Film > Gli aristogatti
Ricorda la storia  |      
Autore: __aris__    27/03/2018    1 recensioni
Partecipante alla challenge del gruppo facebook the writing spell.
non ho avuto tempo di betarla, scusate.
Prompt: Human!Romeo/Human!Duchessa: La giovane Duchessa è una ragazza inglese che è stata cresciuta con una certa educazione, ma che quando per una vacanza a Roma finisce per incontrare un italiano davvero rozzo e di un basso ceto sociale (a te la scelta di come descriverlo) finisce inesorabilmente per ritrovarsi nel più grande pasticcio della sua vita. Romeo non è un ragazzo semplice.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duchessa, Romeo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vacanze Romane



 
 C’erano tutti: il capo della polizia, il sindaco, il prefetto e perfino il ministro degli esteri ed i vertici dei servizi segreti. Tutti con lo sguardo basso alla disperata ricerca di una spiegazione su come una simile catastrofe fosse potuta succedere.
“La verità è che al momento non sappiamo dove sia.” Ammise il capo della polizia davanti all’ambasciatore ed ai dignitari della Casa Reale.
“Che vuol dire … che non sapete dove sia?” domandò l’ambasciatore. Quello era il primo viaggio ufficiale all’estero della Duchessa Lidya: ogni istante era stato attentamente programmato, la sicurezza era ai massimi livelli, suo padre, il Gran Duca, aveva perfino comandato che fosse sempre accompagnata dalla sua dama di compagnia. Ma nonostante tutte queste cautele, Lydia era scappata nel pomeriggio e nessuno aveva idea di dove cercarla.
“I miei uomini l’hanno cercata ovunque, ma allo stato attuale la Duchessa è scomparsa.” Rispose l’uomo sentendo le orecchie avvampare.
“Ed i nostri informatori non ne sanno nulla.” Comunicò uno degli agenti dell’intelligence con voce atona. “Da quello che ci avete detto e dalle informazioni che abbiamo raccolto, sembrerebbe che la Duchessa si sia allontanata dall’ambasciata di sua volontà.”
“C’è una cosa che dovete sapere.” Disse uno dei dignitari stranieri dopo uno sguardo d’intesa con l’ambasciatore “Alla Duchessa è stato somministrato un forte calmante prima che lei si allontanasse dall’albergo. Dopo l’incontro con il Papa ci era sembrata molto affaticata e noi abbiamo pensato che un sedativo le avrebbe giovato.”
Il ministro degli esteri si tolse gli occhiali prima di massaggiarsi gli occhi affranto. Tutta quella situazione era talmente incredibile da sembrare finta: una Duchessa reale in visita ufficiale scomparsa a Roma sotto sedativi. Se qualcuno lo avesse saputo sarebbe stato … non ci voleva nemmeno pensare. “Il Gran Duca lo sa?”
“Non ancora. Per ora gli abbiamo detto che sua altezza è indisposta ma non possiamo rimandare ancora per molto.”
“Dovete trovare sua Eccellenza!” disse la dama di compagnia di Lidya con le lacrime agli occhi. Era stata lei ad accorgersi della fuga della Duchessa: quando era andata a controllare se il sedativo avesse fatto effetto aveva trovato la sua camera vuota e la finestra aperta.  Da quel momento era stata un fiume di lacrime.
Il ministro adocchiò delle pesanti bottiglie di vetro con un qualche liquore dentro. Un single malt gli avrebbe fatto comodo in quel momento. Ma invece di riempirsi un bicchiere, si rimise gli occhiali sperando che quell’incubo finisse presto. “Intensificheremo le ricerche.”
 



 
Quando Lydia si svegliò doveva essere molto tardi. La luce del sole le urtava gli occhi ed il rintocco delle campane di una chiesa rimbombava come avrebbe fatto una tamburo. Reggendosi la testa si mise a sedere sul letto… letto? Come ci era finita in un letto? Ricordava solo di aver girato per Roma senza una meta con un gran sonno … e poi …
“Ti sei svegliata!” disse un uomo seduto dall’altro lato della stanza.
“Chi siete?” Lidya cercò di mettere a fuoco la figura. Era un ragazzo con i capelli rossi, gli occhi vispi e la mascella pronunciata. Sembrava quello che la sua dama di compagnia avrebbe chiamato “il tipico donnaiolo italiano”, perché l’espressione da donnaiolo l’aveva tutta.
“Chi sei tu bellezza. Sei tu che ti sei addormentata sotto al mio portone.”
La ragazza si guardò intorno. La stanza era modesta, ma pulita. Una piccola radio su un tavolo era accesa comunicando che la Duchessa straniera in visita a Roma era gravemente indisposta e, pertanto, gli incontri della giornata erano stati cancellati. “Mi chiamo … Linda.” Rispose cercando di essere naturale.
“Linda?” l’uomo sembrava perplesso. “Ti capita spesso di addormentarti sotto ai portoni … Linda?”
“A dire il vero no.”
“E non sei di Roma, vero?”
“No … sono … una studentessa in vacanza per qualche giorno. Ero uscita per fare una passeggiata, ma mi sono sentita male. Mi dispiace di averla disturbata signor…?”
“Chiamami Romeo, bellezza.”
 


Romeo lo sapeva da quando aveva cinque anni che quando usciva con Scat Cat gli succedevano sempre cose strane. Ed essersi ritrovato una bella ragazza addormentata sotto al suo portone alle tre del mattino non entrava nemmeno nella classifica delle prime cinque. All’inizio aveva deciso di entrare in casa e lasciarla lì, dopo tutto poteva essere una drogata o un’alcolizzata. Ma mentre girava la chiave nella toppa si sentì una gran carogna solo per averlo pensato. Così l’aveva presa in braccio ed aveva dormito sul divano. Mettendola a letto aveva dato un occhiata ai vestiti ed alle braccia della Bella Addormentata e, almeno, gli era sembrata una persona “normale”, perfino il modo in cui parlava era da ragazza per bene, una di quelle di buona famiglia che studiano e portano le camice abbottonate fi sotto il colletto. Era pure carina. No, era molto carina: magra, bionda e con gli occhi azzurri. Ok, forse era perfino troppo carina. Per di più la storia di Linda, studentessa in vacanza, gli puzzava come il muccio di panni sporchi nel bagno.
“C’è una famiglia, Linda? O qualcuno da contattare?”
“Vorrei non farlo … per ora.” Rispose a ragazza stropicciando le coperte tra i pugni delle mani.
“E cosa vorresti fare Linda?”
“Vorrei vedere un po’ Roma.” Disse con gli occhi che brillavano “Purtroppo non sono proprio in vacanza e se torno a casa so che non potrò più farlo.”
Romeo sospirò. La Bellezza misteriosa del portone stava velocemente diventando la cosa più strana dopo una serata con Scat Cat. “Se ti porto un po’ in giro, poi chiamerai la tua amica e tornerai a casa tua senza fare storie?” Lo sapeva che se ne sarebbe pentito, ci poteva scommettere.
“Oh si, lo prometto.”
Romeo portò Linda a vedere tutte quelle cose che i turisti amano; fontana di Trevi, la Bocca della Verità, Piazza di Spagna. Fece a Linda un sacco di domande per capire chi fosso o da dove venisse ma lei rispose sempre in modo vago. Gli aveva detto che aveva studiato in Inghilterra, ma per il resto era una vera ragazza del mistero. Però, gli piaceva quel mistero. Più lei gli si stringeva sulla schiena in groppa al motorino rosso, più gli piaceva.
“Il giro turistico è finito.” Disse dopo averle fatto vedere il tramonto al Pincio. È tardi, devi tornare a casa bellezza.”
“Oh, no di già? Mi stavo divertendo così tanto.”
Romeo aveva ben presto imparato a capire quando Linda mentiva e quando no. Erano quegli occhi di topazio a dirgli che quella non ci era proprio abituata a dirle le bugie. Però in quel momento era sincera e lui pensò che magari era con lui che voleva stare ancora un po’.  “E va bene ti porto ad ascoltare un amico mio. È un trombettista jazz. Ma non parlare troppo perché quello sgama subito che non sei di queste parti e ti assicuro che sarebbe capacissimo di rimandarti da dove vieni in cinque minuti.”
Linda sorrise “Ok, farò la brava.”
Romeo sospirò ancora: quella sera non sarebbe finita bene.
 
 
 
Romeo la portò in un locale sulle rive del Tevere. Il posto era splendido, ed i musicisti suonavano su una zattera agganciata alla riva. Il bar era pieno e Lidya cercò di essere naturale, ma la paura che qualcuno la potesse riconoscere le attanagliò lo stomaco nel momento in cui omeo si allontanò per andare a parlare col suo amico ed ordinare qualcosa. Quando un uomo in abito scuro le si avvicinò, dicendo di essere della polizia e di doverla riportare in ambasciata, di Romeo non c’era nemmeno l’ombra.
“Non voglio tornare in ambasciata.” Disse cercando di prendere tempo.
“Siete una Duchessa reale e vostro padre è preoccupato per voi.” Disse l’uomo.
Lei non rispose subito. Aspettò fino a quando Romeo non riemerse dalla folla con due bicchieri in mano. “Stasera sono solo Linda, e voi non potete dirmi cosa posso o devo fare.” Disse prima di tirargli un calcio in un punto che avrebbe fatto rabbrividire la sua balia.
L’agente non ebbe nemmeno il tempo di rialzare la testa che Romeo lo vera afferrato per il colletto della camicia “Stai importunando la signorina?”
“Le assicuro che c’è uno sbaglio…”
“Quest’uomo ti sta dando fastidio cara?” domandò rivolto a Lida.
“Temo di si, caro.”
“Allora non c’è nessuno sbaglio.” Disse Romeo prima di tirargli un pugno sul naso. L’uomo fece una mezza giravolta e poi cadde a terra mentre altri due si avvicinarono a Romeo e Lidya. La ragazza capì di aver messo Romeo in guai molto più grossi di quanti lui ne ptesse immaginare e fu sul punto di dirgli la verità prima che fosse tardi ma qualcuno urlò “Rissa!” prima di gettarsi sui compagni del malcapitato agente ed allora non capì più niente. Tra i pugni, le grida, il fuggi, fuggi generale ed i tavolini che si ribaltavano fu un gran caos. Senza che se ne rese conto Romeo le aveva preso la mano ed aveva iniziato a correre verso il fiume.
“Salta bellezza, salta prima che arrivi la polizia.” Le urlò prima di tuffarsi e lei lo seguì senza esitazione.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Gli aristogatti / Vai alla pagina dell'autore: __aris__