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Autore: BrokenSmileSmoke    22/03/2018    0 recensioni
Marina Leonardi è una quattordicenne intelligente, ironica, un po' menefreghista e con pochissima voglia di studiare.
Vive la vita giorno per giorno e difficilmente da confidenza a persone diverse da lei nel carattere.
Una sera, dopo l'incontro insegnanti-genitori, viene investita da una tragica notizia.
Deve preparare le valigie e trasferirsi, mollando tutto e allontanandosi dalla sua migliore amica Elisa e dall'amore della sua vita, Maurizio, un ragazzo che a malapena ricorda la sua esistenza.
Il cambio di scuola non è traumatico come se lo aspettava, anzi.
Le nuove amicizie sembrano migliori da quelle passate, e la cosa più tragica della sua miserabile vita non è più ritrovarsi con il cellulare scarico lontano da casa.
E, come se non le bastasse, qualcuno la perseguita.
Qualcuno perseguita lei ed i suoi amici.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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«Ditemi che l’avete trovata» avevo imposto ai miei migliori amici una volta arrivato alla solita panchina, l’ennesima notte in bianco.
Loro mi guardarono tristi, non c’era bisogno di spiegazioni. Nel frattempo in me ripercorrevano tutti i ricordi di quella sera.
Io che mandavo il messaggio a Mar, che mi dirigevo nel bosco con la speranza che venisse e l’ansia che non ci fosse più nulla da fare, la collana, il bacio… Il suo “ci vediamo più tardi”.
Quella fu l’ultima volta che vidi Mar, la mia ragazza.
Avevamo deciso di poter ricominciare.
L’avevo salutata e ci eravamo dati appuntamento al ballo, ma lei non si presentò.
Non venne nemmeno a scuola per i giorni successivi, e, come avevamo fatto per Virginia, allarmammo tutti. Anche Marina era svanita nel nulla, nessuna traccia di lei.
«Ed il GPS che avevi fatto, genio?» avevo chiesto arrabbiato a Javier.
«Ha tolto il braccialetto quel pomeriggio stesso, è rimasto fermo in camera sua da allora»
Ed era successo di nuovo. Un’altra ragazza che svaniva nel nulla.
Mi domandai solo se, come Virginia, tornasse anche lei.
«Ragazzi, vorrei esservi più di aiuto, ma non riesco» aveva detto sospirando Virginia.
Lei era l’unica che poteva veramente aiutarci nel ritrovamento, peccato non ricordasse nulla.
«Non ti preoccupare» aveva detto Javier «in questo momento sto controllando tutte le telecamere del mondo, per vedere se magari il suo volto appare da qualche parte»
Delle volte Javier mi stupiva. Avevamo solo quattordici anni e lui era già un mago del computer ed un ottimo hacker, peccato non mi avesse mai aiutato a scoprire tutte le domande dei test scolastici, mi domandavo come mai ancora ne’ FBI o CIA lo avessero contattato per lavorare con loro, in fin dei conti non era una cosa facile tenere sotto controllo un miliardo di telecamere sparse in tutto il mondo.
«Notizie dalla polizia invece?» aveva chiesto il mio migliore amico Raul, ci conoscevamo sin dalle elementari e negli anni avevamo stretto un’amicizia talmente forte da ritenerci fratelli. Anche se eravamo molto diversi, lui molto riservato e chiuso in se stesso, io invece abbastanza esuberante.
«Non hanno trovato nulla, i genitori di Mar hanno aiutato il più possibile nelle indagini, ma nulla»
Cercavo di non buttare la spugna, Mar era ancora viva in qualche parte del globo, me lo sentivo.
Il computer di Javier iniziò a fare un rumore incomprensibile ed orrendo, e ci allarmò tutti.
«Ragazzi, ho trovato qualcosa» aveva esclamato il mio amico.
Immediatamente ci precipitammo tutti alla sua scrivania, preoccupati e curiosi.
«Quell’associazione non ha trovato Mar per caso, avevano calcolato tutto» iniziò a parlare.
«Cosa vorrebbe dire?» aveva domandato Ade.
«Il padre, o lo zio, di Mar non ha trovato lavoro qui per caso, anzi, non lo stava nemmeno cercando. Il Codice Genesi aveva rintracciato la nostra amica, e per avere lei ed Ade vicine ha contattato i genitori offrendo un lavoro che non potevano rifiutare, così erano sicuri che avrebbero portato anche lei qui»
Non ci potevo credere. Quello che pensavo fosse un segno del destino era stato pianificato nei minimi dettagli, e mi domandai cosa potessero mai volere dalla mia ragazza e da noi.
«Hai più informazioni? Magari la loro base, o il motivo per cui vogliono me e Mar?» era sempre Adelita a parlare.
Sentì Javier fare un lungo respiro, voltarsi verso di noi ed iniziare a raccontare.
Non ce l’avevano con Mar e Ade, ma con le loro famiglie.
Un certo Lambert, padre di Adelita, aveva tradito il capo dell’associazione in un esperimento scientifico che avrebbe trovato la soluzione per evitare il consumo di petrolio, in quanto avevano idee politiche troppo diverse. Lambert aveva trovato la soluzione, ma il suo collega non voleva svelarla a nessuno per via dei guadagni che sarebbero andati via.
Così era sfociata una lite che era terminata con lo sterminio della famiglia di Lambert, coinvolgendo la moglie, i genitori e sua figlia, Adelita. Solo non capivo come mai Marina fosse lì in mezzo.
«Avrei voluto dirlo con Mar presente» continuò Javier «Marina sarebbe… Devonne Lambert. La sorella di Adelita, ho fatto molte ricerche per accertarmi che fosse così, ed i fatti coincidono»
A quanto pare Mar, o Devonne, era la sorella maggiore di Ade, nonostante si passassero solo due mesi: Mar nata a gennaio, Adelita a dicembre,
La prima adottata dagli zii, dalla sorella della moglie di Lambert, e la seconda da un cugino di Lambert stesso.
Rimasi sorpreso. Tecnicamente Adelita era mia cognata.
Guardai la mia amica con i capelli rosa e non era minimamente sorpresa, probabilmente era già a conoscenza del fatto.
Guardai l’orologio e notai che era l’ora di andare ai corsi di recupero, nonostante la brutta situazione non volevo rischiare una bocciatura.
Mi diressi in classe con lo sguardo basso, era da giorni che mi torturavo.
Se solo fossi stato più forte e meno stupido.
Avevo i sensi di colpa ad un livello allucinante, avevo fatto la cosa peggiore che si potesse fare ad una persona che ti ama: tradire la fiducia.
Come un cretino avevo lasciato che Natasha mi baciasse nonostante sapevo che lo faceva apposta.
L’avevo piantata in asso settimane prima, e ciò non le era piaciuto, mi aveva baciato per il solo gusto di farmi perdere la ragazza che amavo.
«Della Robbia, è ancora lì con noi?»
Quella frase mi svegliò da tutti i miei pensieri, ero in classe, l’insegnante mi aveva sorpreso a fissare il vuoto.
Avevo annuito facendo finta di nulla.
La professoressa Hertz mi guardò apprensiva, consigliandomi di andare a prendere una boccata d’aria, tutti erano venuti a conoscenza del rapporto che avevo con Mar, e potevano capire che non fosse facile.
Uscì dalla classe ringraziandola per la prima volta nella mia vita, e mi diressi nel bosco, volevo stare da solo.
Ma non lo ero, non lì.
Sentì un rumore che mi fece accapponare la pelle.
«C’è qualcuno lì?»
Istintivamente mi toccai il polso sperando di avere ancora il bracciale con il GPS che mi aveva fornito Javier, e fui sollevato nel trovarlo lì.
Poi la vidi, era lì davanti a me con uno sguardo stupito.
«Adam!» la vidi sussurrare felice, poi mi corse incontro e mi abbracciò.
La strinsi, non l’avrei lasciata mai più. L’avrei tenuta accanto a me come se fosse il diamante più prezioso di tutti.
   
 
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