Crossover
Segui la storia  |       
Autore: evil 65    25/03/2018    21 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ecco un nuovissimo capitolo! Ci abbiamo lavorato molto, per cui non vediamo l'ora di sentire i vostri pareri ;)
E abbiamo anche la opening ufficiale della storia!


Opening: https://www.youtube.com/watch?v=TzppTAmgUwA
 


Capitolo 7 - Scontro tra titani 

http://youtu.be/xmtCtKSq_yo

Lo Star Destroyer Esecutore era enorme e quasi completamente nuovo. Era stato costruito nei remoti centri orbitali dell’orlo esterno, in gran segreto e immune al virus che era la Ribellione. I suoi dediti e fanatici costruttori lo avevano progettato perché fosse più potente e più tecnologicamente avanzato di qualunque cosa lo avesse preceduto. Sicuramente, i ribelli non possedevano nulla che potesse tener testa a quel vascello.
Quasi invisibili quando uscirono da un portello sul lato esterno dell’immenso Star Destroyer Classe Resurgent, le quattro navi da trasporto erano un modello collaudato. Con un compito chiaro e semplice, non avevano bisogno della profonda riprogettazione richiesta dalla loro nave appoggio. Nonostante tutto, i trasporti continuavano a svolgere il loro ruolo con brutale efficienza.
Occupati nelle loro attività quotidiane sulla superficie della Terra, gli abitanti del Giappone non avevano idea di stare per ricevere la visita di quattro squadre scelte di stormtroopers imperiali. A bordo del quartetto di trasporti truppa, gli ottanta guerrieri in armatura bianca si preparavano all’atterraggio come qualunque altro soldato. Le battute di spirito si alternavano con ipotesi nervose su ciò che probabilmente li attendeva. Le ondate di adrenalina suscitavano colpetti di gomito e qualche pacca cameratesca sul braccio del compagno di fianco. Si conoscevano bene, avevano fiducia nella loro squadra ed erano sicuri di poter affrontare qualunque cosa quel piccolo paese su cui stavano scendendo avesse in serbo per loro.
I capisquadra sbraitarono una serie di ordini e le armi furono caricate e controllate due volte. I soldati armati di lanciafiamme si assicurarono che il loro armamento speciale fosse completamente carico. Ogni soldato si faceva un dovere di ispezionare l’armatura del compagno di fianco, assicurandosi che le giunture fossero sigillate e le piastre ben salde.
Il silenzio che seguì fu rimpiazzato da un rombo sordo, l’immobilità da scossoni e boati, mentre le quattro navi entravano nell’atmosfera del Centro Imperiale. Qualcuno fece un commento particolarmente fuori luogo e fu subito zittito dai soldati seduti dinnanzi a lui. Dopodiché, l’unico rumore all’interno della nave fu il rimbombo che accompagnò la discesa turbolenta nell’aria spessa.
Una voce elettronica automatica avvertì: prepararsi all’atterraggio. I corpi nelle armature si irrigidirono.
Un ultimo forte scossone e calò di nuovo un silenzio così profondo da mettere i brividi. Le mani strinsero le armi, i muscoli si tesero e all’interno del trasporto tutti gli occhi si puntarono sul portello di sbarco.
Il silenzio fu a malapena interrotto dai lievissimi ronzii meccanici della prua della nave che cominciava ad abbassarsi sul terreno ancora poco visibile.
 
                                                                                                                                         * * * 

Quella notte, Accelerator sognò di una vita che non ricordava di aver vissuto. Sognò di esperimenti depravati, di uomini in camice bianco che gli ordinavano di uccidere. Sognò di 10.000 ragazze, tutte con il volto di Last Order… tutte morte per sua mano.  Sognò del giorno in cui aveva salvato quella ragazzina dall’insolita parlata… avvenuto in modo molto diverso.
Poi, udì un colpo di pistola… e si svegliò di soprassalto.
La linea di confine rispetto ai suoi pensieri abituali era profonda, ma a lui certe distinzioni non interessavano. Gli importava solo che i contenuti del suo sonno fossero appaganti. E quando non lo erano, be'… che senso aveva continuare a dormire?
<< Cazzo… ancora quei dannati sogni >> borbottò stizzito.
Si mise a sedere contro il tronco di una grande quercia. Attualmente, il giorno più caldo dell’estate volgeva al termine e un silenzio di tomba regnava al di sopra dei campi di grano.
Le foglie degli alberi, di solito scintillanti, sostavano impolverite lungo i rami dei rispettivi alberi, ammassati nei vialetti, e i prati un tempo verde smeraldo si stendevano incantrapecoriti e giallognoli a causa della siccità. In mancanza delle loro consuete occupazioni, gli abitanti del villaggio si erano rintanati nella penombra delle loro case, con le finestre spalancate nella speranza di indurre una brezza inesistente a entrare.
La sola persona rimasta al di fuori  era lui: veniva spesso in quella parte della campagna, per sfuggire alle incessanti attenzioni di Last Order.
Si alzò in piedi, preparandosi a a rientrare in casa. Si stava facendo tardi, dopotutto, e doveva ancora raccogliere la legna per il fuoco.
E poi accadde. Vi fu un lampo di luce bluastra.
L’adolescente inarcò un sopracciglio.
<< Che diavolo succede? >> domandò quasi a se stesso.
Lo sentì arrivare: un mugolio crescente da un altro mondo che giungeva dal lato ovest della volta celeste, un mmmm che crebbe fino a diventare un MMMMM nello spazio di pochi secondi.
Dal cielo stava cadendo qualcosa… in una versione accartocciata. Sospese nell’aria restavano spirali di fuoco come petali rossicci, un fiore che si stava ancora aprendo. Il corpo precipitava in una scia di fumo denso. Qualcosa si schiantò rumorosamente nel campo di grano, scalzando pezzi di terriccio, prima di rotolare vorticosamente nell’erba alta. E in quel preciso istante, toccò terra.
L'esplosione fu bianca e onnicomprensiva. Ad appena un centinaio di metri lungo l'asse che conduceva alle fattorie più vicine, guizzò nel cielo velato una brillante scintilla dorata, come un fulmine che saetta all'insù invece che verso il suolo. Un istante dopo, l’onda d’urto titanica squarciò il centro della notte. Una rossa palla di fuoco cancellò i tralicci delimitanti il campo.
Accelerator non perse tempo, e corse fino al punto in cui si era verificato lo schianto. Una volta arrivato a destinazione, si bloccò.
Di fronte a lui, infatti, si stagliava il corpo malandato di quello che sembrava una nave mercantile. Fiamme e terriccio ne avvolgevano il fianco scoperto, mentre il resto della struttura annaspava nel suolo. L’adolescente si avvicinò con passo esitante, quando un sonoro gemito attirò la sua attenzione.
Dalla nuvola di fumo che scaturiva dalla nave fuoriuscì un uomo. Era alto e magro, probabilmente sulla sessantina. Aveva capelli folti e argentati, perfettamente in contrasto con gli abiti neri vagamente stracciati. Con gli occhi strabuzzanti, arrancò fino all’albino.
<< Aiutami >> sussurrò con voce roca.
Poi svenne ai piedi dell’esper.
 
                                                                                                                                                      * * *
  
Il Dottore sbatté le palpebre un paio di volte. Si sentiva stanco e affaticato, quasi come se avesse speso la notte in mezzo al deserto.
Lentamente, come attraverso una bruma, mise a fuoco i suoi dintorni. Era in una stanza di medie dimensioni, dalle candide pareti in cartongesso.
Aveva gli arti intorpiditi, appesantiti dal sonno. Poi, dopo quasi un minuto buono, si rese conto di posare al di sopra di un letto.
Davanti a lui si stagliò il volto  di una giovane donna dai capelli neri.
<< Oh, ben svegliato >> lo salutò Yoshikawa, le labbra arricciate da un sorriso smagliante << Per sua fortuna me la cavo bene come medico, era ridotto piuttosto male. >>
 Prese una sedia e si sedette accanto a lui. 
<< Come si sente? >>
<< Ugh... come se fossi stati investito da una corvetta imperiale >> borbottò l’uomo, portandosi una mano alla testa << Per quanto tempo ho dormito? >>
<< Giusto un paio d'ore, nulla più >> rispose l’altra, indicando la sua fronte << Ha preso una bella botta, da quanto mi ha detto Accelerator. Riesce ad alzarsi? >>
Il Signore del Tempo tentò di mettersi in piedi, ma trovò l'azione piuttosto faticosa.
<< Mi dia solo un secondo >> borbottò, nel tentativo di mettere a fuoco.
Rilasciò un sonoro gemito, utilizzando la spalla di Yoshikawa come punto d'appoggio.
<< Sono ancora un po' disorientato, mi ci vorrà qualche minuto per rimettermi in sesto. Questa è casa sua? >> domandò, lanciando una rapida occhiata ai suoi dintorni.
<< Non proprio, è la casa della mia amica Yomikawa>> rispose la donna, mentre lo aiutò a mantenersi in piedi. << Comunque, molto piacere. Io sono
Kikyō Yoshikawa. Lei è? >>
<< Il Dottore, molto piacere. >>
<< Ma... io le ho chiesto il nome, non la professione >> rispose la mora, strabuzzando gli occhi.
Scosse prontamente la testa.
 << Dev’essere un effetto del trauma cranico. Va bene, venga con me, andiamo in cucina che le preparo una bevanda calda. Le piace il tè? >> 
<< Mia cara, a questo punto sarei capace di bere anche del latte di Gungan >> ridacchiò l'altro, il volto adornato da un ghigno scherzoso.
La donna lo fissò con sguardo stranito, ma alla fine lo accompagnò in cucina, dove iniziò a bollire l’acqua. In quel momento entrò in casa Accelerator, che aveva appena finito di tagliare la legna, accompagnato dalle figure di Last Order e Yomikawa.
L'albino notò subito l'uomo, e posò l'accetta vicino alla porta.
<< Oh, si è ripreso, a quanto pare. Dovrebbe restare a riposo, un uomo della sua età non dovrebbe girare solo per la casa. >>
<< L'ho accompagnato qua io >> disse Yoshikawa, ancora intenta a preparare il tè.
Last Order si lanciò subito di fronte alla figura dell’uomo, il volto adornato da un sorriso giocoso.
<< Saaaaaalve! Io sono Last Order >> esclamò la bambina, sorprendendo il Dottore << Accelerator l'ha salvata da un bell'incidente, era conciato piuttosto male. Visto che le abbiamo salvato la vita, ora ci dovrà ricompensare con una pentola d'oro! Dice Misaka come Misaka.. .>>
Prima che potesse terminare la frase, la piccola ricevette una leggera manata sulla testa da parte del padre adottivo.
<< Tch... mocciosa, smettila di urlare e infastidirlo >> ordinò in tono burbero.
Affianco a loro, Yomikawa rilasciò un sospiro rassegnato, prima di volgere al Signore del Tempo un sorriso accomodante.
<< Perdoni questi bambini, a volte sono davvero incontrollabili. Io sono Yomikawa, la proprietaria di questo allegro stabilimento. Posso sapere il suo nome?>>
<< Sono il Dottore >> rispose l’uomo, porgendo una mano in segno di saluto.
Al sentire tali parole, la donna  non poté fare a meno di inarcare un sopracciglio. << Il nome, non la professione. >>
<< Il Dottore. >>
<< Dottore chi? >>
<< Il Dottore. >>
Accelerator e Last Order lo fissarono come se fosse pazzo.
<< Tu ti chiami “il Dottore”? >> domandò l’albino, il tono di voce adornato da una lieve punta d’incredulità.
L’uomo annuì in assenso. << Esattamente! >>
<< Non è un nome, è una condizione mentale. >>
<< Pensi che sia strano? >> ridacchiò l’altro, ricevendo uno sguardo infastidito da parte dell’adolescente.
<< No, mi sembra solo stupido. >>
<< Odi le cose stupide? >>
<< Sì >> ribatté lui, stringendo ambe le palpebre degli occhi.
Detto questo, si lasciò cadere sul divanetto della cucina, mentre volse un’occhiata laterale in direzione dell’ospite.
<< Piuttosto, lei non è umano. Dico bene? >>
In tutta risposta, l'uomo si limitò ad inarcare un sopracciglio, leggermente impressionato dalla dichiarazione dell'adolescente.
<< Hai una mente molto acuta, ragazzo. Dimmi, come l'hai capito? >>
<< Mi prende per il culo? La sua navetta è praticamente un rottame! Nessun essere umano sarebbe mai sopravvissuto ad un simile schianto. >>
Era una bugia debole, lo sapeva anche lui. In fondo, Battleground era pieno di esseri umani dalle capacità innate. Avrebbe potuto dirgli la verità, ovvero che, essendo un esper in grado di controllare i vettori, i suoi sensi erano amplificati e nettamente maggiori rispetto a quelli di un semplice umano. A causa di ciò, era riuscito a sentire il battito dei due cuori presenti nel corpo del Dottore.
Tuttavia, nonostante l'aspetto innocuo e il tono cordiale, non si fidava ancora di quell’insolito vecchietto. Meglio recitare la parte dell’ingenuo ragazzo di campagna ancora per un po’.
Last Order fu più che disposta ad interrompere le sue riflessioni.
<< Accelerator, modera il linguaggio, dice Misaka come Misaka, rimproverandoti! >>
<< Zitta, marmocchia. Comunque, ho provato a riparare il suo mezzo di trasporto. Io me ne intendo di motori terrestri, ma quella roba è complicata. Credo che dovrà rimanere a casa nostra per un paio di giorni >> spiegò l'albino, stiracchiandosi sul divano.
Affianco a lui, Last Order annuì in accordo.
<< Le riparazioni della nave ammontano a cinquanta milioni di yen, comunica Misaka come Misa-.. .>>
Prima che potesse terminare la frase, le arrivò un cuscino sul viso.
<< Ti ho detto di non infastidirlo >> sibilò l’esper, stringendo ambe le palpebre degli occhi.
Fatto ciò, volse un’occhiata laterale nei confronti del Dottore e chiese: << Da dove viene, se non sono indiscreto? >>
L'uomo rimase fermo e immobile, il volto adornato da un'espressione sospettosa. Alla fine, decise di rispondere alla domanda dell’adolescente.
<< Dubito che tu abbia sentito parlare del mio mondo, è scomparso molti anni fa. Che io sappia, sono l'ultimo della mia specie... più o meno >> borbottò quasi a se stesso.
<< Mh, mh... va bene, comunque non sono cazzi miei. Ciò che mi preme di più sapere è il motivo per cui si è schiantato qui. Esaminando la sua navicella ho trovato tracce di fori… fori che potevano essere provocati solo da armi imperiali. Ne deduco che lei è ricercato dall'impero, e che quindi ho appena salvato la vita a un criminale del governo. Mi corregga se sbaglio >> disse Accelerator, alzandosi e avvicinandosi all'alieno.
Nel mentre, Yoshikawa e Yomikawa rimasero senza parole. Con grande sorpresa del gruppo, tuttavia, il Signore del Tempo si limitò a scrollare le spalle.
<< Mi hai beccato >> rivelò con un tono di voce piuttosto spensierato.
Cominciò a guardarsi intorno, apparentemente non disturbato dalla deduzione dell’albino.
<< Che cos'hai intenzione di fare con queste informazioni? Vuoi forse consegnarmi alle autorità competenti? >>
<< Dipende. Prima che lo faccia... risponda a quest'altra domanda: perché non ci ha ancora attaccato? >> domandò bruscamente il ragazzo. 
Il Dottore si limitò a scrollare le spalle.
<< Oh, come se avessi la forza di sopraffare un giovanotto nel fiore degli anni. Sono solo un povero vecchietto >> rispose con il suo solito sorriso, dondolandosi sulle punte dei piedi.
<< Tch... stronzate! >> esclamò l’altro, battendo un pugno sulla parete della cucina << Dimmi chi sei, o giuro che ti... >>
Venne interrotto da Yoshikawa, che lo afferrò per il braccio. Al contempo, Last Order si attaccò alla sua vita.
<< Adesso vedi di calmarti, Accelerator >> lo ripresa la donna, in tono di rimprovero.
<< Non si tratta così un ospite, lo rimpovera Misaka come Misaka, spiegando le basi dell'educazione! >>
<<  Tch... lasciatemi! >> si dimenò il ragazzo, per poi accasciarsi contro il divano.
Digrignò i denti, prendendo un respiro profondo.
<< Dunque... chi è lei? >> ripeté con insistenza.
L'uomo si strinse nelle spalle una seconda volta. << Per ora, puoi considerarmi un, vediamo... ah, sì ,un combattente per la libertà! Non la terminologia più originale, lo ammetto, ma credo che sarà sufficiente per spiegare la mia attuale professione. Vi assicuro che non ho intenzioni nocive, né verso di voi né verso qualunque altro civile. >>
<< Oh! Lei è come William Wallace! Esclama Misaka come Misaka con gli occhi scintillanti e ricolmi di ammirazione. >>
Ignorando le farneticazioni della bambina, Accelerator lo squadrò da capo a piedi.
<< Combattente della libertà? Vuol dire che lei è un ribelle. Ecco perché le stanno dando la caccia. >>
Poi, come dal nulla, una rivelazione scioccante si fece strada nella mente dell’esper.  
<< Merda! Se l'impero le sta dando la caccia, significa che stanno venen-… >>
Quello che si sarebbe solo potuto definire come un cupo rombo lo costrinse a interrompersi. Quando l’adolescente si affacciò alla finestra dell’abitazione, puntò in direzione del rumore.
La navetta che stava calando dal cielo era molto più imponente di qualsiasi trasporto su cui l’albino aveva mai posato gli occhi. Sfoggiava lunghissime ali pieghevoli e un profilo che ricordava un uccello predatore. Come ad un segnale, i vari abitanti del villaggio fuoriuscirono dalle rispettive abitazioni, impugnando armi e strumenti agricoli.
Quando la rampa di sbarco della navetta si abbassò, discese una sola persona. Alta e ammantata di nero, col volto nascosto da una maschera di metallo, camminò con passo lento e indifferente fino alle porte del villaggio.
Una schiera di figure bipedi in scintillante armatura bianca lo seguì a ruota. Truppe d'assalto. Le armi con cui aprirono il fuoco glielo confermarono.
Quelli del villaggio che si erano armati tentarono di organizzare una difesa. Ma in quel caso, il coraggio non bastava contro l’addestramento e l’arsenale sofisticato degli stormtroopers. Man mano che le loro file venivano decimate, non ebbero altra scelta che arretrare. Era finita quasi prima di cominciare.
Oramai consapevoli che era inutile opporre ulteriore resistenza, gli abitanti del villaggio cominciarono a capitolare, arrendendosi in gruppi di due o tre.
Quando gli animali rinchiusi nei recinti si fecero prendere dal panico e si liberarono, molti soldati armati  di lanciafiamme si misero a dar fuoco a determinate strutture. Accelerator era sdegnato: non sembrava esservi alcuna ragione per farlo. Ma d’altra parte, per quelli che tiravano le fila dell’Impero, seminare paura era soltanto un altro modo per fare politica.
Gli stormtroopers, guidati dal loro oscuro signore, continuarono quell’assalto con spietata efficienza. Forti esplosioni riecheggiarono nell'aria, l'odore dello zolfo, della carne bruciata, il suono dei blaster e delle urla di innocenti squarciarono il silenzio dell’avamposto come la possente ascia di un boia. In quel macabro sabba di morte, attuato esclusivamente a far uscire allo scoperto un solo uomo, non vi era spazio per la pietà, nemmeno per i giovani pargoli.
Darth Vader sapeva bene che il Dottore non sarebbe rimasto a guardare mentre dei civili venivano coinvolti, si trattava solo di pazientare.
<< Maledetto bastardo... lo ammazzo! >> imprecò Accelerator, scattando verso la porta, solo per venire prontamente trattenuto da Yomikawa.
<< No, non farlo! Se tu ora lo attaccassi, le conseguenze saranno ancora più disastrose... restate qui >> ordinò la donna, uscendo allo scoperto.
<< Yomikawa! >> la chiamò
Kikyō, ma nulla bastò a fermarla.
 La donna corse per il campo, fino ad arrivare vicino a Vader. Il Sith la squadrò da capo a piedi, senza proferire alcuna parola.
Ella aprì entrambe le mani in segno di resa, e con grande coraggio gli rivolse la parola:
<< Adesso basta, vi scongiuro. Perché fate tutto questo? Siamo gente semplice, contadini di campagna, non abbiamo fatto nulla di male per attirarci le ire dell'impero. Vi scongiuro, Lord Vader, abbiate pietà. Vi daremo tutto ciò che desiderate, e se è il sangue ciò che volete allora prendete me! >> esclamò con le lacrime agli occhi << Ma vi scongiuro, basta prendere altre vite di innocenti. Vi supplico >> sussurrò con voce rotta.
Il Sith rimase un attimo in silenzio, volgendo completamente la propria attenzione nei confronti della nuova arrivata.
<< Parole molto toccanti, donna. Tuttavia, non è te che sto cercando, sono qua per il ribelle che si nasconde in mezzo a voi. La sua nave si è schiantata ad appena un paio di chilometri da questo villaggio >> dichiarò come un dato di fatto. 
Poi con voce tonante, esclamò: << MI SENTI, RIBELLE? SO CHE TI NASCONDI QUI! QUANTE ALTRE VITE DOVRÒ SPEZZARE PER FARTI USCIRE ALLO SCOPERTO?! >>
<< Ma il Dottore non si trova qui, non lo abbiamo mai visto! >> ribatté Yomikawa, nel tentativo di placare i sospetti del signore oscuro.
A quel punto, lo sguardo di Darth Vader tornò a posarsi sulla donna. La maschera nascose bene la sua espressione iraconda, ma, al contempo, ricolma di trionfo.
<< Molto interessante, donna... io ho detto che cercavo un ribelle, ma non l'ho mai nominato. Come fai a sapere di chi sto parlando? >> domandò con una punta di malizia.
In quel momento, l'espressione sul volto di Yomikawa si fece indecifrabile. Un’ondata di paura la scosse, una forte e terribile paura come mai prima d'ora le era successo, come se la voce di Vader avesse risvegliato in lei un sentimento di terrore primordiale.
Le braccia le tremarono e le gambe sembrarono cedere sotto il suo stesso peso. Il sudore sul viso si fece più intenso e gli occhi rimasero spalancati, così come la bocca.
Deglutì, prese un poco di coraggio e fece per parlare, ma non riuscì a dire nulla. Una forza invisibile le stritolò la trachea, soffocandola e sollevandola a mezz’aria.
<< Ora, io e te discuteremo riguardo a ciò che sai. O vuoi forse che altre gente muoia? >> proclamò Vader, fissandola intensamente.
 
Da lontano, Accelerator venne investito da una poderosa furia e si alzò, ma Yoshikawa lo afferrò con entrambe le braccia e lo trattenne.
La povera donna era in preda alle lacrime. Non poteva salvare la sua migliore amica e non voleva che l'esper che ormai considerava come un figlio si facesse uccidere.
<< Ti prego Accelerator, ti prego, ti scongiuro, non fare niente. Ti prego! >> singhiozzò nella maglietta dell’albino.
Questi rilasciò un ringhio furibondo.
<< Mollami, Yoshikawa! Se va avanti così, la ucciderà! Lasciami andare! Lasciami subito. Userò la forza se necessario! Lasciami andare! >> esclamò a denti stretti.
 
In mezzo a quella lite, la piccola Last Order uscì allo scoperto e corse in aiuto di Yomikawa.
<< Last, NO! >> urlò
Kikyō, portandosi le mani alla bocca.
Nel mentre, l'albino spalancò gli occhi e osservò interdetto la scena. La bambina, una volta giunta nei pressi del Sith, cominciò a colpirlo ripetutamente, nonostante le sue piccole dimensioni.
<< Lascia stare Yomikawa, mostro! Grida Misaka come Misaka, battendo i pugni contro le tue gambe! >>
Yomikawa, nel frattempo, ansimò a fatica, i muscoli del collo stretti dalla morsa invisibile. Poteva sentire le vene del collo irrigidirsi e pulsare, mentre i battiti del cuore si fecero sempre più forti e marcati.
Riuscì semplicemente a biascicare un: << V-vat-ttene... Lassst... ti prego... >>
In risposta alla comparsa improvvisa della bambina, Vader allentò la presa sulla figura della donna, facendola cadere a terra con un sonoro tonfo. Fatto ciò, afferrò il colletto di Last Order, issandola all'altezza del suo volto.
A nulla servirono le proteste della ragazzina, che cominciò a dimenarsi.
<< I bambini dovrebbero essere visti ma non sentiti. O meglio, non dovrebbero essere visti né sentiti >> commentò il Sith, con cupo divertimento.
E poi… accadde.
Si sentì un urlo agghiacciante provenire a diversi metri di distanza. Vader fece per girarsi.
Come dal nulla, un poderoso pugno lo colpì direttamente allo stomaco, sbalzando la sua figura con la forza di un treno in corsa. Last Order ricadde sul terreno sabbioso, mentre il corpo del Sith venne scaraventato direttamente contro il muro di un abitazione, sollevando una densa nube di polveri e calcestruzzo. L’impatto risuonò per tutta la lunghezza del villaggio, attirando l’attenzione degli stormtroopers.
Di fronte a Last Order, Accelerator sembrava quasi un cane rabbioso, ricolmo di collera per il male che il Signore Oscuro aveva portato alla sua famiglia.
Nello stato in cui si trovava ora… non era più un essere umano, non era più il ragazzo che le persone del villaggio avevano imparato a conoscere.
Ciò che si trovava lì, ora, davanti alla bambina, era un essere ricolmo di rabbia e odio, né bestia né uomo… qualcosa di mostruoso.
Il Demone Bianco di Kyoto, ormai da tempo assopito, era risorto.
Last Order dilatò le pupille, visibilmente scioccata. << Accelerator! Esclama Misaka come... >>
<< Vattene... adesso... >> sibilò l’albino.
La bambina sembrò esitare. << Ma… >>
<< Non discutere e va' via! È un ordine! >> urlò l'altro, più arrabbiato che mai.
Al contempo, gli stormtroopers sollevarono le armi verso di lui e aprirono il fuoco. I proiettili attraversarono l’aria con una velocità di circa 300 km/h. Il tutto accadde nella frazione di a malapena un secondo.
L'esper rimase fermo e immobile, lasciando che i blaster lo colpissero in pieno petto. La punta di energia ,tuttavia, non affondò mai nel costato dell’adolescente, al contrario, sembrò rimbalzargli contro, andando a infrangersi lungo la traiettoria di un successivo bozzolo, esplodendo al semplice contatto. Il resto dei colpi, invece, si conficcò dritto nei fianchi degli stormtroopers, sbalzandoli a mezz’aria.
Approfittando di quel varco, Yomikawa prese Last Order in braccio, nel mentre questa si dimenava e piangeva, chiamando a gran voce il suo papà adottivo.
Vader, nel frattempo, fuoriuscì dal foro creatosi nel muro dell'abitazione. Il volto mascherato non tradiva alcun tipo di emozione, ma Accelerator poté comunque percepire la rabbia e lo sconcerto che scaturivano dalla figura dell'imperiale.
Dopo essersi spolverato il mantello, il Signore Oscuro volse lo sguardo in direzione dell'albino.
<< E così, sembra che questo villaggio nascondesse più di un singolo fuggitivo. Qual è il tuo nome, esper? >>
<< Tch... Capitan Fanculo!>>
E con un altro urlo calpestò il terreno. L’onda d’urto frantumò le vetrate di ben cinque isolati, comprese quelle poste sulle pareti dell’abitazione di Yomikawa.
La terra tremò violentemente. Numerose crepe cominciarono a protrarsi dal punto in cui l'esper aveva compiuto l’attacco, ramificandosi al pari di una ragnatela, sollevando pezzi di marmo e detriti. Sorpreso dall'azione, Vader porse la mano in avanti, generando un'ondata telecinetica.
Quando entrambi gli attacchi si scontrarono, l'onda d'urto scaturita dal contraccolpo fu abbastanza forte dal terminare il lavoro cominciato dall’offensiva di Accelerator.
Il Signore Oscuro osservò il tutto con fare impressionato. << Sei potente. Un livello 4, forse? >>
L’adolescente non si preoccupò di rispondere. Utilizzando il suo potere, incrementò la propria velocità e si portò alle spalle del Sith, afferrandogli la nuca con la mano destra.
<< Livello 5, prego >> disse ringhiando, per poi spingerlo verso il basso.
Vader sentì la maschera scontrarsi con il terreno sabbioso, generando crepe e anfratti nell'area circostante. Sebbene il casco riuscì a proteggerlo da qualsiasi danno permanente, il dolore scaturito dall'impatto fu sufficiente a farlo trasalire.
Spingendosi con la forza, si cimentò in una capriola a mezz'aria, atterrando di fronte all'albino. Fatto ciò, porse una mano in avanti.
Come dal nulla, Accelerator sentì una forza invisibile bloccargli il respiro.
"Che... che cazzo sta succedendo?!" fu il primo pensiero che passò per la testa dell’albino.
E per la prima volta nella vita… sentì il dolore. Il colorito della pelle divenne viola, faticava a respirare, e si inginocchiò nel mentre le forze lo abbandonavano e gli occhi diventavano bianchi. I rumori si fecero confusi e la vista si oscurò.
Vader, nel frattempo, compì un rapido gesto con la mano destra, scagliando il ragazzo attraverso una casa. La figura dell'albino fuoriuscì dalla parete opposta dell'abitazione, e atterrò all'interno del campo di grano confinante. Nonostante il colpo, tuttavia, l'esper si rialzò, pulendosi un rivolo di sangue fuoriuscito dalla bocca.
Il Signore Oscuro inclinò leggermente la testa.
<< Quel colpo avrebbe dovuto farti molti più danni >> dichiarò con voce calma e raccolta << Dimmi, quali sono le tue capacità? >>
In tutta risposta, Accelerator gli rivolse un sorriso agghiacciante. << Perché non provi a indovinare ? Così, tanto per ammazzare il tempo! >> 
Assestò un pugno lungo l’asse del primo pezzo di parete che gli capitò a tiro. I blocchi di marmo saettarono in direzione del Sith, prima di essere intercettati da una barriera telecinetica.
L'albino mantenne uno sguardo freddo, per poi prendere un respiro profondo
<< Domanda: io, Accelerator, che cosa sto facendo? >> domandò retoricamente.
Vader non perse tempo e lanciò alcune rocce nei confronti dell’avversario. Così com’era successo per i proiettili degli stormtroopers, queste rimbalzarono contro l’uomo, che fu costretto ad evitarle. 
Puntò lo sguardo in direzione dell’adolescente. << Riflessione? >>
<< Quasi! >> esclamò il Level 5, prima di volgere la propria attenzione nei confronti del Signore Oscuro << Anche se normalmente la imposto per riflettere, la mia capacità non si limita certo a qualcosa di così banale. >>
Compì alcuni passi in avanti.
<< La risposta corretta è… manipolazione vettoriale >> dichiarò.
Prese a calci una vecchia cassa di legno, e questa si sollevò da terra. Le bottiglie di vetro poste al suo interno reagirono come proiettili e Vader fu costretto ad evitarli.
<< Movimento >> sussurrò.
Schioccò le dita e una forte raffica di vento intercettò la figura dell’uomo, sbattendolo a terra.
<< Calore >> continuò.
Fece una pausa per riprendere fiato. 
<< E infine… corrente elettrica. >>
Come dal nulla, una scarica di luce bianca attraversò il vuoto dell’aria ,andando a infrangersi dritta contro la barriera telecinetica dell’imperiale.
<< Posso modificare ogni tipo di vettore con cui entro in contatto >> ridacchiò, puntando lo sguardo in direzione dell’avversario.
Scattò verso Vader, menando un pugno ancora più forte del precedente.
<< Ne hai avute abbastanza, bastardo? È la prima volta che un ragazzino ti ferisce? >> domandò con un sorriso sanguinario.
Il Signore Oscuro indietreggiò di alcuni passi, visibilmente provato dal colpo. << Sì... ma sarà anche l'ultima! >>
Allungò entrambe le mani e sollevò l'esper da terra. Accelerator provò a riflettere la presa dell’uomo, ma i suoi poteri erano incapaci di riconoscerne l’origine.
Vader non perse tempo e scagliò l’adolescente al suolo. Ripeté l'azione ancora e ancora, finché l'albino non contrattaccò, modificando i vettori dell'aria e colpendo l'avversario con un’altra raffica di vento.
Accelerator fu lesto a scattare e colpì l’uomo con un pugno in viso, poi allo stomaco, un altro in viso e un altro ancora sul costato. Vader, ringhiando, generò una potente onda d'urto telecinetica, allontanando da sé il ragazzo. 
Poi, allungò la mano destra una seconda volta: dalle dita del Sith fuoriuscirono saette e fulmini che riuscirono a penetrare le difese dell'avversario. Il Level 5 cacciò un grido acuto che si sparse nell'aria. Ogni persona presente nel villaggio riuscì a sentirlo.
Si accasciò al suolo in preda gli spasmi, mentre Vader lo torturava. Non riusciva a capire perché non fosse riuscito a deviare l'attacco, sebbene sembrasse di natura elettrica. Probabilmente perché era fatto della stessa energia con cui lo aveva strangolato prima. Fatto sta che si ritrovò completamente alla mercé dell’imperiale.
Yoshikawa cacciò un grido, mentre Last Order continuò a chiamare il padre.
Le vesti del ragazzo iniziarono a bruciare sotto l’intensità di ogni scarica. Poi, qualcosa alterò il ritmo della lenta tortura. L’adolescente dilatò le pupille, sorpreso dall’improvvisa interruzione.
Riusciva a percepire qualcosa in quell'attacco, quasi come se il suo cervello si fosse abituato alle scariche e avesse trovato un modo per rifletterle; dunque si concentrò e, finalmente, riuscì a liberarsi. Rispedì i fulmini contro la figura dell’avversario, che riuscì a bloccarli appena in tempo.
Accelerator si rialzò a fatica. Alcuni strati di pelle sulle braccia e in viso erano stati carbonizzati, mentre i pantaloni presentavano diversi strappi. 
Il Sith guardò il suo rivale e si compiacque fosse tanto forte, tuttavia, dentro di sé nutriva un profondo astio verso se stesso, poiché non era riuscito a sistemare un singolo esper, nonostante ne avesse catturati a centinaia.
<< Ragazzo... prima mi hai risposto in modo scortese, ma ora te lo chiedo di nuovo: come ti chiami? >> domandò una seconda volta.
<< Tch... Accelerator... sei contento, adesso?! >> rispose l’altro, portandosi alla massima velocità verso di lui e mollandogli un poderoso calcio allo stomaco, cosa che gli fece sputare sangue da dentro la maschera.
Il colpo fu abbastanza forte da spedirlo all’interno di un’altra casa. Vader ansimò per la terribile ferita subita e si rimise in piedi, proprio mentre l’esper lo raggiungeva.
Questi sbatté violentemente il piede contro il pavimento dell’abitazione. Le assi di legno che costituivano l’impalcatura dell’edificio, così come i colonnati, vennero ridotti in frantumi, sollevando polveri e schegge di legno. Il Signore Oscuro non perse tempo e saltò al di sopra di un tavolo, evitando l'attacco. L'albino, tuttavia, non aveva ancora finito. Colpì leggermente la parete che costituiva la facciata laterale della casa. In un primo secondo non accadde niente. Poi, come dal nulla, l’intera struttura esplose in un riecheggiare di detriti e pezzi di calcestruzzo.
Vader evitò i proiettili per un soffio. Compì una capriola a mezz’aria, ricoprendo la mano destra con un sottile strato di Forza.
Accelerator balzò in avanti, pronto ad affondare le unghie nel corpo dell’avversario. Vader lo schivò e gli sferrò un pugno a sua volta.
L'esper ricevette il colpo in piena bocca e sputò un dente. Il rumore del cranio che incontrava l'avversario avrebbe fatto pensare a un negozio di vasellame in un terremoto. Il Level 5 rabbrividì, e quasi si accasciò inerte. Riuscì a mantenersi in equilibrio e attaccò di nuovo.
Il montante affondò nella maschera di Vader, facendolo inciampare all’indietro. Nei lampi accecanti scaturiti da ogni attacco, sembrava che fosse in corso una strana danza, in cui si richiedeva di scaraventare il partner contro il il muro più vicino, invece di fargli eseguire una piroetta, o affondargli una ginocchiata nello stomaco invece di spiccare un saltello.
Il signore oscuro afferrò l'esper per il colletto, lanciandolo al di fuori della casa. Fatto ciò, si fermò a pochi passi dalla sua figura martoriata.
<< Accelerator... non dimenticherò il tuo nome, ma ti regalerò una morte dolorosa, che sia di esempio per tutti coloro che si oppongono all’Impero. Addio, esper! >>
 Allungò l'altro braccio, portando entrambe le mani contro il suo avversario. Il ragazzo sentì i suoi arti allungarsi, come se tirati da una forza invisibile. L'obbiettivo del Sith era chiaro: stava cercando di strappargli gambe e braccia e farlo morire dissanguato.
Accelerator urlò per il dolore, come mai in vita sua. Faceva male come il fuoco dell’inferno, fu lo scontatissimo paragone che gli venne in mente, ma forse non era così scontato, in quel caso. Non si sarebbe stupito di scoprire che l'inferno contemplava qualcosa di molto simile a quello che lui stava provando ora.
Yoshikawa non sopportava più quel macabro spettacolo. Le urla del ragazzo le rimbombavano nelle orecchie come tamburi, e allora si rivolse al Dottore, in preda ormai alla disperazione più pura.
<< La prego! La prego, faccia qualcosa, la scongiuro! Io so che lei può farlo, la supplico! >>
Il Signore del Tempo sembrò esitare. << Signora Yoshikawa, la prego, so che non è il momento adatto ma io... non posso fare niente... >>
<< La prego, la prego la scongiuro... lui... lui è... >>
<< Ho capito... è come un figlio per lei... comprendo il suo dolore, ma io non posso fare nulla per aiutarlo... almeno, non da solo >> dichiarò con una punta improvvisa di determinazione.
La donna lo fissò sbigottita.
<< Che intende? >> domandò attraverso le lacrime.
 
Nel frattempo, il ragazzo continuava a strillare, incapace di sopportare un dolore così intenso. Ma il suo corpo si stava lentamente abituando alla Forza.
Non era in grado di riflettere quella telecinesi, tuttavia, anche se a fatica, riuscì a controllare i vettori dell'aria circostante e a generare un potente tornado che investì il Sith in pieno, lanciandolo in aria e facendolo scaraventare al suolo.
L'albino si rialzò a fatica, seguito dal Signore Oscuro. Tentò di rimanere in piedi, ma crollò in ginocchio. Non era abituato a scontri così prolungati.
In quel preciso istante, una densa coltre di nubi oscure ricoprì la volta celeste. Tuoni, lampi rimbombarono nell'aria insieme alla pioggia. L’acqua scrosciante lavò le ferite dei due titani, mescolandosi col sangue e con la terra.
Le due donne e Last Order guardarono il cielo, e quest'ultima poté intravedere la distinta figura di un uomo che volava tra le nuvole.
<< Ma che succede? È un'illusione? Chiede Misaka come Misaka stupefatta dal fenomeno. >>
Affianco a lei, il Dottore sorrise e nel mentre fissava la volta, per poi rispondere alla domanda della bimba con un semplice: << È un collega di lavoro. >>
 
https://youtu.be/1Nt4A0ATt3Y
 
Poderosi tuoni caddero dalle nubi, colpendo i caccia imperiale e facendoli esplodere in un'estasi di fuoco e fiamme. Uno degli stormtroopers indicò il cielo, gridando al loro signore di guardare in alto.
Tutti poterono vedere la figura possente del nuovo arrivato, armato di martello, puntare in direzione del gruppo di imperiali.
<< Voi, cani rognosi, avete osato attaccare gli innocenti mortali che vivono pacificamente nelle terre di Midgard, pensando forse che l'ira del Dio del Tuono non vi avrebbe raggiunto? Sciocchi degenerati, per questo subirete la punizione del figlio di Odino! >> esclamò Thor con voce tonante.
Dal maglio fuoriuscì un tuono che investì il corpo di Vader. Il Sith fu lesto a bloccare il colpo con una barriera di telecinetica, anche se, a causa della stanchezza derivata dallo scontro precedente, sentì comunque una fitta di dolore che lo costrinse a inginocchiarsi.
L'asgardiano atterrò davanti ad Accelerator, dandogli le spalle, e rivolse uno sguardo gelido agli stormtroopers. 
<< So che molti di voi avranno una famiglia che vi attende a casa, perciò io vi avviso: andatevene finché io ve lo consento. Non biasimerò i codardi, ma per coloro che sono più perseveranti, sappiate che il mio tuono non risparmierà chiunque osi attaccare me e il mio protetto. Così ha parlato il figlio di Odino. >>
<< E così ci incontriamo di nuovo, Tonante >> proclamò la voce di Vader, a pochi metri dal nuovo arrivato.
Si rialzò a fatica, volgendo la propria attenzione nei confronti dell’avversario.
<< Credevo che voi asgardiani foste gente onorevole. Attaccare un nemico esausto… che atto spregevole. >>
<< Proprio tu mi parli di onore, Lord Vader? Tu che non hai esitato a uccidere donne e bambini innocenti solo per arrivare al Dottore? Così come tu non hai mostrato pietà per quelle persone, io non mostrerò pietà per te, mortale! >>
E, detto questo, si scagliò contro il Signore Oscuro, colpendolo in viso col Mjolnir e poi ancora allo stomaco, facendolo allontanare. 
Il Sith non perse tempo ed estrasse la spada laser. Fece cozzare la lama contro il durissimo maglio dell'asgardiano, sprigionando scintille ad ogni colpo.
Anche se ferito, l’uomo si dimostrava abbastanza forte da poter reggere un testa a testa col potente Thor.
 
<< Ragazze, adesso! >> gridò il Dottore, uscendo allo scoperto e correndo verso il corpo di Accelerator, che si era accasciato al suolo.
Il Signore del Tempo si accorse che era ancora vivo. Tuttavia, non essendo mai stato abituato a quel genere di ferite, le sue condizioni erano molto gravi e avrebbe potuto non farcela.
Yoshikawa strinse l’esper al suo petto, mentre gli accarezzava i capelli bagnati dalla pioggia. Last Order strinse la mano del ragazzo e lo chiamò.
<< Papà, ti prego, apri gli occhi! Papà... papà! >> singhiozzò con le lacrime che le gonfiavano le palpebre.
<< ...Last... Order... >> disse flebilmente l'albino, aprendo leggermente i suoi occhi.<< Non... avevi detto... che non eri capace di parlare normalmente? ... sciocca... >> borbottò attraverso la foschia.
 
A pochi metri da loro, la battaglia continuava a imperversare. Il dio del tuono cacciò un urlo e colpì la spada laser del nemico facendolo arretrare.
<< Non ne hai avuto abbastanza, Lord Vader? >>
In tutta risposta, il Sith fendette l’aria con una poderosa impennata della lama, cozzando il laser contro il martello. L’onda d’urto generata dal colpo sollevò una densa nube di polveri, fango e detriti, allontanando i rispettivi combattenti.
<< Thor! >> urlò il Dottore, richiamando la sua attenzione << Il ragazzo! Il ragazzo è in pericolo, portaci via da qui, adesso! >>
L'asgardiano si trovò in una situazione di stallo. Il suo sangue guerriero gli imponeva di continuare a lottare, ma il suo animo nobile plasmato dagli insegnamenti del defunto e compianto padre lo spinsero a fare la cosa più giusta.
Alzò il Mjolnir al cielo e lo caricò con un fulmine, lo fece roteare e poi lo lanciò contro Vader, gettandolo al suolo. Poi lo richiamò a sé e volò verso il gruppo.
Il Dottore prese in braccio Accelerator, nel mentre Thor faceva roteare l'arma. Come dal nulla, una luce abbagliante avvolse lui e il resto della compagnia. Poi… scomparvero in un lampo, senza lasciare traccia.
Darth Vader si riprese e camminò verso il portale ormai scomparso, fissando quel punto vuoto con un’espressione si pura collera. I suoi pensieri vennero prontamente interrotti da uno stormtrooper.
<< Lord Vader, che facciamo con i superstiti? >> domandò il soldato, puntando il casco in direzione degli abitanti sparpagliati per l’avamposto.
Il Signore Oscuro volse un’occhiata laterale nei confronti dei contadini. << ... Quali superstiti? >>
Lo stormtrooper annuì, e puntò il fucile verso uno dei contadini, facendo fuoco seguito da tutti gli altri.


                                                                                                                                                              * * *    

Renmant - Pianeta sotto controllo imperiale

Una cupa foresta di abeti si stendeva su entrambe le rive del fiume ghiacciato. Recentemente, il vento aveva strappato agli alberi il loro bianco mantello di brina. E gli alberi, neri e sinistri, sembrava quasi si appoggiassero l'uno all'altro, nella luce morente.
Un silenzio di tomba regnava sul paesaggio: l’area stessa era desolata, senza movimento, così squallida e gelida da sembrare permeata di un qualcosa di più triste della stessa tristezza. Vi regnava quasi un accento di riso, un ghigno ben più terribile di ogni sentimento nocivo, un riso tetro come il sorriso della sfinge, un riso freddo come il gelo, in cui si sentiva aleggiare la truce minaccia dell'ineluttabilità.
Era la saggezza imperiosa dell'eternità che irrideva alla futilità della vita e agli sforzi degli abitanti di Battleground. In mezzo a quella desolazione, si stagliava una singola coppia di figure.
<< E così, hai intenzione di partecipare al Vytal Festival. Vuoi per caso fare colpo su Ironwood? >> sogghignò James, volgendo una rapida occhiata nei confronti di Kirby.
Il Vytal Festival era una delle manifestazioni più importanti di Remnant, un torneo nel quale avrebbero presenziato tutte le accademie del pianeta. Per molti degli apprendisti Cacciatori, partecipare all’evento era un modo per farsi notare da Salem o dai presidi, ottenendo una possibilità di migliorare il proprio status sociale.
<< Nah, se ci andrò sarà solo per combattere. Nel migliore dei casi, farsi qualche amico. Dopotutto, nell’universo di Battleground non se ne hanno mai abbastanza >> ribatté il ragazzo dai capelli color rosa confetto, ripensando alle performance del torneo effettuate dai suoi genitori, Meta Knight e Luna Mary Earth.
Ad affiancarli erano stati la sua madrina, Beatrice de Marchi, e King Dedede stesso. Al loro primo festival erano a malapena riusciti a superare i preliminari, venendo sconfitti al primo round. Tuttavia, dopo quasi due anni di allenamento infernale, il quartetto era riuscito a perseverare contro alcuni degli attuali Cacciatori più forti e famosi del momento.
Durante il loro ultimo festival, perfino il Maestro giunse sul pianeta per assistere all’evento, ritrovandosi più che intrattenuto dalle abilità della squadra.
<< Non posso dire di essere completamente d'accordo, ma non hai tutti i torti. Vecchio motto di famiglia? >> domandò James, visibilmente incuriosito.
L'espressione sul volto di Kirby si fece improvvisamente più triste. << Di mia madre. Sono andato a trovarla al monastero dell'Ordine dell'Artiglio, prima di venire ad Atlas. Mi ha raccomandato di andare d'accordo con i miei compagni di squadra. >>
<< Fa parte anche lei dell'Ordine?>>
<< No, è una storia complicata. Diciamo che siamo dei profughi…>>
Poco prima che potesse terminare la frase, udì la suoneria del suo scroll. Afferrò il dispositivo con parsimonia e scrutò il messaggio che gli era stato appena inviato.
<< Te lo racconto dopo, sembra che Penny ed Emil abbiano scoperto dove si trovi Arlong. >>
La coppia fece per incamminarsi verso il luogo dell'appuntamento. In quel preciso istante, il rosato vide qualcosa che gli lasciò un profondo senso di nausea nello stomaco. A pochi metri dai neo-cacciatori, infatti, una coppia di uomini era intenta a tormentare un ragazzino con due antenne da insetto sulla testa. Un fauno.
Kirby strinse ambe le palpebre degli occhi. << James, tu comincia ad andare, io devo fare un po' di volontariato. Dopotutto, la spazzatura non si porta fuori da sola. >>
E, detto questo, si diresse verso la scena.
 
                                                                                                                                 * * *
 
Pur vantandosi di essere il regno più raffinato di Remnant, Atlas non mancava certo del proprio contingente di criminali e tagliagole. Questi furono i pensieri che slittarono nella mente di Emil, una volta messo piede sotto il porticato de Il Brutto Anatroccolo.
All'interno del locale c'era una puzza orrenda. Lungo l’angolo meno illuminato dell’avamposto, spiccava un branco di tizi dall’aspetto poco raccomandabile, riuniti attorno a dei tavoli da biliardo scassati. Oltre il bancone del bar, invece, vi era un omaccione dalla corporatura tarchiata, intento a mescolare cocktail. 
Sui muri del locale erano stati piazzati diversi bersagli per freccette, raffiguranti le facce di alcuni dei Cacciatori più famosi del pianeta.
<< Penny, resta dietro di me, questa è feccia della peggior specie e... >>
<< Ehi, Emil, non ci si vede da quel torneo sotterraneo a Mistral! >> esclamò una voce alla destra della coppia.
Un energumeno vestito da soldato atlesiano si avvicinò al fauno e gli diede una forte pacca sulla spalla, per poi incamminarsi verso il tavolo da biliardo.
Penny lanciò al compagno un’occhiata laterale.
<< Dunque, stavi dicendo? >> domandò in tono innocente.
In tutta risposta, le guance del neo-cacciatore si tinsero di rosso.
<< N-non è come pensi! In quel periodo io e Kirby cercavamo informazioni per il Dot… ehm… un amico, e ci siamo dovuti mescolare con gente poco raccomandabile >> borbottò a bassa voce.
Squadrò l’interno del locale una seconda volta.
<< Se non altro, posso mostrarti come trattare con questo tipo di persone. >>
<< Oh, non è un problema. Ho tutti i dat... ahem, so benissimo come condurre un interrogatorio >> fu la risposta risoluta della compagna.
La ragazza si diresse verso il bancone e mostrò il suo ID come studentessa di Atlas. Tuttavia, il barista non sembrò particolarmente impressionato dalla cosa.
<< Sono qui per ottenere informazioni su un ricercato. In quanto studente di Atlas, siete obbligati a darmi qualsiasi informazione che avete sul bracconiere noto come Arlong >> dichiarò con tono calmo e professionale.
Per un attimo, non accadde nulla. Poi, l’uomo e buona parte degli occupanti del locale si misero a ridere, suscitando un forte rossore ad opera di Penny. Troppo imbarazzata per reagire, la ragazza non si accorse nemmeno che uno dei clienti stava per colpirla in testa con una bottiglia di vetro.
Fortunatamente, Emil riuscì ad afferrare in tempo il polso dell’uomo. Spingendolo a terra, il fauno fece pressione col piede sulla spalla del criminale.
<< Penny, ora ti mostrerò un interrogatorio fatto come si deve >> dichiarò con un sorriso apparentemente rilassato.
Strinse la mano sul polso dell'energumeno, incrementando la forza della presa con un po’ di aura.
<< Dunque, nel caso ti servisse una piccola ripassata, la mia amica voleva sapere dove possiamo trovare quel simpaticone di Arlong >> sibilò nell’orecchio dell’uomo.
Questi gemette dal dolore, incapace di compiere anche il più piccolo movimento. Alcuni degli altri occupanti si mossero per aiutarlo, ma il barista li fermò.
<< Calma i bollenti spiriti, lupetto, non c’è alcuni bisogno di rompere il mio locale. Dio, perché ho scelto questo lavoro >> borbottò quasi a se stesso << Troverete Arlong in una baracca a due isolati da qui. Ha il tetto in lamiera, rosa come la tetta di una donna. Ieri sera, dopo un bicchiere di troppo, si è vantato di un affare che avrebbe concluso con le teste di latta. >>
Quasi d’istinto, le mani di Penny sembrarono irrigidirsi. Emil lasciò andare il suo prigioniero, non prima di avergli sferrato un ultimo calcio nello stomaco. Senza perdere tempo in convenevoli, la coppia fuoriuscì dal bar, ignorando i lamenti dei frequentatori.
Dopo circa un paio di minuti passati nel silenzio più totale, il fauno volse una rapida occhiata in direzione della compagna.
<< Penny, scusa se te lo chiedo, ma come mai sembri a disagio ogni volta che qualcuno chiama i Decepticon “teste di latta”? Stamattina, mentre cercavamo gli avvisi di taglia, hai pure lasciato un solco sul tavolo della biblioteca >> commentò come un dato di fatto.
 La ragazza trasalì leggermente e abbassò lo sguardo, visibilmente  imbarazzata. << N-non è vero, io... >>
<< Non prendermi in giro, ho imparato da tempo a identificare quel tipo di reazione. È la stessa che assumiamo io e i miei simili quando qualcuno ci dà degli animali >> dichiarò in tono duro.
Tuttavia, quando il fauno si accorse che Penny sembrava sempre più a disagio con la conversazione, decise di lasciar perdere.
<< Okay, non importa, me lo racconterai più tardi. Ora chiamiamo gli altri e andiamo a catturare questo tizio, voglio passare il resto della giornata in santa pace. >>
 
                                                                                                                                 * * *                      
                                  
Davanti a un magazzino abbandonato ricoperto di neve, un certo fauno con la pelle grigia e squamata era intendo a godersi i frutti delle sue ultime trattative commerciali.
Arlong Bermuda, bracconiere dedito all’uccisone indiscriminata dei Grimm, era un fauno squalo dalla corporatura massiccia e muscolosa. Segno distintivo di questo amabile personaggio era la punta del naso a forma di sega.
Con estremo successo, il criminale era riuscito a vendere a un gruppo di cybertroniani un carico di ossa appartenenti a Nevermore, spacciandole per resti di un Goliath, un tipo di Grimm particolarmente raro. Fortunatamente, i Decepticon che venivano utilizzati per questo tipo di scambi erano sempre soldati di basso rango e dall’intelligenza pari a quella di un vecchio computer, e capivano poco e niente della biologia organica dei Grimm. Per loro, tali bestie si assomigliavano tutte.
Arlong assaporò una lattina di birra, ripensando agli avvenimenti degli ultimi anni. Non si era mai pentito di aver lasciato la banda del Joker, circa un paio di cicli fa. Essere alle dirette dipendenze del Boss Supremo di Battleground aveva i suoi vantaggi, certo, ma nulla poteva competere con la tranquillità che aveva guadagnato vendendo robetta da due soldi e coprendosi la schiena con mazzette occasionali ai poliziotti del pianeta.
Conscio di questo fatto, il bracconiere chiuse gli occhi, desideroso di poter intraprendere un meritato riposo. Finché…
"ARLONG BERMUDA, SEI CIRCONDATO! MOLLA LE ARMI E NON FARE NIENTE DI STUPIDO!"
Il fauno non perse tempo. Imprecò, e tirò fuori la sua arma: una spada in pelle di squalo dentellata, armata di cannone.
Si affacciò alla finestra della stanza, osservando i dintorni dell’abitazione con fare metodico. Le voci sembravano provenire sia da destra che da sinistra, ma non potevano essere poliziotti, loro si sarebbero già fatti vedere. L’area, infatti, era completamente deserta.
Mentre rimuginava su quella che sarebbe stata la sua prossima mossa, un lampo rosa gli ostruì la visuale. Come dal nulla, qualcosa lo colpì in faccia, sbalzandolo contro la parete opposta della sala.
Rialzatosi, il fauno attivò il cannone della spada e premette il grilletto. Dall’arma scaturì un fortissimo getto d'acqua, che puntò in direzione dell'assalitore.
In quel preciso istante, un'altra figura si mise davanti all’attacco, parandolo con uno scudo apparentemente composto da placche ossee.
<< Arlong, arrenditi e ti garantiremo un processo equo >> dichiarò la voce bassa e gratturale di James Heller.
Non avendo riparato il Black Prototype per intero, si era portato dietro solo le protezioni per gli avambracci, i gambali e i fucili di scorta. Non certo il miglior equipaggiamento per uno scontro frontale, ma comunque più che sufficienti per proteggersi dalla maggior parte degli attacchi.
Il fauno squalo scrocchiò il collo un paio di volte.
<< Avete fatto un grosso errore >> sibilò attraverso i denti seghettati.
Partì all'attacco con la spada, più che deciso a tagliare la testa di James e Kirby. Entrambi i neo-cacciatori, tuttavia, erano più che preparati nel gestire un avversario in preda alla rabbia, e schivarono i poderosi fendenti del criminale.
Alle spalle del bracconiere si presentò la figura di  Emil, che con un pugno infuso di aura lo scaravento contro il muro del magazzino. L’impatto fu abbastanza forte da far crollare la parete.
<< Pensi di averlo messo K.O.? >> chiese Kirby, lo sguardo fisso in direzione del foro appena creatosi nell’edificio.
Il fauno schioccò la lingua. << In teoria sì, ma... >>
Quasi come ad un segnale, Arlong si scrollò di dosso le macerie e si rimise in piedi.
<< ... ma a volte io sono troppo ottimista >> brontolò il neo-cacciatore.
Il fauno squalo urlò e attaccò Emil. L’adolescente aumentò la forza di gravità attorno al suo equipaggiamento, inchiodandolo a terra. Quando il corpo del criminale si schiantò contro quel dello studente, l’onda d’urto che ne scaturì fu abbastanza forte da frantumare le finestre del magazzino.
Emil non perse tempo e sferrò un montante alla mascella di Arlong, facendolo sussultare. James approfittò dell’azione per sferrare un poderoso colpo con una delle sue lame.
Arlong evitò la maggior parte del danno, protetto dalla sua aura. Tuttavia, sapeva che la sua riserva non sarebbe durata in eterno, quindi decise di contrattaccare. Menò la spada in avanti, fendendo l’aria con precisione quasi chirurgica. James tentò di parare l’attacco, ma venne scansato all’indietro dalla forza dell’impatto.
Emil e Kirby evitarono la lama appena in tempo, cimentandosi entrambi in una capriola a mezz’aria. Senza perdere tempo, Kirby attivò la sua Semblance e piazzò un cristallo di Polvere di tuono all’interno dei suoi vortici. Come dal nulla, la figura dell’adolescente venne avvolta da un fitta coltre di fulmini e scariche di natura elettrica.
Il neo-cacciatore puntò una mano in direzione dell’avversario, e scagliò una potente scarica sul corpo del fauno. Emil non fu da meno, e sparò più volte contro il bracconiere, utilizzando i suoi Vulcan Tyrant. In pochi secondi, la figura di Arlong crollò a terra, sollevando una nuvola di neve e polveri.
Kirby inarcò un sopracciglio.
<< Be', tutto qui? Da un diplomato mi aspettavo qualcosa di più >> commentò l'apprendista Cacciatore, deluso dalla resistenza dell’avversario.
Nel mentre, Penny uscì da una delle finestre del magazzino.
<< Oh, peccato, speravo di combattere anch'io >> disse la ragazza, mantenendo un tono di voce calmo e raccolto.
James afferrò un paio di manette dalla tasca dei pantaloni e le mise alle mani del bracconiere svenuto.
<< Questo ragazzo era solo un idiota di basso calibro, la maggior parte dei criminali ricercati sono molto più forti. Fatte le riprese, Penny? >>
<< Tutta la trattativa, minuto per minuto. Sono certo che i poliziotti la troveranno un documentario molto esaustivo! Ora non resta che prendere gli altoparlanti. >>
<< Devo ammetterlo, è stata un’idea piuttosto divertente. Si sarà pisciato addosso dalla paura >> ridacchiò Emil, suscitando un sospiro ad opera di Kirby.
Cominciarono a incamminarsi verso il centro cittadino, pronti ad incassare la taglia. Tuttavia, furono prontamente richiamati da un improvviso battito di mani alle loro spalle. Sorpreso, il gruppo si voltò in direzione del suono.
<< Cazzo, avete fatto proprio un bel casino >> commentò una voce roca.
A parlare era stato un uomo molto alto e muscoloso, apparentemente sulla trentina, vestito con una giacca in pelle nera e jeans attillati. Lunghi capelli corvini e sparati all'indietro coronavano un volto dai lineamenti grezzi. Occhi rossi come il sangue fissarono la figura inconscia di Arlong, accompagnati da un sorriso a dir poco agghiacciante. 
<< Sapete, li ho sempre detestai. Gli eccessi di rabbia, la perdita di controllo... >>
Osservò il magazzino distrutto e cominciò a circumnavigare il quartetto.
<< Anch’io mi arrabbiavo spesso. Da bambino, rompevo sempre i miei giocattoli, per... i miei piccoli scatti di rabbia >> commentò con tono disinteressato.
Poi, lentamente, puntò lo sguardo in direzione del gruppo.
<< E poi mi sono chiesto... perché rompere i propri giocattoli quando si possono rompere quelli degli altri? >> domandò retoricamente.
James compì un passo all’indietro, visibilmente allertato dalla comparsa del nuovo arrivato.
Deglutendo, sussurrò attraverso i denti: << Cosa possiamo fare per lei… Mr Xanxus? >>
Al sentire tali parole, gli altri membri del team strabuzzarono gli occhi.
<< X-Xanxus?! Ti riferisci al cacciatore di taglie più letale di Battleground?! >> esclamò Kirby, reprimendo a malapena un sussulto.
La fama di quell’uomo, infatti, era decisamente tra le più sinistre dell’intera galassia. Xanxus era uno spietato e potentissimo esper di livello 5, un noto cacciatore di taglie dedito al miglior offerente. Il Maestro e i suoi accoliti rientravano molto spesso tra i suoi clienti abituali.
Penny mantenne un’espressione calma, annuendo in assenso.
<< Proprio lui, l'archivio parla chiaro >> dichiarò con tono freddo.
Fatto ciò, volse la propria attenzione nei confronti dell’uomo.
<< Xanxus Vongola, se sei qui per recapitare Arlong non disturbarti, abbiamo già provveduto al suo arresto. >>
In tutta risposta, l’esper si limitò a sogghignare.
<< Oh, potete pure tenervi il pesciolino. Certo… purché riusciate a uscire vivi da qui. >>
<< Abbiamo fatto qualcosa per offenderti? >> domandò Emil, tirando fuori i Vulcan Tyrant e cercando di sembrare il più imponente possibile.
Xanxus si limitò a stringersi nelle spalle. << Diciamo solo che qualcuno mi ha pagato davvero una GROSSA somma per farvi fuori. >>
Detto questo, l’esper porse la mano destra in avanti e questa cominciò a illuminarsi di una debole luce rossa.
Penny strinse ambe le palpebre degli occhi.
<< Pirocinesi? >> domandò, suscitando un sorriso arrogante da parte dell'avversario.
<< Più o meno! >> esclamò questi, con fare estatico.
Poi, la linea arancione esplose. Come dal nulla, apparve una spada di fuoco. Sembrava quasi che qualcuno avesse aperto un idrante carico di benzina e ci avesse buttato sopra un fiammifero. Iniziò poi a cambiare colore gradualmente, come una foto bruciata dal sole.
Emil non stava toccando le fiamme, ma solo guardandole si sentì bruciare gli occhi. Portò ambe le mani alla faccia, nel tentativo di  ripararsi.
La palla di fuoco attraversò l'aria alla velocità di un colpo di pistola, per poi esplodere come un vulcano in eruzione. Ondate di calore, bagliori di luce, fumo nero ed il suono dell'esplosione si sparsero in tutte le direzioni.
Emil schivò l’attacco appena in tempo e caricò verso l’avversario. Xanxus tirò fuori dal cappotto una coppia di pistole, entrambe marcate da una X rossa.
Si buttò in strada, affondando un poderoso calcio sulla figura di Emil. Il fauno riuscì a parare il colpo con la sua arma e rispose con una raffica di pugni.
L’uomo schivò ogni attacco con una facilità quasi disarmante. Poi, un getto di fuoco scaturì dalle mani del cacciatore di taglie, andando a infrangersi dritto contro la figura del fauno.
L’adolescente venne scaraventato in aria, ma fu prontamente afferrato da Penny. Rimettendosi in piedi, Emil scoprì che i suoi Vulcan Tyrant erano stati distrutti nello scontro, apparentemente disintegrati da qualcosa.  Di loro restava solo un cumulo di polvere finissima.
Penny osservò il fenomeno con fare scioccato.
<< Okay, come diavolo ha fatto? Pensavo che gli esper potessero usare un solo potere! >>
Alzò lo sguardo in direzione di Xanxus… e allora si bloccò. Le mani dell’uomo, infatti, sembravano ricoperte da uno spesso strato di energia, nero come la notte. La ragazza non aveva mai visto niente di simile.
James, al contrario, ringhiò, ben conscio di  quello che avevano di fronte.
<< Dannazione… è in grado di usare l’haki. Questo non c’era negli archivi >> borbottò quasi a se stesso.
L'haki era una particolare abilità che, a differenza dell’aura o dei poteri esper, poteva essere utilizzata potenzialmente da chiunque, sebbene l'addestramento per usarla fosse incredibilmente arduo, quasi impossibile per la maggior parte dei soggetti.
Sostanzialmente, l’haki era un'espressione fisica della volontà di un individuo, e,in modo molto simile all’aura, dava accesso a numerosi poteri.
Ogni haki si divideva in base a tre categorie: l'haki dell'osservazione, che rendeva il detentore capace di prevedere le mosse altrui. Ai livelli più alti, era utilizzato perfino per esercitare una limitata preveggenza del futuro; l’haki dell'armatura, che permetteva all'utilizzatore di proteggersi con un campo di forza simile all'aura, capace pure di colpire nemici intangibili. E infine, l'haki del re conquistatore, il più raro di tutti, ottenuto solo da una persona su un milione, e consisteva in un'ondata di puro istinto omicida a cui solo chi possedeva una forte volontà poteva resistere senza svenire. Questo potere veniva spesso appreso da alcuni esper di alto livello o ufficiali imperiali, come contromisura contro i detentori di aura.
Kirby strinse i denti e fissò l’avversario con un’espressione impassibile.
<< Chi ti ha pagato per ucciderci? >> domandò in tono brusco.
Xanxus scrollò le spalle una seconda volta. << Oh, degli altri non m’importa nulla, sono qui solo per te, Mr Knight. A proposito… il Joker mi ha chiesto di porgerti i miei saluti, nel caso fossi incappato in te. >>
A sentire tali parole, il team JEKP sembrò ammutolirsi. Poi, il corpo del rosato fu pervaso da un’ondata di pura collera.
Lanciò un grido disumano, per poi assorbire gran parte della neve circostante nei suoi vortici e lanciarsi all'attacco.
<< Dov’è il bastardo?! >> urlò l’adolescente, sparando un raggio congelante in direzione dell’esper.
Il colpo trovò opposizione contro un getto di fuoco ad opera del cacciatore di taglie, il quale si limitò a sogghignare.
<< Non ne ho idea, quello si sposta di continuo. Dice anche che gli informatori che gli hai sguinzagliato conto nel patetico tentativo di scovarlo urlano troppo spesso: "Ti ammazzerò per ciò che hai fatto a Meta!" >> esclamò, imitando una voce acuta e piagnucolosa, per poi scoppiare in una fragorosa risata << Cavoli, non capisco proprio come qualcuno possa affezionarsi così tanto a un pipistrello troppo cresciuto. >>
<< Non osare infamarlo! >> ribatté l’altro, decidendo di passare al corpo a corpo. 
l cacciatore di taglie incrociò le pistole per parare un calcio del neo-cacciatore. Il rosato quindi si abbassò e colpì con un rapido montante, che Xanxus schivò di pochi millimetri.
Penny si fece avanti, nel tentativo di aiutare il suo partner. Prese in mano una coppia di spade che teneva nello zaino e partì all'attacco con una raffica di fendenti, riuscendo a assestare un paio di colpi sui vestiti dell’esper.
L’uomo procedette ad afferrarle il braccio destro, aumentando la temperatura in quel punto specifico del corpo. Il calore fu abbastanza intenso da superare le difese di aura.
Penny trasalì, ma, poco prima che potesse anche solo pensare di contrattaccare, un poderoso pugno da parte dell’avversario la scagliò a diversi metri di distanza. Si sarebbe schiantata contro un magazzino, se Emil non l'avesse afferrata con la sua semblance. 
Fatto ciò, il fauno procedette ad affiancare Kirby, nel tentativo di contrastare il termocineta.
<< Ah, vedo che qualcosa la sapete fare >> li sfotté Xanxus, parando la combinazione di colpi ad opera della coppia.
Dopo essersi allenati insieme per anni e aver imparato tecniche di lotta da persone diverse, Emil e Kirby avevano ottenuto una coordinazione eccezionale. Sembrava quasi che si muovessero come un unico corpo.
Nonostante ciò, l’uomo riuscì a mantenere il sopravvento.
“Merda, questo tipo è veloce” pensò Emil, mentre aumentava l’intensità di ogni attacco.
Aveva sviluppato il suo stile di lotta in modo da disorientare il più possibile gli avversari, facendo sì che l'improvviso aumento o calo di velocità e forza li prendesse di sorpresa. In genere funzionava, perché molti di loro non riuscivano ad adattarsi abbastanza in fretta. Tuttavia, i tempi di reazione di Xanxus erano qualcosa che non aveva mai visto prima.
Perso nei suoi pensieri, l’adolescente riuscì a colpire il cacciatore di taglie con un pugno allo stomaco. L’uomo fece una smorfia e contrattaccò con un'ondata di vento creata manipolando il calore dell’aria.
Fatto ciò, il termocineta scatenò un'esplosione fiammeggiate, che scagliò vià il duo di neo-cacciatori, la cui aura era ormai agli sgoccioli. Sputò per terra, e cominciò a incamminarsi verso il gruppo.
<< Adesso mi avete proprio fatto incazzare. Dovevo solo testare i vostri poteri, ma penso sarà più semplice ammazzarvi >> commentò con fare disinvolto.
James volse all’avversario un’espressione fredda come il marmo e attivò la sua semblance. Dal suo petto dell’atlesiano fuoriuscì una costola appuntita, in cui infuse tutta l'aura che aveva ancora a disposizione. Quindi sparò la protuberanza a mo’ di freccia.
Un’ondata di fiamme la dissolse a mezz’aria, prima ancora che potesse avvicinarsi alla figura di Xanxus.
<< Non male, come tentativo. Ma è stata il tuo ultimo colpo >> sussurrò il cacciatore di taglie.
E poi… accadde. Arrivò come un lampo, nero al pari della pece. Il proiettile di dimensioni umane si scagliò in mezzo ai combattenti, scatenando una forte ondata di neve. Xanxus compì un passo all’indietro, seguito dai neo-cacciatori. Una figura fuoriuscì dalla nube di detriti, facendo calare l’area circostante nel silenzio più totale.
Era un uomo dalla pelle scura, apparentemente molto vecchio. Capelli bianchi e immacolati coronavano una lunga barba del medesimo colore, evidenziando un paio di orecchie a punta. Vestiva di abiti neri, probabilmente di fattura orientale.
Prima ancora che qualcuno potesse reagire alla sua improvvisa apparizione, il nuovo arrivato si materializzò affianco a Xanxus e lo afferrò per la giacca. Poi, come dal nulla, un paio di ali fuoriuscirono dalla schiena dell’uomo, che procedette a spiccare il volto con un singolo battito.
James, Kirby ed Emil fissarono il tutto con fare scioccato.
<< Che diavolo era quella cosa?>> domandò il rosato, stremato dalla lotta.
James strinse i denti, nel tentativo di sedare il dolore. << Non lo so, ma qualunque cosa fosse.... oh, cazzo, Penny! >>
Senza un attimo di esitazione, il soldato si recò nei pressi dell’amica, stesa accanto ad un Arlong ancora svenuto. Sembrava quasi addormentata. James la prese in braccio e si rivolse ai suoi compagni.
<< L’attacco di Xanxus deve averla colpita più del previsto. Io la porto... in un posto sicuro. Voi prendete Arlong e andate alla polizia >> ordinò con tono brusco.
Emil lanciò al caposquadra un’espressione visibilmente scioccata. << In un posto sicuro?! James, dobbiamo portarla all'ospedale! >>
<< No, niente ospedali >> ribatté l’altro, stringendo ambe le palpebre degli occhi.
Il fauno digrignò i denti. << Che vuol dire niente ospedali?! Ci stai nascondendo qualcosa, non è così? >>
<< Se metà di quello che ho sentito stasera è vero… non sono l'unico. Ma ne riparleremo domani. >>
E, detto questo, cominciò a correre in direzione dell’accademia. Emil rilasciò un sospiro scontento, prima di lanciare una rapida occhiata nei confronti di Kirby.
<< Pensi di dirglielo? >> domandò con tono incerto.
Il rosato inclinò leggermente la testa, apparentemente perso nei suoi pensieri.
<< Sì… glielo dobbiamo. >>
 
                                                                                                                                                                   * * *

Xanxus fu lasciato al di sopra di un tetto, e atterrò lungo un cumulo di neve. Dopo essersi spazzato i vestiti, fissò intensamente la figura del suo “rapitore”.
La sola presenza del nuovo arrivato sembrava riempire l'aria di puro potere, un potere che poteva appartenere solo ad un autentico re.
<< Xanxus, il piano era solo di metterli alla prova. Ucciderli non era contemplato, potrebbero ancora essere utili per i tempi avvenire >> dichiarò l’essere, con una voce calma e profonda.
<< Sì, sì, ho sentito la tiritera un'infinità di volte. Ma sia io che te abbiamo visto abbastanza eroi wannabe per sapere che non cambieranno lato. Quindi perchè non ridurli in cenere ora, prima che possano diventare un problema? >>
 L'occhiata del misterioso interlocutore bastò a zittire l'uomo. << Perché Grugaloragran ti ordina così. E comunque, è ora di tornare sulla Terra, a breve avremmo altri incarichi. Il Dottore sta iniziando a muoversi e dobbiamo prepararci. >>
Detto questo, il corpo di Grugaloragran si illuminò di un intenso bagliore dorato. Di fronte al termocineta, si stagliò la figura di un possente drago color terra, alto almeno una ventina di metri. L’enorme bestia spiegò un’apertura alare grande quanto un paio di Tie-Fighter,  e si preparò a spiccare il volo, cosa che fece non appena Xanxus gli salì sulla schiena.
Il cacciatore di taglie si acquattò, nel tentativo di mantenere la presa sulle scaglie del rettile.  Egli era il signore di una potente razza di dragoni spaziali dispersi per tutto il cosmo. La maggior parte di queste creature, compreso Grugaloragran, avevano cominciato a servire il Maestro dopo che questi li aveva salvati da un qualche genere di cataclisma.
Xanxus non si era mai particolarmente interessato ai dettagli. In fondo, dubitava fortemente che quella creatura glieli avrebbe forniti.
<< E va bene >> sospirò l’uomo, visibilmente seccato << D'altronde, perfino io so che è meglio non giocare con il fuoco. >>

 
 
Scheda personaggio

 
Xanxus
Opera: Katekyo Hitman Reborn
Razza: Esper (termocineta)
Video tribute: https://www.youtube.com/watch?v=C5PV_ZIbyZw
Soundtrack: https://www.youtube.com/watch?v=BR9deDfZVW0
Autore: Fenris

 
  
Leggi le 21 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: evil 65