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Autore: WYWH    23/03/2018    1 recensioni
"What If" sugli avvenimenti di Furisode. E se Kojiro sopravvivesse all'incidente? Come si evolverebbe il rapporto tra di loro attraverso lo sguardo di chi gli sta attorno? Riuscirebbero a superare e ad andare avanti? Come?
“Riparare con l’oro”, il Kintsugi, è una pratica giapponese che consiste nell'utilizzare oro o argento liquido per la riparazione di oggetti in ceramica andati distrutti. Questo ne aumenta sia il valore economico che quello artistico, dato che la casualità con cui si rompe l’oggetto darà vita ad un oggetto unico.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Danny Mellow/Takeshi Sawada, Kojiro Hyuga/Mark, Maki, Yayoi Aoba/Amy
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Oriente & Occidente'
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EPILOGO: In sogno...il padre di Lui

 

Non sono mai stato un credente.

Il matrimonio tradizionale lo avevamo fatto sopratutto per una richiesta di Akamine-san, e personalmente non era stato un problema, anche perché io e Maki ci eravamo già sposati in comune senza grandi cerimonie; mia madre fu entusiasta quando glielo dissi e mi fece una marea di foto quando indossai il mio kimono.

Ma ammetto che quando vidi Maki con il vestito tradizionale...fui felice di quella scelta: lei era sempre stata bella, ma in quel momento mi sentii l'uomo più fortunato sulla Terra a poterla avere al mio fianco. Credo che ogni uomo debba sentirsi così quando sposa la donna che ama.

Poi la sfida di Jin fu quello che rese quel momento ancora più indimenticabile, ma riguardando ora la foto di quel giorno mi rendo conto che quello non fu davvero, per me, il momento più memorabile, bensì il San-san-kudo, lo scambio della tazza di saké.

Lì, per la prima volta, mi resi conto che stavo per condividere la mia vita con la donna al mio fianco.

Per la prima volta nella mia vita...ebbi paura di non farcela, e la guardai negli occhi, cercando in lei il coraggio di andare avanti.

Ebbi paura come poche volte nella mia vita e ripensai a mio padre, alla sua forza e la sua presenza; provai a ricordarmi come si comportava lui con mia madre, con noi, la vita di tutti i giorni quando era presente.

Quando fummo aggrediti pensai che, forse, avrei potuto rivederlo, ma che Maki avrebbe sofferto senza di me, e la cosa mi distruggeva.

Durante i mesi in cui io e mia moglie eravamo lontani andai a trovare spesso la tomba di mio padre, cercando in quel luogo risposte alle mie domande e conforto nella mia frustrazione.

E sebbene gli insegnamenti di Kozo mi avevano aiutato a non mollare, dentro di me sentivo che mi mancava il confronto che, probabilmente, avrei potuto ricevere parlando con mio padre.

Mi era mancato molto.

Tuttavia quel pensiero divenne un ricordo man mano che la vita ricominciava, per me e mia moglie: ripresi gli allenamenti, le partite, ritrovai i compagni di squadra e scoprii il piacere di condividere la casa e i momenti più intimi con lei.

Maki ricominciò ad allenarsi, e ben presto dalla panchina tornò in campo. Ero e sono fiero di lei, di come era riuscita a superare anche questo.

Quando avvenne l'operazione le tenni la mano fino a quando non entrò in sala operatoria; presenti c'erano i suoi genitori e anche Akamine-san, venuta dal Giappone per restare accanto alla nipote. In quelle ore di attesa mi capitò di parlarle del testamento e della decisione di Maki.

“Devo essere sembrata molto egoista in quello che ho fatto, Kojiro-kun.”

“No, affatto Akamine-san: si è preoccupata per la sua famiglia e per sua nipote, e giustamente ha pensato al suo futuro.

Maki ama la sua famiglia, e io la sosterrò nelle sue scelte.”

“Grazie, Kojiro. Ho sempre saputo che tu eri l'uomo giusto per il mio raggio di sole.”

“La ringrazio.

...sa, Akamine-san...a volte mi piacerebbe poter chiedere consiglio a mio padre per alcune situazioni...”

La signora mi aveva gentilmente posato una mano sulle mie, e mi aveva sorriso con la sua solita aria tranquilla e misteriosa.

“Sono convinta che tuo padre ti ascolta sempre, Kojiro-kun.”

Io annuii in silenzio, sebbene ci credessi poco alle sue parole.

Ribadisco, non credo molto a spiriti e cose del genere.
 

Maki uscì qualche ora dopo. Il dottore aveva l'aria soddisfatta, affermando che l'operazione era stato un completo successo e che, adesso, bisognava solo lasciare che il corpo e lo spirito facessero il suo dovere.

Lo spirito…

Nonostante il lavoro continuai a stare accanto a mia moglie durante il ricovero e anche dopo, al punto che, alcune volte mi allontanava esasperata affermando che ora “era guarita, e non ho bisogno dell'infermiere!”.

Ma ogni volta che lo diceva ci guardavamo sbalorditi, e ci abbracciavamo sorridendo e ridendo come degli scemi.

Finalmente era guarita, guarita da quel male che le aveva rovinato così tanti momenti felici.

Ricordo quando rimase incinta la prima volta e il dolore nei suoi occhi quando perse il bambino.

Anche quella volta ripensai a mio padre, gli chiesi mentalmente consiglio e feci di tutto per aiutare mia moglie a ritrovare la pace.

Adesso, sebbene Maki fosse guarita, nessuno dei due pensava effettivamente all'avere di nuovo un figlio, o meglio: ci pensavamo entrambi, ma avevamo paura a dirlo ad alta voce, temendo che potesse accadere di nuovo come la prima volta.

Ancora una volta, mentalmente, chiesi a mio padre cosa fare.

E una notte, mio padre mi rispose.

Parto con il dire che no, non credo ancora di poter credere a quello che mi è successo, ma il ricordo è ancora molto vivo e credo che lo rimarrà ancora per molto tempo. Poi c'è da dire che io sogno molto poco e spesso non ricordo quello che sogno, pertanto questo ha favorito il ricordare ancora cos'è successo.

Quella notte...complice il buio...Maki mi parlò.

-Kojiro, dormi?-

-No, che succede?-

La sentii muoversi e avvicinarsi a me, stringendomi.

-Oggi sono stata dal medico.-

-Si, lo so. Era per quelle ultime analisi, giusto? Che ha detto?-

-...che i focolai sono quasi tutti scomparsi, e che addirittura c'è...la possibilità per me di avere una gravidanza senza complicazioni…-

La cosa mi spiazzò completamente.

-Oh...wow...è...è fantastico amore…-

-Già…-

Eravamo profondamente in imbarazzo, e d'istinto l'abbracciai, sentendo i suoi capelli su una guancia.

-Come ti senti? Che ne pensi?-

-...non lo so...cioè, mi fa piacere...però…-

-Hai paura?-

La sua testa si mosse affermativamente, e sbuffai.

-Anch'io. Voglio dire, un figlio...con tutto quello che ci è capitato…-

-...tu lo vorresti?-

Non riuscii a immaginarmi mio figlio. Provai a pensarmi con una carrozzina, con un neonato in braccio, con quel piccolo fagotto nel seggiolone mentre gli davo da mangiare e...no, non mi ci vedevo per niente.

Però...dentro di me sentivo che l'idea mi scaldava.

-Non lo so. Credo sia una di quelle cose che non sai davvero se lo vuoi o meno.

Tu desideri un figlio, tesoro?-

-...non lo so. Però...sarei felice di averlo con te.-

Sorrisi intenerito, e la baciai. E facemmo l'amore.

La sentii addormentarsi per prima, ma io nell'oscurità continuai a pensare, a cercare di immaginare la vita in tre, e in quel buio non riuscii a vedere niente, solo tanta confusione e preoccupazione: le spese per il neonato, il tempo da dedicargli, poi cresce, la scuola, la sua vita. Sarei mai stato capace di insegnargli a vivere? Sarei mai stato capace...di essere un padre?

-Fa paura, vero?-

Sentii questa voce e mi guardai attorno, ma era ancora tutto maledettamente buio.

Maki dormiva al mio fianco e oltretutto quella era una voce maschile, pertanto fui certo che non provenisse da lei, ma nemmeno per un istante pensai che fosse strano sentire una voce maschile in casa mia.

Invece gli risposi.

-Molto. E' un enorme responsabilità.-

-Già: insegnargli a comportarsi bene, a fargli capire cos'è giusto o no, ma lasciarlo anche libero di esprimersi, di essere se stesso. E poi vederlo un giorno andare via e proseguire da solo.-

-E poi Maki è appena guarita, non me la sento di chiederle una cosa così pericolosa per la sua salute.-

-Ma è guarita, no? Il dottore ha detto che non c'è più pericolo.-

-Si, è vero. Però…-

-Ti blocca il ricordo dell'incidente?-

Nella semi-coscienza avevo “assistito” a quello che era successo e, ogni tanto, il ricordo di quel momento tornava ancora e mi paralizzava. Sebbene Maki continui, ancora adesso, a dirmi che oramai era nel passato, e che adesso il nostro futuro era assieme, non potevo non essere in pensiero per quello che poteva provare o soffrire il suo corpo.

-Per primo sarà proprio il suo corpo ad occuparsi del bambino, e con tutto quello che è successo…-

-Devi fidarti di lei, Kojiro.-

Sentir chiamare il mio nome da quella voce mi fece uno strano effetto, tanto che mi misi seduto in quell'oscurità, a cercare il volto a cui apparteneva quella voce, ma ovviamente non vidi niente.

-Devi fidarti come hai sempre fatto. Dopotutto è proprio perché ti sei fidato che l'hai lasciata andare, per poi tornare da lei, no? Fidandoti di lei avete discusso, litigato, direi praticamente urlato di tutto, per poi ritrovarvi, giusto?

Adesso, più che mai, devi fidarti di lei.-

Mentre parlava ripensavo a tutto quello che era successo, e ad ogni ricordo vedevo il viso di mia moglie in ogni suo carattere, dal sofferente al triste, all'arrabbiato al deluso, al depresso al deciso, allo speranzoso al timido, imbarazzato, felice. Felice.

Quando vidi il suo sorriso, un sottile raggio di luce iniziò ad illuminare quel buio, ma io non ero ancora sicuro.

-Non so come si fa il padre.-

-Nessuno lo sa all'inizio. Potranno darti tutti i consigli del mondo, ma solo lui sarà in grado di insegnarti cosa fare. E poi sei tu a decidere cosa è davvero importante da insegnare a tuo figlio.-

La luce si fece un po' più forte, era proprio come se, in quella stanza, stesse sorgendo l'alba.

-Come fai ad essere sicuro che sarà un bambino?-

-Se Maki è per te è luminosa come il sole, da quel che vedo, tuo figlio può essere solo Haru. (n.d.a. oltre a “primavera”, significa “luce del sole”)

Dopotutto ho avuto la fortuna di avere quattro figli, sarò diventato bravo in questo, no?-

A quel punto mi girai a guardare alla mia sinistra, e vidi un uomo di mezza età che mi sorrideva; lo stesso sorriso che avevo visto in foto e che avevo conservato a stento nei miei ricordi.

Quel sorriso si spense mentre continuava a parlarmi.

-Mi dispiace non esserti stato vicino fisicamente quando avevi bisogno, ma voglio che tu sappia che non ti ho mai lasciato solo.-

La sua mano si posò sui miei capelli, e a quel punto non potei trattenere delle lacrime di commozione.

-Che fai, piangi?-

-...è questa luce...è molto forte.-

-Già. Beh, dopotutto è tuo figlio, di sicuro sarà un bambino forte.-

-...papà..-

L'uomo si voltò a guardarmi.

Sai come succede in questi casi, no? Si hanno tante cose da dire nella testa, ma nessuna sembra avere senso quando sei lì, nel momento.

Pertanto strinsi i denti.

-Grazie.-

Lui mi sorrise, e la sua mano pian piano lasciò andare i miei capelli mentre mi parlava un'ultima volta.

-Sarai un ottimo padre, ne sono sicuro.

Dai, su. Va a prendere tuo figlio.-

Io annuii, alzandomi in piedi e andando verso la luce, dove vidi chiaramente la sagoma di un bambino che iniziò a corrermi incontro.

-Kojiro?-

Aprii gli occhi, lentamente, sopra di me Maki mi guardava con aria turbata.

-Kojiro, che succede? Hai avuto un incubo?-

Sentii qualcosa sugli occhi e mi passai una mano. Avevo ancora le lacrime.

Guardai di nuovo mia moglie e scossi la testa, sorridendole.

-No, è stato un bel sogno.

Sai una cosa, Maki?-

-Cosa?-

-...mi piacerebbe avere un figlio con te. Potremmo chiamarlo Haru, che ne dici?-

Spalancò gli occhi sbalordita, e poi delle piccole lacrime spuntarono assieme ad un sorriso felice.

-Haru...è un nome bellissimo.-

 

 

(Finalmenteee, dopo un tempo imbarazzante di pausa finalmente finisco anche questo lavoro.

Ringrazio tutte coloro che non hanno perso la speranza o che si sono unite alla fine alla lettura.

Un ringraziamento particolare a Melanto che mi ha sgridato per bene, spingendomi a finir di scrivere questa storia.

Questa “What if?” avrà poi altri sviluppi per quanto riguarda gli altri personaggi coinvolti (per esempio che fine fa Genzo), ma ci sarà ancora un po' da aspettare.

Grazie ancora a tutti quanti, ALLA PROSSIMA!)

   
 
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