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Autore: Meramadia94    18/03/2018    2 recensioni
Sarah e i suoi fratelli, nel disperato tentativo di salvare il loro maestro, sono stati spediti in un'altra galassia, popolata da alieni e si troveranno in mezzo ad una terribile guerra. Si apre così una nuova serie di avventure in cui verrà concesso loro il grande privilegio di sapere se nell'universo esistono altre forme di vita e capire una volta per tutte che c'è un' unica, grande distinzione tra gli esseri viventi: buoni e cattivi.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Sarah e i suoi fratelli, non erano gli unici ad avere problemi nell'universo.
Anzi, i problemi che in quel momento affliggevano un padre ed una figlia, in una galassia molto, molto lontana dal sistema solare... non avevano nulla da invidiare a quelli dei cinque ninja.
Davanti a loro un vicolo ceco e alle spalle un esercito.
- Dietro di me figlia mia, andrà tutto bene.- fece il robot parandosi davanti alla giovane. Una ragazzina di circa quindici, sedici anni, sul metro e cinquanta. Avegli gli occhi azzurri, i lunghi capelli giallo-arancio erano raccolti in due codini, indossava una camicia a maniche lunghe nera, una gonna grigio-topo, calze nere e stivaletti neri.
- Papà, ho paura!- fece la giovane terrorizzata.
Uno dei militari parlò all'auricolare - Squadra Bravo a Base.
Abbiamo bloccato Fugitoid e sua figlia nel settore quattro.-
Quando uno dei soldati, il robot e la ragazza si abbracciarono spaventati. Per fortuna gli ordini erano diversi: servivano entrambi vivi.
In quel momento, davanti a loro apparvero quattro strane creature verdi e una ragazza.
- State attenti...- ordinò il capo dei soldati - Fugitoid ha un'arma segreta.-
- No, non è vero!- fece il robot. Ci mancavano solo gli extra-terrestri... approfittò di quel momento di confusione per nascondersi assieme alla figlia.
- Ahia...- fece Sarah massaggiandosi la fronte - Ragazzi, siamo ancora vivi?-
- Direi di sì... anche se mi sembra che mi sia passato sopra uno schiacciasassi....- borbottò Raph.
- Ma cosa... ragazzi, che è successo? Quella strana luce, il laboratorio, gli alieni... dove sono finiti?- chiese Mik.
- Non sono loro ad essere spariti, ma noi.- fece Leo.
- E non avremmo potuto scegliere posto peggiore dove atterrare...- fece Don indicando i militari e le loro facce poco amichevoli.
- Uhm, qualcosa mi dice che non è il comitato di accoglienza...- commentò Sarah.
Poco più tardi, in quel vicolo si scatenò una lotta furibonda tra le tartarughe e i soldati. Il robot, approfittando della confusione, creò una breccia in un muro per scappare assieme alla figlia.
Ma prima di correre via, ci ripensò.
Quelle persone lo avevano aiutato. Non poteva abbandonarle così.
Soprattutto visto che stavano arrivando altri soldati. Almeno cento uomini a tenersi sul sicuro.
- E ora che si fa?- fece Mik preoccupato da tutti quegli uomini armati di fucili laser.
- Scusate...- fece un robot dal suo nascondiglio - Ehm signori Tartaruga e signorina... si, dico a voi. Da questa parte.-
Non se lo fecero ripetere due volte. Non erano certi di poter contrastare da soli un intero esercito.
Iniziarono a correre dietro al robot e alla ragazza, su per una lunghissima rampa di scale, fino ad arrivare al tetto. Da lì era molto, molto difficile continuare a scappare.
- Presto, saltiamo su quel camion.- fece Leo indicando un camion della nettezza urbana.
Il robot protestò - Hai voglia di scherzare spero, soffro di vertigini!-
- Preferisci vedertela con i fucili laser?- lo rimbeccò Leo.
Più convincente di così...
Ad uno a uno, saltarono tutti nel camion. Il paesaggio intorno a loro era molto bizzarro... il cielo aveva il colore del sangue, e in giro c'erano alieni di tutte le razze. Anche il fatto che i veicoli ( incluso il camion su cui erano scappati) volavano era piuttosto indicativo.
- Inizio a dubitare di essere sulla Terra...- fece Don.
Quando il camion si fermò, i cinque ninja, il robot e la ragazza scesero.
- Terra?- fece la ragazza - Non l'avevo mai sentita nominare... non credo che si trovi in questa galassia...-
- Siete la specie dominante, vero?- fece il robot.
- Ehm, si... in un certo qualmodo...- fece Mik.
- Potete dirci dove ci troviamo?- fece Sarah.
- Certo. Vi trovate sul pianeta D'Hoonnib, nel sistema Sidayom.- rispose Alisa - e siete in territorio della Federazione, peggior posto per una gita intergalattica non potevate sceglierlo.-
- In un' altra galassia?!?- fece Don scioccato.
- Allora il maestro Splinter è molto lontano da qui...- fece Leo con la voce angosciata - ha bisogno di aiuto. Andiamo via e andiamo subito a cercarlo.-
Raph sospirò mettendo una mano sulla spalla del fratello - Appena sarà possibile Leo.-
- Capisci, non sappiamo come abbiamo fatto a finire qui e nemmeno in che posto ci troviamo.- fece Don.
- Facciamo il punto della situazione... ma altrove, perchè adesso abbiamo compagnia!!!-  fece Sarah indicando dei soldati... accompagnati da un carro armato volante.
Il gruppo scappò tra i banchi del mercato, e si infiò nel primo tombino che trovò.
- Signori... vi dobbiamo la vita.- fece la ragazza aliena appena fu certa che la situazione ( almeno nelle fogne e per il momento) era tranquilla.
- Beh, pure noi vi dovevamo qualcosa perciò... siamo pari.- fece Sarah - Ma dite, chi è quella gente? Perchè ce l'ha con voi?-
Fu il robot a rispondere - Beh, è una lunga storia da raccontare... ma se avete tempo e voglia, lasciate che mi presenti. Io sono il professor  Honneycutt. E lei è la mia cara figlia, Alisa.-
- No aspetti un momento...- fece Mik - lei è un robot. E lei è umana... si, più o meno... come potete essere padre e figlia?-
- Adesso ci arrivo. Dunque, dovete sapere che io ero lo scienziato più  brillante di D'Hoonnib...-
- Anche perchè era l'unico su D'Hoonnib a fare lo scienziato.- fece Alisa strappando ai cinque ninja una risata.
Il padre la guardò male ( o almeno credeva) - La racconti io o la racconti tu?-
- Scusa. Vai avanti.- fece la ragazza.
Il robot riprese, stavolta senza interruzioni. Poco tempo prima, stava provando un elmetto di sua invenzione che amplificava i poteri della mente. Era una giornata come tante.
Proprio mentre lui e sua figlia stavano collaudando l'invenzione, ricevettero una video-chiamata del generale Blanque. Il robot, spiegò loro che il generale era il capo-governo del loro pianeta, nonchè principale finanziatore delle ricerche del professor Honneycutt.
Il motivo della sua chiamata era commissionare al professore un lavoro: avrebbe dovuto costruire un congegno che permettesse alle persone di spostarsi da un pianeta all'altro.
Il professore, eseguì l'ordine, ma al momento di iniziare a costruire il tele-portale, rifiutò tassativamente. Quello che lo scienziato aveva studiato per essere uno strumento di pace e di maggior fratellanza tra i pianeti, sarebbe stato usato dal generale in modo poco pacifico.
E per un pacifista come il professore, che una sua invenzione potesse essere usata per fare del male, era inaccettabile.
Perciò rifiutò tassativamente. E il generale non poteva certo costringerlo.
A questo ovviò una serie di sfortunate coincidenze. Alisa e suo padre, avevano costruito un robot tuttofare, Sal, che si occupava di tutto nel loro laboratorio. Durante un violento temporale, il robot rimase incastrato in alcuni fili. Il professore cercò di aiutarlo... ma mentre ci provava, indossava ancora l'elmetto.
Un fulmine lo colpì... ed il corpo del professore si disintegrò, trasferendo la sua coscienza e la sua mente eccelsa nel robot.
Il tutto, sotto gli occhi di Alisa.
In quel momento, ricevettero la visita assai poco gradita del generale. Evidentemente, li teneva sotto controllo.
Aveva appena scoperto dell'incidente avvenuto allo scienziato e si era precipitato per reclamare ciò che voleva. I robot non avevano alcun tipo di diritto, ergo non c'era nulla che impedisse a Blanque di prendersi da solo quello che gli aveva negato da uomo.
- Siamo scappati e siamo riusciti ad arrivare fin qui. Eravamo certi che ci avrebbero catturato... ma per fortuna, abbiamo incontrato voi.- concluse Alisa.
- Certo che avete vissuto un'esperienza davvero poco simpatica...- commentò Sarah. Almeno tutto quello che avevano passato sinora era servito a qualcosa.
- E voi?- chiese il professore - come diavolo avete fatto a finire qui?-
- Purtroppo non lo sappiamo nemmeno noi.- rispose Leo.
- Stavamo cercando di salvare nostro padre...- fece Sarah - durante la battaglia siamo saliti per sbaglio su un teleportale...- almeno sapevano come si chiamava quel coso che li aveva sballottati da una galassia all'altra - è andato in tilt... ed eccoci qua.-
- Professore, mi rendo conto di non sembrarle migliore di Blanque...- fece Leo - ma se potesse costruire il teleportale per farci tornare a casa... le saremmo molto grati.-
Alisa si unì a loro - Papà, aiutiamoli. In fondo ci hanno salvato... e non ce lo chiedono per i motivi di Blanque... ma per salvare una persona a loro cara. Io so che è così.-
Sarah non fece in tempo a chiederle da dove derivasse tanta sicurezza, in fondo per quello che Alisa e suo padre ne sapevano potevano anche essersi inventati una storia per convincere il professore a collaborare con loro senza troppe domande ed usare un'invenzione simile per chissà cosa.... non era proprio il momento per fare domande.
Le fogne di quel pianeta erano straordinariamente pulite...  d'altronde era facile, se erano piene di mostri orribili e macabri che mangiavano tutto quello che trovavano nelle fognature!
- SCAPPIAMO!!!- fece Leo.
- Cosa diavolo è quell'affare?!?- urlò Sarah mentre correva.
- Oh, quello è uno dei primi brevetti di mio padre. E' per tenere pulite le fogne.- spiegò Alisa.
- E c'è possibilità che quel coso se ne vada in pausa caffè giusto per permettere a noi di non diventare il suo prossimo pasto?!?- strepitò Raph.
- Temo di no, quando l'ho progettato l'ho fatto in modo che dedicasse ogni sua energia a tenere pulito il sottosuolo.- fece il professore.
- Forse ho un'idea...- fece Don - Cercate di tenerlo occupato più che potete!-
I fratelli, le due ragazze ed il robot cercarono di trattenere la macchina con dei tubi d'acciaio, per permettere a Don di arrivare all'alimentatore sulla testa della macchina.
Tolse il coperchio e lo mandò in corto con il sai di Raffaello.
..
...
...
Poco più tardi, il gruppo era tornato in superficie. E le cose non erano tanto più diverse di quando i cinque ninja erano sulla terra. Erano in una galassia aliena e l'ultima cosa di cui dovevano preoccuparsi che qualcuno urlasse '' Al mostro''- con tutti gli alieni che c'erano su quel pianeta... ma poco importava. Stavano aiutando due fuggitivi, e questo li metteva nella loro stessa situazione.
- Dobbiamo lasciare il pianeta quanto prima.- fece Leo.
- C'è un'area destinata agli imbarchi per altri pianeti o comunque asteroidi lontani da qui, ma è fuori da  Peblak.- fece Alisa.
- In ogni caso dobbiamo arrivarci, e uscire dalla città a piedi è fuori discussione.- fece Donatello.
- Aspettatemi qui.- fece Raph - vado a cercare un mezzo di trasporto che possa portarci via tutti.-
- Io lo seguo.- fece Mik.
- Bene... per ora non ci rimane che aspettare...- fece Sarah.
Raph tornò dopo poco... in compagnia di un carro armato volante e di Michelangelo.
- Questo affare non passa certo inosservato...- fece Don una volta a bordo del carro armato.
- Raph, non potevi scegliere qualcosa di meno ingombrante, che si potesse mimetizzare meglio?- aggiunse Leo.
- Scherzi vero?- fece Raph al posto di guida - con tutti i carri armati che ci sono in giro, non si nota nemmeno.-
E aveva ragione. Almeno sino a quando il proprietario del carro armato non ne rivendicò il possesso e dando disposizioni ai suoi colleghi per annientarlo.
E senza sapere dove mettere le mani o con almeno le basi della lingua del luogo, sarebbero diventati flambè in men che non si dica...
In loro aiuto, accorse il professor Honneycutt. La sua migrazione in un corpo robotico, di buono aveva che poteva controllare qualunque macchina.
Fu così che riuscirono a distruggere i carri armati che stavano loro alle costole, ma le cose andarono peggio con i soldati di fanteria che bersagliarono il veicolo fino a farlo saltare per aria.
Il loro capo ( che dava ordini via radio) era molto contrariato dal fatto che il robot fosse stato distrutto, ma tra le macerie del carro armato non vi erano tracce di feriti o deceduti.
Non avevano fatto i conti con la destrezza e la furtività dei cinque ninja.
Sempre grazie alla loro furtività, erano riusciti a scivolare nuovamente tra le fogne e nascondersi in un posto isolato... e senza macchine mangia rifiuti che programmava di far di loro il dessert.
- Per stanotte qui va bene...- fece il professore - Ma tra poche ore, dovremo andarcene e trovare un posto più sicuro.-
- Noi siamo riuscite a recuperare qualche frutto.- fece Sarah mettendo quanto avevano trovato a disposizione di tutti.
Alisa fece lo stesso.
- Non è molto, ma per un po' dovrebbe bastare...- fece l'aliena.
- Scusi professore...- chiese Sarah - Ma perchè il generale ci tiene tanto ad avere il transmat? Non è studiato solo come mezzo di trasporto?-
Il robot annuì - In effetti, è proprio questa la sua funzione... se usato in modo corretto.
Può essere usato per trasportare delle bombe all'interno delle astronavi, in pieno centro delle città senza che queste sospettino un attacco, persino nel cuore di un pianeta rivale.-
- Questo da noi si chiama, attacco terroristico.- fece Don.
A quel punto, per quanto ignorassero dove si trovassero e quanto potevano essere realmente pericolosi i nemici che avrebbero affrontato, fu chiaro a tutti che non c'era da scherzare. Il governo di quel pianeta era in mano a un terrorista.
E un terrorista al governo... non era mai una buona cosa.
- E la gente di D'Hoonnib?- fece Sarah - Non ha mai provato a scacciarlo o altro?-
- No. E' un uomo molto furbo.- fece Alisa - Malvagio, usa tutti i mezzi a sua disposizione per vincere, senza preoccuparsi se sono leciti o meno, ma sa recitare bene. Fa credere a tutti che combatte per loro e non ha a cuore altro se non il loro benessere.-
- Però con voi questo giochetto non ha funzionato.- fece Leo.
- Si...- fece la ragazza con i capelli arancioni diventando cupa - Mia madre era la sua prima assistente, e le è bastato lavorare per lui poco tempo per capire che era una persona poco pulita.-
Mik s'intristì a quelle parole - Mi par di capire che tua madre non c'è più.-
Il robot annuì. Anche lui era triste, ma non lo riusciva a dar a vedere... per fortuna, a suo dire.
- Mia moglie è mancata alcuni anni fa, in seguito ad un incidente... almeno questo è quello che ha detto Blanque...-
- E ha mentito!- urlò quasi l'aliena - La mamma era una donna estremamente prudente. Non crederò mai che mentre controllava che una nuova arma funzionasse come doveva, si è scordata di inserire la sicura e si è sparata al petto per negligenza professionale.-
Sarah le si avvicinò,  stringendole le mani per farle sentire tutto il suo calore e la sua vicinanza. Lì dentro era l'unica che poteva sapere cosa significava perdere un genitore in maniera violenta e misteriosa.
- Ma non è solo per questo che sapevo cosa ci aspettava.- fece il professore - Su questo pianenta, alcune femmine hanno un livello cognitivo più sviluppato di quello dei maschi. Ed alcune... come mia figlia appunto... possiedono poteri di preveggenza e di telepatia.-
- E quindi ha previsto in anticipo cosa sarebbe successo...- concluse Leo - è stata una fortuna.-
Insomma, prima di tornare a casa avrebbero dovuto trovare una soluzione per proteggere ( a distanza e in maniera definitiva) il professore e sua figlia.
Anche perchè presto, con orrore, avrebbero scoperto che i due non erano braccati solo da Blanque.
 
  
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