Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: ManuKaikan    22/03/2018    3 recensioni
Clarke Griffin amava il Natale ma soprattutto amava passarlo in mezzo a luci, festoni e regali.
Lexa Woods odiava il Natale ma soprattutto odiava il pensiero di dover interagire con le persone per le feste, quando l'unica cosa che voleva era rintanarsi nella propria stanza e ascoltare canzoni deprimenti.
Che cosa succederebbe se entrambe si ritrovassero a passare il Natale in una sola casa, trasformata in una sorta di scatenata dozzina dove bisticci, scherzi e fiumi di zabaione fossero all'ordine del giorno?
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Anya, Clarke Griffin, Lexa, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cheaper by the Dozen

Capitolo 5
This is the new year

31 dicembre 2017


Lexa non si era mai definita una persona da festa, anzi, aveva sempre preferito di gran lunga divertimenti di altro genere che non comprendessero alcool e musica a tutto volume. Per quello quando Echo era tornata a casa - dopo l'ennesimo pomeriggio passato in compagnia di alcuni amici – esclamando che erano state tutte invitate ad una festa, Lexa aveva storto la bocca. Anya ovviamente non le aveva permesso nemmeno di pensare all'eventualità di rimanere a casa e questo l'aveva infastidita ancora di più.

Quando però si era ritrovata seduta sul proprio letto, ad osservare Raven e Clarke che si preparavano per la serata, aveva cominciato a pensare che forse essere trascinata a quella festa non era poi una cattiva idea. I suoi occhi si puntarono sulla ragazza bionda che, davanti allo specchio, si stava muovendo a tempo di musica applicando un leggero filo di trucco sugli occhi.

Era spacciata.

Non aveva fatto altro che fissarla come se Clarke fosse una sorta di dono divino e ogni volta che la ragazza si voltava e le sorrideva, Lexa sentiva il proprio cuore saltarle in gola e cominciare a battere all'impazzata. Non le era mai capitato prima e non aveva idea di come comportarsi, quindi si limitò a fissarla con un sorriso ebete sulle labbra.

Lo aveva stampato sulle labbra da quando si era svegliata con Clarke schiacciata contro il suo petto e stava sospettando che le sarebbe caduta la mandibola a breve se non avesse smesso. Sobbalzò quando Anya si sedette al suo fianco urtandola con la spalla, strappandola dalla sua contemplazione e mostrandole con un ghigno divertito.

«Se continui a fissarla così, prima o poi la consumerai.» la prese in giro.

Lexa non rispose, riportò l'attenzione sulle due ragazze e sospirò piano. «Sono nei guai, Anya.» sussurrò infine.

«Lexa eri l'unica a non aver capito di essere cotta di Clarke.»

«Non sono cotta.» disse immediatamente. «Ma è indubbiamente da togliere il fiato.» sussurrò osservando la ragazza in questione muovere i fianchi e cantare in sincrono con Raven. «È bellissima e il suo sorriso mi fa battere il cuore come non mi è mai successo prima.» fece una piccola pausa quando Anya ridacchiò. «Non una parola.»

Anya le diede una spallata sorridendo. «Costia non era quella giusta Lexa.» disse. «Vi siete amate, avete avuto una bella storia, ma è ora di andare avanti.» prima che la ragazza potesse rispondere, aggiunse. «Non pensare che sia troppo presto, fra voi due era finita da tempo, ci hai messo solo di più per riconoscerlo.» mormorò.

Lexa non rispose, ma assimilò le parole di Anya nel profondo, rendendosi conto di quanto fossero vere. Le cose fra lei Costia avevano smesso di funzionare molto prima della rottura, semplicemente non aveva voluto accettare la sconfitta. Non stava dicendo di volersi gettare in qualcosa con Clarke, però era pronta a darsi un'occasione per provare ad essere felice di nuovo.

«Un po' come te con Raven?» le chiese infine.

Anya ridacchiò osservando la diretta interessata con un dolce sorriso. «Raven è qualcosa di inaspettato, ma allo stesso tempo di così bello che non voglio privarmene.»

«E come farete quando ricominceranno i corsi?» domandò Lexa.

Raven frequentava l'università a Yale insieme a Clarke e Anya si trovava a chilometri di distanza, ma se conosceva sua sorella, era sicura che la distanza sarebbe stata l'ultimo dei suoi problemi.

«Troveremo una soluzione.» rispose Anya con una scrollata di spalle. «È la cosa più bella che mi sia mai capitata, non me la lascerò sfuggire.» aggiunse prima di alzarsi in piedi e metterle una mano sulla spalla. «E non dovresti nemmeno tu.» disse.

Non ci fu bisogno che specificasse di che cosa stesse parlando, lo sguardo di Lexa si posò immediatamente su Clarke e le sfuggì un piccolo sorriso, pensando che forse quell'invito non era stato poi una cattiva idea. Lanciò uno sguardo all'orologio rendendosi conto che erano di gran lunga in ritardo sulla tabella di marcia e dovevano ancora cenare, se fossero arrivate dopo l'orario stabilito era sicura che Echo non avrebbe smesso di lamentarsi.

«Mentre voi finite di prepararvi che ne dite se vado a prendere una pizza?» disse ad alta voce cercando di superare il rumore della musica.

L'unica risposta che ricevette fu pollice alzato da Raven e un sorriso da sopra la spalla da Clarke, cosa che per un momento le fece tremare le gambe. Scosse la testa e dopo aver afferrato il portafoglio, le chiavi dell'auto e aver indossato le scarpe, uscì dalla stanza pregando di trovarle pronte al suo rientro.

//

Dopo aver cenato, Lexa era riuscita addirittura a chiamare sua madre e successivamente Lincoln, il quale, insieme ad Octavia, aveva deciso di concedersi una bella serata con la fidanzata per festeggiare l'anno nuovo. Avevano affittato una stanza in un hotel nel centro che avrebbero occupato dopo aver osservato i fuochi nella grande piazza insieme ad altre migliaia di persone. Se non fosse stata per la presenza di Clarke, probabilmente anche Lexa avrebbe preferito passare un capodanno del genere, ma quando la ragazza era uscita dal bagno pronta per andare alla festa, si era resa che non poteva lamentarsi.

Clarke indossava una gonna – forse considerarla gonna era eccessivo – un paio di stivali che le arrivavano al ginocchio, una camicetta bianca con qualche bottone slacciato sul davanti a mostrare il suo reggiseno nero, mentre i capelli erano acconciati in una treccia che permetteva di mostrare il suo volto sul quale aveva applicato un leggero trucco.

Dopo essersi assicurata che tutte fossero pronte, Lexa si era proposta come guidatore designato per la serata, consapevole che qualcuno di loro avrebbe dovuto rimanere sobrio per portarle a casa sane e salve.


La festa era proprio come Lexa l'aveva immaginata: rumorosa, piena di persone e con tanto alcool. Non c'era voluto molto perché Anya e Raven sparissero nella folla in cerca di Echo o per Clarke di raggiungere Bellamy e Murphy interrompendo la loro pomiciata spinta nell'angolo della sala e per Lexa di rimanere sola. L'unica cosa che Lexa riuscì a fare fu sospirare mentre si dirigeva al tavolo dove erano sistemate tutte le bibite. La serata sarebbe stata abbastanza lunga, poteva concedersi un paio di birre.

Come accadeva sempre anche durante i party universitari ai quali era andata negli ultimi anni, Lexa si ritrovò seduta su uno dei divani con propria bottiglia di birra ancora del tutto piena. Echo l'aveva intercettata al tavolo delle bibite e dopo averla presa sottobraccio l'aveva trascinata a conoscere una quantità di persone inimmaginabile, amici e conoscenti, di cui Lexa non ricordava nemmeno il nome. Quando finalmente l'aveva lasciata andare, Lexa era scivolata in un posto più tranquillo, osservando la folla con discreto interesse.

Non c'era voluto molto perché individuasse Clarke, proprio come una falena attratta da una luce alla quale non riusciva a fare a meno. Aveva passato la maggior parte del tempo ad osservarla danzare divertita con Murphy e Bellamy, il sorriso sulle labbra che non l'aveva abbandonata nemmeno per un secondo, questo finché una ragazza di bell'aspetto si era avvicinata e aveva cominciato a parlarle all'orecchio. A quel punto Lexa aveva aggrottato le sopracciglia e si era raddrizzata sul divano per guardarle meglio, stringendo la mascella quando Clarke aveva riso a qualcosa che la sconosciuta le aveva sussurrato nell'orecchio.

Stava quasi per alzarsi, non sicura di come comportarsi quando si ritrovò a scontrarsi contro Anya, sobbalzando sorpresa. Aggrottò le sopracciglia nel vedere lo sguardo dipinto sul volto di sua sorella e si ritrovò a roteare gli occhi ancora prima che questa potesse dire una sola parola.

«Chi ti ha ucciso il gatto?» le chiese Anya con un sorriso divertito.

«Non ho niente.» disse prendendo un sorso della propria birra.

Il suo sguardo che si posava su Clarke e la ragazza che l'aveva approcciata, fece capire a Anya che c'era un problema e sospirò forte.

«Non sembrerebbe.» disse con un sopracciglio alzato. «Se non ti piace il modo in cui quella biondina sta ballando con Clarke, tira fuori le palle e fai qualcosa al riguardo.» bofonchiò. «Non ho intenzione di vedere quella faccia per il resto della serata!» continuò dandole una spallata e facendole quasi versare tutta la birra.

«Ma che ti prende!» ringhiò Lexa cercando di mantenere l'equilibrio.

«Muovi il culo e vai a prenderti la tua donna prima che lo faccia qualcun altro.» tagliò corto Anya, prima di sparire di nuovo nella folla diretta verso il tavolo delle bibite.

Lexa sospirò profondamente e scosse la testa, cercando di non dare peso alle parole di sua sorella, ma quando i suoi occhi si posarono di nuovo sulle due ragazze in pista, si ritrovò a bere tutta la birra in un sorso. Si morse il labbro inferiore nel vedere la ragazza attirare Clarke al suo petto e accarezzarle le braccia con sensualità e Lexa sentì un nodo di gelosia stringerle lo stomaco a quella visione.

Finì la propria birra in un solo sorso e infilò la bottiglia nelle mani di uno dei ragazzi al suo fianco, non preoccupandosi di spiegargli. Quando raggiunse la pista, tenendo la gelosia sotto controllo, si fermò alle spalle di Clarke e le passò le braccia attorno alla vita attirandola contro il suo petto, sorridendo quando vide l'altra ragazza aggrottare le sopracciglia confusa.

«Continua a ballare.» le sussurrò contro l'orecchio.

Sentì Clarke tremare fra le sue braccia per la frazione di un secondo, mentre continuava a muovere i fianchi lasciandosi andare alla musica. Lexa percepì Clarke schiacciarsi contro di lei, strofinando il sedere contro le sue pelvi, costringendola a stringerle forte la vita e cercare di ingoiare il gemito che stava per sfuggirle dalle labbra. Quello sembrò intensificare gli sforzi di Clarke che mosse la mano ad afferrare il retro del collo di Lexa, attirandola verso di lei e muovendo i fianchi con lentezza esasperante.

Lexa la strinse di più e senza controllarsi affondò il naso nei suoi folti capelli biondi aspirandone l'odore, mentre Clarke le graffiava la nuca e la spingeva con più forza contro di lei. Lexa non riuscì a trattenersi e appoggiò le labbra sulla sua spalla, strappando un piccolo gemito a Clarke.

«Lexa...»

Improvvisamente Clarke si voltò stringendole le braccia al collo, inchiodando gli occhi ai suoi le sue iridi blu le scavarono dentro con un'intensità tale che Lexa si sentì mancare il respiro. Si fissarono per un tempo interminabile ma, proprio quando Lexa si sentì coraggiosa abbastanza da sporgersi per baciarla, qualcuno la strappò dal loro incantesimo.

«Mi dispiace interrompere tutta questa tensione, ma devo rubare Clarke per un paio di minuti.» disse Raven con un piccolo sorriso, afferrando il braccio della sua amica e trascinandola via in mezzo alla folla.

Lexa le osservò sparire nella folla, passandosi una mano nei capelli alla consapevolezza di quanto fosse stata vicina a baciarla e il cuore che le batteva forte nel petto era la prova di quanto quella vicinanza la influenzasse profondamente. Contrariamente a quello che si era ripromessa, decise che aveva bisogno di un altro drink per calmare il fuoco che stava ardendo dentro di lei.

//

Clarke aveva cercato di liberarsi il prima possibile di Raven – che l'aveva trascinata via per presentarle una persona che avrebbe potuto aiutarla con la sua tesi – e senza perdere tempo era corsa in cerca di Lexa, imprecando sottovoce quando non la vide in mezzo alle persone che riempivano il salotto. Non fece in tempo a gettarsi alla sua ricerca che qualcuno le toccò la spalla per attirare la sua attenzione, ritrovandosi a specchiarsi negli occhi scuri di Anya e nel suo piccolo sorriso.

«Sei stai cercando il tuo principe azzurro.» disse con tono divertito. «È andata al piano di sopra, non chiedermi a fare che cosa.» mise subito in chiaro. «Ma mi ha detto di avvertirti se avessi avuto la fortuna di incontrarti, quindi fossi in te mi sbrigherei.»

Clarke le rivolse un sorriso felice e le diede un veloce abbraccio, guadagnando un'espressione di disgusto prima di correre verso le scale che portavano al piano superiore. Controllò che Lexa non fosse nella fila che si era formata davanti al bagno per poi continuare per la sua strada, notando che c'era una porta che sembrava essere stata lasciata aperta e senza riuscire a spiegarsi il motivo si fece avanti. Spinse l'uscio e aggrottò le sopracciglia nel notare la stanza completamente buia, ma vide immediatamente la figura in piedi davanti alla finestra e ci mise un solo attimo a riconoscerla.

«Mi dispiace.» disse raggiungendola. «Raven mi ha present-»

La frase si bloccò a metà quando Lexa le appoggiò le dita sulle labbra per farla smettere di parlare e Clarke si ritrovò a tremare nel trovarsi ancora una volta così vicina a lei e Lexa le sorrise. Clarke la guardò tirare fuori il proprio cellulare, mentre una leggera musica cominciava ad avvolgere la stanza buia e Lexa le afferrò le mani portandosela al collo.

«Balla con me.» le sussurrò.

Contrariamente alla canzone sensuale che avevano ballato al piano di sotto, questa era calma e romantica e Clarke si lasciò trasportare dal leggero ondeggiare.

The sun is setting
And you're right here by my side
And the movie is playing
But we won't be watching tonight

Clarke sorrise accarezzando dolcemente la nuca di Lexa e permettendo alla musica di accarezzarle, sentendo chiaramente il baccano dei festeggiamenti alzarsi di volume ogni minuto che passava, segno che la mezzanotte si stava avvicinando.

«Every look, every touch.» cantò piano Lexa. «Makes me wanna give you my heart.» si morse il labbro inferiore guardando Clarke negli occhi. «I'd be crushin' on you, baby...»

Clarke fece correre le mani dal suo collo al suo volto. «'Cause I never knew, I never knew
You could hold moonlight in your hands.» mormorò. «'Til the night I held you, you're my moonlight.»

Lexa le sorrise dolcemente, voltando la testa per baciarle il polpastrello. «I kiss her fingertips, as I'm wishing she's all mine.»

«Lo sarò se vuoi che lo sia.» sussurrò Clarke appoggiando la fronte contro la sua.

Lexa chiuse gli occhi per qualche secondo, lasciando che Ariana Grande continuasse per qualche altro verso, prima di fissarla nuovamente con intensità.

«Puts her lips on my neck, makes me want to give her my body.» rabbrividì quando le labbra di Clarke si posarono davvero sul suo collo, succhiandolo leggermente. «I'd be fallin' for you, baby
and I just can't stop...» ansimò quando i denti della ragazza le succhiarono la pelle.

«10! 9! 8!»

Lexa sobbalzò nel sentire il conto alla rovescia echeggiare nella stanza e strinse Clarke al suo petto, sorridendole dolcemente e strofinando il naso contro il suo.

«7! 6! 5!»

Clarke ricambiò il sorriso e, lasciandosi cullare dal suo odore così dolce e rassicurante, accarezzandole le spalle attraverso la camicia che indossava.

«4, 3, 2!»

Lexa trattenne il respiro nel vedere gli occhi di Clarke brillare nella penombra nella stanza e le sue guance rosse di emozione. Era il momento della verità e il suo cuore sembrava sul punto di esplodere.

«1! BUON ANNO!»

«Buon anno, Clark-»

La frase venne bloccata a metà dalle labbra di Clarke che si chiusero sulle sue con dolcezza e Lexa sospirò nella sua bocca, appoggiandole i palmi aperti contro la schiena e stringendola al petto. Al piano di sotto i festeggiamenti rieccheggiavano sempre più rumorosi, ma le ragazze erano totalmente immerse nel loro mondo fatto di labbra che si cercavano, di gemiti che sfuggivano e di mani che artigliavano l'una i vestiti dell'altra.

(Si era rivelato, senza dubbio, il miglior capodanno di sempre.

//

Lexa aveva davvero provato a cercare sua sorella nella folla per avvertirla, ma non l'aveva trovata da nessuna parte e il fatto che Clarke non avesse fatto altro che baciarle il collo, sussurrandole all'orecchio cose che avrebbe probabilmente ricordato per sempre, l'aveva portata ad una decisione drastica: lasciare alla festa.

Anya e le altre erano tutte ragazze adulte e come tali potevano certamente chiamare un taxi per tornare a casa, del resto era capodanno anche per lei e aveva tutta l'intenzione di festeggiare nel migliore dei modi. Era proprio quello che stava facendo quando spinse Clarke contro la porta di casa Woods, le labbra contro il suo collo e le mani ad accarezzarle la schiena sotto la maglietta.

Clarke non ci mise molto a sospirare ed appoggiarle la mani sulle spalle, fermando i suoi movimenti e Lexa alzò lo sguardo verso di lei, le guance rosse e l'espressione preoccupata.

«Non dobbiamo fare niente che tu non voglia.» mise subito in chiaro con un filo di voce.

«Oh no, no, voglio.» mormorò Clarke maliziosa, accarezzandole le labbra. «Ma non sarebbe meglio spostarci in un posto più comodo?» chiese.

Lexa non le rispose a parole, la prese fra le braccia strappandole un grido sorpreso e Clarke le legò le braccia al collo, baciandola con sensualità mentre la ragazza la portava su per le scale. La porta della stanza si chiuse dietro di loro con un rumoroso tonfo e Lexa sorrise sulle labbra di Clarke quando la schiena di quest'ultima toccò il materasso.

I baci divennero sempre più appassionati e anche le mani cominciarono a muoversi più freneticamente sopra i vestiti e fu in quel momento che Clarke si rese conto della tensione nei gesti di Lexa.

«Ehi...» sussurrò piano accarezzandole il volto. «Va tutto bene?»

«Sì, io-»

«Stai tremando, Lexa.» le fece notare. «La regola vale anche per te, non dobbiamo fare niente che tu non voglia.»

«Lo voglio!» esclamò quasi immediatamente. «Solo che... sono stata intima con una sola persona per molto tempo.»

«Quanto tempo?» chiese Clarke alzando un sopracciglio.

«Molto tempo.» ribadì con una piccola risata. «Quindi sono un po' tesa, ma santo cielo se lo desidero...»

«Lascia fare a me.» sussurrò la ragazza spingendola via e facendola atterrare sulla schiena. «Ti fidi di me?» le chiese strisciando sul suo corpo e fermandosi ad un millimetro dalle sue labbra.

«Mi fido di te, Clarke.» rispose con il fiato corto.

L'unica risposta che Clarke le diede fu un sorriso malizioso e le labbra che si poggiarono alle sue, zittendola e facendole girare la testa. Lexa le infilò le dita fra i boccoli biondi, lasciandosi andare forse per la prima volta nella sua vita.

I minuti passarono più lentamente di quanto si fosse aspettata, la luce della luna che filtrava dalla finestra illuminava il velo di sudore che luccicava sul petto nudo di Lexa, mentre inarcava la schiena tra le lenzuola e gemeva. La testa di Clarke si muoveva con un ritmo lento fra le sue gambe e Lexa afferrò con una mano la testata del letto, mentre l’altra finì nella cascata di capelli biondi che le solleticavano la pancia, chiuse gli occhi e le si bloccò il respiro.

Clarke risalì lungo il suo corpo, leccandole la pelle accaldata e chiudendole la bocca con la sua, mentre la mano si infilava di nuovo nel mare caldo che erano le sue cosce. Lexa ansimò sulle sue labbra quando due dita si fecero strada dentro di lei e le strinse forte le spalle, cercando qualcosa a cui aggrapparsi.

«Sei bellissima.» sussurrò con riverenza Clarke, scostandole una ciocca di capelli dal volto per poterla guardare meglio. «Sono qui, Lexa, lasciati andare.» disse. «Vieni per me.»

«Clarke... oddio!» gemette chiudendo di scatto gli occhi e lasciando che il piacere la cogliesse.

Poteva sentire Clarke ovunque, su di lei, dentro di lei, sotto la sua pelle e soprattutto nel suo cuore.

//

Un rumore indistinto al piano di sotto disturbò per un solo secondo il sonno delle due ragazze, prima che Lexa si sistemasse meglio fra le braccia di Clarke, nascondendo il volto nel suo collo e sospirando di beatitudine. Non aveva nessuna intenzione di muoversi dal letto, non dopo quello che era accaduto la notte precedente e le aveva tenute sveglie sino alle prime ore del mattino, sino a quando, spossate e appagate, non erano crollate.

Lexa sorrise quando sentì le dita di Clarke accarezzarle la schiena nuda e non riuscì a resistere alla tentazione di baciarle lo sterno, prima di sistemarsi meglio nel suo abbraccio. Cullata dal respiro lento e regolare di Clarke, Lexa era quasi sul punto di assopirsi nuovamente quando le labbra della ragazza si posarono sulla sua fronte.

«Sei così calda.» sussurrò Clarke.

«È una cosa che ho sentito parecchio ieri sera.» la prese in giro Lexa, sorridendo quando la ragazza scoppiò a ridere.

«Lexa?»

«Mmh?»

«Solo perché tu lo sappia, non rimpiango nulla di quello che è accaduto ieri notte e stamattina.»

Lexa appoggiò una mano aperta sul suo petto nudo, osservandola con curiosità accarezzandole la pelle calda. «Nemmeno io.» rispose piano.

Clarke la fissò per un lungo momento consapevole di avere molte cose di cui parlare, ma in quel momento non le importava. Le sorrise felice chinandosi verso di lei pronta a sigillare quelle confessioni con un bacio, quando la porta si spalancò di scatto.

«Sarà meglio che alzi immediatamente le chiappe dal-»

Qualsiasi cosa Anya stesse per dire si spense lentamente fra le mura della stanza quando i suoi occhi si puntarono sul sedere nudo di Clarke che spuntava dalle coperte. Lexa si voltò di scatto, stringendosi il lenzuolo al petto e così facendo scoprì ancora di più Clarke che gridò di sorpresa e prima dire qualcosa, Raven fece il suo ingresso.

«Griffin sapevo che eri una stronza, ma questo è andato oltre le mie aspettativ-oh!» disse mentre un sorriso le si dipingeva fra le labbra.

«Beh, buon anno Lexa.» ghignò Anya incrociando le braccia al petto. «Adesso so perché te ne sei andata e ci hai costrette a fare l'autostop per tornare a casa.»

«Volete cortesemente uscire?» ringhiò Lexa sistemando il lenzuolo su entrambe.

Anya si voltò a guardare Raven la quale scosse la testa leggermente. Quelle due erano fuggite nel bel mezzo del party lasciandole completamente ubriache e sole a trovare un modo per tornare a casa. Erano state fortunate ad aver incontrato Echo che, in compagnia di Niylah, aveva dato loro un passaggio.

«Non avevate detto di essere stanche?» gridò Echo salendo velocemente le scale.

«Anya.» ringhiò Lexa.

Non voleva che Echo la vedesse in quella situazione, non ne avrebbe mai sentito la fine altrimenti, ma l'unica cosa che Anya fece fu scrollare le spalle e farsi da parte. Echo cominciò a ridere divertita quando vide le due ragazze nel letto e si scambiò un cinque con Raven, prima di tirare fuori il telefono e scattare una foto.

«Ontari mi deve venti dollari.» mormorò divertita.

«Lincoln me ne deve cinquanta.» aggiunse Anya.

«Fuori di qui!» gridò Lexa tirando alle tre un cuscino.

Anya lo afferrò al volo ridendo e Lexa cominciò a cercare i suoi vestiti o qualcosa da indossare, per poterle cacciare con le sue stesse mani.

«Da quanto tempo hai un neo sulla chiappa sinistra, Griffindor?» chiese Raven pensierosa.

«Porta il tuo culo fuori di qui, Reyes!» ringhiò Clarke e questa volta la spazzola che aveva preso dal comodino andò a segno.

La porta si chiuse velocemente e Lexa si lasciò cadere sul letto portandosi le mani al volto, mortificata, sobbalzando quando la bocca di Clarke si chiuse sul suo collo strappandole un piccolo gemito.

«Dove eravamo rimaste?» le chiese con tono malizioso.

Lexa rise stringendola forte pronta a riaccendere il fuoco che si era spento solo qualche ora prima, desiderosa di farsi sentire da tutti gli occupanti della casa e, giusto per far loro dispetto, avrebbe fatto in modo di essere più rumorosa del solito. Quando però Clarke le sorrise con dolcezza, accarezzandole il volto e baciandola dolcemente, Lexa dimenticò tutto il resto.

Lexa era sicura che quello sarebbe stato un buon anno e aveva la sensazione che avrebbe continuato in quella maniera per molto tempo a venire.


________________

NoteAutrice:

So che siamo ormai a Marzo, quindi capodanno è passato da un pezzo, ma da quello che so in Italia fa freddo e forse arriva di nuovo la neve, quindi alla fine non sono poi così lontana, no?

A parte gli scherzi, il nuovo lavoro mi sta prosciugando (tipo adesso sto scrivendo le note con un bambino che fa i capricci nelle orecchie) ma ci sono riuscita! Ora, so che la Clexa week è finita da un pezzo e se avessi avuto più tempo probabilmente avrei partecipato, ma uno dei temi mi ha colpito in faccia e ho già scritto 7 pagine.

Vi do solo un indizio, il tema era: accidental stimulation e con questo vi lascio!

See you soon, I love you all!

ManuKaikan





  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: ManuKaikan