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Autore: Serena_Lacrimosa    25/03/2018    0 recensioni
[Thor×Loki]
Loki ha già chiuso le palpebre, viso voltato oltre la spalla, in attesa.
Gli occhi vagano sul bel volto, sugli zigomi parzialmente coperti da capelli corvini dolcemente arricciati, ormai ben oltre le spalle, quasi al fondo schiena, i quali stanno sfuggendo da anni alle forbici.
Vaga sulle belle labbra, rosa scuro tanto da spiccare sulla pelle lattea.
Il collo, immacolato. Con il pomo d'adamo immobile.
Decide di tralasciare il petto, visione perversa e milleflua.
Perchè si è fermato tanto ad osservarlo?
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il pericolo di Hela era stato sventato, tutto grazie al Grande Thor, accompagnato da Banner e Valkyrie, il quale è riuscito a portare dalla loro parte il fratello, tenuto sempre nel cuore come tale, Loki.
Assieme tesero una trappola alla temibile Hela, attraverso una fittizia alleanza con ella da parte di Loki.
Quando Hela dopo anni di solitudine cedette alla volontà di dare fiducia allo Jutun, lui la tradì.
A detta di Banner, fece l'unica cosa che sapesse fare: mentire e ingannare.
Per lo meno questa volta non andò a discapito dei buoni e degli innocenti, che vennero risparmiati dalla cruda marcia della dea della morte.
Adesso Thor si ritrova con un regno distrutto da reinnalzare e un trono a cui succedere, Valkyrie ha un posto d'onore nelle armate Asgardiane, Banner è ritornato sulla terra, dai mortali.
Loki, essendo stato grande l'aiuto fornito ai regni, ha uno sconto di pena: niente segregazione in una misera cella nei sotterranei, ma rilegazione nel palazzo reale, senza alcun permesso di uscirne se non per volontà di Thor.


Grande fu la misericordia che illuminò il capo di Loki, per trovarsi ancora vivo a vagare nel palazzo assieme a coloro che avevano le mani pulite dal peccato.
Assieme agli innocenti e ai gloriosi, a donne e bambini.
Questo, perlomeno, era ciò che gli asgardiani dicevano.
Alle spalle di Loki, quando attraversava un corridoio, quando le persone erano tante e non si riusciva a comprendere da chi fosse sputata l'ingiuria.
Questo perché guai, dolori e angosce a chiunque osasse torcere un capello all'amato fratello del re.

*

Quella prospettava essere una giornata normale, fatta di luci e ori, quella era la Grande Asgard, ricostruita da Thor, figlio primogenito di Odino, erede al trono.

Asgardiani agitati, impazienti per l'arrivo del loro re che sarebbe giunto a casa dopo l'ennesima conquista dell'ennesimo regno.
Il nuovo sovrano dimostrava essere un uomo buono, saggio nonostante la giovane età e volenteroso di radunare sotto le sue mani più regni possibili, per poi governarli con pace e benevolenza.

Loki, osservandoli tutti indaffarati e frementi, non poté fare a meno di paragonarli a delle formiche in un formicaio, insulse ma non del tutto inutili.

Ogni giorno che passava non faceva altro che ricordargli di quanto sia diventata insulsa la sua vita, proprio come quelle formiche.
Chi era adesso? Non era più il figlio del re, non era nemmeno il fratello del re, non era più il grande mago ingrado di piegare tutti al suo cospetto.
Diventare l'ombra di sé stessi, la punizione peggiore, e questo lo sapeva bene.

《Il Grande Thor è finalmente giunto a palazzo, siate tutti pronti ad accoglierlo!》
La voce di uno dei servi era giunta alle sue orecchie ovattata, proveniente dalla sala grande.
Decise di non recarvisi, nulla in quelle manfrine sarebbe mai stato di suo gradimento.
Piuttosto, si recò in biblioteca. Magari fra le pile di libri avrebbe trovato il solievo e la forza necessari per non lanciarsi dalla torre più alta.
Ripensò a Thor quando lo definiva "masochista" per il tanto amore che provava per i libri.
Forse questo poteva essere vero, chissà. Oscurare l'insoddisfazione con l'estremo supplizio della lettura.
Gli venne da sorridere, lettura era godimento per lui esattamente come per Thor lo era la guerra, nonostante mascherasse il tutto sotto la facciata del sovrano che cerca di innalzare il suo impero per il bene dei suoi regni.

Improvvisamente, resosi conto del prender piega dei suoi pensieri, con un piccolo colpo di tosse si ricompose, dirigendosi nella biblioteca.

《I libri, caro Thor, non hanno valore per me. È la sapienza il mio desiderio.》

*

Dopo la parata per omaggiare il re dal ritorno delle Grandi Guerre, si erano riuniti soldati e cortigini nella grande sala da tavola. Ovviamente il sovrano si trovava nel tavolo centrale accerchiato dai sui fedeli amici e guerrieri: Fandral il Guizzante, Hogun il fosco, Volstagg il Voluminoso e la valorosa Lady Sif*.

《Allora Thor, come ci si sente ad essere il sovrano di un nuovo regno?》 Chiese Volstagg, fra l'ingordigia con cui affrontava la carne e le patate.

Thor lo guardò, per poi poggiargli vigorosamente il palmo della mano sulla spalla ancora coperta dall'armatura 《Lo sento come un nuovo peso sulle mie spalle,》 sorrise a Sif che lo guardò compiaciuta 《Un peso che saprò affrontare nei migliori dei modi se voi sarete al mio fianco amici miei!》

Si scrollò da Volstagg per poi prendere il proprio calice di vino e inneggiare alla sua fortuna e potenza, senza ombra di vanto.
《Tutti voi! Miei cari presenti in questa sala! Brindiamo alla potenza e alla prosperità del grande regno di Asgard!》

《Ad Asgard!》 fece Fandral, affiancandolo.

I boati degli altri tavoli iniziarono subito alti a farsi sentire.
《Alla Grande Asgard!》

*

Fortunatamente le urla di quegli incivili non lo avevano disturbato troppo, pensò Loki, restio dal volersi congedare dall'apprendimento.
Sfortunatamente però, i suoi piani dovevano venire mestamente interrotti.
Sentì il rumore delle massicce porte della stanza aprirsi e chiudersi alle sue spalle, segno che qualcuno vi aveva messo piede.

《Attento Thor, potresti prendere fuoco se metti piede in una biblioteca.》 Lo schernì Loki.

《Sono ancora vivo come puoi vedere, fratello.》rispose pacatamente Thor, addossandosi ad un scaffale.

Era tempo, in effetti, che non metteva piede in una biblioteca.

Loki in risposta gli concesse solo uno sbuffo, probabilmente derivato dall'appellativo "fratello"; oramai aveva perso ogni speranza di farlo desistere dal continuare a chiamarlo così.
Cosa sperava? Che facendo in questo modo tornasse davvero ad essere il succube fratellino accondiscendente? Bhe, si sbagliava, e di grosso anche.

Loki non gli concesse parola, e Thor non si sforzò nel tentare di interloquire con lui.
Lo jotun si trovava di spalle rispetto alla posizione dell'asgardiano, non vedendo ciò che faceva.
Avrebbe potuto anche tendergli un agguato in quel momento. Per quanto lo interessava.
Davvero era così disperato? Iniziò a domandarsi.

Dei, Thor era appena arrivato e già aveva rovinato la sua lettura e scombussolato i suoi pensieri, che diamine.

《Speravo venissi a salutarmi.》 Thor riprese parola.
《Speravi male》 fù la risposta 《come sempre.》 aggiunse.
Thor mantenne la calma, allenata in questi anni di impero e convivenza stretta col fartello che tanto diceva di detestarlo.
Volente o nolente, lo avrebbe piegato al suo volere.
《La prossima volta verrai ad accogliermi, come è giusto che sia.》 Il tono fermo non ammetteva repliche.
《"come è giusto che sia"?》 ironizzò schifato Loki, continuando a tenere lo sguardo fisso sul libro che aveva smesso di leggere da un pezzo 《Non sono tuo fratello, non ti devo nulla.》sfogliò la pagina.
《Ma io sono il tuo re.》
Scacco matto, Loki.

L'aria si era fatta sempre più densa, i respiri lenti e rimbombati per via del silenzio che ergeva pretenzioso.

《No.》 a Loki parve di urlarlo, ma non seppe capire se esso avvenne davvero o fù solo un sospiro. Nella testa però, li era certo di averlo urlato.
《Tu...》 si alzò di scatto facendo quasi ribaltare la sedia, per poi girarsi e incontrare lo sguardo di Thor; azzurro e brillante come pochi. La luce soffusa lo fece parere ancora più intenso.
Lo stesso sguardo di Odino.

《Tu non sarai mai il mio re.》

Thor non rispose, il respiro di Loki accellerò, così come le sue emozioni, la sua ceca rabbia.

《Mi hai sentito?!》le mani strette a pugno, le nocche bianche 《Tu, Thor, figlio di Odino per me non hai alcun valore!》
Un'altro urlo, o forse voce flebile e tremante, non seppe distinguere fra la ciò che urlava nella sua testa e quello che poi ne usciva.
《Non ti considererò mai re! Mai il mio! Tu non hai alcun potere su di me!》e questo, ne fu sicuro, uscì come un ruggito che parve rimbombare per tutto il castello.

Con una mano si strofinò gli occhi, per poi piegarsi a terra e rialzare la sedia.
Tutto sotto lo sguardo di Thor, indecifrabile.

Loki, dopo essersi preso il libro che stava leggendo sotto braccio, si incamminò verso l'uscita a passi svelti. Come unico rumore di sottofondo vi erano solo i ticchettii che producevano le scarpe dello Jotun.
Non arrivò alla porta in tempo però, che Thor lo prese per il braccio per poi scaraventarlo contro la parete.

Loki cacciò un urlo dolorante.
Thor lo guardò preoccupato accasciarsi contro la parete e reggersi la spalla, per poi precipitarsi al suolo da lui.
《Fratello! Ti ho ferito?》C'era puro pentimento negli occhi dell'asgardiano.
《Stammi lontano!》 imprecò a denti stretti Loki, continuando a reggersi la spalla.
《Mostrami cosa ti ho fatto Loki.》 Lo strattonò nuovamente.

《No.. Thor, non mi hai fatto nulla! E adesso vattene!》
Thor però non demorse. Davvero non capiva.
Com'era possibile che lo avesse ferito? Aveva usato quanta meno forza fosse possibile per braccarlo.
Improvvisamente, sentì Loki irrigidirsi e coprirsi maggiormente la spalla, agitandosi nel tentativo di divincolarsi.

In meno di un secondo Thor lo immobilizzò totalmente al pavimento e lo denudò del mantello e della maglia che aveva indosso.

Una grande macchia rossa e copiosa si estendeva su tutta la spalla, finendo a macchiare la pelle immacolata e il tappeto.
Thor stava passando dal confuso all'imbestialito, iniziando a comprendere la situazione.
Bloccò i polsi del fratello con una mano e si sedette sul suo grembo per mantenerlo immobile e controllare la ferita.
Come aveva pensato, ferita da lama.
Forse un coltellino, qualcosa di simile.
La ferita era piccola ma profonda, incisa su carne a formare un marchio: "J".

Jotun.

Loki, ormai ansimante, aveva già smesso di dimenarsi, un po' per il dolore e un po' per la stanchezza. Pareva di dover sollevare un muro.
Adesso era immobile con il viso a terra, a fissare il vuoto alla sua sinistra, opposto alla spalla destra ingiuriata.

《Chi è stato?》 Chiese Thor, con un tono di voce che parve poter squarciare dieci montagne. Roco e perentorio.

Loki ignorò.

《CHI È STATO!?》 urlò talmente forte che il palazzo parve dover crollare.

Era evidente che Loki non avrebbe mai risposto, e Thor parve non vederci più.
Non sapeva come comportarsi con il lui, era disperato.

Tirò fuori la lama che portava sempre nella cavigliera per puntarla al collo pallido di Loki. Mai avrebbe pensato di dover arrivare a tanto.

《Dimmelo o porrò fine alla tua vita seduta stante!》
Loki sbiancò già più di quanto non lo fosse normalmente.

《...Cosa?》sussurrò voltando il viso verso Thor, scontrando i loro occhi.
《Non lo faresti mai.》

Ed era la verità, lo sapevano entrambi, ma come fare a convincere Loki a confessare se non con le maniere forti?
Era tipico di lui complicarsi la vita.
Che poi per cosa? Per difendere un Asgardiano? Sciocchezze.
Orgoglio.
Ma certo, quale motore a guidare le stolte azioni di Loki se non l'orgoglio?

《Lo farò adesso.》 Premette maggiormente la lama contro la carne, ma Loki non demordeva.

Orgoglio.

A Thor sfiora l'idea di tranciargli quel lembo di carne. Non di molto, basterebbe un leggero taglio poco profondo, forse riuscirebbe a convincere il fratello.
Magari a farsi rispettare da esso, a non essere più considerato un bambino.
Una dimostrazione di prevalsa a doppi fini.
Perchè la verità è che Thor sa, sa quanto Loki lo consideri codardo e sconsiderato.

Si attinge a premere la lama, una piccola pressione sul manico sarebbe sufficiente.

Loki ha già chiuso le palpebre, viso voltato oltre la spalla, in attesa.
Gli occhi vagano sul bel volto, sugli zigomi parzialmente coperti da capelli corvini dolcemente arricciati, ormai ben oltre le spalle, quasi al fondo schiena, i quali stanno sfuggendo da anni alle forbici.
Vaga sulle belle labbra, rosa scuro tanto da spiccare sulla pelle lattea.
Il collo, immacolato. Con il pomo d'adamo immobile.
Decide di tralasciare il petto, visione perversa e milleflua.
Perchè si è fermato tanto ad osservarlo?
Tagliagli le carni Thor!

Lo sguardo si posa sulla lama e sulla mano che la impugna dubbiosa, per poi allontanarla dalla gola dell'agnellino bianco.

La verità era una: non sarebbe mai riuscito a torcere un solo capello a Loki, adesso se ne rese conto. Magari più tardi si sarebbe preso del tempo per rimuginarci, ma adesso aveva ben altre intenzioni.

Mestamente si alzò dal ventre del fratello sul quale era adagiato, furente e veemente.
Si diresse verso le porte a passi larghi e svelti, venendo fermato però da Loki, che si era artigliato al braccio del sovrano.

《Dove vai!?》 Chiese agitato Loki, cercando gli occhi di Thor.
《Non ti riguarda Loki, vai nelle tue stanze.》
《Sì che mi riguarda! Rispondimi!》
Cos'avrebbe dovuto rispondere? Nemmeno Thor sapeva bene cosa fare, solo una certezza aleggiava nella sua mente: trovare il responsabile di tale mancanza di rispetto a lui e al fratello e porre fine alla sua vita.
Il desiderio di vendetta a coprirgli la vista degli occhi, della mente e del cuore.

Loki non demordeva a scrollarsi, così Thor non ebbe scelta.
Gli arpionò il polso e iniziò a tirarlo verso le sue stanze. Si prese un momento mentalmente per ringraziare che il fratello fosse minuto e leggerò come una piuma.

《Thor che diavolo fai? Lasciami dannazione!》 iniziò a tirarsi verso la parte opposta alla quale Thor lo conduceva, con scarsi risultati.
Il figlio di Odino non si degnava nemmeno a serbargli uno sguardo.
《Non puoi rinchiudermi così! Thor lasciami!》
Ancora nulla.
Non un briciolo di esitazione, passi che continuavano svelti verso il loro cammino e sguardo sempre fiero e alto.

Giunto a destinazione: gli appartamenti di Loki.
Thor aprì la porta e lo scaraventò dentro, per poi richiuderla. Tirò fuori la chiave e con due giri di polso vi segregò dentro il fratello.

Loki si attaccò alla massiccia porta.
《Non puoi veramente rinchiudermi quì dentro!》
Sbatté i pugni fino a ferirsi le mani.

《Posso, e se è per il tuo bene lo farò.》
Rispose L'agardiano, appoggiato all'alto lato della porta.

La voce di uno arrivava ovattata all'altra, come sempre del resto.
Da quando c'era quel muro a dividerli? Quando avevano iniziato a sfamare l'odio?

《Loki, se mi dici chi è stato ti farò uscire.》
La voce di Thor arrivò come un sussurro.
Silenzio.
Non vi fu risposta, e Thor trovò la sua.
Abbandonò la porta che lo divideva dal fratello per dirigersi alla sala maggiore.

Loki, sentiti i passi di Thor, si lasciò andare ad un urlo rabbioso e liberatorio.

*

《Capisco, non deve essere stato un bello spettacolo.》Gli disse Fandral.
《Infatti, la cosa peggiore è che non vuole confessarmi chi sia stato, e io non posso andare per il palazzo a minacciare tutti di rivelarmi il colpevole.》 Thor non aveva smesso di girare in tondo per un secondo, tale era lo sconforto che si era impadronito di lui
《La condizione non amabile di Loki e il suo passato impediranno a chiunque di comprendere il tuo desiderio di proteggerlo.》Fandral sospirò, seduto sulla seggiola a gambe incrociate.
《Cosa mi consigli di fare, amico mio?》 Chiese il sovrano.
《Normalmente ti direi di scoprire la verità.》 Fandral si alzò, dirigendosi all'altra sponda del tavolo per versarsi un calice.
《Ma, trattandosi di Loki, il consiglio che mi sento di darti è di lasciar correre.》
Bevve e sospirò, per poi fermarsi a mirare lo sguardo pensieroso del suo sovrano e amico.
《Mai.》 Il pugno si scontrò contro il tavolo 《Impedirò che accada nuovamente, chiunque sia stato avrà la punizione che merita.》
Fandral sospirò nuovamente.

《Thor..》 Prese parola, pronto ad affrontare un discorso che sapeva non sarebbe stato semplice. 《Perchè ti ostini tanto con lui? Lo vedi anche tu, se potesse ci annienterebbe tutti.》 incrociò le braccia, mantenne lo sguardo fermo. 《Senza contare che, per quanto affetto e riserbo tu possa provare per lui, rimane un prigioniero, un assassino e un usurpatore.》 Fece una pausa per dare il tempo a Thor di assimilare. 《Vuoi veramente punire chi ha "mancato di rispetto" a un prigioniero? Solo perchè lui si trova a palazzo, non vuol dire che sia un uomo libero e pulito come tutti gli altri, non puoi prentendere che non venga disprezzato.》Tornò a sedersi al tavolino, incrociando le gambe. 《Da sempre i prigionieri subiscono dei maltrattamenti, e la gente li considera giusti per via degli sbagli commessi da esso. Solo perchè lui adesso è ancora al tuo fianco, non lo esume dal non dover subire gli stessi trattamenti di disprezzo che da sempre hanno convenuto ad Asgard per gente come lui.》 Concluse.
《Non puoi cambiarlo Thor, esattamente come non puoi cambiare le opinioni -lecite- di intere popolazioni che hanno subito la sua furia.》

Il figlio di Odino rimase fermo ad osservare l'amico. Aveva ragione, ma cosa poteva farci? Se ci fosse stato un modo per limitare lo smisurato amore che provava per Loki, dei, lo avrebbe tentato.
Ma non poteva sottrarsi così ai suoi sentimenti, non era da lui.

《Hai ragione Fandral... hai ragione..》 Gli occhi pizzicarono. 《Non riesco veramente a capire le motivazioni di tanto odio, di tanto disprezzo.. eppure io lo amo così tanto.》 sospirò avvilito.

《Lo so Thor, lo sanno tutti ormai.》si avvicinò all'amico e posò entrambe le braccia sulle sue spalle. 《Ti sembrerà banale ma.. hai mai provato a parlarne con lui? Parlarne veramente, intendo.》
Thor tacque, come poteva parlare a cuore aperto con qualcuno che non lo guardava mai in viso, e quelle poche volte che lo faceva mostrava uno sguardo di puro ribrezzo?
《Provaci, devono esserci delle ragioni di fondo. Parlate.》

Il figlio di Odino era stanco, ma si disse che si, poteva tentare.

《Sai Fandral.. quando sono tornato ad Asgard speravo con tutto il cuore che lui fosse lì con loro ad attendermi.》 Un sorriso amaro gli fiorì sulle labbra. 《Speravo mi venisse incontro e mi abbracciasse, mi dicesse che ero stato bravo. Un bravo guerriero, un buon re.》
《Thor...》
《Come da ragazzi. Quando non riuscivo a fare qualcosa e Padre si arrabbiava con me dicendo che non mi ero impegnato abbastanza... lui era sempre li. Mi veniva incontro stringendomi fra le sue braccia e sussurrandomi di non demordere, che ero stato bravo, e mi donava uno splendido sorriso.》
《Non siete più bambini Thor, è ora che tu apra gli occhi, non trattarlo come tale e non imporgli il ruolo di fratello amorevole e servizievole come era un tempo, non farai altro che allontanarlo da te.》

*

《Principe Loki, perfavore aprite!》
《Vi ho detto di andarvene! Cosa non capite delle mie parole, maledette!》
《Principe, se non curiamo la vostra ferita Re Thor si arrabbierà, perfavore!》
《Che si arrabbi allora! Non gli ho chiesto di certo io di mandarvi quì a medicarmi.》
Loki stava decisamente perdendo la pazienza con quelle stramaledette ancelle che il fratellino aveva mandato per accudirlo.
La ferita se l'era già medicata da un pezzo, non aveva bisogno che quelle stupide sguattere mettessero le loro sporche mani su di lui.
Sembrava di giocare al gatto e al topo con loro, che lo inseguivano attraverso i suoi appartamenti e lui che vi sfuggiva felino.
Sguardo fermo sul lavandino dove aveva poggiato le mani, i capelli corvini che ricadevano lunghi su parte della superfice fredda e liscia.
Si era chiuso in bagno da un buon quarto d'ora mentre quelle continuavano a vociare come galline fuori dal pollaio.
Improvvisamente le sentì zittirsi, per poi alzare i tacchi e andarsene.
-Finalmente- si disse.

《Fratello, sei quì?》

Si voltò verso la porta ad occhi sgranati, come impossessato.

Era mai possibile che la vita ce l'avesse così tanto con lui?

Si accasciò stanco contro il mobiletto.
《Vattene..》

《Sono venuto a riportarti il libro che stavi leggendo in biblioteca, fratello.》

Loki ci mise un po' a capire di cosa stesse parlando Thor.

《"Artì magiche di grado XI, approfondimento della quint'essenza"》 Citò testualmente il titolo del volume.
《Lo avevi sotto braccio questa mattina, ma ti è caduto quando...》 Thor non continuò, ma ci pensò Loki, mentalmente, a farlo.
-Quando mi hai buttato a terra e puntato un coltello al collo.-

《Ah, quel libro..》

《Sì.》 Thor si fece scappare un sorriso. 《Tutte quelle robe strane che piacciono a te.》
-Robe strane.. perchè devi sminuirmi ogni volta?- Loki sospirò.

《Se esci te lo ridò, così potrai continuare la lettura.》cercó di assuefarlo il fratello.
《Puoi lasciarlo li e andartene, grazie.》

Il silenzio rimase padrone per almeno un minuto, un minuto nel quale Loki sperò che Thor decidesse di andarsene.

《Perchè continui con queste cose, Loki?》
Thor non ricevette risposta, e continuò. 《Ti ho tolto ogni potere, é inutile che ti ripieghi su questi manuali. Cosa speri di ottenere?》

Inutile..

Loki si alzò da terra e sbattè le mani sulla porta. 《Ti diverte, vero Thor?》disse sprezzante.

《Cosa?》 Il tono di voce di Thor era ignaro, come sempre del resto. Tono di voce di chi non pesa le parole, di chi non si rende conto di ciò che dice.

《Distruggermi ogni volta. Ti diverte, Thor?》


   
 
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