Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans
Segui la storia  |       
Autore: Jackthesmoker7    19/03/2018    5 recensioni
Ho cercato di scrivere una storia il più simile possibile agli episodi della serie TV, che dia alla serie una conclusione (p.s. La quinta stagione non conta qui).
Vedrete uno Slado mai visto ed una Stella che potreste vedere solo nei vostri incubi.
E Robin...
Vedrete
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin, Slade, Starfire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Come sta? Si salverà? Potrà rimettersi in fretta? >>
<< Per ora è sotto pesanti sedativi e stiamo usando dei macchinari per aiutare il suo metabolismo a guarirlo, ma ci vorrà del tempo, e per ora sembra fuori pericolo. >>
La voce di Wonder Woman era calma e pacata, completamente opposta all'ansia ed alla preoccupazione che si percepiva in Stella. Si trovavano entrambe davanti al vetro di monitoraggio di una delle sale di terapia intensiva della Torre di Guardia, che in quel momento stava orbitando sulle coordinate dei resti di Jump City. All'interno c'era Robin, bendato e circondato da ultratecnologiche apparecchiature mediche, fra cui un elettrocardiogramma che misurava il lento battito cardiaco segnalandolo con un sonoro "Bip", ed un piccolo polmone d'acciaio che lo aiutava a respirare. Ogni tanto dei medici entravano per controllare la temperatura o i dati dei macchinari, e quando la porta veniva aperta l'odore del disinfettante e dei farmaci faceva pizzicare il naso a Stella.
<< Poco fa Kid Flash ce l'aveva consegnato in questo stato; sono riusciti a teletrasportarlo qui appena in tempo per salvargli la vita. Ora la sua vita dipende dalle macchine che gli hanno attaccate, e per un bel po' non potrà più farne a meno. >> continuò l'amazzone, mentre Stella non distoglieva lo sguardo dal ragazzo. Non riusciva a rinunciare a pensare che la colpa di tutto fosse sua. Se non si fosse lasciata catturare da Slado...
<< ...poi ti abbiamo visto combattere con quel mostro e... Stella, mi stai ascoltando? >>
<< Eh, cosa? >>
La principessa amazzone sorrise debolmente: << Voi ragazzine innamorate... >>
Dolcemente e con tatto, le disse: << Vedrai che presto si riprenderà. Ma quando riaprirà gli occhi e chiederà di te devi ricordare una cosa: non è stata colpa tua, anche se non vuoi crederci. >>
I suoi tentativi non riuscivano a consolare Stella, ma le era comunque riconoscente per il suo supporto. Da quando era stata portata nella torre non aveva ricevuto altro che occhiate di sospetto per quello che era successo, ed un sorriso amichevole era d'aiuto.
<< Ti dicevo che una nostra piccola squadra è riuscita a penetrare la cupola sfruttando le abilità magiche degli stregoni mista alla idrocinesi di Aquaman. La barriera permetteva il passaggio dell’acqua piovana, quindi alcuni di noi sono passati facendosi ricoprire da uno spesso strato di acqua. Poi, non appena la cupola è crollata, siamo corsi subito ad aiutarti e grazie al prezioso aiuto di Zatanna e di Doc Fate Corvina è tornata al suo aspetto normale, ma questo tu già lo sai. Adesso stanno sondando la sua mente alla ricerca della tua vecchia amica. >>
<< Nella camera di Corvina c’era uno specchio che permetteva a chi vi si specchiava di entrare nella sua testa. Magari si può provare con quello. >>
<< Se intendi la sua vecchia camera nella Titans Tower, devi sapere che sarà dura trovare ancora qualcosa di integro. Quando siamo arrivati il posto era mezzo distrutto dalle fiamme. Siamo riusciti a domare l’incendio, e poi ai piani più bassi abbiamo trovato una ragazzina che dice di aver aiutato il tuo amico trasportando con se una delle vostre ricetrasmittenti, di averla collegata alla consolle principale e di aver fatto partire qualcosa che ha distrutto il generatore dello scudo.
E a quanto ne so potrebbe aver ragione. >>
“Un piano di Robin, di sicuro. È sempre stato un passo avanti a noi.” si ripeté Stella.
<< Gli altri tuoi amici li abbiamo trovati vicino al cratere creato dall’impatto con il suolo dell’armatura Hellbat. Il ragazzino verde era esausto ed aveva ferite in tutto il corpo, mentre il robot… >>
<< Cyborg non è un robot! >> la interruppe Stella con vigore: << È un umano, ed il suo vero nome è Victor Stone. Ha avuto un incidente e suo padre gli ha sostituito le parti del corpo irrecuperabili con dei componenti robotici. Non definirlo un robot, o lo ferirai. >>
Wonder Woman parve dispiaciuta dal suo intervento, e questo fece stare male Stella.
<< Ehm, scusa. Non volevo sbottare così. >>
<< Non fa niente. >> replicò l’amazzone senza dare peso alla faccenda: << Dopo quello che hai passato è normale che ti senta così. Ma adesso per favore lasciami finire.
Dicevo, i ragazzi sono stati portati in infermeria, dove due squadre di medici e di scienziati si stanno dando da fare per rimetterli in piedi. Poco fa mi hanno comunicato che il… Cyborg… sembra essere svenuto per via di uno shock mentale. Dicono che forse la sua componente robotica ha interferito con quella umana, dando origine ad un conflitto che ha fuso alcuni circuiti del cervello. Mi spiace, non so altro. >>
<< Va bene lo stesso, grazie. >>
All'improvviso la porta del corridoio che separava le sezioni dell'infermeria si aprì di lato, lasciando entrare Batman. Il vigilante aveva un braccio ingessato che gli penzolava al collo come una collana troppo grossa e pesante per lui, ed avanzava con barcollando e a passo incerto, ma se stava provando dolore fisico non ne diede sentore.
<< Quali sono le sue condizioni? >> chiese in maniera piuttosto rude, ma la donna non sembrò prendersela. Anzi, sembrava esserci abituata.
<< È stabile, ma non potrà muoversi per un bel po’ di tempo. >>
Tutta l'attenzione del cavaliere oscuro sembrò concentrarsi su Robin, dall'altra parte del vetro.
L'amazzone gli si avvicinò e gli appoggiò una mano, vigorosa come quella di un guerriero ma anche leggera come quella di una ballerina, sulle spalle, come per ricordargli che per ogni cosa lei era lì, ed uscì dalla stanza da dove era entrato lui, lasciando soli i due supereroi a condividere il proprio rammarico.
Calò un silenzio tombale, rotto solo dal ticchettio delle macchine e dai loro respiri; Stella non sapeva cosa dirgli: era Batman, il tutore e maestro di Robin, ed aveva un gran timore che se la prendesse con lei per averlo quasi ucciso, ma allo stesso tempo sapeva che ritardare quella conversazione non avrebbe portato che altri problemi. Ma lui era così intimidatorio: un uomo che aveva trasceso l'umano, un'ombra del cuore dei criminali, ma che metteva ansia anche alla maggior parte dei giovani supereroi che avevano appreso la sua leggenda.
Tutto ciò che Stella sapeva su di lui glielo aveva detto Robin. Quando lui saltava fuori come argomento Robin lo descriveva come "Un tipo freddo e distante, ma sempre concentrato su quello che fa. L'ho visto compiere imprese impossibili per un comune umano; a volte penso che non sia umano. Mi ha salvato la vita decine di volte."
Non le aveva mai spiegato il perché se ne era andato.
Il silenzio adesso era soffocante; il suo viso granitico le incuteva un ansia ed un timore sconosciuti.
<< Mi dispiace >> esordì Stella, << È tutta colpa mia. >>
Il cavaliere oscuro si voltò e sembrò guardarla come se la vedesse per la prima volta: << Molti di voi dicono che non è vero, ma è colpa mia. Perché sono stata debole, mi sono fatta catturare e da lì... >>
Le emozioni la travolsero come una marea, e le sfociarono fuori dagli occhi in forma di lacrime.
Si aspettò che lui replicasse in qualche modo, ma invece rimase zitto, e continuò a fissarla mentre piangeva da sotto la maschera.
<< Sì, la colpa è stata tua... >> le rispose dopo una decina di minuti.
Quelle parole non la abbatterono più di quanto già lo era.
<< Solo una piccola parte però. Il resto, è tutta sua. >>
La principessa risollevò sorpresa lo sguardo.
Il crociato incappucciato era ancora intento a guardare fisso davanti a se: << Il vero colpevole in questo momento sta per essere trasportato in un nuovo carcere orbitale di massima sicurezza per metaumani finanziato dalle Nazioni Unite. Non uscirà mai più. >>
La freddezza nella sua voce le dava i brividi, ma si sentì sollevata.
<< Ma adesso hai altro di cui preoccuparti. >> disse grave.
<< Che vuoi dire? >> chiese lei ansiosa. In quell’istante notò che Batman stava tenendo in una mano un tablet, aperto su una pagina con stampato il simbolo del Dipartimento degli Stati Uniti per gli affari Metaumani. Quello che c’era scritto non era affatto bello.
<< Niente di immediato per ora, ma presto potrebbe essere un problema. Quella che hai in mano è uno dei tanti ordini governativi inviati dalla casa bianca, che intende ordinare l’arresto immediato di te, e di tutte le persone coinvolte nel tentativo di colpo di stato Slado non gli è bastato. Hanno intenzione di imprigionarvi tutti. >>
--------------------------------------------------------------------------------
Da dietro il vetro della parete Beast Boy non aveva più smesso di fissarla, sin da quando l’avevano delicatamente appoggiata sul morbido materasso del lettino da ospedale. Non si era lasciato medicare da nessuno, anzi, non appena lo avevano portato sulla Torre non aveva permesso a nessuno di toccarlo, anche quando insistevano, ed un paio di volte aveva anche agito violentemente.Li aveva spaventati a tal punto che adesso, quando qualcuno doveva passargli accanto, quasi si schiacciava contro la parete opposta pur di evitarlo.
Ma le ferite non gli facevano male. Non più di quelle che si sentiva crescere dentro.
Non si distrasse nemmeno quando da una porta laterale entrò Stella, seguita ad un passo di distanza da Batman.
<< Amico BB! >> disse Stella, esaltata dalla presenza dell’amico.
<< Meno male che stai bene! Ho avuto così tanta paura per te. >>
Ma quando cercò di avvicinarsi, lui le gettò uno sguardo pieno di rabbia, e disse: << Non ti avvicinare! >>, per poi interrompere una trasformazione a metà.
Anche se lui non la completò, la ragazza riconobbe subito quella forma, anche se interrotta a metà. Era la stessa che aveva sviluppato quando Corvina era in pericolo per colpa di Adonis, una forma bestiale e molto pericolosa, di cui lui stesso non aveva il completo controllo. Artigli affilati, zanne aguzze, ma soprattutto occhi vuoti e senza pupilla. Dalla bocca aperta usciva un filo di bava, e dalle ferite, sporche di sangue secco, sparse su tutto il corpo ripresero a sgorgare minuscoli torrenti rossastri. 
Quando BB parlò, la sua voce fece lo stesso suono di denti chemordevano dei sassi: << Tu l’hai quasi uccisa! È lì dentro, in quello stato, perché tu non hai voluto risparmiarti, perché ti divertivi a lottare con lei. Ti ho visto. >>
<< BB, lei era impazzita. Cos’altro potevo fare? >> chiese Stella, brutalmente colpita dal voltafaccia dell’amico.
<< Tutto, ma non questo! >> alzò un dito ricoperto di peli e dalle unghie innaturalmente lunghe verso il letto dov’era distesa la strega, bendata e collegata a delle macchine.
Proprio come Robin.
<< Adesso basta ragazzo. >>
In un battito di ciglia il cavaliere oscuro si inserì in mezzo ai due, prendendo in mano la situazione temendo che il mutaforma potesse saltare addosso alla ragazza in qualsiasi momento: << Non sei il solo che ha perso qualcosa qui. Tu e questa ragazza siete sulla stessa barca, e se ti fossi degnato di pensare per un momento anche agli altri te ne saresti accorto. Robin è nella stanza accanto, ed è ridotto peggio di lei. >>
La voce profonda e perentoria di Batman lo riscosse un pochino, infatti tornò lentamente umano. Le zanne si ritrassero, le unghie si accorciarono, il pelo rientrò nei follicoli, mentre le pupille ripresero la loro forma corretta. Ben presto BB tornò il solito ragazzino basso dalla carnagione color erba. Anche lo sguardo che dava a Stella sembrava leggermente diverso.
<< Robin… Robin! >> gridò, come folgorato dal pensiero: << Come sta? È salvo? E Cyborg, invece? Dov’è? >>
Come lo vide preoccuparsi dei suoi due amici, il cavaliere oscuro sembrò abbassare dolcemente la guardia, pur mantenendosi cauto: << Sta bene, se vuoi vedere Robin è qui accanto. Dato che per Cyborg le normali infermerie sono quasi inutili, l’abbiamo trasferito nei laboratori al piano inferiore. Chiedi e ti diranno dove. Ma fai in fretta, e poi raggiungici nel salone centrale. Abbiamo molto di cui parlare. >>
Il ragazzo sparì dietro lo stipite della porta, ma non prima di gettare un’ultima occhiata a Stella. La ragazza vi lesse dentro un grande dolore, ma anche dispiacere, prima che si voltasse definitivamente.
All’improvviso il segnalatore di Batman squillò: << Ti ascolto… >>
La chiamata durò almeno un minuto, durante il quale non venne emesso alcun rumore.
<< Arriviamo subito. >> disse chiudendo il comunicatore.
<< Brutte notizie? >> chiese preoccupata Stella.
<< Nel salone centrale abbiamo ricevuto una videochiamata dal Presidente. Sta parlando a proposito di voi. Dobbiamo andare. >>
--------------------------------------------------------------------------------
Stella fu scortata da Batman nell’enorme salone centrale della Torre di Guardia; preferirono lasciare BB dov’era. Durante la corsa frettolosa si unì a loro anche Wonder Woman, che era rimasta fuori nel corridoio.
Il posto brulicava di eroi che correvano, volavano, tenevano lo sguardo incollato sui monitor di sorveglianza o chiacchieravano, ed in genere esponevano agli altri i loro pensieri e commenti riguardo agli ultimi avvenimenti. Al loro ingesso molti si azzittirono.
Al centro della sala c’era Superman, il più grande eroe del mondo, che discuteva con il presidente degli Stati Uniti.
<< Signor presidente, comprendo benissimo quello che sente, masono solo dei ragazzi. Il colpevole è già stato catturato. Era lui che controllava le loro azioni. >>
<< Questo non è affatto pertinente, Superman! Non mi importa di quanti anni abbiano, o che fossero sotto il controllo di qualcuno. Ci sono milioni di americani la fuori che vogliono giustizia per i loro cari, per le tantissime vite che i vostri ragazzi hanno stroncato. E le vogliono adesso. >>
<< Signor presidente, lei non può agire così. >>
<< Ho già detto tutto. >> lo interruppe bruscamente: << Non lascerò più vagare in giro senza controllo degli adolescenti alieni uccisori di massa. Li voglio quaggiù, in dietro le sbarre, e prima di subito. Sono stato chiaro? >>
Lo sconforto era perfettamente leggibile sul volto del Kryptoniano. Perdere a parole non era facile da sopportare per un uomo in grado di spostare montagne con una mano.
Stella era quasi terrorizzata. Non credeva che si sarebbero spinti a tanto. Ma il problema non era solo quello: sapeva anche che, non appena la notizia della sua incarcerazione avesse raggiunto il suo pianeta natale, sarebbe anche potuta scoppiare una guerra. In confronto alla tragedia della cupola una guerra con Tamarhan sarebbe stata disastrosa. Doveva agire lei stessa.
Prese fiato per parlare, attingendo a tutte le sue capacità diplomatiche, ma non fu in grado di dire niente. Perché a difenderla prese posizione Wonder Woman.
<< No, signor Presidente. Se agisce in questo modo, non solo condannerà degli innocenti, ma farà anche il gioco di Slado. Questi ragazzi sono supereroi, ed anche da così giovani hanno salvato il mondo più volte di quante si possa contare. E se intende ancora incolparli di un crimine non loro, dovrà passare sul cadavere mio, e di tutta la Lega. >>
Nel salone scese il silenzio. Tutti avevano ascoltato ispirati le parole di Wonder Woman e dentro erano tutti con lei, anche quelli che dapprima avevano guardato Stella con sospetto.
La ragazza guardò con ammirazione ancora maggiore di prima alla principessa di un’isola lontana. Era come essere in presenza di una dea che si batteva, che si esponeva al tuo posto contro il mondo, solo per te.
<< Mhhr… E va bene. Vedrò cosa si potrà fare. Ma non pensate di cavarvela impudentemente. >> concluse il Presidente, chiudendo la chiamata.
Ci fu un secondo di silenzio. Poi la sala esplose in un applauso fragoroso.
<< Whew. Non pensavo avrebbe funzionato davvero. >>
Stella si gettò ad abbracciarla con le lacrime agli occhi.
<< Grazie! Grazie! >>
L’amazzone sorrise: << Adesso vai dal tuo amico. Scommetto che la prima persona che vorrà vedere al suo risveglio sarai tu. >>
--------------------------------------------------------------------------------
Finalmente era da solo.
Era stato così felice di rivedere Stella finalmente in se. L’avrebbe certamente abbracciata se avesse potuto alzarsi dal letto, ma l’aveva abbracciato lei, quindi valeva lo stesso. Il suo dolce profumo era inebriante come la prima volta che l’aveva annusato.
Venne a trovarlo anche Bruce, e Robin notò che faceva davvero fatica a trattenere le emozioni, ed anzi era contento anche lui.
Alla fine i medici li fecero uscire, poiché doveva riposare. In effetti non si era mai sentito così esausto, e piombò subito nel mondo dei sogni.
Ma quello che non si aspettava, era che qualcuno gli facesse visita.
Nel suo sogno, gli apparve un uomo. Era alto, e vestito di nero.
<< Robin, sono venuto a portarti un regalo. >> disse, con voce limpida che sembrava la sabbia del deserto che passava attraverso una clessidra.
L’uomo tese una mano, e Robin, inconsciamente, la tese a sua volta. Quando la ritirò, vi trovò in mano un pacchetto. Il regalo di Slado.
<< Ora me ne devo andare. Salutami i tuoi amici. E dì a Corvina che è stato bellissimo conoscerla. Addio. >>
E svanì, in una nuvola di fumo.
Quando si svegliò, scoprì che aveva in mano il pacchetto.
Lentamente, tirò via la carta grigiastra.
Dentro c’era un piccolo pezzo di ferro, su cui era stato dipinto uno strano simbolo. Una specie di clessidra stilizzata, intrecciata con delle righe.
Gli ricordava qualcosa, ma non capiva bene cosa.
Alla fine decise che non gli importava, ma lo rimise con cura nella scatoletta, deciso a dimenticare tutto. Si tirò su le coperte, e si addormentò. Stavolta nessuna specie di David Bowie Goth lo disturbò.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans / Vai alla pagina dell'autore: Jackthesmoker7