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Autore: Altair13Sirio    23/03/2018    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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<< E' inammissibile! Gli gnomi non esistono! >> Sbottò indignata Luna sbattendo il palmo della mano sul banco con l'altra levata in aria per richiamare l'attenzione della sua insegnante.
Gli occhi di tutti i suoi compagni erano su di lei – tranne che del suo compagno di banco, che se ne stava con lo sguardo basso e fisso davanti a sé – mentre Luna si sporgeva con audacia e vitalità dal suo posto a sedere. La maestra era una giovane donna con pochi anni di esperienza sulle spalle, ma molto cordiale e capace di farsi comprendere dagli alunni; la guardava con un'aria spaesata mentre con una mano teneva il segno sulla lettura che stava recitando ad alta voce ai bambini. << Che vuoi dire, Luna Bianca? >>
Luna si ricompose dopo essere stata finalmente interpellata e prese un gran respiro prima di rispondere:<< Il testo che sta leggendo è falso: non sono mai esistiti gli gnomi! >> Nella classe calò il silenzio mentre Luna rivolgeva il proprio sguardo vispo alla maestra senza battere ciglio. << Ci sono i Frugh'nu Altopka del quadrante duecentoventiquattro, i Kannon G'hom della nebulosa rosa e i Brotg'lag del pianeta grigio… Ma gli gnomi non esistono da nessuna parte! >> Disse contando sulle dita i nomi che elencava.
La maestra non sapeva come reagire, se ridere per la grande fantasia della sua alunna oppure se rispondere con calma, dicendo che il testo non voleva sostenere l'esistenza degli gnomi. Boccheggiò senza sapere come spiegarsi, mentre ancora teneva il dito schiacciato sulla carta del libro. << Luna, io… >> Rivolse uno sguardo disorientato al proprio libro come per chiedervi consiglio. << Il libro non è un testo storico. Stiamo leggendo una fiaba… >>
Luna sentì come se fosse stata travolta dagli schizzi di una doccia fredda. Rimase impassibile mentre la sua fronte si imperlava di sudore e il suo volto si arrossava leggermente. << Però… E' così. >>
Ci fu ancora silenzio, poi la maestra di Luna sorrise lasciando andare il segno sul libro. << Sì, hai ragione. >> Disse, mentre intanto tra i compagni della bambina si levavano mormorii e risolini di scherno.
Luna tornò a sedersi senza dire una parola, producendo un tonfo sordo quando ebbe nuovamente toccato il legno della sua piccola sedia. Con gli occhi fissi di fronte a sé, tornò a guardare il libro e finse interesse in esso. Riusciva ancora a sentire alcuni commenti soffocati dei compagni dietro di lei e con la coda dell'occhio poteva notare diversi movimenti estranei all'interno della classe. Non capiva; aveva solamente detto la verità, aveva avvertito del fatto che il testo che stessero consultando non fosse veritiero… Perché adesso si sentiva come se avesse sbagliato?
Il suo intervento era stato fuori luogo? Doveva aver sbagliato qualcosa, forse non aveva seguito con attenzione qualche passaggio. Cominciò a rileggere con attenzione il testo, ma subito lasciò perdere: la maestra l'aveva chiamato "fiaba". Una fiaba era un racconto fantastico, generalmente indicato per i bambini, che aveva come protagonisti personaggi inventati e poteva includere elementi come la magia, che per gli umani consisteva in un grosso mistero: glielo aveva detto la sua K'Norfka.
Quindi aveva capito male lei? Si trattava solamente di un racconto e lei aveva pensato che si stesse facendo sul serio?
Nascose il volto dietro al libro e cercò di nascondere il rossore delle sue guance dovuto all'imbarazzo, mentre intanto la maestra riprendeva il racconto da dove lo aveva interrotto. Accanto a lei adesso Jamie non stava più con lo sguardo basso, ma era voltato verso di lei: la testa poggiata placidamente in mezzo alle braccia incrociate che venivano a formare una sorta di nido dall'aria molto confortevole e gli occhi inespressivi che la scrutavano; sembrava volerle dire qualcosa.
Luna fece andare lo sguardo dal proprio libro a Jamie un paio di volte, poi alla maestra e nuovamente a Jamie per cercare di capire se volesse dirle qualcosa; non poteva parlare a voce alta come se niente fosse, avrebbe disturbato la lezione, e dopo il suo intervento di prima non aveva alcuna intenzione di interrompere nuovamente la lettura. Vedendo la sua enorme confusione, il bambino stravaccato sul banco sciolse leggermente il suo incrocio di braccia e si portò la mano destra davanti al viso, alzando il dito indice e posandolo in mezzo alle labbra.
"Fa' silenzio." Era il messaggio.
Luna sentì improvvisamente una forte pressione su di sé e pensò di aver fatto qualcosa di sbagliato un'altra volta. Cosa voleva dire quel gesto improvviso da parte del ragazzino? Aveva detto qualcosa che lo aveva infastidito? Aveva fatto un errore in classe? Era nei guai?
Senza dare alcun segno di aver recepito il messaggio, si voltò e tornò a seguire la lezione, anche se a questo punto la sua mente era ben lontana da quella classe e la sua capacità di concentrazione ormai era svanita del tutto.
 
*
 
Dopo quell'episodio Luna Bianca aveva deciso di continuare la mattinata senza altri sbalzi; era rimasta al proprio posto senza alzare la voce e senza dire niente che potesse infastidire gli insegnanti o i suoi compagni. Non aveva inteso esattamente cosa volesse dire il messaggio di Jamie, ma durante le lezioni ci aveva riflettuto su ancora un po' ed era arrivata alla conclusione che, forse, più che una minaccia quello poteva essere un avvertimento; cosa sarebbe successo se avesse continuato a parlare? Luna non voleva scoprirlo.
Durante l'intervallo era stata avvicinata da una bambina con dei lunghi codini biondi che le aveva chiesto di uscire in cortile con lei e Luna aveva accettato; erano uscite infilandosi nel flusso di bambini dall'aria abbagliata che riempivano i corridoi e avevano raggiunto il cortile, dove gran parte della classe stava già passando l'intervallo, tutti quanti ansiosi di sfruttare al meglio il tempo a loro disposizione per svagarsi; c'era anche Jamie, seduto ai margini del cortile con lo sguardo fisso su qualcosa che teneva tra le mani e all'ombra del muro che circondava l'edificio.
Luna e la sua compagna con i codini si sedettero per terra vicino alla parete della scuola e rimasero per qualche minuto a fissare gli altri bambini che giocavano. Entrambe consumarono le proprie merende in silenzio, senza che nessuna prendesse l'iniziativa per parlare. Luna aveva con sé una brioche confezionata che mangiò lentamente e un succo di frutta da cui ogni tanto prendeva qualche sorso; la sua compagna sembrava avere solo una brioche diversa dalla sua, ma Luna era sicura di averla vista bere dell'acqua prima in classe.
<< Come stai oggi, Luna Bianca? >> Chiese a un tratto la bambina con i codini, che sembrava tesa nonostante la sua compagna non avesse detto o fatto niente.
Luna si voltò rapidamente verso di lei sorridendo, contenta che le avesse fatto quella domanda, e rispose annuendo:<< Molto bene, grazie! >> Poi le rigirò la domanda. << Tu come stai? >>
La bambina bionda abbassò lo sguardo per un istante e si concentrò sulle proprie mani unite. << Io…? Bene. >> Mormorò insicura con gli occhi di Luna Bianca addosso. << Come mai oggi hai detto quella cosa sugli gnomi alla maestra? Non avevi sentito che era una fiaba? >>
Il sorriso di Luna svanì lentamente, ma la bambina non volle dare l'impressione di aver preso male quella domanda. Invece di mostrarsi abbattuta, si sforzò di sorridere e ammiccò:<< Ah, sì! Mi sono distratta e ho pensato che la maestra stesse leggendo un libro di storia. >> La faceva sentire strana rispondere a quel modo, ma in fondo una parte di quella era la verità: Luna non aveva prestato attenzione come si deve ed era rimasta indietro.
<< Ti ha guardato tutta la classe. >> Disse l'altra bambina con voce tremante, acquistando un po' di sicurezza grazie al tono amichevole di Luna Bianca. << Non ti sei sentita in imbarazzo? >>
Luna guardò la bambina con occhi perplessi ma non lasciò in sospeso quella domanda; lei sapeva perché avesse fatto quello che aveva fatto e sapeva che non c'era niente di male in quello. << Perché? >> Chiese. << Io ho solamente detto una cosa vera. Se quella non fosse stata una fiaba avrei dovuto rimanere in silenzio? >>
La bambina bionda abbassò lo sguardo sorridendo leggermente. << Immagino che tu abbia ragione… Però deve essere stato difficile attirare l'attenzione di tutti a quel modo… >> Mormorò pensierosa.
<< Non direi… >> Borbottò Luna noncurante. << E' stato normale. >>
La bambina alzò lo sguardo incredula e rimase ad osservare Luna Bianca che sorrideva e guardava con aria spensierata i bambini che giocavano nel cortile. Rimase in silenzio per un altro po' prima di sorridere a sua volta, attirando così l'attenzione di Luna. << Vorrei essere come te. >> Disse senza smettere di sorridere.
Luna si voltò. << Come me, come? >> Chiese.
La bambina, che ancora non aveva detto il proprio nome a Luna, abbassò lo sguardo per un secondo con un'espressione riluttante in volto e spiegò con voce flebile:<< Sembri non avere paura di niente… Io sono timida e per questo non ho ancora amici a scuola; tu invece fai amicizia con tutti senza paura. >>
Luna riuscì a percepire una grande tristezza nelle parole della bambina, che sembrava quasi sconfortata. In effetti le era sembrato di vedere sempre quella bambina da sola durante l'intervallo, sempre in silenzio al proprio posto; in classe si notava a malapena la sua presenza. Erano passate alcune settimane dall'inizio della scuola e a quel punto ci si sarebbe aspettato che tutti quanti facessero amicizia; quella bambina però sembrava essere un'eccezione in quel caso.
<< E come mai allora hai chiesto a me di uscire, se sei timida? >> Il volto della bambina si fece paonazzo dall'emozione quando Luna le rivolse quella domanda. A Luna sembrava una domanda normalissima, ma la sua compagna apparve immediatamente ansiosa per rispondere.
<< Ecco… Scusa se ti ho disturbata… >> Mormorò intimorita fuggendo allo sguardo di Luna Bianca, che però non capì perché fosse così nervosa.
<< Perché? >> Fece Luna interrompendo le parole confuse della bambina bionda. Questa si voltò rivolgendole uno sguardo interrogativo e lei sorrise ampiamente. << Non mi hai disturbata affatto! Io mi sto divertendo qui con te! >> Disse in tutta sincerità, facendo così che le guance della bambina accanto a lei si facessero ancora più rosse. << Volevo solo dire che, se sei riuscita a trovare il coraggio di parlare con me, significa che hai superato la tua timidezza. >> Aggiunse dopo tornando a guardare avanti.
Gli occhi della bambina si riempirono di confusione e rimase a guardare in silenzio Luna per cercare di capire cosa esattamente la rendesse così calma e sicura di sé. Poi la bambina abbassò lo sguardo e sorrise mestamente. << Forse hai ragione… >> Mormorò. << E' che quando penso a te mi sembra che sia molto più facile parlare. Come se la tua vicinanza mi facesse calmare… >>
Luna si voltò di nuovo verso la bambina, che adesso aveva alzato lo sguardo fiduciosa. << Come ti chiami? >> Le chiese senza pensare.
La bambina reagì con un po' di incertezza, forse perché pensava che Luna Bianca conoscesse già il suo nome, oppure perché non si aspettava una domanda simile in quel momento, ma alla fine rispose senza troppa difficoltà:<< Mi chiamo Emily. >> La bambina sentì come un peso volarle via dal petto quando riuscì a pronunciare il proprio nome.
<< Emily… >> Fece Luna sorridendo. << Diventiamo amiche? >> Chiese tutto a un tratto avvicinandosi e stringendo le mani della bambina con entusiasmo.
<< Come? >> Chiese confusa Emily, un po' spaventata dal viso luminoso di Luna Bianca che le si era avvicinato di colpo.
<< Hai detto che quando pensi a me hai meno paura. Se diventiamo amiche posso aiutarti a superare le tue paure, così non sarai più da sola! >> Spiegò sicura di sé Luna, mostrando di avere tutto sotto controllo.
Emily sembrò combattuta; sembrava avere paura di accettare la proposta di Luna. << Ma… Sei sicura di voler diventare mia amica? >> Le chiese con voce tremante.
<< E che problema ci sarebbe? >> Chiese Luna a voce alta mentre Emily cercava di liberarsi dalla sua presa per portarsi le mani al volto e nascondere il proprio rossore dovuto all'emozione. Dopo qualche istante di incertezza durante i quali Luna non lasciò andare le mani di Emily, la bambina con i codini biondi riuscì a ricomporsi e dopo aver preso un profondo respiro decise di rispondere.
<< Luna Bianca… >> Disse molto lentamente in procinto di perdere la voce da un momento all'altro. << Sarei felicissima di essere tua amica! >>
Con questo Luna lanciò un urlo di esaltazione e alzò un pugno al cielo. << Evvai! Ora siamo amiche! >>
Le due bambine passarono la ricreazione facendosi compagnia l'un l'altra, a volte in silenzio apprezzando la pura e semplice compagnia e a volte chiacchierando di materie futili e casuali, che però aiutavano a far scoprire a entrambe qualcosa di più sull'altra. Quando poi l'intervallo stava per giungere al termine, Emily si alzò da terra e consigliò di tornare in classe.
<< Sarà un problema se faremo tardi. >> Commentò Luna annuendo e rialzandosi a sua volta.
Si diressero verso l'entrata dell'edificio, dove già alcuni bambini cominciavano a riunirsi per tornare ognuno alle proprie classi; non c'era ancora la confusione che si creava solitamente al suono della campanella perché la maggior parte degli studenti preferiva approfittare al massimo del tempo concessogli per divertirsi. Luna ed Emily non ci misero molto a raggiungere la classe e questa volta nessuno inciampò o si scontrò con altri bambini.
In classe erano rimasti un po' di compagni che non erano usciti per tutto l'intervallo e c'era un'atmosfera stranamente tesa. Un bambino con una felpa blu se ne stava seduto al proprio posto con sguardo basso e un altro stava in piedi al centro della stanza, mentre tutti gli altri li osservavano con occhi attenti.
<< Non è giusto che tu rubi la merenda agli altri, Billy! >> Esclamò il bambino che era in piedi puntando un dito contro il ragazzino seduto con la testa bassa. << Cosa pensavi di fare se non ti avessi scoperto? Avresti lasciato il povero Felix senza mangiare per tutta la giornata? >>
Luna ed Emily rimasero sulla porta ad osservare la scena che stava avendo luogo davanti ai loro occhi, confuse e allarmate dal tono scontroso assunto dal ragazzino al centro della stanza.
<< Felix non aveva bisogno tutta quella roba da mangiare! E' così piccolo che gli basta un cracker per essere pieno! >> Ribatté quello con la felpa blu che l'altro aveva chiamato Billy.
<< Ma che stai dicendo? >> Si levò una voce tra gli altri bambini seduti ai propri posti, dove si trovava anche l'appena menzionato Felix. << Sei scemo forse? >> Un'altra voce di una bambina continuò quello che aveva detto un altro bambino prima.
<< Avevo fame, va bene? La mia mamma si è dimenticata di darmi la merenda stamattina! >> Esclamò infuriato Billy voltandosi verso il gruppo di compagni ai margini della classe.
<< E ti sembra un buon motivo per rubare da mangiare agli altri? >> Fece il bambino in piedi alzando un braccio e indicando un ragazzino biondo dall'aria impaurita che aveva tutta l'aria di essere la vittima di quella questione.
<< Sta' zitto, Luke! >> Rispose con rabbia Billy non sapendo più come reagire agli attacchi dagli altri.
<< Dovevi pensarci prima! >> Esclamò quello voltandosi e avvistando Luna ed Emily sul ciglio della porta. << Oh! >> Disse sorpreso posando gli occhi su di Luna. La bambina si sentì improvvisamente al centro dell'attenzione quando Luke cominciò ad avanzare verso di lei.
<< Luna Bianca, volevo proprio te. >> Disse quello con tono affabile ma che alle orecchie di Luna suonò minaccioso. Che cosa voleva da lei in quel momento?
<< Che cosa succede? >> Chiese la bambina cercando di mantenere la calma, mentre accanto a lei Emily cominciava ad essere nervosa e cercava di non fare caso agli occhi di tutti posati su di lei.
<< Approfittando della confusione e dell'assenza di molti di noi in classe, William ha rubato la merenda di Felix. Credeva di farla franca, ma io l'ho beccato e l'ho costretto a restituire la merenda rubata! >> Spiegò il bambino gesticolando compulsivamente e mostrando un sorriso inquietante alla fine della sua spiegazione. Per qualche motivo Luna si sentiva minacciata dallo sguardo di quel bambino. << Secondo te cosa dovremmo fare adesso con lui? >>
Luna Bianca fece scorrere lo sguardo da una parte all'altra della classe: c'erano i bambini riuniti a un lato della stanza che la fissavano con occhi pieni di curiosità; c'erano gli occhi di Felix, che sembrava profondamente spaventato dalla situazione che si era venuta a creare a causa della sua merenda; c'erano gli occhi scontrosi di William, seduto al proprio posto e isolato da tutti, che fissava lei e Luke come se volesse far loro del male; e poi c'era Luke, di fronte a lei, che le rivolgeva quel sorriso inquietante e le metteva pressione in attesa di una risposta. Non poteva certo dire che William andasse lasciato in pace perché aveva comunque fatto qualcosa che non doveva fare, ma andava veramente punito duramente come si aspettava Luke? La gogna a cui lo stava costringendo non era già abbastanza, contando che avesse già restituito la merenda?
Vedendo che la sua amica non riusciva a rispondere in alcun modo alla domanda di Luke, Emily si fece coraggiosamente avanti dicendo che non poteva tirare in mezzo lei in quella discussione. << Luna non c'entra niente con questa storia! >>
Anche Emily era riuscita a trovare il coraggio di rispondere a Luke e lo aveva fatto per difendere Luna, che si era ritrovata in quella situazione in quel modo così strano e improvviso. Peccato che fu tutto inutile quando Luke mosse una mano con fare disinteressato e spiegò:<< Abbiamo bisogno di un parere diverso. Luna Bianca è la persona più vicina alla giustizia tra tutti noi, lei pensa diversamente da noi proprio per quello che è! Lei è diversa da noi e per questo, per determinare se quello che ha fatto Billy è corretto o no, abbiamo bisogno di un parere come il suo. >>
Emily fu come respinta dalle parole di Luke, che non la degnò nemmeno di uno sguardo e rimase a fissare Luna Bianca con insistenza. Attendeva una risposta. La stava mettendo alla prova? Voleva sapere come pensasse una come lei? Ma "come lei", come? Luna era una bambina normalissima proprio come tutti loro, come avrebbe dovuto pensare secondo loro? Cos'era che volevano da lei?
Mentre Luna balbettava qualcosa non riuscendo a trovare le parole per rispondere al quesito del suo compagno di classe, alle sue spalle fece la sua comparsa Jamie, il compagno di banco di Luna, che con una spallata fece spostare Luna Bianca ed Emily e si mise di fronte a Luke.
Calò il silenzio nella classe e improvvisamente il bambino che poco fa aveva messo in crisi Luna Bianca con quelle sue parole adesso stava impallidendo di fronte allo sguardo truce di Jamie, che sembrava sul punto di sussurrargli qualcosa.
Passarono pochi secondi prima che Luke si facesse da parte per lasciar passare Jamie, ma quei secondi sembrarono non finire mai e tutto attorno ai due ragazzini l'aria sembrò farsi incredibilmente più pesante. Jamie poi attraversò la classe lanciando occhiate minacciose a tutti i presenti: prima fulminò Billy seduto al proprio posto, che abbassò definitivamente lo sguardo impaurito; poi rivolse lo sguardo minaccioso agli altri bambini dall'altro lato della classe prima di raggiungere il proprio banco e sedersi come se niente fosse, estraendo un libro dallo zaino e cominciando a sfogliarlo.
Quella scena era stata così strana che Luna l'avrebbe descritta come un fulmine a ciel sereno; per qualche motivo, però, dopo l'entrata di Jamie nessuno sembrava più voler discutere di quella cosa. Adesso ognuno si faceva i fatti propri e anche Luke sembrava poco interessato a sentire la risposta di Luna Bianca.
A un tratto Jamie alzò nuovamente lo sguardo e si rivolse a Luna; la sua espressione non era cambiata per niente, ma per qualche motivo adesso il suo cipiglio sembrava più benevolo e gentile di quando si confrontato con Luke. Come prima, si portò l'indice alle labbra e le fece segno di non fiatare, poi mosse lo stesso dito come per dirle di avvicinarsi; quindi, tornò a concentrarsi sul suo libro.
Luna si mosse automaticamente. << Andiamo a sederci, Emily… >> Mormorò mentre la sua amica annuiva in silenzio. Entrambe non fiatarono e lasciarono Luke davanti alla porta che fissava il vuoto.
Quando Luna si fu seduta cominciò a guardarsi intorno: la classe era tornata alla normalità ora, nessuno aveva in volto uno sguardo rabbuiato e alcuni compagni parlottavano a bassa voce senza alcuna apparente tensione. A Jamie era bastato lanciare un paio di occhiate in giro per risolvere la situazione, come un supereroe; era incredibile!
Cercò di intercettare il suo sguardo voltandosi leggermente verso di lui, in cerca di qualche segnale; Jamie però non sembrava voler nemmeno alzare la testa in quel momento. Allora Luna si limitò a sorridere e sussurrò:<< Grazie. >> Sicura che lui stesse ascoltando.
Il bambino non mostrò alcun segno di aver udito il ringraziamento, però Luna pensò che l'avesse sentita ugualmente. L'aveva aiutata anche se non sembrava ed era riuscito a rendere concreto il pensiero caotico di Luna su quella vicenda con dei semplicissimi gesti: quello che era stato fatto era sufficiente, non c'era bisogno di punire in alcun modo il ladro di merende. Era incredibile come, mentre Luna non riuscisse a trovare le parole per spiegare quella cosa, a Jamie non servissero proprio per risolvere la situazione.
   
 
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