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Autore: z0mbie    21/03/2018    1 recensioni
Il miracolo del progresso, i comignoli fumanti delle fabbriche, le voci degli operai.
Jacob Frye era cresciuto e Londra stessa mutava come una serpe, divenendo, giorno dopo giorno, la capitale delle innovazioni e le industrie.

[older!Jacob - implicit!Evie - brother!ship]
Questa storia partecipa al contest "Test your might" indetto da __Akimi sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Evie Frye, Jacob Frye
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nome su EFP: humanasorte
Titolo: The Portrait of Faith
Pacchetto scelto: Difficile (punti scelti: Introspettivo, Saudade)
Fandom: Assassin's Creed - Jacob Frye, implicit!Evie [brother!ship]
Note: è il secondo contest a cui partecipo e, siccome il primo mi è andato molto bene, perché non tentare nuovamente? Questa volta però non parlerò di Altaïr e Malik, ma bensì di Jacob Frye! Cercate di comprendermi, è diventato una crush potente, non ho potuto fare a meno di scriverci su. Questa flash è ambientata tra la fine degli eventi della storyline principale e poco prima il ritorno di Evie dopo il rapimento di suo fratello da parte dello Squartatore. In questo lasso di tempo i due fratelli si sono scambiati lettere e Jacob è addirittura andato da sua sorella, ma sinceramente credo che abbiano sofferto -e non poco- per la lontananza; si dice che chi ha un gemello è legato da un qualcosa di unico ed indissolubile, come se fosse un tutt'uno con lui. Così Evie e Jacob, in qualche modo si completano. Hanno condiviso persino il grembo materno assieme e immagino che la separazione, per loro, sia un qualcosa di estremamente difficile. I punti scelti da me sono "introspettivo" e "Saudade" (che in realtà assume diversi significati: in latino vuole dire "solitudine", in portoghese "nostalgia", "tristezza", "malinconia") e spero di averlo sfruttato al meglio, raccontando di un Jacob malinconico ed in balia dei ricordi. E soprattutto spero di non averlo reso OOC, ma in qualche modo lo immagino così una volta adulto. Alla prossima!

 

 


Disclaimer: Assassin's Creed © Ubisoft


The Portrait of Faith.

 


Il miracolo del progresso, i comignoli fumanti delle fabbriche, le voci degli operai.
Jacob Frye era cresciuto e Londra stessa mutava come una serpe, divenendo, giorno dopo giorno, la capitale delle innovazioni e le industrie.
L'Assassino scrutava attentamente la città dal Big Ben, così imponente ed autoritario dinnanzi a quel grande cumulo di case, carrozze e civiltà, mentre il vento gli accarezzava il viso come una benevola madre, quasi conscio del suo turbamento interiore. Della solitudine che gli divorava il cuore. 
Londra era grande. 
Londra era la culla del futuro. 
Ma Londra, senza la sua cara sorella, sembrava terribilmente vuota. 
L'uomo sorrise, ricordando con nostalgia crescete l'ultimo Salto della Fede fatto assieme ad Evie, poco prima della sua partenza per l'India, anni addietro.
« Una gara, Jacob? » 
« Chi arriva per primo sulla cima del Big Ben? » 
« Ci sto. » 
Quella volta vinse la ragazza, arrivando qualche secondo prima di suo fratello, e insieme rimasero in silenzio, beandosi della vista di quell'incantevole metropoli che avevano liberato dalla morsa dei Templari. Del resto, insieme avevano condiviso il grembo della loro madre, le missioni, la vita stessa. 
Gli squillanti rumori della movida londinese sembravano arrivare ovattati alle orecchie dei gemelli, mentre il resto del mondo sprofondava inesorabilmente nell'oblio, dimenticato in nome della fratellanza e l'affetto. 
Evie sarebbe dovuta partire il giorno dopo con Henry e Londra avrebbe assunto il ruolo di una sfumatura, un ricordo racchiuso in fotografie, dipinti, lettere e racconti. In Jacob stesso. 
« Verrai a trovarmi, in India? Potrebbe essere interessante scoprire i segreti dei nostri fratelli indiani. » 
« Per una volta smettila di pensare alla Confraternita, sorella. »
Il Maestro Assassino respirò profondamente e, con un balzo, si lanciò nel nulla.
Le sensazioni di libertà e calma interiore erano le stesse, a discapito del tempo e l'età, ma quando l'uomo atterrò tra il fogliame del carretto, che lo accolse nuovamente nel mondo terreno, percepì solamente il vuoto, lo stesso che avvertì quando vide quella carrozza allontanarsi per dirigersi verso il porto.
« La prossima volta che ci vedremo vincerò io, Evie. » aggiunse, non potendo fare a meno di ridacchiare. 
E quella di Jacob, più che una sfida, somigliava ad una promessa.

 

   
 
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