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Autore: atzuki97_drarry    26/03/2018    2 recensioni
[DRARRY] [Accenni ROMIONE]
E' il sesto anno per Harry Potter alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, è tempo di verità, altri misteri e nuovi amori.
Harry dovrà ricredersi su tutto ciò che ha creduto fino a quel momento, sopratutto su tutto ciò che riguarda lo studente da lui più odiato, Draco Malfoy. Cosa accadrebbe se tutto ciò che è stato narrato non fosse andato esattamente come è stato detto? E se l'ossessione del giovane Potter non dipendesse solo dai propri sospetti come lui stesso crede? E se la pressione straziante di Draco non riguardasse solo il compito a lui assegnato?
(Premetto che questa è la mia prima Fanfiction su Harry Potter, spero di aver fatto il possibile per far uscire qualcosa di decente, la Fanfiction riporterà alcune piccole parti (quelle che riterrò più essenziali per lo sviluppo della FF) così come scritte nel libro o leggermente modificate, mentre tutto il resto ovviamente è nato dalla mia mente malata di Drarry. Spero che questa storia sia di vostro gradimento.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Il cielo era ironicamente sereno quel giorno, il sole splendeva, i suoi raggi scaldano la bianca bara del più grande preside che Hogwarts avesse mai avuto. Erano passati pochi giorni dal tragico evento ma il mondo sembrava essersi fermato nel tempo con lui. Nessuna lezione, nessun esame, nessun animo quel giorno.
I suoi da sempre amati studenti erano riuniti intorno a lui, a debita distanza, in un profondo silenzio commemorativo. Trattenevano una lacrima, le mani si stringevano, le nocche si sbiancavano nel tener ben salda la presa tremante delle bacchette puntate in alto, verso quel cielo limpido che aveva accolto Albus Silente. 
I professori, i suoi anziani colleghi, si facevano forza verso se stessi e i loro studenti. Tra di loro mancava quello più fidato per lo stesso Silente, quello che gli ha strappato via la vita, ma nessuno osava nominarlo, nessuno voleva velare quel giorno di profonda indignazione. 
Tutti erano presenti quel giorno per commemorarlo, ogni singolo abitante di Hosgmeade, maghi, creature, maghinò. Tutti versavano lacrime in silenzio. C'erano anche i fantasmi del castello, appena visibili alla splendente luce del sole. Era strano pensare che Silente fosse ora più vicino a loro che al mondo terreno. Solo adesso Harry ne riusciva a prender coscienza, ora, che il funerale era finito, i canti delle sirene, le coreografie, la musica, i tributi. Tutto sfumato in cielo, insieme ai pensieri e le lacrime agrodolci che ognuno di loro aveva versato.
 

Draco era seduto alla destra di Harry, era pallido, riusciva a trattenere a stento i sensi di colpa che gli attanagliavano l'anima, non aveva ucciso Silente, ma era come se lo avesse fatto. Poteva evitare tutto quello, evitare le lacrime che appannavano gli occhiali del ragazzo che lo aveva salvato, che ora doveva essere ricambiato, e tutto quello che riusciva a dargli era una mano da stringere e una spalla dove sfogarsi.
Alla sinistra del prescelto si trovavano i suoi amici di vecchia data: Hermione e Ron. Il resto della famiglia Weasley si trovava lì vicino alla bara, laddove i membri dell'ordine della fenice si erano riuniti. Draco osservò da lontano il volto di Bill Weasley, non lo aveva notato in infermeria, delle cicatrici paurose lo avevano rovinato. Il padre aveva raccontato della sofferenza che il figlio aveva provato quando Fenrir Greyback lo aveva morso, che erano state ore interminabili, ma per fortuna Lupin che ci era passato e sapeva come gestire la situazione, gli era stato accanto. Si era ripreso immediatamente, per stare accanto alla sorellina ferita. Era fortunato, non correva rischi di trasformarsi in lupo mannaro in quanto Grayback era in forma umana al momento dell'attacco, ma ciò non lasciava di certo tranquilli i suoi pensieri, Draco rabbrividiva all'idea di trovarsi tra le grinfie del lupo mannaro, lo impauriva quasi più di Voldemort in persona.
Il Serpeverde lasciò il filo slegato dei suoi pensieri quando accanto a lui Harry si mosse per estrarre da sotto la camicia il medaglione di Salazar Serpeverde.
Quella mattina Draco sapeva qualcosa in più della vita del suo ragazzo, era venuto a conoscenza degli Horcrux, e si chiese come potesse essere stato tanto ingenuo da essere stato anche solo un pizzico accecato dalle ideologie di quel folle assassino.
Certo, non fu facile comunque ottenere il consenso degli amici di Harry su informazioni tanto importanti, perfino quest'ultimo era dubbioso in quanto sentiva di tradire il volere dell'ormai defunto Silente. E' stato sottoposto a lunghi interrogatori, dove scocciamente era costretto a spiegare ogni suo gesto, ogni suo pensiero e intenzione. Parola per parola, lettera per lettera. Se qualcuno gli chiedesse mai cosa secondo lui fosse l'amore non avrebbe dubbi sulla risposa: sicuramente, sopportare tutto quello senza tirare un pugno sui denti a nessuno, nemmeno una volta. Con il rosso in particolare poi, resistere a quella tentazione era uno sforzo notevole.
Si sorprese però sulla sorella. Ginny, la ragazza che aveva avuto una cotta per Harry Potter dalla prima volta che posò gli occhi su di lui, era colei che lo aveva per prima visto di buon occhio. Nel momento in cui Draco confessò senza vergogna che tutto ciò che aveva fatto e le scelte sbagliate che avevano compiuto, erano mosse dal egoismo di proteggere la sua famiglia senza badare troppo al resto, lei lo compatì. Infondo, tutti per primi erano mossi da questo, per fino Harry, che dei genitori non li aveva più principalmente era mosso da essi. Quasi si dispiacque nel sapere che lei non era a conoscenza degli Horcrux, il fratello non voleva metterla in pericolo in una faccenda tanto grossa, e lo capiva perfettamente.
«Dovremmo movimentare la nostra ricerca» disse piano Harry, gli tremavano le mani intorno all'oggetto «E' quello che avrebbe voluto Silente, non avrebbe voluto che il tempo residuo fosse accorciato per il suo compianto»
«Lui vive in noi» concordò Hermione annuendo, mostrando la forza che possedeva.
«Dovremmo parlarne alla Tana» disse Harry guardandosi in torno «Non sappiamo quante orecchie amiche ci siano qui per Silente, inoltre magari potremmo documentarci con più libertà»
Mentre Ron dava il suo consenso, Draco restò in silenzio, fissando davanti a sé, sentendosi leggermente fuori luogo e ancora una volta insicuro su cosa fare. Ad Harry bastò un'occhiata per capire cosa passasse nella testa del ragazzo biondo, così si rivolse a Ron: «Amico, non è che anche Draco...»
Ron lo guardò serrando le labbra, avrebbe tanto voluto far finta di non aver capito e rifiutare la proposta, non teneva molto ad avere in casa sua il bulletto che per anni lo aveva denigrato e chiamato "sporca sanguemarcio" la sua ragazza. Ma dovette mettere da parte i rancori per l'amore del suo migliore amico. La sua mente non faceva altro che vagare sull'immagine di Draco scortato dai più terribili mangiamorte, era stato chiarito quel malinteso, ma lui non riusciva ad avere totalmente l'anima in pace, se era stato capace di affiancarli per il bene della sua famiglia, ci sarebbe cascato ancora? Il fianco di Harry sarebbe stato più importante?
«Certo» rispose annuendo rigidamente. Sorprendendosi di vedere sul volto dell'amico il sorriso più caloroso e riconoscente che avesse mai visto in quei mesi di dure preoccupazioni, stonava nell'insieme di volti rigati dal pianto ma andava bene così. Perfino gli angoli della bocca di Draco si curvarono verso l'alto, impercettibilmente, ma Harry aveva imparato a decifrare tutto il sentimento che il ragazzo metteva in quei piccoli gesti. Ma quel sorriso fu ridotto dall'ansia perfezionista di Hermione.
«Ha ragione Harry. Ci serve un posto più sicuro dove parlare di questo» indicò il medaglione «Ma la Tana non è il posto giusto. Siamo in troppi, i Weasley non staccherebbero gli occhi da Malfoy e cercherebbero di ascoltare le nostre ricerche nel tentativo di dare una mano, ne sono sicura.»
«Puoi anche chiamarmi per nome» disse Draco lasciando perplessi un po' tutti, ed Hermione leggermente imbarazzata.
«Beh» tossicchiò Harry dopo un po' «Dove dovremmo andare? Grimmauld Place?»
«Sei matto? Harry, Piton può entrare!» disse Ron a bocca aperta.
«Tuo padre ha detto che hanno già pensato a mettere delle fatture contro di lui, ne parlava sta mattina con Bill durante la sua medicazione di rutine, si attivano solo in sua presenza.»
«Sei sicuro...?» chiese la ragazza.
«Giuro che non sono in vena di aver a che fare con Piton al momento»
«Va bene allora» Disse Hermione apparentemente non troppo convinta «Datemi il tempo di prendere le mie cose e si parte.»

 

«Che significa che è un falso?!» urlò Ron in neanche cinque minuti dall'inizio delle loro ricerche.
Erano giunti al numero 12 di Grimmauld Place dopo la cerimonia, per tutto il tempo del tragitto Harry non aveva neanche più sfiorato il medaglione, ci avrebbero pensato non appena avessero messo piede nella dimora.
«E' un falso.» disse Harry con voce glaciale «Ero troppo preso dallo stato di Silente per accorgermene, e dopo, dalla fine della sua vita...» gli porse il medaglione aperto. Conteneva un pezzo di pergamena, che Ron sfilò con cura. Tutti si sporsero per leggere.
"Al Signore Oscuro.
So che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile. Affronto la morte nella speranza che, quando incontrerai il tuo degno rivale, sarai di nuovo mortale. 
R.A.B"
«R.A.B» sussurrò Ron «Ma chi è?»
«Regulus Arcturus Black» suggerì Draco Malfoy alle loro spalle. Tutti si voltarono a fissarlo.
«Il fratello di Sirius?» si allarmò Harry, sostituendo la rabbia per l'inutilità del viaggio alla caverna al profondo interesse.
«Il suo nome è famoso tra i miei parenti. Era... un Mangiamorte» Draco usò una certa delicatezza a rivelare quell'informazione, notò subito lo sguardo infiammato di Harry, troppe persone a lui care erano state abbattute da quella stupida guerra, e queste sembravano non scomparire mai, tornavano sempre a galla e rimarcare le nuove ferite. 
«Non sembra un gran devoto di Tu-Sai-Chi» disse Ron scrutando la lettera.
«Sirius mi aveva raccontato di lui. Si unì a loro quando era molto giovane, poi ebbe paura e cercò di andarsene... e così lo uccisero. »

«Padron Regulus non era un fifone.» La vecchia e scorbutica voce di Kreacher irruppe nella stanza, si inchinò in un costretto saluto e prese a bisbigliare di quanto insolenti siano stati a pronunciare il nome dell'amato Serpeverde.
«Kreacher» sbuffò Harry. «Ti ho ordinato mille volte di non farti vivo se non lo avessi richiesto io.»
Draco guardò Harry incuriosito, mai si sarebbe aspettato un simile atteggiamento da parte di Harry verso una creatura, lui era da sempre stato abituato a trattare gli elfi domestici in quel modo se non peggio, ma non pensava che anche Harry Potter potesse farlo. Non conosceva però il motivo per cui l'avesse a morte con Kreacher.
«Il medaglione è ancora integro.»
Bastò quella frase per ottenere l'attenzione di tutti.
Kreacher spiegò il coraggio di Regulus e quello dell'elfo suo complice, nell'impresa di sostituire uno degli Horcrux di Voldemort, con un falso. Rivelò che Black non fu ucciso per il suo cambio di rotta, o almeno, non direttamente. Fu ucciso dagli Inferi a guardia del medaglione.
Raccontò che prima di morire ordinò a Kricher di fuggire dalla grotta dove era nascosto l'Horcrux, cosa che poteva fare grazie a ciò che permetteva di realizzare la magia degli elfi, e di continuare a cercare di distruggere il medaglione. Non ci riuscì, niente di quello che Kreacher aveva provato sul medaglione lo aveva minimamente scalfito, rivelò di essersi punito e di aver provato ancora e ancora. Poi fu rubato, Kreacher lo teneva custodito tra i suoi tesori più preziosi e Mundungus Fletcher glielo portò via, come tante altre cose dopo la morte di Sirius. A fine racconto il volto burbero di Kreacher era sommerso da una valle di lacrime.
I tre amici si guardarono, ricordavano del medaglione che tutti loro avevano tenuto in mano e che invano avevano tentato di aprire, finendo poi nell'immondizia. Ad Hermione venne un nodo alla gola guardando le condizioni dell'elfo, aveva passato vicende orribili in quella caverna e sotto gli ordini dell'Oscuro Signore. Harry era ancora arrabbiato, forse anche più di prima dal comportamento di Kreacher, nonostante quello che aveva passato a causa di Voldemort aveva comunque permesso la morte di Sirius.
Ma si rese conto che gli elfi domestici non erano esattamente come gli umani, vivevano per ubbidire. Lo faceva volentieri con chi lo trattava con cura, non importavano le loro idee, che aveva imparato a ripetere e recitare, importava solo il suo ruolo.
«Kreacher» chiamò Harry con la delicatezza che mai aveva avuto nei suoi riguardi. «Potresti farmi un favore? Saresti disposto a cercare Fletcher?»
Kreacher lo guardò torvo, cercando di regolarizzare i singhiozzi.
«Voglio regalarti una cosa» sussurrò Harry, porgendo all'elfo il falso Horcrux. «Apparteneva a Regulus e sono sicuro che vorrebbe lo tenessi tu come segno di gratitudine per quello che hai fatto per lui»
Kreacher allungò una mano tremante, afferrò il medaglione e subito si colpì con esso ritenendosi indegno. Poi come se nulla fosse guardò Harry pieno di riconoscenza e si inchinò «Kreacher farà tutto quello che padron Harry vorrà»
Harry fu tentato di chiedergli di non rivolgersi a lui con tale formalità, ma si ricordò presto con che genere di creature bizzarre avesse a che fare.
«Grazie Kreacher» disse solamente. E l'elfo si era già smaterializzato.
«Ora non ci resta che scoprire come distruggere il medaglione, se questo salterà fuori» disse Ron.
«Una zanna di Basilisco» disse Harry scrollando le spalle.
«Non ci sono altri modi?» rabbrividì l'amico.
«Non deve essere per forza una zanna di Basilisco» si intromise Hermione «Deve essere qualcosa di così devastante che l'Horcrux non possa autoripararsi, frantumare l'oggetto non basterà, bisogna che sia impossibile ripararlo con la magia»
«Come fai a sapere che non basta?» chiese il fidanzato, sospettoso.
«Ecco, io... Ho fatto delle ricerche»
«Dove? Pensavo non si trovassero libri sugli Horcrux in biblioteca» chiese Harry, rivolgendo uno sguardo a Draco. Ripensò a quella volta che lo beccò a girovagare in biblioteca alla ricerca di qualche libro che spiegasse qualcosa sugli armadi svanitori. Gli scaffali di Hogwarts, anche quelli proibiti erano spolverati da informazioni tanto allarmanti. Draco sembrava pensare lo stesso. Gli si avvicinò e incrociò le dita di una mano con le sue. Niente di oscuro, niente di sospetto avrebbe permesso di allontanarlo ancora da lui. Potevano finalmente amarsi liberamente.
«Infatti» ribatté Hermione. Era arrossita, non si sa se per l'imbarazzo della sua azione o per il gesto dei due amanti «Silente li aveva tolti ma non distrutti»
«Li hai rubati?» chiese sarcastico Draco, non c'era traccia di cattiveria nella sua voce, ma solamente un pizzico di leggero compiacimento. Adorava quando la gente che si mostrava perfetta in tutto lasciasse trasparire qualche sgarro, probabilmente era un modo per compiacersi maggiormente. O forse, una semplice stretta di mano riusciva a renderlo più sicuro e spavaldo. Lo adorava.
«Non... non li ho rubati!» si difese guardando i tre con aria allarmata «Erano pur sempre libri della biblioteca, libri che Silente ha messo di parte nel suo ufficio, se non voleva che qualcuno ci mettesse le mani sopra avrebbe reso difficile il loro ritrovamento» restò in silenzio qualche secondo «Ecco...io ho usato un semplice Accio e i libri sono schizzati subito fuori dal suo ufficio, ho avuto qualche ora per leggerli prima che ad Hogwarts succedesse il caos.»
«Ma perché non lo hai detto prima?» chiese Ron quasi urlando.
«Non ne ho avuto il tempo!» rispose lei.
«Ma adesso dove si trovano?» chiese Harry quasi eccitato, magari qualcosa stava per andare per il verso giusto.
O forse no.
Hermione controllò nella sua tracolla, ma non c'era traccia dei libri.
«Devo averli dimenticati ad Hogwarts»
«Nel dormitorio?» chiese Ron.
«No. Ho preferito nasconderli nella Stanza delle Necessità» 
Draco si irrigidì a quella rivelazione, e insieme a lui anche Harry.
«E' dove volevo nascondere il libro del principe »
Hermione annuì «Ho preso spunto da te»
«Eri totalmente pietrificata quando abbiamo visto Malfoy uscire di lì. Era per questo?»
Hermione rivolse uno sguardo mortificato verso il biondo, non amava tirare in ballo quel momento, poi si girò verso Ron e annuì leggermente.
«Nessuno ha visto nessun libro» assicurò Draco.
«Possiamo andare a prenderlo noi?» chiese Harry improvvisamente «Ho qualcosa da portare a termine lì dentro.»
Draco gli rivolse uno sguardo interrogativo ma restò in silenzio.

Hermione scrollò le spalle. «Come volete» rispose.

«Che devi farci qui?» chiese Draco, una volta trovati di fronte alla grande porta della stanza delle necessità. Per arrivare lì, percorsero tutti i corridoi senza lasciare la mano l'uno dell'altro. Che stessero insieme non era più un segreto, perfino i quadri lo sapevano tant'è che sorridevano e sospiravano ad ogni loro passaggio.
«Tempo fa avevi detto che questo sarebbe stato il nostro nido d'amore»
«Non credo che dalla mia bocca sia uscito nulla del genere» rispose lui capendo dove il ragazzo volesse andare a parare.
Harry ridacchiò «Comunque sia, è iniziato tutto da qui. Stiamo per partire alla ricerca degli Horcrux...»
Draco lo guardò serio e attese che il moro continuasse il suo discorso «Potrebbe non andare come tutti noi speriamo, vorrei solo realizzare il desiderio di rendere la nostra unione reale, ufficiale, un vero inizio. E non voglio immaginare nessun altro luogo che non sia questo per farlo.»
Draco ancora una volta non disse nulla, sapeva quanto costasse prendere una decisione del genere in un momento come quello. Portò una carezza sulla sua guancia e lentamente si avvicinò per un lungo bacio.

Oramai la stanza delle necessità era aperta per loro al solo passaggio, era la prima volta però che si spingevano tanto oltre.

Dopo lunghi momenti di baci infiniti romantici, di strette sicure e carezze sfiorate il ritmo della loro passione cresceva. Sempre di più, desiderosi di nient'altro oltre loro.
Si spinsero famelici all'interno del loro nido d'amore richiudendosi la porta alle spalle, durante il tragitto avevano ripreso fiato dal loro discorso di baci si e no due volte, non persero tempo; Draco sfilò la cravatta di Harry ed Harry fece lo stesso con quella di Draco gettandola tra le numerose cianfrusaglie della stanza. 
Lì dove prima c'era l'armadio ora per loro era apparso un maestoso letto a baldacchino. 
-Guarda lì - si staccò Draco, dalle labbra del ragazzo, con un ghigno eccitato e malizioso. 
-Oh, credo che la stanza ci abbia sentiti- rise il Grifondoro per poi tornare a baciarlo di nuovo. A lungo, lenti baci sulle labbra, sul collo... le dita di Draco scivolarono sotto la camicia di Harry, la punta dei polpastrelli che lentamente carezzavano il suo addome, il suo petto, lo elettrizzarono, sentendo l'eccitazione farsi sempre più presente. Infine la sbottonò, permettendo ad Harry di fare lo stesso. Lo prese per un braccio e lo diresse verso il letto, dove si sedette ai piedi. Ora Draco guardava Harry dal basso dato che il ragazzo era rimasto in piedi di fronte a lui, il moro non sapeva cosa fare, seguiva semplicemente le sue mosse felice di lasciarsi guidare. 
Draco infilò un indice nella vita dei pantaloni di Harry, attirandolo a sé, e senza togliere la mano poggiò le sue labbra sul basso ventre, proprio nella zona al di sopra dell'inguine. Una zona che Draco sapeva essere estremamente eccitante sia per le ragazze che per i ragazzi; mosse la bocca con innata maestria lasciando una scia di succhiotti, fino ad arrivare su, sempre più su alla clavicola. Harry non resistette. 
Spinse Draco sul letto e si mise a cavalcioni su suo ventre
-Audace- commentò Draco estasiato. 
Harry non rispose, continuò con la sua esplorazione insaziabile di ogni centimetro della pelle dell'altro. Carezzò il viso, il collo, il muscoloso torace e le possenti spalle, scese sempre più giù. Passò le mani sul marchio, immediatamente un dolore lancinante alla cicatrice lo fece barcollare scattando in piedi, si portò le mani alla testa dolorante, stringendo le palpebre per attenuare il dolore. Draco si alzò subito dal letto impanicato «Harry!, che ti prende?»
«V-Voldemort» disse con fatica. 
Draco sussultò alla pronuncia del signore Oscuro. Si guardò il marchio, poi la cicatrice di Harry. «Stiamo facendo un errore» disse indietreggiando.
«No, ascolta» rispose mettendosi con fatica in piedi, il dolore sembrava iniziare a calmarsi «questo succede spesso, e succederà ancora. Sono stato poco prudente»
«Devi starmi lontano» ripetè Draco lentamente, visibilmente impaurito per il male che è consapevole di poter procurare.
«Non mi farai del male» disse piano Harry. Come leggendo i suoi pensieri. 
«Te l'ho appena fatto!» scattò. 
«Non sei stato tu! È stato quello!» indicò il marchio ormai coperto dalla manica «È stato Voldemort!»
«Quello...» disse Draco accennando un riso amaro «Sono io»
«No, non lo sei»
Stavolta no, stavolta non si sarebbe fatto abbattere dalle sue parole, sta volta non avrebbe lasciato tutto scorrere nelle mani di un litigio. Sta volta non avrebbe lasciato che l'oscurità avesse sporcato l'amore, non dopo che aveva perso tutto e tutti, dopo il coraggio che aveva raccolto per arrivare a tanto, non avrebbe perso anche lui.
«Quante volte dovrò ripeterti che quello non fa parte di te?»
Draco schiuse le labbra per rispondere ma Harry continuo «Forse per tutta la vita, ma non importa, lo capisco e lo farò.»Harry tornò ad annullare la distanza che li separava, prese il braccio del ragazzo e guardò quello che per lui era ormai un insignificante scarabocchio. «Una volta il mio padrino, Sirius, mi disse che il mondo non è diviso in buoni e mangiamorte.»
«Io sono un mangiamorte anche se non lo voglio, Harry, non ti farei mai del male ma ho paura di fartene inconsapevolmente» confessò Draco. La cocciutaggine serpeverde che non voleva darla vinta a nessuno era una delle cose che facevano letteralmente impazzire Harry di rabbia, ma lo ignorò continuando il suo discorso . 
«Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi, l'importante è da che parte scegliamo di agire.» disse coprendo il marchio con la mano. 
Avrebbe potuto fargli male, avrebbe potuto rovinare tutto in un momento tanto delicato, ma se lo sentiva che sta volta sarebbe andato tutto per il verso giusto. 
«Silente diceva che la paura del nome non faceva altro che alimentare la paura della cosa stessa. Questo penso che possa valere anche per uno stupido disegno o un' inutile nomina, queste non possono farmi del male a meno che tu non lo voglia.» portó la mano libera sul viso del biondo, facendo poggiare l'una contro l'altra le loro fronti, fissò quei intensi tormentati occhi grigi. 
«Noi sconfiggeremo Voldemort insieme, e l'unico modo per farlo è amarci, amarci come niente al mondo, perché è questa l'unica arma che lui non possiede e che non potrà mai essere distrutta»

Gli occhi grigi di Draco erano umidi di emozione, di riconoscenza e di amore. Era spogliato dei suoi sentimenti, completamente vulnerabile e non gli importava per nulla essere visto così dal suo lui.
«Ti Amo» gli disse.
Harry sorrise «Ti amo anch'io» rispose. 
Lo bacia e lo bacia ancora, fa scivolare le mani lungo i suoi fianchi spingendoli verso il suo inguine desideroso di fare nuove esperienze. Adesso niente più li avrebbe fermati, davvero.

Harry era ancora Vergine, l'unica storiella che aveva avuto nella sua vita era stata con Cho Chang, ma neanche la considerava. Si rendeva conto solo adesso che dopo di lei, i suoi pensieri erano sempre stati occupati dal suo attuale ragazzo, certo, prima non pensava assolutamente che i motivi potevano essere ti tale interesse, ma adesso non avrebbe mai permesso a sé stesso di negarlo. Qualcun altro poteva anche sentirsi a disagio per questo, ma Harry era al settimo cielo all'idea che la sua prima volta stava per avvenire con il ragazzo che gli aveva stravolto la vita, nonostante il serpeverde avesse decisamente più esperienza di lui, si sentiva pronto e allo stesso tempo in dovere di proteggere Draco, così fragile come non sembra, si sarebbero amati, protetti, soddisfatti e presi cura l'uno dell'altro.
E così fu, passarono le ore successive ad amarsi, conoscersi più profondamente, legarsi in anima e intimità. Amare ogni centimetro della loro pelle, venire a conoscenza di ogni dettaglio avrebbe mandato in estasi il corpo dell'altro.

Era così che Harry voleva che finisse la sua vita. Nudo e abbracciato all'amore della sua vita, con solo un lenzuolo a coprirli mentre fuori il mondo andava per il suo corso, silenzioso, come in un universo a parte, incantato. Invece probabilmente sarebbe finita con un duello all'ultimo sangue a colpi di Avada Kedavra. Ma non voleva assolutamente pensarci adesso. 
Aveva la testa poggiata al torace di Draco, con l'indice disegnava dei piccoli cerchi intorno al suo ombelico, quel gesto sembrava rilassarli entrambi. 
«E' tutto così dannatamente perfetto» sussurrò, il fiato emesso accarezzò la pelle del biondo, donandogli una calda e elettrizzante scossa lungo tutta la schiena. 
«Finalmente, direi» rispose. 
I secondi passarono in quello stato, sembravano così statici, sospesi nel tempo, imponenti. Poi Harry, con un gesto da felino si portò sul corpo del ragazzo, un avambraccio piegato sul materasso per tenersi ritto, la mano opposta portata sulla guancia dell'amato, ne studiava i lineamenti preziosi, li ammirava come si ammirano le statue greche; belle, bellissime. Colme di eros, virilità , canoni perfetti di bellezza. Lui dal suo canto, si lasciava ammirare silenzioso, forse anche lui stava facendo lo stesso con Harry. Sentiva la mano calda del compagno toccarlo come una reliquia sacra, mentre si muoveva tra mandibola, zigomi e capelli, lo sentì ridacchiare dolcemente. 
«C'è una cosa che mi chiedevo prima ma, ecco, non era il momento più adatto per farlo» disse Harry. 
Draco alzò un sopracciglio «E sarebbe?»
«Come diamine fai ad avere i capelli così dannatamente setosi se usi chili di Gel? Insomma, uno si immagina di immergere le mani nella poltiglia e si ritrova a non volerne uscire più a vita, da quanto sono così... Wow.»
Il gellato scoppiò in una sonora risata, sia per la strana confessione sia per i toni da fangirl che Harry aveva assunto. Smise di ridere solo quando Harry gli tirò un pizzicotto su un fianco. 
«Gel magico» rispose asciugandosi le lacrime dovute alle troppe risa. 
«E certo, figurati se usavi del babbano gel per capelli»
«Ovviamente, so bene che lo preferisci pure tu»
«Decisamente» rispose.
L'aria era intrisa di quell'odore, una fragranza in cui Harry si sarebbe immerso a capofitto e ubriacato all'estremo, era già entrato in overdose da quel profumo, non ne aveva mai abbastanza. 
«Non ti ho mai chiesto cosa hai sentito quel giorno nell'Amortentia, sai, quando Lumacorno presentava le pozioni. Avevi un'aria così irritata»
Draco arrossì leggermente e distolse lo sguardo, non lo aveva mai visto così, tenero. 
«Mi guardavi già ? »chiese invece lui, evitando il discorso, cercava di assumere un tono spavaldo che stonava terribilmente con il rossore delle sue guance. 
«Sentivo il tuo odioso odore di Gel in tutta la stanza, ero confuso, e si, ti guardavo già.» rispose lui arrossendo a sua volta. 
«Ah davvero? Allora forse dovrei smettere di usarlo, sai, se è tanto odioso...»ghignò l'altro. 
«Non ti azzardare a farlo»e via con un altro pizzicotto.
«La tua pelle.» disse Draco dopo un lungo minuto di beato silenzio.
«Cosa?» chiese Harry, spaesato, aveva un sorriso stampato in faccia che non riusciva a mandare via.
«L'odore della tua pelle. E' l'odore che sentivo nell'Amortentia.»
Harry assunse un'espressione mista tra il confuso e l'estasiato «Davvero?» chiese annusandosi un braccio «Non sento nulla. Che odore ha la mia pelle?»
Draco scrollò le spalle «Non so spiegarlo con esattezza, so solo che lo adoro»
Harry sorrise «Una volta ho letto in una rivista di gossip babbana che spesso ciò che ci fa innamorare perdutamente è l'odore di una persona, quando riusciamo a sentirlo in particolar modo, quando siamo attratti da qualcuno e percepiamo la sua scia passarci accanto, è lì che siamo perdutamente fottuti.» ridacchiò «Strano che non abbia collegato questo articolo con la lezione di Lumacorno, quel giorno. Avevo trovato quella rivista aperta sul tavolo della cucina a casa dei miei zii, ero annoiato, non avevo il diritto di guardare la Tv. Quindi tra una padella e un piatto sporco mi ero messo a sfogliare quelle pagine.»
Draco lo guardò con tenerezza, allungò le braccia per stringerlo al suo petto. Come a proteggerlo dalla sua vita d'infanzia.
«A proposito di riviste... Dovremmo portare il libro alla Granger» rise.
«Oh Merlino. Starà morendo dall'ansia, avrà pensato che non lo abbiamo ancora trovato»
Draco ridacchiò «Secondo me quello che potrebbe pensare una cosa del genere è il tuo amico Ron, Hermione credo sia un tantino più perspicace»
«Mi piace il fatto che chiami Ron ed Hermione con i loro nomi» si accoccolò Harry maggiormente.
«Talmente tante volte mi hai rimproverato» sorrise «No, davvero, sono stato uno stupido, ma non dirlo a loro, mi diverte vedere il rosso infuriato.»
«Draco!» rimproverò Harry ridendo a crepapelle. «Vai, su. Cerca questo libro che è meglio»
«Non osare darmi ordini» rispose lui, tentando di mantenere un'espressione seria. Dopodiché si alzò.

Trovare il libro non fu un'impresa tanto difficile, ma al loro ritorno finsero che lo sia stato, per fortuna Hermione aveva dimenticato di rivelar loro il punto esatto del nascondiglio.

Passarono anni da quel giorno. 
La ricerca degli Horcrux non fu una passeggiata, ci furono screzi, false speranze, perdite...
Si scoprì che Piton stava in realtà dalla loro parte, facendo il doppio gioco se non triplo. Non era stato un santo ma Harry sapeva che avrebbe avuto per sempre in serbo un po' di rancore e dispiacere nei suoi riguardi. 
Draco dovette far i conti con la sua famiglia. Grazie a Narcissa Harry era ancora vivo, e grazie a quest'ultimo i Malfoy avevano tutto l'appoggio di ogni singolo membro dell'ordine. Di chi era ancora in vita e di chi ormai non c'era più.
Ironia della sorte, fu proprio la bacchetta di cui Draco Malfoy era diventato il proprietario a sconfiggere Voldemort. L'ultima immagine impressa nelle sue palpebre era la forza del legame che Draco Malfoy ed Harry Potter avevano fatto nascere e crescere ogni giorno sempre di più.
Insieme a quello di Theodore e Blaise, Ron ed Hermione e tutte le altre coppie che da lì e in futuro sarebbero nate.

 

L'amore aveva trionfato.

  
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