La fattoria era silenziosa. Tranquilla come nessuno l'aveva mai sentito. Il cielo era buio, perché non era nemmeno l'alba. Le prime luci del sorgere del sole avevano appena iniziato a illuminare il manto scuro del toro. Ferdinand faceva avanti e indietro, avanti e indietro per quelle che dovevano essere ore. sospirò. Ore. Ore dal giorno in cui la sua compagna, Bonita, era entrata in travaglio. Ore da quando Juan era nel box dove Ferdinand e Bonita avevano passato gli ultimi mesi. Il toro nero non sapeva nulla. Temeva che ci potessero essere delle complicazioni durante la nascita. Che avrebbe potuto perdere Bonita E il loro vitellino non nato «Oh,cielo ... perché ci vuole così tanto !?» chiese a un certo punto, nel panico. Valiente, che sedeva accanto a lui, sospirò «Ferd, l'hai chiesto cento volte in queste tre ore» disse, perfettamente calmo «Devi rilassarti.» Ferdinand aveva aperto bocca per dire qualcos'altro, quando guapo gemette «Seriamente, amico! Datti una calmata!» Bones toccò leggermente la spalla del toro nero «Valiente e Guapo hanno ragione, Ferd. Sappiamo che sei nervoso - ognuno di noi lo sarebbe in un momento come questo - ma cerca di pensare positivo! » Ferdinand abbassò lo sguardo, come se stesse pensando «Sì, ma cosa succede se...se io non fossi un buon padre..?» Chiese il toro nero, incerto. Valiente si avvicinò a lui, i suoi occhi adesso seri «Ferdinando. Ascoltami, non hai niente di cui aver paura. Va bene? Fai un respiro profondo e rilassati » Ferdinando obbedì. Chiuse gli occhi e prese fiato, cercando di pensare a qualcos'altro. "Grazie, ragazzi." Sussurrò. Improvvisamente, un rumore di una porta che si apriva irruppe nell'aria immobile. Juan uscì dalla stalla, sudato ma sorridente e guardò ferdinand. Si avvicinò al toro e gli carezzò gentilmente il collo, facendogli cenno di entrare. Con Il cuore che gli tamburellava, ferdinand entrò e si fermò all'ingresso. Sentì Juan chiudersi la porta alle spalle. Ed eccola lì. Stanca e sudato, ma i suoi bellissimi occhi viola brillavano di felicità mentre li posava su una piccola fugura al suo fianco. Ferdinand sentiva come se il suo cuore si stesse sciogliendo. Si avvicinò lentamente alla sua compagna, senza mai fermarsi a guardare il loro vitello. Si stese di fronte a loro, guardando la neonata. Ferdinand sentì gli occhi riempirsi di lacrime di pura gioia mentre si avvicinava alla piccola. «Saluta papà,piccola...» disse bonita, esausta ma piena di felicità e la voce colma di emozione. La vitellina alzò lentamente la testa per annusare l'aria, cercando di captare tutti quegli strani odori intorno a lei. Era perfetta, affermò Ferdinand. Aveva il manto di suo padre sulle spalle, sulle zampe anteriori e sul posteriore mentre la sua pancia era del color crema di sua madre. Aveva un piccolo ciuffo di capelli marroni sulla della testa, il muso aveva la forma di quello di Ferdinand e aveva i suoi stessi colori. Il neo-padre non aveva parole per descriverla. Era la cosa più bella che avesse mai visto. E in quel momento sentì un amore profondo, indistruttibile e forte che non aveva mai provato prima verso quella minuscola creato «Ciao, Fortuna.» Sussurrò, E lei non sapeva che c'era un mondo intero che l'aspettava. E così, la sua storia iniziò