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Autore: Domenico De Ferraro    19/03/2018    0 recensioni
Ricordi tutto avrebbe potuto accadere avevi detto d’essere bella ma la morte ti ha tradita nel momento più inopportuno.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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QUANDO L’AMORE MORDE
 
Di DINO FERRARO
 
La vita  ricomincia sempre da dove desideri , quando l’amore ha messo a dura prova il valore di un uomo,  quando la sorte ti ha trascinato tra mille dubbi , tra una mano tesa ed  un tenero sorriso tutto può accadere , vita cheta rosa , sorniona , trafitta  nell’ anima , un giorno è  tutto plana  come un volo di gabbiani che vengono trascinati via dal vento verso  isole  deserte , verso questo amore disperato.
 
Ricordi tutto avrebbe potuto accadere avevi detto d’essere bella ma la morte ti ha tradita nel momento più inopportuno.
Ti ha condotto nel gioco di doppi fondi , in nomi e titoli , illusioni,  saccenti , verdognole vergogne  tra rigagnoli e sogni  ove salta la rana canterina  oltre lo steccato ,  oltre quella  siepe  che divide il bene dal male perduto   tra le nubi correre con il cuore in gola,  verso  la morte,  lungo quel baratro di emozioni che divide questo cuore dal suo ricordo  lontano dal suo odio , avvolto  in  forme  meretrice , cilestre,  seducenti,  traditi da un altro  gioco da un altro dire  in timidi ricordi ed  effusioni varie.
Forse avrei dovuto invitarti a casa mia
Avrei conosciuto tua  madre
Sarebbe stato bello
Avremmo bevuto alla sua  salute
Ci saremmo baciati di nascosto
Poi le stelle ci avrebbe guardato fare l’amore in un manto di colori tra le braccia  di un viaggio tra corpi in fiamme  morenti che si trascinano in questa vita infame.
Ricordi amore
Non tradirmi
Vieni domani a lavoro
Senz’altro
Ti ho cercata disperatamente
Ero dentro un tuo ricordo
Ero perduto nella mia vita
Eccomi ora  di nuovo solo
Io la tua donna il tuo amore disperato
Eccoci dentro in  questo vagone immaginario che ci porterà lontano cosi lontano chine di pensieri scumpinati  chine di ricordi strappati dalla terra in cui siamo nati
Pensa se ci fossimo conosciuti prima
Sarebbe stato cosi bello
Non ti avrei mai lasciato
Lo so anch’io avrei voluto conoscerti prima
Ora ci divide questo muro di convenzioni
Amore mio e la sorte che segna il passo
La mia sorte nera come la notte
Non disperare
Metto a cuocere la pasta
Non farla bollire molto
Dopo mi faccio una doccia
Sogno il tuo corpo ignudo bagnato sotto l’acqua che scivola tra i tuoi capelli sulle tue labbra sui tuoi seni morbidi piccoli
come il sole infinito che esplode nell’universo ora partirò andrò lontano attaccato a questo ricordo
Non fare tardi
Vedrò di non morire
Non lasciare il tuo corpo sotto un cielo grigio
Porterò l’amore tuo dentro un barattolo
Berrai il sacro calice della sorte e della eterna giovinezza
Mi calerò nei panni altrui
Non farti uccidere amore
Oh stai sicura staro assai accorto
Non chiedere alla morte il suo  riscatto
Farò come dici
Ora  nel viaggio di una  vita terrena ora il brillare delle rime eretiche cretine scapricciattiello, scurdarello schiuse  dentro alla sciorta ,in un ire in due sotto un cielo bello cosi caldo che e un cappotto di pelle di leopardo e questa morte che danza e mi conduce dove voglio dove l’amore apre il cuore dove il vecchio siede dentro se stesso e pensa che bello essere giovani e poter amare ancora . Ora la vita ci dona l’ingrato compito di unirci in passioni senza senso  ombre fallaci, cilestri , personaggi obliqui sconvolti nella storia che porta a compimento questo nostro dire
Ora vorresti essere vicino a me
Vorrei accarezzarti
Anch’io tanto
Poter toccare il tuo viso il tuo seno
Ora siamo morti nel delirio dei baci
Vedo di no farti vedere
Rimango nascosto
Attento la notte t’inganna
Aprimi presto
Non posso
Salirò fino alla tua camera
Sei pazzo
 Forse lo sono
Forse avremmo dovuto chiudere le mani e pregare
Tu mi avresti tanta amata da darmi un figlio
Pensa un figlio biondo come te con i tuoi occhi
Folle come te testa di minchia
Già come questo mio cuore
Come la vita che ci ha fatto incontrare
Ora forse non si più sola
Ora stringo il mio cuore dentro le tue mani
Il mio amore  facile preda
Non farti vedere
Fuggiremo insieme
Viaggeremo tanto lontano
Sopra le nuvole
In questo universo rapito
Nel tuo corpo
Nelle tue poesie tristi
In questo ed in quello
Sentirò di nuovo la tua voce
Apri il tuo cuore
 Lasciami entrare
 No ho paura che tu mi ferisca
 Non aver paura ogni cosa rimane come il tempo ha deciso
 Non sono sola
 Oltre questo mio ricordo
 Ubriaco di  vino
 Chine d’intenzioni
 Scartellato
 Sento ed oltre veggo nella confusa espressione che prende il sopravvento che racchiude ogni cosa nella pietà nella morte di una frase senza senso. Un vortice di idee di mezzi termini idiomi ipocrisie cosi leggere cosi fredde come la morte anche la vita chiude la porta in faccia al fratello , nella discussa illusioni si spegne la propria indole la propria abnegazione verso una nuova intelligenza
 Dai che scherzo
 Mi fai male
 Mi trafiggi con i tuoi perché
 E tu spogliati dai
 Lo faremo sognando
 Lo faremo dentro una camera d’albergo
 Io e te più stupidi di tutti
 Tu con i tuoi disegni
 Io che non so chi sono
 Tu che mi trascini verso un inferno
 Io ferito nell’onore
 Tu in mezzo alla folla
 Io ti chiamo tu non rispondi
 Ed eccoci insieme nell’amplesso che abbiamo sempre desiderato nella vita che ci e stata negata  sotto la gonna della vita
  che sventola nel vento sulla nave che va ed oltre io medito amore la mia sconfitta la triste storia che ci  ha uniti
 Ora non ridere
 Ora dormo tra mille papaveri
 Io su un treno dorato
 Tra gli angeli  che voleremo via
 Preparati presto
 Porta una bona bottiglia di vino
 Ti vuoi ubriacare ?
 Ma si
 Che centra quella se venduto il suo amore per poche lire
 Io la credeva una persona seria
 Certo ci sono tanti motivi nascosti
 Beh non tutte le ciambelle riescono con il buco
 Fatevi sotto si mangia
 Buone squisite
 Mangiate poi pregate per favore per me
 Non ti dimenticheremo mai
 Io vi benedico
 Tanto vino
 Si certo si balla pure
 Io lo credevo un cretino
 Ma dai una persona cosi gentile
 Ma le mutande non te togli
 Mamma mi ha fatto un capello di lana
 Orco cane che freddo
 Ora e forse giunto l’ora di metterselo
 Pensa tutti e due su una nave verso le isole di pasqua
 Bello io che ballo e sballo
 Poi ci beviamo qualcosa al bar
 Mettiamo su una famiglia in quattro e quarantotto
 Che cosa sublime
 Magnifici panorami
 Fanno rimanere estasiati
 Guarda un uomo che vola in groppa ad un gabbiano
 Pazzesco
 Non vorrei mai più far ritorno anch’io
 Ma io ti piaccio di la verità
 Sei uno stronzo
 Beh sono un folle poeta di periferia
 Forse siete morti entrambi , forse sono questa storia insolita due piccioni con una fava forse meglio chiudere questo libro mai letto da nessuno, mentre il treno fischia ed il passante impettito sotto il braccio della sua bella spiega come divenire ricchi con un gettone telefonico la città si anima cresce  e qualcuno riesce pure a rubare qualcosa di buono.
 Puozzo scula
 In questa  sciorta
 Ma è una paposcia
 Signorina
 Non chiamatemi Brioscina
 Oh facciamo i seri
 Ma chede chesta marmaglia
 Mamma avesse visto o nammurato mio
 Ma come te l’aggia dicerie ca stamme senza soldi
 Chesta non è una novità
 Aprite voglio entrare
 Ma come a quest’ora
 Qui non c’è nessuno
 Aprite ora alle timide ombre rincorse per versi di strada
Dispersi  in  questa città che  non ha più volto non ha calze a rete non ha sorrisi da donare ed il traffico scorre come un fiume di merda per sopra e sotto i ponti  dove vanno in tanti legati alla loro religione ad una ragione cruda dura a morire compresa nell’attimo che apre spiragli e sentieri , ora tutto potrebbe essere utile  ma la morte ci  ha traditi  schiacciati  nella nostra storia in questo fuggire verso qualcosa che non ha ragione d’essere ed io mi pento mi beo di morte e vita di anni passanti cosi veloci come fulmini a ciel sereni come questa confusa apologia in una logica ingrata che  viene masticata in silenzio . Ed il suo odio il suo dire eccoli sono dentro di te sono dentro il tuo cuore dentro la vita che  c’è  stata negata che  c’è  stata rubata.
 Ora io non sono più io
 Sei la voce dei poeti
 Voce dei scugnizzi
 Voce di chi non ha voce
 Io ed oltre
 Perduto nella mia follia
 Forse avremmo compreso insieme il senso dei nostri errori
 Ora non pensarci più
 Beh mi riesce assai difficile
 Pensa se fossimo ora la dove dio vuole
 Io dentro una rosa
 Io ancora mezza vestita
 Fai presto vieni a mangiare
 sempre la stessa zuppa
 Questa casa e un cesso
 Tre cane
 Che c’entra il cane
 Beh l’amore è un cane
 A volte morde
 A volte ti dona gioia
 Non ci avevo mai pensato
 Pensare,  pensare
 Dietro questo tuo sorriso
 E tu dietro questi baffi da topo
 Mi sento ridicolo
 Sono il cielo  ed un lampione in mezzo  ad una  piazza che si anima di tanta gente che entra esce dalla nostra vita che beve fuma ama , c’è chi si spoglia dei suoi sogni tutti cercano una storia in questa storia senza nome senza ricordi dura da morire dura da masticare come il cacio cavallo come la tenera notte,  sotto i denti delle stelle che sussurrano dolci versi agli amanti tutto puo essere un punto senza ritorno come quella volta in macchina che andavamo tutti insieme a mangiare la pizza da salvatore e tu portavi a tracolla una borsa piene di poesie di libri ed altre storie assurde,  senza baffi,  senza bocca dure morbide , belle,  elette a grandi imprese a quella sentenza inenarrabili che  ci giudica e  ci mette alla gogna . E lagnosa era la sua canzone , una cacofonia e tu cantavi mo chi so ricorda mo  so asciutto pazzo mo te fai chiu vicino a me vicino a chisto core  sulagna acchiappate dentro ò scuro .
Scendi  fai presto   i spaghetti scottano
 Vieni dove tutto ebbe inizio nella vita con due ali  dietro la schiena dalla  bocca caramello  due seni gonfi di latte due cosce morbide due ed altre menti ed eretiche genealogie ,cercando di unire i nostri pensieri le nostre anime tra la folla spunta il folle ed il signor nessuno e la signora senza mutande . Tutto , proprio tutto di ciò che rimane di pensare alla vita perché mi ha condotto fino a questo punto in questo idioma in questo amore malato lungo corto che diviene bello paffuto  come un bimbo in braccio a sua madre ed allungo la mia mano allungo il mio occhio lungo le sponde di questo cuore oltre questo precipizio dove tutto ebbe inizio . Storie e leggende , fandonie colorate che mi fanno ritornare a come un tempo fui e sognai d’essere aldilà di questo  l’amore morde sempre quando meno te l’aspetti.
   
 
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