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Autore: Silver Hyacinth    17/03/2018    2 recensioni
I sensitivi non sono reali, i fantasmi di certo non esistono e Kageyama non ha nulla a che fare con tutto ciò. Queste sono le cose in cui crede, almeno finché non incontra Hinata Shoyo e la sua vita non verrà completamente messa sotto sopra. - Kagehina. [L'amore è colmo di paure, ma quale parte della vita non lo è?]
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta
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Sunset Ghost

Capitolo 4: L’allenamento ha inizio

“Bene, Kageyama-kun, per iniziare l’allenamento ho un po’ di cose per te.” Yachi posò con fatica i pesanti libri dal bordo di pelle di fronte a Kageyama, che era seduto al tavolo della cucina. Si asciugò il sudore dalla fronte e iniziò a rimuovere la copertina, le braccia che tremavano sotto il loro peso. “Questo libro ti spiega i differenti tipi di spiriti, quest’altro fa una lista delle abilità di un sensitivo e questo spiega nel dettaglio le teorie di alcuni dei più grandi sensitivi della storia.” Con queste parole, fece cadere un altro libro di fronte a Kageyama finché la pila non raggiunse quasi l’altezza di Hinata.
“Ehm… Yachi-san, è un po’ troppa roba da leggere,” mormorò quest’ultimo, spostando alcuni libri ingombranti per poter vedere la bionda negli occhi. Di fianco a lui, Hinata stava guardando la pila con aria estasiata, come un bambino che scarta eccitato i regali la mattina di Natale. “ohh… voglio leggerli anche io!”
“Mi dispiace per la mole” disse Yachi, ignorando Hinata “Ma non preoccuparti; non ci sasolo da leggere. Ci sarà anche molto lavoro sul campo.” esclamò strizzando l’occhio, come se la cosa dovesse fargli piacere, invece non faceva che renderlo ancora più nervoso. “Infatti, possiamo benissimo uscire sul campo già oggi. Ma prima abbiamo bisogno di memorizzare, quindi iniziamo subito.”
Kageyama prese il libro che lei stava indicando dalla pila e lo aprì con una smorfia. Yachi lo portò al centro del tavolo e indicò la prima riga. “Questo libro elenca dalla A alla Z tutti i diversi tipi di spiriti. È più utile analizzare per primi quelli in cui ci si imbatte più frequentemente.” Spostò il dito verso una figura sulla sinistra. “Questo si chiama Amanojaku. Questi piccoli parassiti causano circa il settanta percento dei nostri problemi di sensitivi. In pratica, sono spiriti che fanno fare alle persone azioni malvagie.”
“mmm…” Kageyama annuì, cercando di assimilare più informazioni possibili man mano che lei proseguiva nella lista. “Poi abbiamo Baku e Gaki: Baku sono spiriti che divorano i sogni e gli incubi, e Gaki sono fantasmi che si nutrono delle persone avide. Entrambi possono essere pericolosi, in base allo stadio di manifestazione in cui si presentano. Goryou possono essere confusi con Gaki, ma Goryou sono vendicativi, non divoratori.” alzò lo sguardo verso di lui. “riesci a seguirmi?”
“Penso di sì…” mentì Kageyama, nel frenetico tentativo di memorizzare tutto quello che gli stava snocciolando. Stava incontrando non pochi problemi a seguirla a quella velocità, ma a quanto pareva quella era l’unica andatura a cui quella ragazza riusciva ad andare, come aveva potuto constatare la prima volta che l’aveva incontrata. Yachi non sembrava accorgersene, comunque, mentre gli sorrideva. “Bene. Il prossimo è Jibakurei. Eh…” si grattò la guancia con un sorriso imbarazzato. “Forse preferisci prendere appunti, Kageyama-kun? Più avanti potrebbe diventare confuso.”
“Giusto.” Kageyama tirò un respiro di sollievo grato per quel momento di pausa dalla fitta conversazione. “mmm… per caso hai carta e penna?”
Yachi ridacchiò. “Certo! Aspetta qui.” si alzò dal tavolo e si addentrò nei meandri del suo appartamento a piedi scalzi. Kageyama poteva sentirla rimuginare qualcosa da qualche parte nei dintorni, parlando da sola a bassa voce. Hinata si voltò per guardarlo dal pavimento, dove se ne stava stravaccato ad ascoltare la tiritera di Yachi, con indosso uno dei suoi tipici e irritanti sorrisi. “Kageyama, non è divertente?! Non sapevo che ci fossero così tanti fantasmi diversi prima!”
Kageyama gli lanciò un’occhiataccia, irritato dal suo onnipresente e infantile livello di allegria. “Era ovvio che tu avresti pensato che fosse divertente. Non sei tu quello che deve imparare tutte queste cose a memoria, idiota.”
“Sei cattivo,” si lamentò Hinata con un cipiglio, che, nonostante ciò, si trasformò subito in un sorriso canzonatorio. “Pensavo che fossimo amici! Potresti essere un po’ più gentile con me!”
“Non sono cattivo,” mormorò Kageyama tornando seduto sui talloni con un cipiglio. “Sei tu che mi fai incavolare.”
“Hai aggrottat le sopracciglia di nuovo,” gli fece notare Hinata “Incomincio a pensare che tu non sia in grado di sorridere.”
Io incomincio a pensare che tu debba stare buono e zitto,” esclamò Kageyama in risposta sospirando irritato. Stare con Hinata prosciugava tutte le sue energie. Come un fantasma potesse essere così ottimista lo lasciava alquanto perplesso . Lui stesso ero considerato pessimista dalla maggior parte delle persone e avere al suo fianco letteralmente l’opposto di quello che era lui, quasi ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette, lo stava avvicinando a nuovi livelli di stanchezza emotiva.
Ed era un fantasma. Non avrebbe dovuto essere così felice, essendo morto e tutto il resto. Non gli mancava la sua vecchia vita? Non sentiva neanche una punta di rimorso per quello che aveva perso morendo? Se era così, Kageyama non riusciva a vederne alcun segno quando guardava quel suo viso sorridente, che avrebbe fatto distogliere lo sguardo persino al sole da quanto era splendente. Era così seccante, pensò Kageyama. Si era sempre tenuto alla larga da persone di questo genere, ma sembrava che fosse bloccato con Hinata.
Era come se qualche dio li avesse attaccati assieme con la super colla e adesso se ne stesse seduto in paradiso a ridere della disgrazia di Kageyama. Era un pessimista e arrabbiato sensitivo apprendista di sedici anni con un fantasma assistente dai capelli arancioni e pieno di vita. Sembrava la trama di una ridicola commedia.
Senza rendersene conto, le sopracciglia di Kageyama si erano aggrottate sempre di più, che gli fece male la fronte. Sto iniziando a pensare che tu non sia in grado di sorridere. Non appena le parole di Hinata gli balenarono in mente, Kageyama cercò di rilassare i muscoli del viso in un’espressione neutrale ma, con la sua prolungata frustrazione, era alquanto difficile. Diamine! Perché non riesco a smettere?
Hinata ridacchiò. “Kageyama… la tua faccia…” sbuffò con una risata, coprendosi la bocca non appena Kageyama gli lanciò un’occhiataccia da far raggelare il sangue nelle vene. “Taci, idiota. Non hai qualcuno da perseguitare o altro?”
“No!” sbottò Hinata sulla difensiva, gonfiando le guance infastidito, ricordando a Kageyama lo sguardo di un bambino arrabbiato. “I fantasmi non lo fanno, sai! Che divertimento c’è nel seguire una persona tutto il giorno cercando di dargli fastidio, comunque? Sarebbe così noioso.”
“Non sembri avere problemi a farlo con me.” mormorò Kageyama sotto i baffi, decidendo che la mossa migliore era quella di ignorare il rosso e tornare al suo libro, cosa che fece. Sperava che questo lo avrebbe zittito, ma fino ad allora doveva solo cercare di ignorarlo.
“Ehi, Kageyama, mi stai ascoltando? Heeeeyyyyy, Bakageyama!”
Kageyama storse la bocca. Se solo fosse non fosse stato così difficile…

***

“Bene, è ora di testare le tue abilità!” Yachi si fermò all’improvviso con le mani sui fianchi e un gran sorriso, mentre si voltava verso i due ragazzi dietro di lei: Kageyama stava ancora cercando di oltrepassare a fatica la recinzione che lei aveva scavalcato senza problemi; mentre Hinata li guardava dal basso, ridacchiando. Non appena mise i piedi per terra, Kageyama gli lanciò un’occhiataccia e si avvicinò a Yachi, togliendosi la polvere dai vestiti.
Si guardò attorno con circospezione. Yachi li aveva condotti nel bel mezzo di una vecchia foresta, fitta di alberi il cui fogliame scendeva verso il basso e ondeggiava alla lieve brezza del vento. Il reticolato che avevano scavalcato con grande impegno sembrava delimitare tutto il lato sinistro stringendosi sempre di più in lontananza finché non scomparve dalla vista di Kageyama.
I rami arrivavano a toccare il terreno, che era ricoperto di muschio e alte erbacce. In una piccola parte irregolare del prato, Kageyama poteva vedere vecchi fogli di carta, pezzi di plastica e bottiglie rotte; supponeva che quel posto fosse il ritrovo dove ragazzi degenerati e turbolenti bazzicavano e facevano feste. La domanda era: “Perché ci troviamo qui, Yachi?”
“Sono felice che tu me lo abbia chiesto.” Yachi iniziò a camminare, facendogli segno di seguirla. Non appena si approcciarono verso di lei iniziò a parlare, i capelli biondi che ondeggiavano dolcemente al vento. “Questa foresta è molto antica. Esiste da quando la mia bis-nonna era solo una ragazzina. Giocavo spesso qui quando ero piccola, ma qualche anno fa due bambini sono scomparsi nel bosco e così hanno costruito questa staccionata per impedire che accada di nuovo.”
Hinata si irrigidì guardandosi attorno, con lo sguardo attento e improvvisamente nervoso. “Dei bambini sono spartiti nella foresta?”
Kageyama lo oltrepassò con scherno. “Che cosa ti preoccupa? Sei morto, ricordi?”
Yachi ignorò entrambi e continuò. “I due bambini non sono mai stati ritrovati, ma qualche mese dopo la loro scomparsa, ho visto i loro spiriti girovagare tra gli alberi.” il suo tono di voce si fece triste. “Questa foresta ha molti dirupi. Probabilmente sono caduti e si sono rotti l’osso del collo…”
Kageyama si portò istintivamente una mano alla gola, mentre un brivido gli correva lungo la schiena. Perché gli stava dicendo tutto questo?
“O così immagino.” La ragazza si fermò improvvisamente in cima alla collina che stavano attraversando, ancora voltata verso di loro. Kageyama la guardò con circospezione, i capelli rizzati sulla testa e un brutto presentimento nelle viscere, nonostante non fosse del tutto certo del motivo. “Questa foresta è nota anche per un altro motivo oltre ai dirupi.”
Senza preavviso, un lampo di luce attraversò il cielo, seguito dal rimbombo di un tuono e qualche gocciolina di pioggia. Kageyama alzò lo sguardo, sussultando quando una goccia d’acqua gli entrò nell’occhio. Che diavolo… questa pioggia è venuta fuori dal nulla…. Mentre se ne stava lì in piedi con gli occhi rivolti verso il cielo, la pioggerellina si tramutò in un acquazzone, ma Yachi non accennò a mettersi al riparo e invece continuò a guardare verso la foresta. “Nel mondo dei sensitivi, i punti caldi dei fantasmi sono tutti registrati e accuratamente monitorati, affinché un pacifico e inoffensivo miasma non si sviluppi in qualcosa di più sinistro. Questa foresta è sulla lista.”
Alzando una mano, Yachi fece scivolare qualche goccia di pioggia sul palmo. “È famosa soprattutto per gli spiriti della pioggia che vi dimorano, che potrebbero essere la causa dell’improvviso cambiamento climatico.” i suoi occhi marroni sembrarono brillare d’ambra quando ci fu un altro lampo di luce. “Devono aver percepito la nostra presenza, e non solo gli spiriti della pioggia…”
“Cosa intendi con ‘e non solo gli spiriti della pioggia’?” domandò Kageyama nervoso, spostando il peso da un piede all’altro, la punta delle scarpe bagnata del fango creato dalla pioggia. Sentì un brivido per tutto il corpo e non aveva nulla a che fare con il clima. Poteva dire che qualcosa non quadrava, anche prima che Yachi parlasse. L’aria sembrava mutata, come se l’intera foresta stesse trattenendo il fiato.
“Ci sono altri spiriti qui; meno affabili.” Yachi fece cadere la mano lungo il fianco e il suo sguardo si fece più serio mentre sorvolava la foresta come se fosse alla ricerca di qualcosa. “Se siamo fortunati possiamo trovare un Ameonna o un Amefurikozou prima che loro trovino noi. Se siamo ancora più fortunati, possiamo trovare il tempio situato nel centro della foresta e il jibakurei che vi dimora ci offrirà rifugio e protezione finché non smette di piovere. Altrimenti…” strinse le labbra in una linea preoccupata. “Beh… diciamo che finiremmo per condividere il destino di quei bambini.”
“Ehhhhhh?” Hinata girò il collo talmente veloce che se lo sarebbe rotto se non fosse stato un fanstasma, gli occhi ambra colmi di paura. “Y-Yachi-san, non pensi d-davvero che ci possa s-succedere qualcosa vero?”
“Tu sei morto,” gli ricordò Kageyama spazientito “non hai niente di cui preoccuparti!”
“T-Taci, Bakageyama!” borbottò Hinata in protesta “Ho ancora…”
“Ragazzi, mi dispiace interrompervi, ma dovremmo davvero dirigersi verso il tempio adesso,” mormorò Yachi, attirando l’attenzione di Kageyama, che seguì il suo sguardo, vedendo dalla visuale confusa della pioggia una figura scura incespicare tra gli alberi. La sensazione nell’aria sembrava farsi più intensa, ogni muscolo del suo corpo si irrigidì tutto a un tratto. “Sì,” concordò rapidamente “Credo sia una buona idea.”

***

Camminarono per un bel po’ e, a ogni curva, Kageyama sentiva i capelli rizzarsi sempre di più sulla nuca segno che qualcuno li stava osservando. Anche Yachi sembrò notarlo e strinse le labbra in una linea sottile mentre aumentava il passo quasi impercettibilmente. Hinata era il più nervoso del gruppo, tremava dalla testa ai piedi mentre con lo sguardo perlustrava la foresta attorno a loro.
Kageyama continuava a ripetergli che sarebbe andato tutto bene, ma non sembrava bastare a tranquillizzarlo. Forse era la presenza degli altri spiriti menzionati da Yachi: se poteva sentirli Kageyama, probabilmente anche Hinata ne era in grado. E mentre Kageyama era bravo a mascherare le sue emozioni, Hinata non lo era per niente, infatti si leggeva chiaro come il sole la paura nel suo sguardo.
Kageyama non poteva certo biasimarlo. Quella foresta non era certo il posto dove avrebbe voluto spendere più tempo di quello che doveva. Quel luogo gli faceva sentire una strana sensazione nelle viscere, come quando si scende a tentoni una ripida salita o si guarda verso il basso di un alto edificio. Se fosse inquietudine o un presentimento non sapeva dirlo, ma di sicuro lo metteva estremamente a disagio.
Yachi si fermò senza preavviso davanti a lui, e sia Hinata che Kageyama rallentarono il passo per evitare di finirle addosso. Aveva ancora sul viso una nota di diffidenza, ma nonostante ciò non mostrava alcun segno di paura. “Il tempio si trova laggiù,” disse tranquillamente, alzando una mano per indicare attraverso la pioggia. “Andiamo.”
Riprese a camminare e dopo qualche minuto Hinata la seguì. Kageyama rimase indietro qualche secondo a guardarsi attorno esitante. Con la coda dell’occhio, vide una figura indugiare tra gli alberi e decise di non perdere altro tempo standosene lì immobile, si affrettò a seguire Yachi dove il tempio li stava aspettando.

***

Il tempio era più una sorta di baracca, piccolo e consunto con sentiero ciottolato. Il Torii che aveva perso gran parte del colore rosso, lasciando un pallido rosa che ricordava degli alberi di betulla. Le due statue Komainu, che facevano la guardia al tempio, erano deturpate dagli anni e i visi rovinati. L’acqua all’interno del Chouyuza era scura e verde per mancanza d’uso. Vecchi origami della fortuna erano sparpagliati al suolo, ingrigiti e deteriorati, le parole ormai illeggibili, l’inchiostro macchiato da anni di esposizione alle interperie climatiche.
Nonostante ciò, comunque, una fila di lanterne di un rosso sbiadito ardevano allineate in maniera composta all’ingresso del tempio, ognuna delle quali era contrassegnata dall’ideogramma giapponese per prosperità e da cui interno proveniva un soave ronzio. Quel suono aveva un non so che di confortante e Kageyama sentì la tensione sulle spalle scemare man mano che si facevano più vicini.
Yachi non era più preoccupata e aveva assunto un luminoso sorriso, come se stesse per accogliere un caro amico. Anche Hinata si era calmato, nonostante continuasse a far scattare gli occhi da una parte all’altra come quelli di un gatto agitato, perforando la pioggia con una strana intensità, che Kagyama non gli aveva mai visto. Guardò il ragazzo attentamente, cercando di capire cosa ci fosse di diverso.
Prima che potesse far chiarezza, comunque, si erano avvicinati al pezzo di tessuto rosso appeso che segnalava l’entrata del tempio. Anche su quello era stampato l'ideogramma di prosperità, seguito dal simbolo di protezione. Non appena Yachi spostò il lembo di tessuto per farli entrare, un senso di calma si impadronì di Kageyama, riscaldando le sue fredde membra e riempiendolo di un senso di pace e appartenenza.
Per un attimo fu sbalordito e sussultò per l’improvviso cambiamento, aprendo gli occhi per prendere visione di quello che era l’interno del tempio. Se non avesse avuto i vestiti bagnati e le membra doloranti per il lungo camminare nella foresta, avrebbe pensato che stava sognando. Il tempio gli era sembrato piccolo e fatiscente da fuori, invece all’interno era spazioso ed elegante, con il soffitto illuminato e una calda atmosfera.
“Che diavolo…” Kageyama fece guizzare gli occhi da parte a parte scioccato. In un angolo c’era un tavolino basso sul quale vi era appoggiato un rotolo di pergamena ricoperta da una calligrafia graziosa e ordinata, vicino al quale giaceva una boccetta d’inchiostro; al centro regnava la possente statua di una divinità regale che Kageyama supponeva essere il dio guardiano del tempio. Un piccolo caminetto era posto in un angolo della stanza, dal quale fuoriusciva un caldo fuocherello.
Kageyama quasi non si accorse della persona al centro della stanza, da quanto la sua attenzione era stata completamente rapita dal tempio. Quando si accorse di loro, l’uomo rimase immobile perplesso, sbatté gli occhi un paio di volte come se il gruppo fosse frutto della sua fantasia, ma non era così; lui era ancora lì, in piedi stavolta, con un caldo sorriso stampato sul volto. I capelli grigi ricordavano le nuvole durante un temporale e gli occhi erano di un marrone cioccolato. Indossava uno yukata blu con righe argentate, ed era scalzo.
Mentre Kageyama lo fissava come se avesse due teste, Yachi fece un passo avanti e si inchinò. “Suga-san, è un piacere rivederti. Chiedo scusa per l’intrusione.”
Il ragazzo scoppiò a ridere, un suono caldo e allegro, come il tintinnio di una campanella o il cinguettio degli uccelli. “Non c’è bisogno di scusarsi, Hitoka-chan. Mi piace avere visitatori.” Fece un passo avanti per appoggiare la mano sulla spalla di Yachi con un sorriso gentile. “L’Onryou ti ha dato di nuovo problemi?”
“Sì, sembrano alquanto irrequieti oggi. Molto probabilmente perché ho portato loro.” Finalmente si voltò verso Kageyama e Hinata, ancora basiti, che stavano osservando lo scambio di parole in rigoroso silenzio e confusione. “Questi sono i miei amici, Kageyama Tobio e Hinata Shouyou, Kageyama è un aspirante sensitivo e Hinata è un fantasma, quindi devono aver percepito un’alta energia spirituale. Mi dispiace di averli irritati in questo modo.”
Suga agitò una mano con noncuranza. “Non preoccuparti, Hitoka-chan. Daiichi si sta occupando di loro in questo momento, quindi non dovresti avere problemi nel ritornare.”
“Grazie mille,” esclamò Yachi tirando un respiro di sollievo. “Si sta occupando anche di Tsukishima? Ho sentito la sua aurea quando ha iniziato a piovere, posso dedurre che ci sia lui dietro a questo improvviso temporale.”
Kageyama e Hinata si scambiarono un’occhiata perplessa, completamente all’oscuro di quello che stava succedendo, anche se né Yachi, né Suga sembravano rendersene conto e continuavano a parlare tra di loro come se niente fosse.
“Sì, beh…” Suga scoppiò in una risata nervosa. “Era di nuovo sulla banchina della ferrovia e lui e Yamaguchi si sono trovati un po’ in disaccordo… ed è finito per provocare una tempesta e, beh… sai com’è fatto.”
“Certo,” esclamò Yachi con una leggera risata. “ho portato qui Kageyama per mostrargli i differenti tipi di spiriti. Potresti darmi una mano?”
“Certo!” Suga assunse una ghigno eccitato che fece innervosire Kageyama ancora di più. “inziamo subito!”

Note dell'autore: Capitolo lungo stavolta e ho fatto comparire Suga, evvai :) lasciatemi chiarire alcune cose, così nessuno si confonde. Suga è lo spirito guardiano del tempio, altrimenti conosciuto come Jibakurei (uno spirito che protegge determinati luoghi). Daiichi è un Hiyoribou (uno spirito che ferma la pioggia), mentre Tsuki è un Ameotoko (uno spirito maschile che scatena la pioggia). Daiichi e Suga vivono nel tempio, mentre Tsuki vive nella foresta. Yams è un Zashiki-warashi (un ingenuo spirito protettore del focolare), che protegge una casa vicino alla ferrovia che costeggia la foresta, che è dove bazzica di solito quando la famiglia che ci vive non è in casa.

Termini:

  • Amanojaku: piccolo demone che incita le persone a fare cose malvage.
  • Baku: essere sovrannaturale che divora i sogni e gli incubi.
  • Gaki: fantasmi affamati di persone avide.
  • Goryou: spiriti vendicatori della morte.
  • Jibakurei: spirito che protegge un determinato luogo. 
  • Miasma: atmosfera oppressiva e spiacevole emanata da qualcosa.
  • Torii: tradizionale cancello giapponese che si trova soprattutto all'entrata dei tempii scintoisti, che simboleggia il passaggio dal profano al sacro.
  • Komainu: coppia di statue dalle fattezze di leoni (A e Un) che fanno la guardia all'entrata di molti tempii shintoisti giapponesi.

  • Chouyuza: fonte d'acqua di forma circolare utilizzata per celebrare un rito di purificazione conosciuto come Temizu. Viene utilizzata per sciacquarsi il viso e la bocca prima di entrare nel tempio.
  • Fogli della Fortuna: bustine contenenti un pezzo di carta con scritto una frase portafortuna.
  • Yukata: Un kimono di cotone leggero.
  • Onryou: un fantasma vendicatore generato da sentimenti potenti come la rabbia o il dolore.
  • Hiyoribou: spirito che ferma la pioggia.
  • Ameotoko: spirito maschio che scatena la pioggia.
  • Zashiki-warashi: ingenuo spirito che protegge il focolare.

Note del Traduttore: Eccomi di nuovo qui a postare il nuovo capitolo. Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, spero che continuiate a seguire e recensire la storia. Questo capitolo è stato particolarmente lungo e difficile, ecco il motivo per cui ci ho messo un'eternità per tradurlo, oltre al fatto che ho avuto poco tempo. Settimana prossima sono in vacanza per una settimana (evviva xD) quindi spero di poter postare presto il nuovo capitolo ed essere più veloce. L'autrice è già arrivata a 25 capitoli e io ne ho tradotti solo 4 xD 
Spero di leggere qualche recensione e ancora grazie per aver letto e recensito il capitolo precedente. A presto

Sion



   
 
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