo esigo. » la voce che si scontrò con le tre maschere di risentito sbigottimento risuonò stranamente dolce e carezzevole.
Il primo a scattare fu Ephram. La sua espressione rancorosa non la sfiorò minimamente.
« Non ti basta che sia morto? » sibilò.
« Sta zitto, Eph. È una cosa seria. Nessuno voleva che succedesse. » lo redarguì il gemello.
« Lui però lo voleva. È colpa sua », disse il primo indicando Zachary Junior, che si stagliava dietro le tre poltrone occupate dalla madre e dai gemelli, standosene seduto sul davanzale di una finestra.
L’espressione accigliata del suo viso si indurì tanto da farlo sembrare truce, ma tornò subito alle origini. Si sforzò di non rispondere al fratello minore, e rivolse lo sguardo grigio alla madre.
Petra sospirò. Guardò i gemelli ed indicò loro la porta del salotto: « Ora voglio parlare con vostro fratello, ma sappiate che farete tutto quello che vi ordino di fare. Non c’è da discutere. »
Il suo viso affilato sembrava più scarno del solito. Gli occhi neri nascondevano in modo a dir poco scarso la stanchezza che vi si annidava. Le mani bianche e fragili toccarono i braccioli della poltrona, aiutandola ad issarsi in piedi, benché non ve ne fosse alcun bisogno. Era ancora giovane, nonostante tutto. Attese che i due se ne fossero andati per avvicinarsi alla finestra occupata dal figlio maggiore.
« E’ perché si è sacrificato per me che lo stai facendo? Mi odi? O odi lui? » gli occhi del giovane cercarono quelli di Petra, e le sue mani trovarono presto quelle della Mangiamorte « Non lo capisco. Non ti capisco, mamma. »
« Non voglio che tu finisca ad Azkaban. » replicò lei cautamente.
« Me lo meriterei, e tu lo sai. »
Nello sguardo di sua madre lesse la conferma alla sua affermazione. Ne rimase colpito, ma non sorpreso. Doveva odiarlo quasi quanto odiava suo padre – che non era mai stato suo padre davvero – per essersi intromesso nel suo destino. C’era qualcosa di estremamente delicato nelle mani piccole e pallide che stringevano le sue, una sofferenza così acuta che, indossata da lei, sembrava una reazione insopportabilmente umana. Avrebbe pagato per sapere quel che pensava e provava in quel momento, ma non era sicuro di poter sostenere tutto l’astio che sua madre portava dentro.
« Forse pensi che sono un mostro, e non avresti nessun motivo per non pensarlo, ma voglio che tu lo faccia » gli disse lei in un sussurro, quasi gli avesse carpito quel pensiero dall’interno del suo cranio. Lui sospirò e le accarezzò le mani, discretamente.
« Ho già causato la sua morte. Non voglio causare anche la distruzione della sua reputazione. » rispose, forte di quella testardaggine che aveva ereditato proprio dalla madre.
Le dita di lei si irrigidirono nei suoi palmi chiusi e sgusciarono via, liberandosi dalla sua presa ed innalzandosi in un gesto nervoso, atto a spostare i capelli lunghi su una spalla sola. Un gesto estremamente spontaneo ed infantile.
« Ascoltami attentamente: tu confermerai la mia versione dei fatti. Tuo padre è impazzito, ha usato la maledizione Imperius su di te e ti ha trascinato in una missione omicida. Era un Mangiamorte. Voleva liberarsi di te, ma quando sono arrivati i Dissennatori sei stato liberato dalla maledizione e sei fuggito via » la sua voce vibrava di sommessa ira. Aveva sempre odiato essere contraddetta. « l’ultima cosa che voglio è che tu finisca in prigione. Lui ormai non c’è più. Non gli importerà quel che facciamo » concluse. Sembrava così convinta dell’inesistenza di suo padre che Zachary ci mise una manciata di secondi per mandare giù il groppo che gli si era formato in gola. Annuì, lentamente.
« La colpa è stata tua, ed io non ti perdonerò mai, probabilmente. Ma puoi rimediare ai tuoi sbagli. Questa è l’unica cosa che ti chiedo di fare. Dopodiché potrai dimenticare di aver sentito queste parole uscirmi di bocca, Zachary. »
Lo sguardo che Petra alzò sul figlio bastò ad inchiodarlo al pavimento, lasciandolo senza parole, a labbra socchiuse in un accenno di protesta morto sul nascere e le mani che si arpionavano al davanzale per evitare di cedere sotto la cascata di parole che la donna gli aveva sputato addosso. « E poi .. » aggiunse Petra quando capì di aver la situazione completamente chiusa in pugno, « sono incinta. »
Zachary si scostò dal davanzale con uno scatto violento. Le dita affusolate del ragazzo si intrufolarono tra i suoi capelli scuri, mentre lui non staccava lo sguardo dalla donna. « Come? »
« Sei abbastanza grande per sapere come nascono i bambini, Zack. » lo riprese sarcasticamente la madre.
« Com’è possibile? »
« Tuo padre non lo sapeva. È successo qualche mese fa, e la gravidanza non si nota ancora. È una femmina. » spiegò. Le labbra le tremarono in un mezzo sorriso.
« E’ a questo che ti servo? » indagò lui, furioso, « quando intendevi dirmi che sto per rovinare la vita a mia sorella? Tutti le diranno che suo padre era un assassino. »
« Tutti lo siamo, in fondo » replicò Petra con una scrollata di spalle. Una mano accarezzava lo schienale della poltrona a cui si era accostata di nuovo, mentre l’altra catturava un ciuffo liscio e lo stringeva distrattamente. « Voglio che tu sia qui, e che la protegga. Dalla prigione non puoi farlo. Presto si dimenticheranno di questa storia. Quindi metti da parte i tuoi coraggiosissimi sentimenti da mancato Grifondoro e sii un fratello maggiore di cui andare fieri.»
Le mani le ricaddero lungo i fianchi leggermente arrotondati dalla gravidanza e si abbandonarono in un lento oscillare, mentre i piedi cambiavano direzione e la dirigevano in favore dell’uscita.
Quando la voce del primogenito la raggiunse era già sulla porta.
« Come la chiamerai? »
« Elettra. »
Zachary Junior sospirò, stancamente, quando la madre ebbe abbandonato il salotto. Nella stanza ora gravava un silenzio pesante, che ad ogni modo riusciva ad essere meno grave della portata delle sue nuove responsabilità fraterne.
  
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