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Autore: An13Uta    24/03/2018    1 recensioni
Risposta a "Sbagli (Prole)"
Lettera di tre madri ai loro Bambini.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goddess Din of Fire, Goddess Farore of Knowledge, Goddess Nayru of Wisdom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dee,
osservateci,
e rispondete:

la vostra prole
dunque
non ha significato?




Amore mio









No.

No, non dire così.

Dal secondo in cui vi abbiamo creato come un unico essere, non c'è stato un momento solo nel quale abbiamo pensato la nostra prole fosse una bambola futile,
senza importanza,
senza ragione.



Il ricordo dei tuoi occhi,
così brillanti e sorpresi dal vedere tutto e niente,
mi fa scoppiare in lacrime,
amore mio.



Così come l'ultima immagine del tuo primo corpo che si spezza e svanisce nelle nostre mani
(così grandi, così inutili)
riducendosi in minuscole particelle di polvere.


Per molto, molto tempo
quella fu l'ultima volta che ti vidi.

Ci rinchiudemmo in un eremo volontario, distogliendo il nostro sguardo dal mondo, nostra ultima meraviglia.
Non c'era più nulla per cui fossimo necessarie.

E poi,

all'improvviso,

un suono mi ha fatto trasalire.

 

Ti ho sentito,
amore mio.


Leggero, il tuo primo respiro si è fatto strada sino alle mie orecchie incredule.

Così lontano e familiare, il respiro di un bambino che mai avrei sperato di poter sentir vivere ancora.

Fu un dono insperato.

Un miracolo.

Ma la nostra gioia fu spezzata nello stesso momento in cui, in questo vuoto senza tempo, ascoltammo quel suono spezzarsi brutalmente.

Come un urlo rotto che riecheggia in un dirupo.


Avrei voluto, avremmo voluto aiutarvi.


Togliervi dal vostro cammino forzato e permettervi una vita quasi normale.


Strapparvi dalla sorte che vi spettava con le nostre mani, le stesse che non sono riuscite a proteggervi neanche allora, nella vostra prima vita che non potreste mai ricordare.


Ma per quanto grandi non siamo onnipotenti.


Semplicemente,
non ci è stato concesso.


Ogni essere vivente deve giungere ad una fine;
ne accetta una tra le milioni offertegli dal mondo in cui vive,
che sia in una battaglia infuocata o tra coperte calde.

Ma voi non avete
che un numero definito
di torture atroci.

Senza altre possibilità.

L'aureola dorata del martire vi circonda il capo senza lasciar scampo.


Vederla ci spezza il cuore,
amore mio.


Non ti ho abbandonato,
non ti ho dimenticato.
Non verrà mai il giorno in cui commetterò un atto tanto atroce.

Per cui, ti prego.


Lasciati cadere tra le mie dita.


Mi prenderò cura di te, promesso.


Ti farò una stanza di conchiglia,
d'albero,
di granato.


Ti donerò una palma di vetro e i fiori dei morti,
una biblioteca meccanica e l'inchiostro del tempo,
dei ricordi perduti e delle lacrime d'ambra.


Ti cullerò nelle mie braccia se gli incubi ti assaliranno e canterò per te.



Non posso donarti una vita vera, che lasci un'impronta indelebile – ma saprò tenerti al sicuro, evitandoti un'esistenza inutile e dolorosa finché non ci sarà davvero bisogno del tuo aiuto.


Ti supplico,
amore mio.


Ascoltami.


Solo questa volta.


Non posso vederti morire ancora.

Non posso vedere il mio orgoglio più grande sparire senza essere ricordato.

Non posso.
 

Non di nuovo.


 

La scelta è tua;
non ti costringerò.






Fino al momento in cui c'incontreremo

e potrò tenerti ancora tra le braccia,

buonanotte,

amore mio.





E sogni d'oro

   
 
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