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Autore: Scaramouch_e    23/03/2018    3 recensioni
[aggiornamento del 23.07.2019: questa storia rimarrà incompiuta. Mi sto dedicando ad altro, ma non la voglio cancellare, e o eliminare. Quindi rimarrà qui, senza conclusione. Scusatemi.]
La compagnia è divisa: dopo esser riuscita a salvare Boromir, figlio di Denethor, la giovane Indil parte con Legolas e l'erede di Isildur nella impresa di riuscire a salvare gli hobbit Merry e Pipino catturati dagli hurk e orchetti e quindi destinati a morte sicura, durante la ricerca si imbatteranno in diversi personaggi inaspettati e nella guerra contro Saruman; Frodo e Sam sono partiti verso Mordor con una barca e poco cibo, ma incontreranno qualcuno di inatteso che li aiuterà a superare quest'avventura.
Nuovi personaggi, duelli e guerre terribili, ma anche geste amorose e azioni d'amicizia si avvicenderanno nella seconda parte delle prodezze di Indil e della nuova compagnia dell’anello nella loro lotta contro Sauron e Saruman e nel loro viaggio verso il Monte Fato.
[Boromir x nuovo personaggio + Aralas (Legolas x Aragorn) + altre ship]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Boromir, Faramir, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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indillegolas
araboro
faraE
The jewel

Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono stati scritti da J.R.R. Tolkien e messi sul grande schermo da Peter Jackson; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Ringraziamenti: Ringrazio tantissimo la mia beta, che ha letto e ha corretto gli orrori della fanfic (trovandala anche carina a detta sua!); grazie mille evelyn, per tutto... Se non vi siete letti ancora la sua fanfic, su andatelo a fare. Un ringraziamento infine va a tumblr per le gif a inizio capitolo...
Buona lettura.
Prologo.

Frodo e Sam avevano incontrato un essere deforme e l’avevano domato quella stessa sera. Ora erano in tre a viaggiare insieme, con la corda elfica legata attorno al collo della creatura che urlava e piangeva perché non sopportava quel laccio.
La donna che li seguiva di nascosto era sempre più contenta di non essersi mostrata, perché quella presenza le era insopportabile alla vista: odiava la creatura che stava con i due hobbit, ma voleva seguirli comunque.
Li rincorreva per curiosità, poiché non si vedevano molti mezz’uomini negli Emyn Muil, e perché aveva sentito parlare dagli orchetti di un hobbit che portava un oggetto di grande valore per il Signore Oscuro.
Era lo hobbit con i capelli neri ad avere l’elemento prezioso che il Signore Oscuro voleva. Da quando si trovava nelle terre oscure non aveva mai visto né sentito nulla del genere, e per questo motivo inseguiva i due mezz’uomini, appiattita, nascosta alla loro vista. 

Fin da quand’era piccola amava giocare con spada e arco, per poter uguagliare le leggendarie donne delle storie che Luine, sua madre, le leggeva da un grande tomo scritto decenni prima.
Ella era brava e metteva passione nei 
suoi gesti, tanto da esser notata da Boromir, figlio del Sovrintendente di Gondor.
“Ti va se giochiamo insieme alla guerra?” le aveva chiesto 
un giorno Boromir, che era già grande abbastanza a quell’epoca, anche se non troppo da non poter giocare.
“Prima devi parlare con mia mamma” aveva 
risposto la giovane fanciulla, senza provar timore nel guardare negli occhi del ragazzo.
Boromir aveva annuito
, facendosi guidare verso la casa umile e popolare dove lei viveva con sua madre, una donna mortale che aveva amato un elfo con poteri di guarigione.
Il figlio del Sovrintendente 
 parlò con la donna, e se questa inizialmente sembrò sorpresa e un po’ indispettita, quando capì che i giochi non avrebbero tolto tempo agli studi della figlia parve riflettere. “Anzi, potrebbe studiare anche meglio: giocheremmo vicino al palazzo dove, come ben sa, c’è la biblioteca” aveva proseguito il giovane, e sua madre aveva accettato.
“Il mio nome è Eliean” si era presentata la ragazza e Boromir l’aveva salutata militarmente prima di andarsene.
“Mi chiamo Boromir” si era presentato 
a sua volta il figlio del Sovrintendente.
“Vi conosco
, messer Boromir!” aveva urlato  la giovane guardando il condottiero andarsene. 

Nel cuore della giovane c’erano stati gratitudine e sorpresa. Mai si sarebbe immaginata di poter giocare con un condottiero come Boromir.  Gli allenamenti erano cominciati quella settimana stessa. Erano stati duri, ma lei non si era mai lamentata, anzi, era orgogliosa delle sue cicatrici.
Aveva continuato
 a allenarsi  duramente e, allo stesso tempo,  aveva studiato sui tomi antichi e polverosi della biblioteca di Minas Tirith con Faramir, il fratello minore di Boromir, e un vecchio saggio con il mantello grigio, che lei conobbe con il nome di Apeliote. [1]
Costui era un viaggiatore e un uomo assai sensato che presto si era preso a cuore il destino di Faramir e della fanciulla, facendo loro da maestro. 

“Miss Eliean, miss Eliean!” l'aveva chiamata una donna mentre stava giocando con Boromir.
I lunghi capelli rossi acconciati 
in treccine per non esser di peso durante gli allenamenti, gli abiti maschili e la spada puntata contro l’uomo. Così appariva la fanciulla in quel momento. Faceva caldo e difatti goccioline di sudore imperlavano il corpo tonico e scattante della giovane donna.
“Un momento” 
aveva detto Eliean e aveva colpito il fianco destro di Boromir, facendo applaudire il fratello minore che stava assistendo al combattimento.
“Mi avete distratto
, donna Jilly. Cosa c’è?” aveva domandato Boromir alla donna grassoccia che aveva chiamato Eliean.
“Scusate. Ma penso che miss Eliean debba esser informata. Sua madre è deceduta.”
Gli occhi 
della fanciulla si erano allargati e una lacrima le aveva solcato le guance. 
Era corsa
 verso casa abbandonando la spada.
Vi era arrivata trafelata
, trovando già alcuni uomini fuori della porta, che avevano il cappello in mano. Era entrata e aveva visto sua madre che veniva portata fuori su una barella di legno. Era sempre stata una bella donna, anche nel momento della morte.
“Soffriva di cuore” 
aveva detto il vecchio saggio, Apeliote, che Eliean, piena di angoscia, non aveva visto. Era appoggiato allo stipite della porta e fissava il vuoto.
“Mi dispiace amica mia” 
aveva ripreso l’uomo stringendo la mano alla fanciulla, che si era messa a piangere, liberando infine la disperazione trattenuta.
“Parti con me, devo andare lontano da qui. Cosa ti lega a queste terre
, dopotutto?” le aveva detto il vecchio saggio, sorridendole in modo triste.
Eliean 
aveva annuito asciugandosi gli occhi. “Lasciatemi solo salutare i miei amici” aveva detto, riferendosi a Boromir e a Faramir.
“Ti aspetterò alla locanda” aveva replicato 
Apeliote, “e poi partiremo.” La giovane aveva annuito ancora, abbracciando il vegliardo. 

Era corsa verso il castello, come se avesse avuto i piedi alati, ed era entrata dentro salutando la guardia. Velocemente era arrivata nel cortile e si era fermata a guardare i suoi migliori amici che stavano bisbigliando fra loro.
“Eliean” 
aveva mormorato Faramir guardando verso l’amica che, con un colpo di tosse, aveva comunicato la sua presenza. “Mi dispiace tanto per tua mamma” aveva detto il ragazzo più giovane, stringendo la mano della fanciulla e guardandola tristemente.
 “Sto bene, Faramir. Per davvero. Apeliote mi ha chiesto di viaggiare con lui” 
aveva spiegato la giovane donna, e si era messa a raccontare ai due giovani ciò che si era detta con il vecchio della biblioteca.
Gli occhi di Faramir si 
erano riempiti di lacrime al sentire che l’amica lo lasciava. “Se potessi fuggirei anche io, e tu lo sai bene” le aveva detto asciugandosi le lacrime.
“Se Apeliote ti fa del male, sai che non avrà vita facile” 
aveva borbottato il maggiore. 
Nonostante il dolore,
 Eliean aveva riso di gusto vedendo l’espressione sul volto del ragazzo.
“Ah
, Boromir... Non ti preoccupare, starò bene” aveva detto la fanciulla e Faramir l'aveva abbracciata di slancio. Eliean aveva nascosto il viso sulla spalla del giovane, annusando l’odore buono del suo amico.
Questo non è un addio, Faramir. È un arrivederci” aveva bisbigliato la giovane lasciando andare il figlio minore del Sovrintendente, che le aveva sorriso.
“E allora vai amica mia, e fai grandi cose, se questo è il tuo destino” aveva detto Faramir e lei 
aveva annuito piano, staccandosi dal ragazzo.
Era corsa, infine,
 alla locanda sperando di non essersi sognata tutto. 

Aveva trovato Apeliote seduto ad uno dei vecchi tavolacci di legno duro. “Partiamo?” aveva chiesto il vecchio, e la giovane aveva annuito.
Apeliote si era rivelato esser un ottimo maestro
, e così i suoi sensi erano stati sviluppati con allenamenti sempre più stancanti, ma anche assai appaganti.
Si erano divisi quando l’uomo 
era dovuto partire per la Contea; da allora lei aveva viaggiato per le terre libere e non, offrendo la sua spada come soldato di ventura.

Si trovava nelle terre oscure perché aveva visto che qualcosa si stava svegliando, e dove c’era guerra e distruzione lei, la guerriera, era là a combattere.
Era l’unica cosa che la faceva sentire viva.

NOTE.
Salve, sono orgogliosa di presentarvi le nuove avventure per Indil e compagni. 
In questo capitolo però l'elfa non compare, bensì si rivela a voi un nuovo personaggio, del tutto estraneo al'opera di Tokien, un altro OC per dire, che però è asssai legata a Faramir e a Boromir, e che seguirà le vicende di Frodo e Sam. 
Spero tanto di avervi incurisito. 

[1] Apeliote. E' il nome greco del vento dell'est: ho pensato che per il personaggio misterioso, può andar bene come nomignolo. Probabilmente avete già capito di chi parlo, ma mi illudo di fare la misteriosa.  

 

   
 
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