Film > Master & Commander
Ricorda la storia  |       
Autore: Spoocky    23/03/2018    3 recensioni
[Parte della Hurt Comfort Christmas Challenge del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/]
[Bookverse] Coda a "Duello nel Mar Ionio" NON è però necessario averlo letto per capire!
In seguito allo scontro con i Turchi, Tom Pullings è rimasto gravemente ferito e Stephen fa del suo meglio per prestargli conforto ma soprattutto per salvargli la vita.
Nel frattempo Jack cerca di tenere insieme il piccolo mondo della Surprise, senza l'aiuto del suo prezioso Primo Ufficiale ma soprattutto senza il suo migliore amico accanto.
Dedicata a James_T_Kirk
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Missing moments in Patrick O'Brian'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il merito della creazione di questi personaggi è solo ed esclusivamente di Patrick O'Brian, il mio lavoro non vuole essere altro che un omaggio alla sua memoria, per la grande ammirazione che nutro nei suoi confronti come scrittore e storico.

Buona Lettura! ^.^


Con il cuore in gola e lo stomaco annodato stretto in una morsa, Jack Aubrey si diresse a grandi passi verso la scala sotto la quale aveva ordinato al marinaio Davis di trasportare il corpo esanime del Tenente Thomas Pullings.
E fu proprio lì che lo trovò, sorretto dalle braccia dell’impacciato Davis come una sorta di grottesca Pietà.

Jack non dovette avvicinarsi molto per notare che il torace del suo giovane subordinato si alzava e si abbassava ancora ma il sollievo provato fu istantaneamente annullato dalla realizzazione di quanto il buon William Mowett, nell’esaltazione della vittoria, avesse peccato di ottimismo: il volto del suo luogotenente era una maschera di sangue, versatosi copiosamente da un taglio orribile che arrivava dalla tempia sinistra alla guancia destra.

Chinandosi sul corpo del caduto, Aubrey notò immediatamente il rumore che accompagnava ogni respiro affaticato e in cuor suo temette di essere comunque arrivato troppo tardi.
Lesse la stessa preoccupazione negli occhi vacui di Davis e si costrinse a cancellare ogni espressione dal proprio viso mentre, con una delicatezza impensabile per mani tanto poderose, scostava pochi capelli sparpagliatisi sulla fronte insanguinata, avendo cura di non toccare le ferite.
Fu un gesto leggero, quasi tenero, e conteneva tutto il profondo affetto che Jack provava per quel giovanotto timido e impacciato, maturato fino a diventare l’unico Primo Ufficiale che avrebbe mai scelto al proprio fianco.
Un moto di commozione lo sopraffece e la sua mano possente afferrò quella pallida e inerte dell’ufficiale ferito.

Che gelida manina avrebbe scritto qualcuno quasi un secolo dopo, componendo il libretto di un’opera destinata a diventare celebre in tutto il mondo.
Ovviamente il capitano Aubrey non avrebbe potuto saperlo ma fu proprio quella frase ad attraversargli la mente nel momento in cui le sue dita si avvolsero intorno a quella mano, di solito salda e vigorosa, rapida e precisa sulle cime.
Una mano in cui Jack avrebbe riposto la propria vita senza battere ciglio.
Quella stessa mano era spaventosamente pallida, fragile e fredda, come se già il soffio vitale l’avesse abbandonata per avvilupparsi testardo nel petto del giovane dove s’ingegnava a prolungargli l’agonia con ogni rantolo laborioso.

Proprio quando l’ultima speranza stava per abbandonare Jack il Fortunato, dalle labbra socchiuse e macchiate di sangue di Tom si levò un gemito sottile e le sue dita si contrassero su quelle del capitano, tentando senza riuscirci di ricambiare la stretta.
Al primo lamento ne fece seguito un altro più forte e le palpebre dell’occhio destro lottarono per aprirsi, mentre le altre rimasero gonfie e sigillate dal sangue rappreso.
Il pensiero che il suo luogotenente potesse perdere l’occhio sfiorò la coscienza di Jack come una meteora ma fu subito accantonato da un’urgenza più pressante: la Torgud stava affondando e loro con lei.
Dovevano allontanarsi e in fretta.

“Passatemi il Signor Pullings.”

Davis impiegò qualche secondo in più del normale per interpretare l’ordine ma, passati questi, depose il ferito tra le braccia del capitano che accolsero quel carico prezioso con la stessa cura con cui cullavano l’infante George.
Per quanto magro fosse, Tom era comunque di poco più alto di Aubrey ma questi era più robusto e l’ apprensione per la sua sorte gli diede quel poco di forza che gli mancava.
Lo sollevò quasi senza sforzo, stringendolo sul petto ampio con tutta la forza della sua disperazione, proteggendolo durante il salto dal relitto galleggiante al ponte sicuro della Surprise, la cui famigliare stabilità non fece nulla per placare l’animo di Jack finché non ebbe disteso il ferito sul tavolo del Dottore e questi non lo ebbe cacciato via con una serie di improperi, come faceva sempre quando era preoccupato.

Stephen Maturin era ben più che preoccupato: per esperienza sapeva che i feriti più gravi tendevano ad arrivare per ultimi sul suo tavolo e quel giorno aveva già perso tre uomini.
Inoltre la notizia che il Tenente Pullings fosse stato ferito in modo grave se non letale aveva già fatto il giro della nave e l’ansia lo sopraffece nel momento in cui Jack irruppe nella sua infermeria con in braccio il giovane privo di sensi e lo depose sul suo tavolo.
Come al solito manifestò il proprio sconcerto imprecando e cacciando via l’amico in malo modo. Lo fece senza alcun rimorso: sapeva che avrebbe capito, e comunque aveva questioni più urgenti a cui pensare.
Salvare la vita al povero Tom era la prima.

Lo spogliarono rapidamente, lasciandolo con indosso solo le brache di tela che portava sotto i pantaloni.
A parte la sciabolata sul viso, che gli aveva praticamente reciso il naso e squarciato la fronte, aveva una lacerazione a sinistra sul costato, la caviglia destra malamente slogata e le costole che si era già fratturato anni prima si erano spezzate di nuovo, insieme a qualcun’ altra come testimoniavano i lividi scuri che costellavano il fianco destro.
Com’era prevedibile respirava con la bocca e a fatica, ogni respiro un rantolo sommesso che sembrava inciampargli in gola.
Maturin ricompose l’articolazione lussata, ridusse le costole rotte e richiuse la ferita sul fianco ma l’infermeria era troppo buia per ricucire decentemente quella sul volto – un lavoro quanto mai delicato. Avrebbe dovuto aspettare il mattino dopo e suturarlo sul ponte, alla luce del sole.

Sempre ammesso che il ferito avesse passato la notte: nonostante le costole fossero state riposizionate e fasciate stentava ancora a respirare e la ferita al viso aveva sanguinato copiosamente, per quanto ora l’emorragia fosse rallentata.  
A malincuore dovette però rassegnarsi a rimandare la ricucitura: uno squarcio del genere lo avrebbe senza dubbio sfigurato ma i punti avrebbero facilitato la guarigione e ridotto la cicatrice, per non parlare del fermare definitivamente la perdita di sangue.
Ma non poteva permettersi di farlo nella penombra della stiva, ne in quella del crepuscolo ormai imminente e rischiare di commettere un errore che, per quanto piccolo, avrebbe potuto avere conseguenze disastrose.

Si limitò pertanto a lavare quel volto devastato con tutta la delicatezza in suo possesso.
Nel farlo, si accorse di come il danno fosse in realtà minore di quanto avesse temuto all’inizio: il naso non era stato del tutto reciso e avrebbe potuto ricucirlo perfettamente, l’occhio non era stato danneggiato e il cranio presentava solo una frattura superficiale.
Stephen emise un sospiro di sollievo mentre scostava alcuni capelli dalla ferita: se l’emorragia non fosse peggiorata e se avesse evitato gravi infezioni, Pullings sarebbe guarito completamente.

La sensazione dell’acqua sul suo viso richiamò lentamente il ferito alla coscienza: iniziò ad ansimare e gemere, portandosi una mano sul fianco ferito e tentando di muoversi.
Ma era talmente debole che bastò una mano del dottore sulla sua testa per immobilizzarlo, le palpebre dell’occhio destro contratte per il dolore, quelle del sinistro troppo gonfie per reagire in alcun modo.

Con il cuore in gola, Stephen si chinò su di lui e lo chiamò: “Tom? Tom? Riuscite a sentirmi?”
Le palpebre livide si schiusero e l’occhio verde del ferito incrociò quelli cerulei del medico: “D-dottore?” la voce era roca e flebile, poco più che un sussurro.
“Sì, Tom. Come vi sentite?”
“Fa...male...” tentò di alzare una mano e portarsela al viso, ma il chirurgo lo trattenne.
“No. Non cercate di toccare la ferita: potreste infettarla. Vi assicuro che è meno grave di quanto sembri e che guarirà completamente. Ora però lasciate che vi dia qualcosa per il dolore: vi aiuterà a dormire. D’accordo?”
“L’occhio...”
“Shh, shh, shh. Va tutto bene, Tom. Avete solo le palpebre gonfie. Adesso respirate profondamente e cercate di stare tranquillo: guarirete presto. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. Starete bene.”

Maturin diluì quaranta gocce di tintura di laudano in mezzo bicchiere d’acqua e lo accostò alle labbra esangui del ferito, sostenendogli la testa perché non gli andasse di traverso.
Gli restò accanto, continuando ad accarezzargli i capelli per tranquillizzarlo, mentre aspettavano che la medicina facesse effetto.

Quando le palpebre ricominciarono a calare ed il respiro rallentò, il medico fasciò con estrema cura la testa di Pullings e fece cenno ai suoi assistenti di trasportarlo su una branda, dove lo avvolse in una coperta che gli rimboccò sul petto.
Rimase accanto a lui, tenendogli una mano sulla spalla, finché non fu sicuro che dormisse.

Solo allora si diresse verso la cabina del capitano.

So che questo fandom è minuscolo ma se vi capita di passare di qui fatemi sapere che ne pensate: dietro questa storia ci sono mesi di lavoro.
Pace, Amore e Caffè per tutti!
Per chi non recesisce...sarebbe che il caffè è finito!
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Master & Commander / Vai alla pagina dell'autore: Spoocky