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Autore: Spoocky    19/03/2018    2 recensioni
[Parte del contest Secret Santa del gruppo "Wayward Sons and Daughters"https://www.facebook.com/groups/waywardsonsanddaughters/]
Prompt: Contesto: fino alla quinta stagione, canonverse.
Gen, Destiel facoltativo.
Il paradiso è una distopia in cui la libertà di scelta e l'emozione indipendente vengono soppresse con ogni mezzo in nome della fedeltà alla Missione.
POV Castiel o un altro angelo a vostro piacere che prende consapevolezza dell'oppressione che viene adoperata su di l*i
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Quinta stagione
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Ovviamente NON e ripeto NON guadagno nulla dalla pubblicazione di questa storia. 
I personaggi e la canzone citati appartengono ai rispettivi proprietari.
Si consiglia l'ascolto della canzone "Sledgehammer" di Rhianna, a cui questo testo è ispirato. 
[Io l'ho scritta come Gen ma se volete interpretarla come Destiel, siete liberi/e di farlo :3 ]

Buona lettura ^.^


La caduta di Lucifer fu il primo degli eventi che sconvolsero l’equilibrio del Paradiso.
Fu una lotta lunga e straziante.
Fratello contro fratello.
Per la prima volta gli angeli si trovarono a dover scegliere una fazione in un conflitto che andava lacerando la loro famiglia nel profondo. Fino a quando Dio o Michael riuscirono a rinchiudere il fratello traviato nella sua Gabbia e porre fine alla faida.
Fu anche l’ultima volta che ebbero notizie dirette del Padre, che da quel giorno scomparve senza lasciare traccia.

Ma le cose, per Castiel e la sua guarnigione, iniziarono a precipitare il giorno in cui Gabriel decise di lasciarsi il Paradiso alle spalle.
Lo fece di nascosto, sì, ma non senza salutare i giovani angeli a lui sottoposti. Uriel, Anna, Balthazar e il giovane Castiel erano tutti lì, riuniti per dirgli addio.
L’angelo dagli occhi azzurri, in particolare, si aggrappò al fratello e rifiutò di lasciarlo andare finché questi non lo raccolse tra le proprie braccia e lo fece addormentare dandogli un bacio in fronte.
Lo riconsegnò ai suoi fratelli con un ultimo ordine, impartito con la voce rotta e gli occhi pieni di lacrime: “Prendetevi sempre cura l’uno dell’altro. Addio.”
Con il cuore spezzato, il più giovane tra gli arcangeli spiegò le ali e si rifugiò sulla Terra dopo aver creato un tramite adatto alle sue esigenze e nessuno seppe più nulla di lui.
Ai suoi sottoposti non rimase che raccogliere il corpo inerte del giovane Castiel e adagiarlo sotto un salice nel Giardino dove rimase per trent’anni, accanto ad una sorgente, sotto lo sguardo vigile di Joshua il Custode.
I suoi fratelli, Balthazar soprattutto ma anche la dolce Anna, vennero spesso a fargli visita aiutandolo a superare la perdita del fratello prediletto.

Quando finalmente trovò le forze per uscire dal suo rifugio ed affrontare la realtà trovò la sua famiglia radicalmente cambiata: la sua guarnigione, sotto il comando di Anna e sottoposta a Zachariah, era stata attribuita a Raphael e questo significò un drastico cambio di regime.
Gabriel era matto come un cavallo ma voleva un bene viscerale ai suoi fratelli e, soprattutto, faceva il possibile per rispondere alle loro domande.
La prima volta che Castiel osò chiedere conto di una strategia di attacco che avrebbe messo in serio pericolo parecchi di loro Raphael lo fece frustare da Zachariah davanti all’intera guarnigione, per fare di lui un esempio. Impiegò un anno per recuperare il pieno funzionamento delle ali ma il ricordo del dolore non fermò le sue domande. Giustificarono la fustigazione come un drastico intervento in una situazione di emergenza: dopo quanto accaduto con Lucifer e Gabriel non potevano rischiare altre diserzioni.
L’Esercito di Dio doveva restare unito e compatto davanti alle schiere del Male.

Sapendo quanto Castiel fosse affezionato al suo precedente superiore, Raphael gli pose due dita in fronte con le lacrime agli occhi e disse: “So quanto amavi Gabriel e quanto ancora lo ami. La tua devozione è ammirevole ma devi capire che nostro fratello ci ha traditi: è un vigliacco e ci ha abbandonati nel momento del bisogno. Ha abbandonato te che lo amavi così tanto! Cerca di fartene una ragione, Castiel. Nostro fratello è un vile e non tornerà mai più. Non è mai stato degno di tanta lealtà.”
Queste parole si impressero a fuoco nella mente del giovane angelo che crollò in ginocchio davanti al suo superiore, schiacciato dal loro peso.
Raphael si chinò su di lui e lo risollevò, stringendolo in un abbraccio che restituì a Castiel la fiducia nell’arcangelo e dimostrò la sua magnanimità all’intera guarnigione.

Il seme del dubbio non abbandonò mai del tutto Castiel ma non fu altro che un fastidioso rumore di fondo per i secoli a venire, un sussurro che andava e veniva. Un sibilo puntualmente messo a tacere dalla consapevolezza che, come i suoi superiori continuavano a ripetergli, tutto era perfetto, stavano concretizzando il Piano di Dio.
Lui doveva solo avere Fede.
In chi non venne mai specificato.

Un giorno tuttavia accadde qualcosa di tanto inaccettabile da trasformare quel sussurro irritante in un urlo impossibile da ignorare.
Un grido lacerante che portò Castiel a chiedere udienza a Michael in persona. Gli venne concessa e non fu sorpreso di trovare anche Raphael nel quartier generale.
“Benvenuto, Castiel. Cosa posso fare per te?”
“Vorrei discutere del diluvio che intendete rovesciare sulla Terra.”
“In che senso?”
“Non ritenete eccessivo sterminare l’intera razza umana eccetto pochi eletti?”
Se i due arcangeli fossero stati umani avrebbero roteato gli occhi: “Il genere umano ha peccato, Castiel. Si è reso immondo agli occhi di Dio e deve essere purificato.”
“Perché?”
“Perché così ha deciso Nostro Padre. E’ la cosa giusta da fare, Castiel. Devi avere Fede: se la cosa ti disturba vuol dire che non ne hai abbastanza.”
“Forse non sapevano di stare sbagliando! Se avessimo cercato di guidarli verso la retta via anziché punirli per i loro errori non sarebbero arrivati a questo punto. Forse non è troppo tardi per rimediare.”
Nessuna reazione.
Nessuna punizione.
Nessuna minaccia.
Niente.
Gelo.

Nient’ altro che gelo.

I hit a wall, I never felt so low, so low
Like a waterfall, my tears dropped to the floor
They left a swimming pool of salted crimes, crimes
What could I do to change your mind?
Nothing!

“Vedi, Castiel” fu Michael a rispondergli “tu non sei che uno strumento nelle mani di Dio per portare avanti il suo Piano perfetto. Non hai che da obbedirci e noi ti guideremo nel tuo compito. Le tue domande non fanno che testimoniare la tua mancanza di Fede. Ci hai deluso ma, soprattutto, hai deluso Nostro Padre. E’ davvero scontento di te. Ti sei dimostrato indegno del suo Amore.”
L’umiliazione arrossò il volto di Castiel, che fu costretto a chinare il capo per nascondere le lacrime che gli bruciavano gli occhi, inconfondibile prova delle sue mancanze.
Non caddero quando Michael gli posò una mano sulla spalla, mormorando parole che non capì.
Non caddero quando Zachariah arrivò con due guardie.
Non caddero quando lo trascinarono via.
Non caddero quando gli strinsero i polsi in manette tanto strette da lacerarli.

Caddero quando lo costrinsero a guardare lo sterminio dell’umanità.
Caddero quando vide una bambina annaspare nel futile tentativo di sopravvivere alla massa d’acqua.
Caddero quando sotto i suoi occhi galleggiarono i cadaveri gonfi di innumerevoli uomini, donne e bambini.
Caddero per la sua impotenza.
Caddero per la sua incapacità.
Caddero per la sua innocenza.

Cadde in ginocchio, sconvolto da quell’atroce spettacolo, ed il suo volto si specchiò nella pozzanghera salata del suo fallimento.
Le parole di Michael riecheggiarono nella sua testa, lacerandolo dentro come una serie di lame. Il petto gli si costrinse e si piegò in due, il viso contratto in un urlo silenzioso e la fronte contro il pavimento bagnato.
Singulti e spasmi scuotevano ancora il suo corpo quando lo sollevarono di peso e lo trasportarono in una stanza di un bianco sterile, per poi legarlo ad un tavolo.
Pochi secondi dopo il trapano di Naomi penetrò per la prima volta la sua mente. Dolore. Dolore. Dolore. Un dolore tanto forte da spezzare la sua volontà e piegare la sua essenza.

Quando lo lasciarono andare Uriel e Balthazar, che Anna aveva inviato per riaccompagnarlo al battaglione, stentarono a riconoscerlo: pallido, inespressivo, lo sguardo fisso.
n soldato modello.
“Che ti è successo, Cassy?” definire preoccupata l’espressione di Balthazar sarebbe stato un maldestro eufemismo.
“Ti senti bene?” nemmeno Uriel poteva credere ai propri occhi.
“Ho imparato una lezione oggi, fratelli. Noi non siamo che strumenti nelle mani di Dio. Siamo la sua spada, la lancia ed il martello. A Lui dobbiamo la vita, amore ed obbedienza. Ho errato a lungo per mancanza di Fede ma grazie ai nostri fratelli ho compreso dove ho sbagliato ed intrapreso un cammino di redenzione. Sia lodato il Nome di Nostro Padre nei secoli!”
I due angeli capirono che, qualunque cosa gli avessero fatto, doveva essere tanto terribile da stravolgere i suoi pensieri in quel modo.
In un altro tempo, in un altro luogo sarebbe stato definito ‘lavaggio del cervello’.
Loro però non poterono fare altro che accettare silenziosamente il cambiamento del loro fratellino e riportarlo da Anna.

Castiel non serbò memoria di quanto accaduto con Naomi ma la sua rieducazione portò molti frutti: cominciò a distinguersi per la sua fervente lealtà verso il Padre ed i fratelli, per le sue notevoli abilità in combattimento e la sua Fede incrollabile.
Tutto questo ad un prezzo che pagò con il proprio sangue.
Sodoma e Gomorra.
Il sacrificio dei primogeniti.
La persecuzione degli Ebrei a Babilonia.
I Maccabei.
La strage degli innocenti e migliaia di altri fatti di sangue che fu costretto a perpetrare e che furono puntualmente raschiate via dalla sua memoria quando i commilitoni lo riportarono a casa stravolto dal senso di colpa.
di nuovo quella stanza.
Di nuovo quel lettino.
Dolore.
Dolore.
Dolore.
Di nuovo quel dolore tanto forte da spezzare la sua volontà e piegare la sua essenza.

I suoi fratelli cominciarono a sospettare qualcosa ma Anna era troppo prudente per prendere provvedimenti ed Uriel era ormai invasato dal carisma di Michael e dalla determinazione di Raphael per anche solo immaginare di mettere in dubbio il loro operato.

Ma Balthazar era fatto di tutt’altra pasta: condivideva in tutto e per tutto la personalità edonistica e sopra le righe di Gabriel – anche se dalla sua scomparsa la teneva ben nascosta – e questi, prima di andarsene, gli aveva insegnato diversi dei suoi trucchi migliori.
Un giorno pedinò i sottoposti di Zachariah fino allo studio di Naomi e la vide in azione sulla povera Hael.
Gli si spezzò il cuore nel sapere che lo stesso tormento era stato inflitto al suo povero, dolce fratellino e capì che non poteva più accettare quella tirannia.
Parlò con Joshua ed ebbe conferma dei suoi sospetti: il Padre Eterno aveva lasciato la baracca da un pezzo.
Decise di scappare.
Il solo pensiero di abbandonare i suoi fratelli in quella situazione lo devastava. Avrebbe voluto coinvolgerli nel suo piano ma ormai sapeva cosa rischiavano per la loro disobbedienza e non voleva causare dolore a nessuno di loro.
Inoltre, Joshua gli aveva spiegato che il solo ricordo di quella tortura avrebbe potuto far impazzire chiunque e preferì portare il fardello della propria conoscenza da solo per anni.
Fino a quando riuscì a convincere Anna a metterlo in prima linea e rimase ucciso in azione, in apparenza.
Si nascose sulla Terra, dove si ricongiunse con il Trickster per darsi ad un’esistenza di bagordi in cui sperava di soffocare ciò che aveva appreso.

Castiel fu distrutto dalla sua perdita.
Rimase per più di un secolo nel Giardino, sotto la protezione di Joshua, a piangere l’adorato fratello scomparso.
Quando ne uscì Zachariah era ufficialmente il secondo di Raphael, Anna era stata promossa comandante della guarnigione ed il suo battaglione era stato affidato ad Ishim.

Dopo la missione a casa di Lily Sunder lo stesso Castiel venne promosso capitano e gli venne assegnato il comando di un battaglione.

Il 24 gennaio 1979 venne nominato Custode dell’Uomo Giusto, una carica di grande prestigio.
Era ormai talmente assuefatto alle logiche del Paradiso che neppure la ribellione e la Caduta di Anna riuscirono a far vacillare le sue convinzioni.

La svolta avvenne quando Lilith trascinò l’Uomo Giusto all’Inferno per rompere il primo tra i sessantasei sigilli che imprigionavano Lucifero.


I'm bracing for the pain and I am letting go
I'm using all my strength to get out of this hole

 

Recuperare l’anima devastata di Dean Winchester dalle profondità dell’Abisso fu un’impresa ardua: l’intero battaglione era impegnato contro le schiere infernali ma solo Castiel riuscì ad avvicinarsi al suo protetto.
Iniziò l’ascesa verso la Terra nel momento stesso in cui circondò le sue spalle con un braccio, stringendoselo al petto per proteggerlo dai demoni che gli piombarono addosso.
Ma il dolore più grande non proveniva dalle loro lame, né dagli artigli dei mastini e nemmeno dal fuoco infernale che gli ustionava le ali.
Il dolore più grande erano i graffi ed i morsi che quell’anima disperata gli assestava nel tentativo di divincolarsi.
Sapeva che il solo contatto con la purezza della sua essenza causava dolore a quell’essere marchiato dall’Inferno -anche quando ne avrebbe ricostruito il corpo l’impronta della sua mano vi sarebbe rimasta impressa come un tatuaggio per l’eternità – ma la sua ribellione e le sofferenze che sapeva aver patito in quei trent’anni bruciavano nella sua Grazia come il marchio del fallimento: avrebbe dovuto proteggerlo!
Custodirlo e preservarlo dal Male era suo dovere!
Ma in cuor suo sapeva che tutto questo era accaduto per Volontà di Dio e lui non avrebbe mai avuto voce in capitolo sul suo Piano.
Concentrò tutta la sua energia nel tentativo di uscire da quell’Abisso ed usò le ultime forze per ricomporre l’anima ferita e rigenerarne il corpo.

Con uno sforzo immane completò l’ascesa verso il Paradiso e - prima di soccombere allo sfinimento – gridò con tutto il fiato che aveva: “DEAN WINCHESTER E’ STATO SALVATO!”
Poi crollò a terra, in un angolo silenzioso dove giacque, solo e sofferente, per diversi giorni.
Fino a quando non gli fu ordinato di prendere possesso di Jimmy Novak, il suo vero tramite, e di manifestarsi ai Winchester.

L’inaspettato incontro con la nuova Anna riportò a galla tutti i suoi dubbi, che emersero in tutta la loro lacerante potenza dopo la scoperta del tradimento di Uriel e la sua morte per mano della ribelle.
Trovò il coraggio di dar loro voce un pomeriggio, mentre sedeva su una panchina accanto a Dean guardando dei bambini giocare: “Io non sono... un martello, come dici tu. Ho delle domande, ho... ho dei dubbi. Non so più cosa è giusto e cosa è sbagliato. Se tu, qui, abbia agito bene o male. Ma... nei mesi che verranno, avrai altre decisioni da prendere. Non invidio il peso che ti porti sulle spalle, Dean. No davvero.”
Per la prima volta da quando Gabriel se n’era andato riuscì ad aprire il suo cuore ad un altro essere vivente e l’assenza di giudizio che trapelava nello sguardo del cacciatore insieme ad un principio di empatia iniziarono a lenire il dolore di quelle ferite che le parole di Michael avevano aperto in lui tanti millenni prima.

Aveva guadagnato la fiducia di Dean Winchester quel giorno, ma aveva perso quella dei suoi superiori.

I hit a wall, I thought that I would hurt myself
Oh I was sure, your words would leave me unconscious
And on the floor I'd be lying cold, lifeless
But I hit a wall,I hit 'em all, watch the fall


Quelle poche frasi spezzate arrivarono quasi a costargli la vita quando Zachariah lo venne a sapere.
Lui e diversi sottoposti lo prelevarono a forza dal suo tramite e lo trascinarono in Paradiso dove venne nuovamente torturato: gli spezzarono le ali osso per osso, lo costrinsero a subire gli stessi tormenti subiti da Dean nell’Abisso e gli iniettarono del sangue di demone, causandogli spasmi e sofferenze indicibili finché furono convinti di potersi di nuovo fidare di lui e lo rispedirono sulla Terra.

You're just another brick and I'm a sledgehammer
You're just another brick and I'm a sledgehammer


“Ho imparato la lezione mentre ero via, Dean. Io servo il Paradiso, non l’Uomo. E di certo non servo te!”


Yeah I hit a wall, I prayed that I would make it through
I can't survive a life that's without you, that's without you, yeah
And I will rise up from the ashes now, the ashes now
Oh the sparrow flies with just the crumbs of loving spilled, yeah

Il momento decisivo per la sua presa di posizione a fianco dei Winchester fu l’incontro nella Stanza Verde con Dean.
Quei pochi minuti di confronto con il cacciatore la sua sincera preoccupazione per Sam ed il resto dell’umanità e l’affetto per lui che traspariva velatamente dalle sue parole sciolsero il gelo creato nel suo animo ferito da millenni di torture e menzogne.

Poche ore dopo si trovò faccia a faccia con Raphael in tutta la sua terribile potenza.
Sapeva di andare incontro alla morte affrontandolo così a viso aperto dopo averlo provocato ma, sentendolo arrivare, il suo unico timore fu per i fratelli.
Ormai aveva iniziato a provare per loro un affetto viscerale al punto da non poter più concepire la propria esistenza senza di loro.
Il suo ultimo pensiero cosciente fu di gratitudine per averli conosciuti.

Un lampo di luce accecante.
Un dolore inconcepibile.
Un buio infinito.

I was bracing for the pain and then I let it go
I gathered all my strength and I found myself whole


Una luce dorata e soffusa.
Un dolce tepore lo avvolse.
Un soffio d’aria tiepida gli riempì i polmoni.
Aprì gli occhi e si ritrovò di nuovo nel corpo di Jimmy ma non avvertiva più la sua presenza.
Si rese conto di essere stato riportato in vita dopo lo scontro con Raphael.
Raphael.
Chuck.
Sam e Dean!

Rivolse una preghiera a Suo Padre per ringraziarlo per questa nuova opportunità, pregò per l’anima del povero Jimmy e spiegò le ali corvine per raggiungere la sua nuova, vera, famiglia.


I hit a wall, I thought that I would hurt myself
Oh I was sure, your words would leave me unconscious
And on the floor I'd be lying cold, lifeless
But I hit a wall, I hit 'em all, watch the fall


Il viaggio nel tempo fu un trauma per il suo corpo.

La sua vera forma era stata danneggiata e praticamente tutti gli organi si erano lacerati nel processo.
Quando Dean lo stese, con tutta la delicatezza di cui era capace, sul letto dell’albergo i suoi polmoni erano ormai pieni di sangue e non riuscì nemmeno a dirgli addio.
Era certo di stare morendo e il rumore della porta che si chiudeva alle spalle del cacciatore aveva rievocato le sue lacrime più amare: era indegno dell’Amore di suo padre e di quello dei suoi protetti, sarebbe morto solo, affogando miseramente nel proprio sangue senza nessuno che gli tenesse la mano, senza nessuno che lo accompagnasse nel suo ultimo viaggio.

Rimase in coma per tre giorni ma al risveglio era forte abbastanza da tentare il viaggio di ritorno.
Non avvertiva più la presenza dei fratelli e sperò che avessero trovato un ‘passaggio’ perché l’alternativa era inaccettabile.
Saltò e raggiunse la sua destinazione al primo colpo.
Il suo corpo era ridotto anche peggio di prima ma fu un sollievo immane ritrovarsi tra le braccia di entrambi i Winchester prima di perdere i sensi.
 

 

Per prima cosa sentì un odore di chiuso e stantio.

Poi sentì uno scricchiolio metallico alla sua destra.
In bocca aveva un sapore amaro, un retrogusto di sangue.
Dal gomito sinistro s’irradiava una sensazione di freddo e tutto il suo corpo pulsava di un dolore sordo alleviato solo in parte dal calore che lo avvolgeva – una coperta? – e dalla morbidezza del materasso su cui era steso. Si rese conto di indossare dei pantaloni morbidi ed una T-shirt chiaramente non suoi.

Aprì gli occhi e, lentamente, mise a fuoco il soffitto: le pale di una ventola giravano pigramente sopra la sua testa.
Sapeva di non essere solo nella stanza ma era troppo debole anche solo per voltarsi a vedere chi fosse.
Aprì la bocca per parlare ma la sua gola era talmente secca da non far uscire altro che un singhiozzo strozzato prima di farlo precipitare in un attacco di tosse convulsa.

“Cas? CAS!”
Dean.
C’era Dean lì con lui. Ce l’aveva fatta: l’aveva salvato!

Il cacciatore lo sollevò in posizione semi seduta e lo puntellò contro il proprio torace per aiutarlo a respirare.
Quando la tosse cessò l’angelo era talmente sfinito da non riuscire a tenere su la testa, che crollò sulla spalla dell’uomo.
“Te la senti di bere un po’ d’acqua?”
In qualche modo riuscì a trovare la forza di annuire e, poco dopo, sentì il vetro freddo di un bicchiere accostarsi alle sue labbra screpolate.
Bevve a piccoli sorsi, non per buon senso ma perché non aveva la forza di deglutire troppo liquido, fino a quando il bicchiere non fu rimosso.
Solo allora riaprì gli occhi e si ritrovò a fissare quelli verdi del cacciatore, velati dalla preoccupazione.
“Ti senti meglio?”
“Sì, Dean. Grazie.”
“Sai dove ti trovi?”
“La Panic Room di Bobby.”
Il maggiore dei Winchester non fece alcun commento sulla sua risposta ma i suoi lineamenti si rilassarono visibilmente per il sollievo: “Pensi di riuscire a stare seduto?”
“No. Fammi sdraiare, per favore.”

Mentre l’amico lo riadagiava sul cuscino, l’angelo sentì qualcosa strattonargli il gomito sinistro.
Solo allora si accorse di essere collegato ad una flebo. Il tubicino collegava il suo corpo ad una sacca di soluzione fisiologica mentre una sacca vuota di 0 negativo era ancora appesa sull’altro lato.
Accanto alla piantana un’ altra sedia in metallo.
Vuota.

“Cos’è successo? Dov’è Sam?”
Dean aprì la bocca per rispondere ma venne anticipato da un bussare leggero alla porta che anticipò di pochi secondi l’entrata del suo mastodontico fratellino.
Non appena ebbe messo piede nella stanza, gli occhi del giovane Winchester incontrarono quelli azzurri dell’angelo e corse al suo capezzale con un sorriso enorme sulle labbra.

“Cas! Finalmente sei sveglio! Come sono contento di vederti!” Sam non perse tempo ad occupare la sedia dal suo lato della branda e afferrò la mano pallida dell’angelo, avvolgendola nelle sue. Un gesto semplice ma che scaldò il cuore dell’amico ferito.
“Ciao anche a te, Samantha! Cas, come stavo cercando di spiegarti prima che Chewbacca qui c’interrompesse, il tuo ultimo viaggio nel tempo ti ha ridotto un po’ peggio di quanto potessimo gestire da soli.”
“In che senso?”
“Sei entrato in coma” Le mani di Sam si strinsero intorno alla sua “per giorni. Hai perso conoscenza subito dopo essere arrivato e, qualunque cosa facessimo, non riuscivamo a svegliarti. Continuavi a vomitare sangue...” un brivido scosse il giovane dalla testa ai piedi e non fu più in grado di proseguire.
Il petto di Castiel si strinse al pensiero dell’angoscia che i fratelli avrebbero provato con lui in quelle condizioni: “ Mi dispiace...”
Dean gli strinse una spalla con una mano: “Finiscila con queste cazzate, Cas! Non è stata colpa tua, va bene? Hai dato il tutto per tutto per salvare il culone di Sammy e, come al solito, ne hai pagato lo scotto. E’ tutto passato, d’accordo? Non pensiamoci più.”
“Culone sarà il tuo! Stronzo!”
“Cretino!”
“Comunque! Come immagino avrai capito, la situazione era talmente grave che non potevamo più farcene carico da soli. Allora ti abbiamo caricato sull’Impala e ti abbiamo portato qui da Bobby. Quando siamo arrivati eri pallido come un...beh...sembravi un...”
“Un cadavere, Sammy! Lo puoi dire: non è una fottuta parolaccia!”
Una delle mani di Sam si staccò brevemente da quella dell’ angelo per mostrare il dito medio al fratello: “Avevi perso talmente tanto sangue che Bobby ha pensato servisse una trasfusione, anche se secondo lui avevi un’emorragia interna ancora in corso, ha detto che sarebbe stato un tentativo disperato ma non c’era altro che potessimo fare per tentare di aiutarti. In qualche modo è riuscito a raccattare due sacche di 0 negativo. L’ultima è finita l’altro ieri. Quella che hai attaccata adesso è una miscela di sostanze nutritive, per reintegrare i liquidi che hai perso e sostenere il tuo...il tuo corpo. Questa l’abbiamo cambiata stanotte e, visto che sei sveglio, penso possa anche essere l’ultima ma, per la buona pace di tutti, aspetteremo a toglierti la flebo fino a quando non sarà finita.”
“Quanto sono rimasto in coma?”
“Una settimana: ci hai fatto pisciare addosso dalla paura.”
“Ignoralo, Cas! Adesso sembri stare un po’ meglio: la pelle è più calda e hai recuperato un po’ di colore. L’emorragia è già finita da diversi giorni. Come ti senti? Hai dolore?”
Con un sospiro, l’angelo si lasciò sprofondare nel cuscino: “Non esattamente: è più come un pulsare sordo ma sento che la mia Grazia ha già riparato i danni più gravi. Mi sento ancora molto debole, però. Credo ci vorranno diversi giorni perché mi riprenda completamente.”
“Non preoccuparti, Cas. Prenditi tutto il tempo che ti serve: noi siamo qui con te, non ti lasceremo solo. Siamo contenti di averti con noi fino a quando vorrai.”
“Aww, Samantha! Gli assorbenti li preferisci interni od esterni?”
“Stronzo!”
“Cretino!”
I due fratelli scoppiarono a ridere ma il torace dolorante impedì a Castiel di unirsi a loro.
Quello ed il retaggio di millenni di condizionamento le cui cicatrici avrebbe portato ancora a lungo.
Ma nulla impedì ai suoi lineamenti di stendersi in un sorriso.

Nei giorni seguenti, il Team Free Will – il cui concetto era stato esposto all’angelo da un Dean mai tanto orgoglioso di se stesso – si concesse il lusso di scordarsi dell’Apocalisse.
Non appena l’ultima sacca di fisiologica fu terminata, Sam tolse l’ago dal gomito di Castiel e Dean lo sorresse su per le scale, praticamente portandolo di peso sugli ultimi scalini.
Bobby aveva ripescato dei giochi in scatola antidiluviani da qualche meandro oscuro e polveroso della sua tana e trascorsero diverse ore con quelli.
Guardarono diversi film ed ascoltarono molta musica.
In quella famiglia bizzarra e disfunzionale Castiel scoprì se stesso: se il Padre lo aveva creato per uno scopo, era quello di vegliare su queste creature disastrate quanto lui ed accompagnarle nel loro cammino.
Solo a quelle condizioni avrebbe accettato di essere uno strumento nelle Sue Mani.
Un possente martello pronto a distruggere qualunque ostacolo si fosse parato loro davanti.
 

You're just another brick and I'm a sledgehammer
You're just another brick and I'm a sledgehammer
You're just another brick and I'm a sledgehammer
You're just another brick and I'm a sledgehammer


- The End -
 

Quindi... pensieri, commenti, opinioni?
Recensioni, magari?
Possibile?
*puppy eyes*

Era da un po che non pubblicavo qui, ho riaggiornato l'account e sistemato un po' di cosucce.
[Anche perché avevo 12 anni quando ho scritto le prime storie quindi ehm...imbarazzo]

Niente, spero che vi sia piaciuta, commentate numerosi!

Pace, Amore e CFU!



 

  
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