XXIV: Facendo pace
Parole: 267
E a distanza di un anno e un mese dall’ultimo aggiornamento,
torno a farmi sentire. Prometto che prima o poi questa raccolta vedrà la fine ç.ç
Ironico come Lukas e Mathias
riescano sempre a passare dallo scherzare amabilmente sulle cose più stupide al
rovesciarsi addosso le peggiori cattiverie possibili nella stessa giornata,
facendo sembrare quella casa nient’altro che una fredda linea di confine tra
l’orgoglio ferito del primo e la testarda resistenza del secondo.
Islanda pensa che finiranno per uccidersi, prima o
poi, logorandosi dall’interno come una malattia, a forza di litigare così
furiosamente… L’unico problema è che, quando capita che riescano a fare pace, a
volte è peggio di prima.
E questa sembra una di quelle volte, anche se forse è
stata meno sentita sul piano di urla e porte sbattute e bicchieri rotti – ma
solo grazie al temporale che copriva ogni altro rumore e le sue orecchie che
cercavano di non sentire.
Islanda è rimasto chiuso nella stanza di Groenlandia e
Far Øer per una notte intera, rassicurando il piccolo con l’aiuto dell’altra
giovane Nazione e cercando di capire il tacito accordo che suo fratello e
quello che considera suo padre hanno raggiunto – accordo che durerà meno di
niente, lo sa già, ormai è grande abbastanza per capire che questa calma non
durerà per sempre e che non importa quante toppe Danimarca sia in grado di
cucire prima che qualcun altro decida di andarsene, proprio come Sve e Fin che ora stanno pagando per aver osato scatenare
la sua ira.
Suo fratello è più agitato del solito, teso fino allo
spasmo e con ogni nervo a fior di pelle mentre cerca di evitare lo sguardo di
Danimarca – seduto a capotavola – per tutta la durata della colazione. E
Danimarca parla, riempie quel silenzio carico di angosce con fiumi di parole e
risate come se non fosse successo nulla… Ma Islanda e Groenlandia hanno lo
sguardo fisso su Norvegia – che pare niente più che un pupazzetto pallido nella
mani di un bambino capriccioso.
“È la fine.-
decretano. –Ora non si torna indietro… “
Ed Eirik si sforza di
ascoltare le parole di Danimarca e di sorridere, mentre Groenlandia rimane a
contare in silenzio i lividi sulla pelle di Norvegia e gli incubi nei suoi
occhi.
-Quanto durerà
ancora questa pace, Eirik?-
-Fino alla
prossima tempesta.-
-E quando
arriverà la prossima tempesta?-
-Forse non è mai
davvero finita.-
D.P.P.: Deliri Post Partum
Restare collegati al precedente prompt significava non farli riappacificare per nulla, visto che sarà anche questo a minare i successivi rapporti tra le due Nazioni – almeno inizialmente. Così ho optato per una “via di mezzo”: è tutto un equilibrio precario, dettato forse da un forte istinto di autoconservazione.
È complicato da spiegare a parole. Spero che sia abbastanza chiaro.
Maki