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Autore: Be_Yourself    22/03/2018    2 recensioni
E se ne stavano così, i due eroi che insieme avevano costruito Albion, che avevano dato vita ad una leggenda conosciuta in tutto il mondo e che dopo più di mille anni ancora si ricorda.
Se ne stavano così, su due rive opposte, entrambi in attesa della medesima cosa, entrambi in attesa di quel giorno in cui l'attesa sarebbe finita.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quest'acqua che ci divide


Quel giorno il sole splendeva alto nel cielo, rifrangendosi in tanti piccoli cristalli di luce sulla superficie del lago di Avalon, quasi a beffarsi della tristezza che, nonostante il tempo trascorso, ancora dilaniava il cuore di Merlin.
Dall'alba sedeva in un solitario silenzio sulla riva di quel lago che era stato per lui l'ultima speranza di salvare il suo re, e che era invece diventato la prova del suo più grande fallimento. Sedeva nel punto esatto in cui aveva spinto Arthur in acqua, preparato come si conviene ad una persona del suo calibro, su quella barca che sarebbe stata il suo sarcofago fino al giorno in cui il destino non avesse deciso che Albion aveva nuovamente bisogno del suo unico e vero re.
E già vent'anni erano passati.
I regni non erano più in guerra e chi praticava la magia non era più perseguitato. Ovunque c'era pace, una pace che Arthur aveva portato, che lui e Arthur avevano costruito insieme in modi che gli altri potevano soltanto vagamente immaginare dalle storie che i bardi cantavano sulle gesta del più grande re di tutti i tempi e del suo fedele amico Merlin il mago. Tutto era quieto e sereno, il mondo non aveva bisogno del suo re, non in quel momento almeno. Eppure ogni anno nell'anniversario di quel giorno fatale, Merlin si recava sulle rive di quel lago e per un intero giorno e un'intera notte restava fermo sulla riva, fissando immobile il leggero incresparsi dell'acqua e attendendo ciò che di sicuro non sarebbe accaduto ma in cui lui continuava a sperare.


Sull'isola al centro del lago, tenuto in bilico tra la vita e la morte dalle magie di Avalon, anche Arthur attendeva. Non poteva muoversi o percepire il mondo che mutava fuori da quel limbo in cui era intrappolato, non poteva calcolare lo scorre del tempo, ma poteva ricordare. Ricordare chi era stato in vita, le cose che aveva fatto, le persone che aveva conosciuto. Sperò che stessero tutti bene e che dalle ceneri delle battaglie che aveva combattuto fosse sbocciata una meravigliosa e duratura pace, o il suo sacrificio sarebbe stato vano; sperò che Merlin stesse bene e che Guinevere – al contrario di lui – avesse avuto il buonsenso di annullare quelle stupide leggi contro la stregoneria cosicché quello che era stato il suo servo e il suo amico più fedele potesse avere il giusto riconoscimento per tutto ciò che aveva fatto nei lunghi anni che lo avevano visto al suo servizio, combattendo nell'ombra e in solitudine battaglie di cui tutti ignoravano l'esistenza, ma non per questo meno gloriose.
Poi un giorno l'aveva sentito, il suo nome sussurrato da quella voce che conosceva fin troppo bene e che sembrava parlargli direttamente attraverso le magie che lo avvolgevano. Aveva sorriso – almeno nella propria mente – perché significava che Merlin stava bene e che non l'aveva dimenticato, ma su quest'ultimo punto non aveva avuto il minimo dubbio, una devozione come quella che il mago aveva per lui era rara da trovare e quasi impossibile da distruggere. Dopo quella prima volta ne arano venute delle altre, a intervalli di tempo regolari, o perlomeno che a lui sembravano tali data la sua totale impossibilità di calcolare o percepire correttamente lo scorrere del tempo; ciò che sentiva non era nient'altro che il suo nome sussurrato dalla voce di Merlin, in un modo carico di dolore e disperazione, ma anche di cieca devozione e aspettativa, come una piccola luce nelle tenebre più nere, come una supplica di cui si attende la risposta ma con la certezza che prima o poi verrà esaudita.
E poi un giorno aveva capito.
Non erano le labbra di Merlin a sussurrare il suo nome, bensì la sua anima e tutto il suo intero essere, per questo riusciva a sentirlo attraverso le magie di Avalon che lo avvolgevano, quelle stesse magie della terra che scorrevano nel corpo del suo amico dandogli i poteri con cui tante volte lo aveva salvato.
L'anima di Merlin lo stava chiamando, disperata e speranzosa al tempo stesso, invocandolo come se fosse una divinità, pregandolo di tornare e attendendo con devozione che quella preghiera venisse esaudita. Allora si era finalmente reso conto che c'era una ragione se non era semplicemente morto ma se ne stava lì in attesa di qualcosa, c'era una ragione se le magie di Avalon continuavano a tenere la sua anima e il suo corpo legati insieme lasciandolo né vivo né morto ma in attesa: lui sarebbe tornato un giorno, la supplica di Merlin sarebbe stata esaudita e lui sarebbe tornato.
Ora lo sapeva.


E se ne stavano così, i due eroi che insieme avevano costruito Albion, che avevano dato vita ad una leggenda conosciuta in tutto il mondo e che dopo più di mille anni ancora si ricorda.
Se ne stavano così, su due rive opposte, entrambi in attesa della medesima cosa, entrambi in attesa di quel giorno in cui l'attesa sarebbe finita e il Re del Passato e Re in Futuro avrebbe finalmente preso il posto che gli spettava alla guida del mondo che con tanto sacrificio aveva costruito. Se ne stavano così, uniti anche se separati, uniti da un sentimento che neppure la morte era riuscita a distruggere, temprato nel fuoco di tutto ciò che avevano vissuto. Mille avventure li avevano visti l'uno accanto all'altro, sempre insieme a prescindere da quanto grande fosse il pericolo; si erano sostenuti a vicenda, si erano dimostrati amicizia, ma soprattutto lealtà e fiducia.
E si erano amati.
Sì, si erano amati nel modo più puro e profondo, di quel sentimento onesto e sincero privo dalla corruzione del desiderio carnale, di quel sentimento che è devozione e sacrificio, che da senza pretendere nulla in cambio.
Si erano amati di quell'amore che nasce dai più profondi recessi dell'anima, che stringe il cuore e che lega in maniera indissolubile, proprio come due facce della stessa medaglia.
Questo aveva sempre unito Merlin e Arthur.
Questo li avrebbe tenuti legati fino alla fine dei tempi.

Aspettami, Merlin, tornerò.

Ti aspetterò, Arthur, anche per tutta l'eternità se necessario.




Angolo autrice
Salve a tutti! Non c'è molto da dire su questa storia, a parte che spero che vi sia piaciuta. Mi è venuta in mente così, in un momento come un altro, tant'è vero che avevo preso appunti sul cellulare per non rischiare di dimenticarmela, e ecco che ora le ho dato forma.
Si ricorda che i commenti sono sempre be accetti :D

 

  
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