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Autore: rocchi68    23/03/2018    3 recensioni
Erano già passati almeno una decina di giorni da quando aveva abbozzato alla sua famiglia la possibilità di sposarsi con la sua ragazza.
A capo tavola si era accomodato suo padre.
Normalmente avrebbe dato il suo beneplacito, accogliendo la richiesta del figlio, ma quella sera gli uomini di casa erano sotto scacco.
(Sequel annunciato di "Moments". Per capire la trama sarebbe preferibile, ma non per forza necessario, leggere la serie precedente).
P.S. Scusate per le poche righe d'introduzione, ma non saprei che altro dire.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Dawn, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Scott non aveva mai amato particolarmente le visite a sorpresa.
Così come non si presentava all’improvviso in casa di un qualche suo parente o amico, pretendendo poi di fermarsi per delle ore a rivangare i vecchi tempi, allo stesso modo esigeva che nessuno osasse un simile comportamento nei suoi confronti.
Non voleva che passasse per un eremita, ma non tollerava che qualcuno si facesse vivo, senza prima sapere se aveva impegni e se aveva voglia di vederlo.
Salutata la sorella, allontanatasi con il suo solito passo da elefante imbizzarrito abbinato a un sorriso inappropriato in simili contesti, ritornò ai suoi pensieri.
Poteva ringraziare il cielo che quella mazzata non fosse giunta proprio alla vigilia o a seguito della firma.
Con quale animo avrebbe firmato il contratto e avrebbe iniziato a lavorare per la ditta del signor Burns? Si sarebbe sempre perso in un dolore che avrebbe inficiato il suo rendimento.  
Valeva la pena, però, alzare gli occhi al cielo ed essere felici di quella grazia che lo aveva costretto a ingoiare una schifosa minestra acida?
Il contorno, rasentava ciò che sarebbe sempre stato: una notizia pessima da archiviare il prima possibile per ovvi motivi.
Sua sorella Alberta gli aveva consigliato di prendersi tempo.
Il tempo non tradiva mai le attese, ma spesso tradiva i sogni. Era davvero bello prendersi dei giorni, misurare l’impegno profuso per poi accorgersi di non essere servito a niente?
Avrebbe voluto urlare al cielo che gli faceva un male cane, che non voleva subire anche quell’umiliazione, ma il cinismo aveva placato tutte queste sensazioni spiacevoli.
Per la soluzione doveva avere tempo e pensare con relativa calma.
In questa situazione di equilibrio, avrebbe valutato ciò che aveva perso e se valeva effettivamente la pena, cercare di ricucire uno strappo insanabile.
Erano belle parole.
Le stesse che si ascoltavano in chiesa e che Scott, fin da bambino, aveva trovato noiose e senza senso pratico.
Perché doveva essere proprio lui, al culmine di tanti giorni di riflessione, il primo ad avvicinarsi nuovamente?
Lui non aveva toppato.
Era stato lui a farsi beccare con un’altra?
Era stato lui a negare con tanta forza ciò che aveva visto?
Se fosse andato da Dawn e le avesse chiesto di ricominciare, si sarebbe sentito come il cane che si morde la coda.
Una riappacificazione così rapida, ammesso che ne fosse convinto, era una mossa dettata più dalla disperazione che altro.
Lanciandosi in quel modo, avrebbe fatto suscitare in lei una domanda ben più pericolosa. Ne sarebbe stata felice, avrebbe pianto dalla gioia per alcuni minuti, tutto sarebbe rientrato, nonostante le incomprensioni più che prevedibili, ma presto si sarebbe chiesta se non avesse qualcosa da nascondere per cui farsi perdonare.
Magari un qualcosa assai peggiore di quel tradimento che aveva visto mentre rientrava in casa e che gli aveva fatto perdere le forze.
Era nel bel mezzo di questi pensieri che un’altra scampanellata violenta, lo ridestò dall’oblio in cui era piombato.
Se per sua sorella le possibilità erano esigue, almeno in quella serata s’intende, per quella nuova figura toccavano lo zero.
Scott conosceva meravigliosamente la sua famiglia.
Alberta era entrata come un treno in corsa, aveva rischiato di massacrarlo, ma si era fermata per tempo. Fosse arrivata più tardi la notizia, magari sotto mezzanotte, lei si sarebbe presentata probabilmente l’indomani, ma si sarebbe comunque fatta rivedere.
Sua madre sarebbe rimasta in attesa, mentre suo padre avrebbe passeggiato nervoso per il salotto, borbottando qualcosa d’inudibile e che gli sarebbe valsa la rottura di una bella confessione con padre Williams.
Ma le ferite di una coppia non sono solo per una metà.
Entrambi soffrivano e com’era giusto che fosse, lui ne avrebbe avuto, nonostante ciò che aveva assistito, le responsabilità maggiori.
Stava meditando di rialzarsi dal divano, di apparecchiare la troppo grande cucina del salotto, di prepararsi un sandwich con prosciutto, formaggio e qualche fetta di pomodoro, ben sapendo che sarebbe rimasto freddo e intatto, quando il campanello si ritrovò a interrompere quella fase di depressione in cui era piombato.
A rispondere credeva si trattasse di uno scherzo, magari un qualche vicino che aveva sbagliato o un qualche ragazzino che per farsi bello agli occhi degli altri, suonava a tutti i campanelli, scappando poi con tanto di risate ad accompagnare la sua fuga precipitosa.
Fu nel sentire quella voce che collegò nuovamente le cose in un filo logico che era impossibile da districare.
Lei sapeva e si era subito presentata, infilandosi i primi vestiti che aveva trovato, recuperando le chiavi dalla mensola e salendo in auto.
Dopo averle aperto, e ci mancava che Scott la lasciasse fuori, sentì dei passi rapidi con tanto di picchiettare incessante, intuendo che lei era sola e che quella era la sua ultima visita odierna.
“Buonasera Scott.” Borbottò lei, rimanendo sulla soglia.
“Buonasera.”
“Mi fai entrare o vuoi che i vicini sappiano ciò che è successo?” Domandò lei con un pizzico di rabbia.
“Prego si accomodi.” Soffiò placido, spostandosi leggermente e invitandola a sedersi dove meglio preferiva.
Richiusa la porta e spenta nuovamente la televisione, si concentrò su quella nuova seccatura che gli avrebbe rovinato ulteriormente la serata.
Perché passi sua sorella e le sue strane manie di protagonismo, ma il tradimento e quella hippie che occupava il suo salotto erano una bella rottura di scatole.
“Gradirei se mi spiegassi cosa è successo.”
“Credevo che sua figlia fosse stata chiara.”
“Preferisco ascoltare anche la tua parte.” Ammise, sorprendendosi comunque della calma che aleggiava sul volto del ragazzo.
Nel suo cuore, comunque, l’inverno era appena tornato impetuoso.
“Non si fida di lei?”
“Potrebbe raccontare qualche mezza verità e non mi va di considerarti un disgraziato per un errore che magari è stata lei a commettere.”
“Contorto, ma logico.”
“Avete qualche differenza di vedute?” Chiese lei con un sorriso appena abbozzato.
“Non amo particolarmente dare lezioni, ma vorrei farle una domanda.”
“Ti ascolto.”
“Su cosa si basa il vero amore?” Domandò lui con freddezza, gelando la scarsa sicurezza della sua ospite.
“Fiducia, lealtà e passione.” Spiegò di getto, facendolo annuire.
“Non ci ha riflettuto molto.” Borbottò divertito.
“Ogni coppia ha le sue basi, ma queste sono quelle della mia famiglia.”
“Non si direbbe da quel che ho visto.”
“Hai visto qualcosa che non dovevi?” S’informò lei, iniziando a presagire qualcosa di strano in quelle risposte così evasive.
“Quanto in basso ci si può spingere per non deludere la propria famiglia?”
“Che cosa stai blaterando?” Chiese con decisione, facendolo sussultare.
“Mi mancano le prove materiali, quali foto o audio registrato, ma non dimenticherò mai la mia ex che si mette a baciare un altro.”
“La mia Dawn…ha fatto cosa?” Tuonò inviperita.
“Può credere o meno a ciò che le dico, ma purtroppo è così.”
“È impossibile.” Bisbigliò appena.
“Immaginavo che dubitasse della mia parola.”
“Sei sicuro?”
“È la terza persona che mi chiede se sono sicuro di quel che ho visto.”
“Non hai risposto alla mia domanda.” Replicò lei nervosa.
“Potrò avere anche i peggiori difetti di questo mondo e potrò anche essere fin troppo ottuso, ma i miei occhi non mi hanno mai ingannato in nessun modo.”
“Stento a crederci.” Soffiò appena.
“Dubita delle mie parole?”
“Non delle tue parole, ma di quelle di mia figlia.” Rispose secca, sfregandosi compulsivamente le mani pallide.
“Voglio essere sincero con lei, signora: se non avessi assistito alla scena, non avrei mai avuto un motivo valido per lasciarla.” Soffiò amareggiato.
“Ma…”
“Se lei avesse beccato suo marito con un’altra, avrebbe lasciato correre?” S’informò brusco, interrompendo le sue perdite di tempo.
“Assolutamente no.”
“E allora non credo lei possa rimproverarmi di un qualcosa che l’avrebbe spinta a comportarsi allo stesso modo.” Gracchiò sollevato.
“Io non ti sto rimproverando.”
“Ah no?”
“Vorrei solo sapere se c’è una possibilità per rivedervi insieme.”
“Una volta avrebbe spinto per dividerci.”
“Una volta ero troppo stupida per accorgermi che tu eri la felicità della mia bambina.”
“Ma davvero?” Domandò ironico, facendola annuire.
“Tu l’hai spronata ad andare avanti e le hai dato ciò di cui aveva maggior bisogno.”
“Se lo dice lei.” Nicchiò, scrollando le spalle.
“Eri il Sole che illuminava i suoi passi e lei, sentendosi in debito con te, ha sempre cercato di sostenerti e di farti forza.”
“Ma…”
“Dalla sera in cui vi siete ritrovati in quella pasticceria, io volevo costringerla a non vederti mai più. L’avevi fatta soffrire durante i reality e lei non meritava di perdere tempo con uno che poteva farla ricadere nel dolore.”
“Io…”
“Però voi vi eravate già messi d’accordo e in poco tempo vi siete messi insieme.” Borbottò, sistemandosi i capelli.
“Già.”
“All’inizio era solo un po’ preoccupata, poi l’ho vista felice e mi sono rasserenata.”
“Non lo sapevo.”
“Sono in debito con te, Scott.”
“E in cosa?”
“Sei stato il miglior ragazzo che mia figlia potesse avere.” Confermò con un radioso sorriso.
“Purtroppo siamo arrivati a un punto di non ritorno e non voglio più sapere nulla sul suo conto.” Replicò seccato, ben sapendo che lei si era rintanata nella casa dei suoi genitori.
“Ma…”
“E poi non mi sogno di andare da lei, di inginocchiarmi e di chiederle la bontà di ritornare insieme.”
“Però…”
“È stata lei a tradirmi. È stata lei a comportarsi come una stupida ed io dovrei essere così cieco oltre che idiota a darle una seconda possibilità?”
“Ma lei…”
“Del resto sono io quello cattivo e che non è mai cresciuto. Del resto Scott è sempre quello che gioca con il cuore degli altri, che cerca un vantaggio o un punto debole, per poi eliminarli e saltare da qualche altra parte.” Continuò sempre più furibondo, ricordandosi la paternale dei suoi genitori di ritorno dall’ultimo reality di Chris McLean cui aveva partecipato.
“Io vorrei che…”
“Chi tradisce una volta può tradirti una seconda, una terza e via discorrendo.” Sbuffò, terminando il suo breve discorso.
“Hai ascoltato le sue ragioni?”
“Oh no…non questa storia.”
“Guarda che è una cosa seria.” Replicò lei con fastidio, notando come il ragazzo si fosse stancato e stesse solo usando il sarcasmo per rispondere.
“Immagino di essere stato distante per mesi, se non anni, dalla sua vita e che lei avesse tutto il diritto di riversare il proprio amore verso qualcun altro.”
“Non ho detto questo.” Si difese la donna, suscitando in Scott una lieve risata carica di disprezzo.
“Devo averla ignorata per troppo tempo e ci si accorge di aver perso qualcosa solo quando ormai non si può più rimediare.” Commentò ironico, sfoggiando un ghigno irritante.
“Scott…”
“Peccato che ora mi renda conto di una cosa: io ho sprecato solo tempo con quella zavorra.” Sputò amaro, facendo tremare la donna che non riusciva a trovare nulla per difendere la sua bambina e di riflesso la sua famiglia.
E come se non fosse pago, dopo tutto il male che aveva ricevuto, riprese con la sua fredda analisi, incontrando lo sguardo vitreo della sua ospite.
“Avrei fatto qualsiasi cosa per quella lì, ma lei cercava soltanto di vendicarsi per tutto il male che le ho causato durante i reality di Chris. Perché è di questo che voglio parlare ora: sono convinto che lei abbia realizzato tutto questo solo per colpirmi nel momento in cui fossi stato più vulnerabile.”
“Cosa…”
“L’unica cosa che mi fa piacere, è che lei sia venuta per conoscere il vero lato di sua figlia.”
“Ma…”
“E così potrò risparmiare a suo marito la fatica di portarsi dietro tutta la zavorra che quell’imbranata ha lasciato qui.”
“Vuoi eliminare tutto di lei?” Chiese la donna con un pizzico di timore.
“Voglio solo purificare questa casa dal tradimento cui ho assistito.” Ringhiò nervoso, lasciandola sul divano e chiudendosi nella sua camera per riempire le ultime tre borse con tutta la robaccia che la sua ex gli aveva lasciato.
 
Non ci impiegò poi molto a uscire dalla sua stanza per tornare in salotto e per notare come la sua ospite stesse fissando il vuoto.
Era soddisfatto?
Non proprio.
Perché sarebbe dovuto essere felice di gettare nello sconforto una povera donna che aveva l’unica sfortuna di ritrovarsi con una figlia del genere?
Lei non peccava in nulla.
Neppure suo marito era un uomo così orribile.
L’unica che era riuscita a mandarlo in bestia, e ancora faticava a crederci, era proprio la loro adorata figliola.
Per quella piccola arpia, la madre aveva rinunciato alle sue manie e il padre era diventato molto più socievole e aperto alle novità.
Sarebbe stato bello ricostruire il tutto, ma era impossibile.
Alla luce di quello che era successo, era meglio troncare i rapporti.
Le due famiglie ne uscivano con le ossa rotte, ma con la consapevolezza di non essersi gettate in un matrimonio che non sarebbe stato duraturo.
In barba al tempo, alle preghiere di sua sorella e alle altre diavolerie che avrebbe dovuto sorbirsi non appena sua madre avesse saputo della sua scelta, lui era arrivato a una risposta definitiva: non voleva più avere a che fare con Dawn e la sua famiglia.
Capitolo chiuso.
Lei era il passato e doveva cominciare una nuova vita.




Angolo autore:

Ryuk: Qualcuno qui ha confuso venerdì per martedì, vero?

L'importante è aggiornare o mi sbaglio?
Sarò anche in ritardo di 3 giorni, ma alla fine sono qui.
E anche se le uscite saranno ravvicinate, porverò ad aggiornare per martedì.
Detto questo e sperando non vi siano grossi errori, posso andare.
Alla prossima!
 
   
 
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