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Autore: about_mydreams    21/03/2018    2 recensioni
-Epilogo alternativo
2 Maggio 1998. Harry Potter é stato gravemente ferito dal Signore Oscuro e costretto, dunque, alla ritirata insieme all'Ordine della Fenice. L'ultima speranza di luce pare essersi spenta. Ormai il mondo magico è governato dall'oscurità, Lord Voldemort e i suoi seguaci si sono impossessati dei vertici del potere e non hanno scrupoli a perseguitare gli "impuri".
Hermione Granger non è riuscita a fuggire con i suoi amici ed ora scappa per restare in vita. Le sue condizioni cambiano quando incontra Draco Malfoy che, dopo averla sottratta da un avvenimento poco piacevole, deciderà di portarla al Manor con sé.
L'eroina del mondo magico si ritrova nella tana del nemico da sola.
(Storia presente anche su Wattpad)
Terza classificata al contest "The Girls 2019" su Wattpad.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Prologo
 
Godric's Hollow Agosto 2017,
Sedici anni dopo la caduta di Lord Voldemort.

 
Il sole è calato fuori da queste mura, l'oscurità comincia a prendere il sopravvento, ma i colori del tramonto sono alquanto affascinanti ed io mi perdo a contemplare l'arancione e il rosa mescolarsi insieme; il momento del giorno  che preferisco. La giornata lavorativa è stata stancante, ma la dedizione al dovere è una caratteristica innata e non mi pesa farmi in quattro affinché le mie azioni siano perfette in quanto prossima a diventare Ministro della Magia. Nonostante tutta la fatica che ogni giorno devo sopportare, non appena metto piede in casa le cose cambiano radicalmente: sono semplicemente moglie e mamma. 
Guardo ancora fuori dalla finestra nel grande salotto godendomi la pace della strada alberata di Godric's Hollow. Non sono ancora abituata a tutta questa quiete, benché siano trascorsi sedici anni. Ero sempre pronta a combattere in passato, bacchetta alla mano, ed il mio carattere fiero e coraggioso mi rendeva il compito molto semplice. Ogni cosa è cambiata, io in prima persona lo sono. Il dolore, la solitudine e l'incessante paura di morire non possono non mutare l'animo delle persone; almeno io mi sento totalmente diversa, forse perché per qualche tempo sono stata anche dietro la barricata nemica, e credo che sia stato proprio in quel periodo che il mio mutamento abbia avuto inizio. Quell'avvenimento ha cambiato la visione che avevo del mondo.
«Mamma!» la voce stridula e tremante di Rose richiama la mia attenzione.
Mi volto verso l'ingresso del salotto ed una bimba di dodici anni, dai capelli rossi e la corporatura minuta, corre verso di me in lacrime. Stringe forte le braccia intorno i miei fianchi nascondendo il volto contro il tessuto morbido del cotone della maglia celeste che ho indossato questa mattina -e ancora non ho tolto. 
All'inizio questa routine normale -lavoro, casa, marito e figli- mi sembrava solo un miraggio, una sorta di felicità illusoria prima della grande catastrofe. Mi ci è voluto del tempo per abituarmi alla realtà dei fatti, per dimenticare gli orrori della guerra e per scrollare via gli incubi durante le notti. Certo, le cicatrici -visibili e non- sono rimaste, ma ora le indosso con fierezza.
«Rose, cos'è successo?» le chiedo dolcemente accarezzando piano la testa.
«Mi ha dato uno schiaffo!» urla indignata la ragazzina, alzando gli occhi verso di me mostrando un rossore acceso sulla guancia sinistra, un colore non dovuto di certo al pianto.
«È stato Hugo?» domando stanca, esasperata dai continui battibecchi tra i miei figli minori.
«No, sono stata io.» un'altra voce femminile, molto più matura di quella di Rose, richiama il mio sguardo nuovamente sulla soglia del salotto.
«Tu?» dico incredula rivolgendomi alla primogenita, ferma sotto l'arco con le braccia incrociate ed una sofferenza profonda disegnata sul viso pallido e negli occhi dorati.
«Lo ha rifatto, mamma ...» parla con astio stringendo i denti e puntando lo sguardo addolorato verso sua sorella. «Non la smetteva ed io ... non sono riuscita a controllarmi.» c'è tanto dolore nella sua voce, un inflessione non del tutto estranea.
«Ma è vero!» insiste la più piccola alzando con orgoglio la testa, voltandosi di scatto verso la quasi sedicenne. «Tu non-»
«Basta così!» interrompo la replica di Rose, in maniera autoritaria e secca. «Fila immediatamente in camera, Rose. Senza fiatare.» le ordino guardandola dritta in viso, squadrandola con grande disappunto.
Mia figlia, dopo avermi fissata incredula per un po', dopo aver tentato di rabbonirmi con occhi languidi e teneri e labbruccio in bella mostra, comprende che questa volta non la perdonerò tanto presto. Nonostante abbia dodici anni si comporta come una bambina ancor più piccola, spesso tiranneggiando i suoi fratelli. 
Mi ricorda un po' me alla sua età: piena di insicurezze dentro ma forte e dura fuori. Sono sicura che col tempo riuscirà a smussare i lati spigolosi del suo carattere, però per adesso devo essere intransigente davanti le sue marachelle -o vere cattiverie.
«Parleremo dopo della tua punizione!» le urlo seria prima che scompaia oltre il corridoio per raggiungere la sua stanza.
Sospiro profondamente per scacciare questa strana sensazione di amaro dalle labbra e quella spiacevole di disagio alla bocca dello stomaco. Mi sento in colpa per aver punito e trattato in modo severo Rose, ma non ho potuto fare altrimenti. 
Mi concentro sulla figura slanciata ancora immobile di Lux, la mia bellissima luce: ha lo sguardo basso e vacuo, perso in chissà quali pensieri, le braccia strette sotto il seno in una morsa stretta, come a volersi difendere dalle offese della sorella e dalla sofferenza che la gente spesso le procura. Lei non è come me, o suo padre, è un misto di entrambi: orgogliosa e razionale, estremamente curiosa e a volte sconsiderata, è furba ed intelligente, spesso calcolatrice ma dal cuore buono, ama studiare quanto divertirsi, è riservata e tende a risultare misteriosa, ha molta creatività e si concentra sempre su ciò che le interessa, sa essere anche saggia a volte, eppure sempre attenta e distaccata. Non mi sono stupita, di fatti, quando è stata smistata in Corvonero. 
Non ha un indole violenta, mai si è azzardata a schiaffeggiare Rose prima di ora. Deduco, dunque, che ci sia qualcosa di più profondo ad averla disturbata.
«Tutto bene?» chiedo curiosa avanzando piano nella sua direzione; non voglio invadere i suoi spazi.
«No, mamma.» risponde piatta alzando gli occhi verso di me.
Mi guarda inespressiva, come se fosse svuotata di ogni emozione. Un'altra caratteristica già riscontrata in suo padre: quegli occhi d'oro riescono ad attraversarti, a leggerti dentro tanto é intenso il suo sguardo. I capelli biondi sono mossi sulle spalle, la pelle diafana senza imperfezione e il volto di un angelo dannato mi portano indietro nel tempo.
Mi siedo sul divano, pronta emotivamente per affrontare nuovamente lo stesso argomento. Ogni volta è la stessa storia: Rose la offende e Lux inizia a rimuginare fino a cadere in uno stato di ansia e disagio. È una ragazza decisa, eppure quando si tratta della sua vita privata si mostra molto vulnerabile.
«Vieni a sederti qui.» la invito, con dolcezza, a raggiungermi sul divano, picchiettando la mano sul posto vuoto accanto a me. 
Lei, seppur in silenzio, ubbidisce.
«Cosa c'è che non va?» indago, cercando di inserirmi nella sua vita da adolescente in punta di piedi.
«Non so chi sono.» sussurra sinceramente, abbassando però lo sguardo verso il pavimento. «A volte penso ... di non essere nel posto giusto qui.»
«Invece sei proprio dove dovresti essere.» affermo con sicurezza afferrando le mani tra le mie, stringendo le dita sottili in una morsa protettiva. «Sei intelligente, Lux, quindi sai bene quanto ti adoriamo. Sei mia figlia! Come potrebbe essere diverso?»
«È solo ... che a volte penso che Rose abbia ragione: non faccio parte di questa famiglia, non veramente.»
«Non dire sciocchezze!» la ammonisco, con il cuore in gola e la voglia di piangere crescente.
Odio vedere mia figlia in questo stato, non posso sopportare il pensiero che lei si senta inadeguata o non apprezzata. Comprendo quanto sia difficile accettare la realtà delle cose, ma mi si spezza il cuore nel vederla triste. Soffre già abbastanza senza che qualcuno le metta in testa strane idee. Rose avrà una punizione che ricorderà per tutta la vita ed imparerà a rispettare la sorella!
«Tu sei nata e cresciuta in questa famiglia, non importa quale sia il tuo cognome.»
Il silenzio cade nella stanza, un silenzio ingombrante e teso. Non provo questa sensazione di impotenza da tanto tempo, e speravo di averla dimenticata, sepolta insieme al dolore e alla tristezza. 
Non so esattamente come fare per tirarle su il morale. Tento ogni giorno di farla stare bene, ma capisco quanto le parole possano essere inutili rispetto ai fatti, e quando una sorella ti sbatte in faccia la verità escludendoti spesso dalla propria vita né rassicurazioni né gesti possono riempire quel vuoto. 
Cerco di essere una buona madre, Ron cerca di essere un buon padre, ma pare che i nostri sforzi scompaiano difronte a queste situazioni.
«Non mi hai mai raccontato come vi siete conosciuti ... » rompe il silenzio, alzando lo sguardo e sorridendomi triste.
«Se ti raccontassi la nostra storia sarebbe meglio? Ti sentiresti meglio?» domando curiosa e col cuore colmo di speranza.
«Forse. Non lo so.» scuote la testa sospirando forte. «Solo ... voglio sapere la verità, mamma. Ci sono persone che dicono cose cattive su di lui, ma se tu lo hai amato non poteva essere così orrendo, no? Ed io desidero conoscerlo.» afferma decisa guardandomi dritta negli occhi, con un'espressione determinata che mi riporta alla mia adolescenza. «Per quanto la nonna mi abbia detto tante cose, credo che solo tu possa essere sincera con me.»
Sorrido felice, accarezzandole piano una guancia, scrutando il viso dolce in ogni suo dettaglio e beandomi della bellezza ancora un po' infantile di mia figlia. Finalmente, dopo molto tempo, riesco a vedere una scintilla di interesse e speranza nei suoi occhi. Sono molto orgogliosa di come sia diventata, e se per fugare ogni suo dubbio dovrò ripercorre un passato che vorrei solo dimenticare allora sono pronta a sacrificarmi, purché lei sia serena.
«Ti racconterò tutto, sin dal principio.»
 
.Spazio autrice.
Salve miei cari lettori!
Questo é l'inizio di una storia particolare, una storia che coltivo già da un po'.
É la prima volta che mi cimento in una fanfiction potteriana e, dopo aver letto parecchie Dramione, mi sono convinta a scriverne una. 
Spero che il prologo abbia stuzzicato la vostra curiosità e spero di essere all'altezza della situazione - zia Row perdonami! 😖
Al prossimo aggiornamento 😘
 
   
 
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