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Autore: _Cthylla_    27/03/2018    5 recensioni
[Lettura consigliata soltanto a coloro che conoscono "Ombre"]
Cosa accadrebbe se, per disgrazia, un certo Dio della Distruzione facesse la conoscenza di una certa "insolente piccola shadowjin" il cui modo di essere non è stato minimamente cambiato dal matrimonio?
Dal testo:
"Quando Freezer chiuse la comunicazione e si voltò verso la sua famiglia, vide re Cold con la testa tra le mani e Cooler intento a fissare i bicchieri di vino con aria assente, ripetendo di continuo “sapevo che The Walking Dead dovevo finire di vederlo ieri, lo sapevo!”.
La sola che non sembrava sentirsi condannata a morte a prescindere era regina Ice, la quale incrociò le braccia davanti al petto con fare serio. «Servono tre ore di viaggio da qui a Pianeta Freezer N.1, se Lord Beerus è già sul posto è inutile che tu parta. Zoisite dovrà gestire la situazione da sola, questo è quanto».
«Non ce la può fare, non senza farci ammazzare tutti» sentenziò Freezer. "
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Freezer, Lord Bills, Nuovo personaggio, Whis
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombre'
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= Trutiorum Reditus =
(Il ritorno dei truzzi)
Parte 2
 


 
 
 
 
 
 
 
*** Il mattino dopo… ***
 
 
 
 
 
La prima cosa che percepì Lord Beerus appena iniziò a ridestarsi fu la presenza di qualcuno molto vicino a lui.
Lasciando scorrere in alto una delle proprie mani capì che si trattava sicuramente un “qualcuno” di sesso femminile, a giudicare dalla morbidezza del seno che stava palpando da sopra la stoffa.
 
«Spiccicati di dosso, porco il cazzo!»
 
Una spinta seguì quell’esclamazione ben poco “urbana” e, confuso quanto allibito, il dio si ritrovò in acqua.
In quella di una grossa fontana, per la precisione.
Improvvisamente sveglissimo e altrettanto di malumore, Beerus sollevò lo sguardo, incrociando quello torvo di Zoisite.
 
«Ti ho aperto la porta di casa mia, non puoi pretendere che ti apra anche le gambe».
 
«Se avessi saputo che eri tu non ti avrei toccata nemmeno con i guanti di lattice!» ribatté il dio, saltando fuori dalla fontana «E comunque…»
 
Agguantò Zoisite per la nuca e, con somma soddisfazione, spinse la testa della shadowjin sotto l’acqua. In fin dei conti il suo desiderio di liberarsi di quel tafano molesto e maleducato era immenso fin dal loro primo incontro…
 
Poi la donna sollevò una mano, rivolgendogli l’universalmente noto gesto dell’ombrello, cosa che gli fece ricordare un particolare: gli icejin -di razza Shadow o meno- potevano vivere tranquillamente nello spazio aperto, ergo non avevano bisogno di respirare, ergo quel che stava facendo era totalmente inutile.
 
«Mai una gioia» sospirò Beerus, lasciandola andare.
 
Zoisite riemerse, sputando un fiotto d’acqua. «Certo che sei proprio un geniaccio».
 
«E tu sei una che non capisce mai quando è ora di stare zitta. Non sei autorizzata né a mancarmi di rispetto né a darmi del “tu”!»
 
«Mi hai palpato allegramente una tetta, ti do del tu eccome! Io sono una donna sposata!» gli ricordò la shadowjin.
 
«Ti ho già detto che se avessi saputo che eri tu non ti avrei toccata, perché non mi piaci per niente, e che sei sposata lo so benissimo! Mi chiedo ancora come questo sia possibile, se vuoi saperlo» ribatté Beerus.
 
«No, non volevo saperlo, perché non me ne frega proprio niente di quello che hai da dire» borbottò lei, socchiudendo gli occhi e portandosi una mano alla fronte «Ho un mal di testa assurdo. Di’, dove cavolo siamo?»
 
«È il tuo pianeta, io cosa ne so?! Non sono onnisciente!»
 
«Sei un dio e non sei onnisciente? Io l’avevo detto, che eri una divinità tarocca. Nonché uno spergiuro, se ora utilizzassi su di me quella sfera di energia di distruzione che stai creando» aggiunse Zoisite.
 
«Mi darebbero tutti ragione» replicò Lord Beerus.
 
«Eccetto la tua coscienza… poi senti, se proprio vuoi distruggermi ti do il permesso, col mal di testa che ho è quasi preferibile» si lagnò Zoisite, tirando fuori dalle ombre una confezione di aspirine «Seriamente, come ci siamo finiti qui? Tu ricordi qualcosa?»
 
Beerus incrociò le braccia davanti al petto. «Io sono un dio, in pochi minuti ricorderò sicuramente tutto quel che c’è da ricordare riguardo la notte passata…»
 
 
 

E io ti strappo i fesficoli! Ah già: non li hai!”

“Ah no?! ECCO!” esclamò il dio, abbassandosi pantaloni e mutande con un gesto secco “Ammira!
 
 
 
«… credo. Immagino. Forse» aggiunse in un borbottio, arrossendo leggermente nel ricordare quel fatto e trattenendosi eroicamente dal fare facepalm «Tu cosa ricordi?»
 
«L’ultimo ricordo che ho è di me che vado in cucina. Credo di aver preparato il chili, mi succede spesso. Per il resto… vuoto assoluto!»
 
«Niente di niente? Sei sicura al cento per cento?» insistette il dio.
 
Zoisite sollevò un sopracciglio. «Che cos’è che non devo ricordare? Se non fosse impossibile, perché per indurmi a dartela ci vorrebbe ben altro che un po’molto vino, penserei malissimo».
 
«A te ci vorrebbe ben altro per darmela, a me ci vorrebbe ben altro per pensare di chiedertela: la tua integrità, per quanto “integra” possa essere una donna che in passato ha fatto non so cosa col suo futuro cognato, è salva» la punzecchiò Beerus, sentendosi un po’piccato nell’orgoglio nonostante quella donna non gli piacesse affatto.
 
«“Non so cosa”? Hai centinaia di milioni di anni e non riesci a dire la parola “sesso”? Andiamo bene ma non benissimo, insomma» sospirò la shadowjin.
 
«… non lo neghi neppure?»
 
«Per una ragione o per l’altra la storia è abbastanza conosciuta, sarebbe inutile. Allora?» sbuffò Zoisite, stiracchiandosi «Ti è tornato in mente qualcosa?»
 
 
 

“È il katalìcammello/colore caramello/ed è naturalmente/amico dell’ambiente! Facciamo un giretto sul tuo katalì/ok venite qui! Katalì- katalì- katalì!”

Avevano rapito un’intera banda da non si sa dove, obbligandola a suonare quella canzone stupida su tal ‘katalìcammello’, per poi organizzare una parata alla quale loro stavano partecipando in groppa a dei cammelli spaziali, rubati presumibilmente dallo zoo che avevano voluto i figli di Freezer.

La parata era stata un’idea di Cooler, il tema era stato deciso da Zoisite… ma lui, Beerus, non aveva fatto nulla per fermarli. Anzi!

“Portate del cibo al vostro dio, altrimenti distruggo tutto!”

Dovevano aver rapito anche dei ristoratori, perché la sua richiesta era stata accontentata immediatamente, e lui si era gustato un intero maiale arrosto stando a dorso di cammello…
 
 
 
«Il katalìcammello» gemette il Dio della Distruzione, passandosi una mano sul volto.
 
«Cioè?»
 
«Abbiamo rapito una banda e organizzato una parata dedicata a questo “katalìcammello”, qualunque cosa sia».
 
«Nooo, io non mi ricordo niente, che peccato!» sbuffò la donna «Senti, che ne dici di andarcene in un qualche bar? Ho bisogno di un caffè... ma anche due, visto che stasera- oh, porca vacca» fece facepalm, mentre si avviava in cerca di un locale «Stasera c’è il compleanno dei bambini. Ok, diciamo che i caffè di cui necessito sono almeno una dozzina e…» Zoisite si mise le mani tra i capelli. «Fa’ che Regina Ice non venga a saperlo! Lei è piuttosto convinta che io abbia messo la testa a posto…»
 
«Se le cose stanno così allora nemmeno lei è molto sveglia» commentò Beerus, seguendo Zoisite.
 
«Senti, insultami quanto ti pare ma non provare a parlare male di mia suocera un’altra volta, altrimenti faccio sparire nelle ombre i tuoi vestiti, sparisco nelle ombre anche io e tu andrai in giro nudo! Quella donna è la sola che mi dia un minimo di credito…»
 
«Malriposto, considerando quel che combini».
 
«Disse il Dio della Distruzione che fa la supercazzola ai lampioni e importuna le donne con la scusa di essere in cerca della “via”! Ma sta’ zitto, fai più bella figura!»
 
 
 

“…della tarapia tapioco come fosse antani! Non rispondi? Non rispondi, eeeeh?”

Beerus era troppo ubriaco per rendersene conto, ma difficilmente quel lampione avrebbe potuto rispondere alla sua supercazzola.

“Vado a provare con il tuo amico, perché tu sei antipatico!” sbottò “Hakai!”

Il lampione si disintegrò in un baleno. Le supercazzole non stavano dando i loro frutti, proprio come la ricerca della via: aveva trovato diverse potenziali regine, peccato che nessuna che avesse l’ebola!

Lui però non intendeva demordere, tant’è che si guardò attorno e avvistò una ragazza riccia, bassa e ben oltre il limite del ‘curvy’.

“Eccola! Eccola la via fraDeliiiiiii!” gridò a Zoisite e Cooler dopo aver avvistato una ragazza, per poi correre verso quest’ultima.

In teoria la regina doveva essere una giovane ragazza vestita stile anime, ma di quelle non se n’erano viste, dunque dovevano accontentarsi di quel che passava in convento.

“La regina! La regina!” strillò Zoisite, schioccando la lingua.

“We’ve found you my queen!” esclamò Cooler.

“Scappo dai Taurus e mi ritrovo con gatti e lucertole antropomorfi… lo sapevo, che dovevo farmi portare da un’altra parte” brontolò la sconosciuta.

“Ho trovato la via!” esultò Beerus, affondando il volto nella nuvola di capelli ricci della ragazza.

“Uccidetemi” borbottò lei.
 
 
 
«Io non ho mai fatto niente del genere. Mai. Assolutamente no. No!» negò Lord Beerus «Ma poi, non dicevi di non ricordarti nulla?!»
 
«Mi è tornato in mente ora quel frammento di ricordo, per il resto non è cambiato nulla. Oh, ecco un bar».
 
Entrarono, vennero fatti accomodare nella sala “vip” e si fecero servire un cappuccino, dieci caffè e un enorme vassoio di paste -tutte per Beerus, perché Zoisite non aveva per nulla fame.
 
«Comunque è da quando ci siamo svegliati che ho come l’impressione che manchi qualcosa» disse Zoisite, bevendo il terzo caffè «Solo che non riesco a individuare cosa sia… vabbè… che ore sono?»
 
Beerus indicò un orologio digitale appeso alla parete. «Sono le cinque del mattino».
 
«Freezer si sveglierà tra due ore, devo cercare di farmi trovare nel letto a fingere di dormire».
 
«Dopo un paio di docce» aggiunse Beerus «Puzzi di alcol, fumo e chissà cos’altro».
 
«Non che tu sia messo meglio» ribatté Zoisite «… ehi, è da qualche minuto che ti agiti su quella sedia come se fossi seduto su un mucchio di aghi».
 
«Perché le sedie di questo locale sono scomode!»
 
 
 

“È una bella serata! La serata migliore di tutte le serate! Bisogna ricordarla!” esclamò Beerus “E ho appena capito come” aggiunse, dopo aver avvistato lo studio di un tatuatore.

Non era dato sapere quale processo mentale gli avesse suggerito che farsi un tatuaggio di gruppo, per di più col volto di un Ugandan Knuckles e, peggio ancora, posizionato sulla chiappa destra fosse una buona idea… ma stava di fatto che, beh, l’avevano fatto.

Per poi entrare dritti nell’ennesimo bar.

“Vi voglio bene fraDeli!” esclamò, agguantando entrambi  gli icejin per fare un abbraccio di gruppo “Siamo la tribù più bella dell’Universo!” aggiunse, bevendo un bicchiere di whisky in un sorso “Motivo per cui ora dovete aiutarmi”.

“A fare?...” domandò Cooler, massaggiandosi il gluteo tatuato.

“A trovare-”

“Da wae?” completò Zoisite, scolando un cocktail decisamente non analcolico “L’avevamo trovata ma è fuggita!”

“No! Voglio trovare-”

“Un senso a questa vita! Anche se questa vita! Un senso non ce l’haaaaa!” urlarono i due cognati.

“Voglio-”

“L’erba gatta?” lo interruppe Zoisite “Quell’erba lì non ce l’ho con me”.

 “Voglio compagnia per la notte! Va bene?!” riuscì infine a sibilare il dio “Una… una…come si dice” agguantò la bottiglia di whisky, mezza piena, per poi prosciugarla  “Una bella bambola!”

“Seh! Gonfiabile!” ridacchiò la shadowjin, che anche da ubriaca manteneva la stessa ‘simpatia’.

“OLLOL!” sbottò Beerus, di nuovo passato il limite di ubriacatura che gli permetteva ribattere in modo intelligibile.

Difficilmente avrebbe trovato compagnia, a meno che questa possedesse un traduttore “lingua comune/ohlongjohnson”… o lui si fosse abbassato di nuovo i pantaloni.
 
 
 
«…e potremmo avere un tatuaggio su un, ehm, gluteo. Io, tu e tuo cognato» aggiunse il gatto con un borbottio, rifiutandosi di raccontare a Zoisite di tutto il resto.
 
«Oh. Un tatuaggio di?...»
 
«Ugandan Knuckles» sussurrò Beerus, con aria tetra.
 
Zoisite sollevò le sopracciglia. «Sul serio?»
 
«Sì».
 
«Se non sono indolenzita dev’essere per le aspirine che ho preso. Promemoria per me: rimuoverlo prima che Freezer lo veda» disse Zoisite «Quindi devo cancellarlo entro domani sera al massimo. Io però mi sto chiedendo due cose… la prima è “che cos’è che manca?”, la seconda invece è come tu sia finito a uscire con noi! Cioè, dai pochi ricordi che ho sembravi altrettanto ubriaco, ma mi chiedo come…»
 
«Ecco, sì! Chi ha messo quelle bottiglie di… di coso, come si chiama… Baileys, ecco, insieme al succo di frutta, meriterebbe di essere disintegrato!» esclamò Lord Beerus «Io credevo che fosse analcolico!»
 
La donna alzò gli occhi al soffitto. «Ma dare un’occhiata all’etichetta no, eh? L’ho già detto ma lo ripeto, Lord Baileys, sei proprio un geniaccio, oltre che una sottospecie di astemio. Come si fa a partire di testa con un po’di Baileys?»
 
«Erano due bottiglie intere! Più dell’altro vino che mi avete fatto bere in cucina! Io non sono un alcolizzato come e te e tuo cognato, va bene?! Io bevo al massimo due bicchieri di vino durante i pasti! Sbronzarmi come ho fatto è stato assolutamente indecoroso».
 
«Dici di essere un dio, quindi che ti frega? Puoi fare quello che ti pare, tanto nessuno verrebbe mai a dirti alcunché».
 
«Il fatto che nessuno “venga a dire alcunché” non significa nulla. Quando hai una certa posizione non puoi fare cose che ti facciano perdere credibilità, o passerai dall’essere rispettato e temuto all’essere lo zimbello dell’Universo intero, nonché a far finire allo stesso modo chi ti sta vicino. Io posso danneggiare solo me stesso, tu invece sei la moglie di Lord Freezer del clan Cold, con il quale hai dei figli» le ricordò Beerus «Puoi disinteressarti di tuo marito, se ne hai tanta voglia, ma i tuoi figli non apprezzerebbero che la loro madre beva al punto di organizzare parate di cui non si ricorda».
 
«Sai come mi suona tutto questo discorso? Mi suona tipo “Oollolollongjohnsonson”» ribatté la shadowjin «Me lo sono appena ricordato!»
 
Beerus aveva detto cose che la facevano riflettere, ma lei avrebbe preferito farsi distruggere piuttosto che dargli la soddisfazione di farglielo capire.
 
«Perle ai porci, proprio» brontolò Beerus.
 
«COOLER!» esclamò Zoisite, rizzandosi in piedi di scatto e senza specificare se avesse associato il cognato a una perla o a un porco «Ecco cosa mancava! Dove cavolo è finito Cooler?!»
 
 
 

“Non voglio più vivere! La mia vita senza di lei non ha senso! CARSOOOOON! AMORE DELLA MIA VITAAAAAAAAAA!”

Era accaduto l’inevitabile: ubriaco perso, Cooler aveva avuto un incidente che aveva letteralmente distrutto la sua amata automobile. Doveva ringraziare il cielo per avergli dato un corpo tanto resistente da non essere distrutto a sua volta, mentre Zoisite doveva ringraziare il fatto che Beerus, nonostante la sbornia, avesse salvato se stesso e lei appena prima dell’impatto.

“È una perdita terribile…” disse Zoisite, piangendo.

“Terribile, terribile” ripeté Beerus, annuendo “… ma chi è Carson?”

Avevano seppellito i rottami dell’automobile, avevano perfino trovato dei fiori da mettere sulla tomba, ma non era stato sufficiente a lenire il dolore del povero icejin viola.

“Seppellitemi” disse Cooler “Sono morto, dovete seppellirmi insieme alla mia adorata”.

“Guarda che tu sei vivo, non sei morto” gli fece notare Zoisite.

“Sono morto dentro, non ho più ragione di continuare a trascinare la mia misera esistenza, quindi ora voi dovete seppellirmi!” pianse Cooler “Seppellitemi, cazz-”

Lord Beerus lo tramortì con un pugno, aprì con due codate un varco nella terra smossa, gettò dentro l’icejin tramortito e poi lo ricoprì di terra, zampettando come avrebbe fatto un gatto vero e proprio con la propria lettiera. “Era un bravo ragazzo… sono sempre i migliori che se ne vanno!”

“Bastardo!” gridò Zoisite, cercando senza successo di schiaffeggiarlo.

“Ma che ho fatto?...”

“Hai seppellito nostro figlio ed è solo questo quel che hai da dire?!”

Beerus aggrottò la fronte. “Figlio?”

“Era un icejin come me ed era viola come te-e-eeeh!” si disperò la shadowjin.

“È vero!» riconobbe il dio «Dunque mio figlio è morto?”

«Sì-ì-iiih!»

Si allontanarono fino a raggiungere una fontana poco distante, si sedettero sul bordo e, dopo aver stonato canti funebri alla memoria del figlio perduto, si addormentarono spalla a spalla.
 
 
 
«Io non berrò mai più» concluse Lord Beerus.
 
«Allora?»
 
«Potremmo averlo seppellito vivo assieme ai rottami della sua auto. Su sua richiesta» specificò il dio.
 
Zoisite sollevò l’indice della mano destra e fece per dire qualcosa, poi però lasciò perdere, perché effettivamente non trovava nulla di sensato da aggiungere.
 
«Già» sospirò Beerus, trangugiando l’ennesimo croissant.
 
«Quindi Carson è andata? La sua macchina, dico».
 
«Completamente distrutta» confermò il gatto.
 
«Povera Carson…» sospirò la donna.
 
«Nemmeno fosse stata un essere vivente! Voi icejin siete tutti fuori di testa» disse Beerus, alzando gli occhi al soffitto.
 
«Carson era una brava automobile, ti portava sempre dove ti doveva portare e non ti abbandonava  mai a scrocco in casa di altri. Oserei dire che funzionava meglio di certi assistenti dalle pelle azzurra».
 
Beerus mise giù il bignè che aveva appena preso in mano. «È per caso una velata insinuazione al fatto che io abbia concesso alla tua famiglia l’onore e il sommo piacere di ospitarmi?»
 
«Se fosse stato per me ti avrei mandato in un qualche albergo, magari perfino il migliore del pianeta, ma col cavolo che ti avrei lasciato vicino a quattro bambini che volevi uccidere prima ancora che venissero al mondo. È abbastanza ironico che tu piaccia loro talmente tanto da invitarti alla festa di compleanno».
 
«Io volevo uccidere te perché mi hai provocato fino a fami saltare i nervi, quindi sarebbero stati più vittime della tua lingua lunga che del mio hakai» disse freddamente Lord Beerus «Al di là del fatto che per distruggere chicchessia non ho bisogno di essergli fisicamente vicino, e che purtroppo per me anni fa ho dato la mia parola di non recare danno alla tua famiglia…»
 
«Hai cercato di affogarmi e stavi per distruggermi neppure venti minuti fa, per cui-»
 
«Mi sembri piuttosto viva, quindi taci. Tralasciando l’aver dato la mia parola, io non farei del male a dei bambini per divertimento o per “punire” i loro genitori. Sono il Dio della Distruzione, quando disintegro un pianeta non risparmio nessuno, ma azioni come quelle di cui tu mi ritieni capace sono nelle corde di tuo marito, di tuo suocero o di tuo cognato, non nelle mie. Paragonarmi a loro è un’enorme offesa».
 
«Non so se te l’hanno mai detto… evitare di distruggere i pianeti solo perché il cibo non ti piace granché aiuterebbe a far sì che la gente non pensi di te il peggio del peggio o qualcosa che ci va vicino» ribatté la donna.
 
Capendo che non si sarebbe scusata -e che forse non aveva nemmeno arguito di doverlo fare- Beerus sbuffò e scosse la testa. «Più andiamo avanti meno capisco come abbia fatto Freezer a non ucciderti».
 
«Va’ in mona».
 
«Cosa sarebbe la “mona”?»                                                        
 
«Qualcosa che tu non vedi da uno sfracello di tempo» sogghignò Zoisite.
 
La porta chiusa della sala vip si aprì, lentamente e inesorabilmente.
 
«Io domando e dico...» esordì Cooler, ancora sporco di terra, cercando di mantenere una facciata di calma piatta «A chi è venuta l’idea di seppellirmi vivo?»
 
«Lui dice che è venuta a te» disse Zoisite, indicando Beerus «Dopo aver visto che Carson è andata distrutta».
 
«C-Carson?» balbettò Cooler, con l’aria di chi ha ricevuto un raggio letale allo stomaco «Tu stai scherzando, vero? Non può essere morta!»
 
«Certo che non è morta… non è mai stata viva» obiettò Lord Beerus, con alzando di nuovo gli occhi al soffitto.
 
«Dov’è ora?!» chiese Cooler alla cognata, ignorandolo completamente «Zoisite! Dov’è la mia automobile?!»
 
«Sottoterra. Avevi voluto farti seppellire insieme a lei» rispose la donna «Eravamo tutti completamente fuori e- dove stai andando?»
 
«A rinfilarmi sottoterra!» esclamò Cooler, dirigendosi verso la porta.
 
«Faresti la felicità di Freezer, immagino» commentò Beerus, rassegnatosi al fatto che quei due erano entrambi delle cause perse.
 
«Senti, capisco che è una grave perdita, la morte di Carson ha colpito tutti noi» disse Zoisite, avvicinandosi a Cooler «Però è tempo di guardare avanti. Di esplorare nuovi orizzonti… di trovare una nuova auto da chiamare, che ne so, Spencer».
 
«Ma Carson mi ha lasciato solo questa notte, come potrei farle una cosa simile?!»
 
«Sai che è quello che Carson vorrebbe, la conoscevi come la conoscevo io. Carson vorrebbe vederti felice!»
 
«Ne ho abbastanza di voi, da sobri siete peggio che da ubriachi… e considerando che uno di voi due possiede una buona fetta di un impero, è preoccupante!» » sbottò Beerus, che si era rotto le scatole di tutte quelle scene per un’automobile distrutta, alzandosi per poi lasciare la stanza.
 
I due icejin si guardarono.
 
«Quando quel che è successo stanotte si verrà a sapere» bisbigliò Cooler «Perché purtroppo accadrà, dobbiamo dare tutta la colpa a lui».
 
«Era ubriaco, ci ha trascinati fuori di casa a fare tutte quelle cose e noi ovviamente non abbiamo potuto opporci» aggiunse Zoisite.
 
«Precisamente».
 
Prima di uscire si scambiarono un’ultima occhiata d’intesa e, una volta usciti dalla sala vip, videro Lord Beerus in piedi accanto all’ingresso del locale.
 
«Avete finito di piangere la morte dell’automobile?» li apostrofò il dio «Tu! Quella!» si rifiutava di chiamarla per nome «Se non erro hai detto che tuo marito si sveglia verso le sette, dunque manca circa un’ora e mezza».
 
«Temi la sua reazione?» lo prese in giro la shadowjin.
 
«Dovresti dargli del “lei”» le ricordò Cooler, a mezza voce.
 
«Col cazzo, mi ha toccato le tette».
 
«Per l’ennesima volta: non! Sapevo! Che! Fossero! Le! Tue!» scandì Beerus, innervosito «Sei dura di comprendonio!»
 
«Sia come sia, Lord Beerus ha indiscutibilmente ragione riguardo l’ora in cui Freezer si sveglia» specificò Cooler «Ora, a me e lui ovviamente non importa di questo dettaglio, tu però fai meglio a farti trovare in camera. Per ritardare l’esplosione della “bomba”, sai».
 
«Sì, lo so. Torniamo a casa, mi faccio una doccia veloce, mi infilo sotto le coperte e… e niente, cerchiamo di far finta che non sia successo nulla, almeno per un po’. Ah, Cooler: hai un Ugandan Knuckles tatuato sulla chiappa destra» lo informò Zoisite.
 
«Ecco perché era indolenzita!» comprese l’icejin.
 
«Lo è anche quella di Lord Baileys-ehm, Lord Beerus» si corresse la donna «EH! Una cosa! Mi domando cosa penserebbe il tuo assistente se venisse a sapere di questa notte, sembra così precisino...»
 
Miracolosamente, il Dio della Distruzione riuscì a mantenere un’aria impassibile. «Non lo so e non è qualcosa che mi interessi».
 
“Maledizione, fa’ che non si metta o non si sia messo a dare un’occhiata a quel che ho combinato stanotte, se no chi lo sente, a quello?!” aggiunse mentalmente.
 
Lui aveva punzecchiato Zoisite riguardo a cos’avrebbero pensato il resto dei Cold nel venire a conoscenza dei fatti di quella notte, però non aveva pensato a Whis.
Non che lui temesse Whis.
Nooo. Certo che no.
Era semplicemente poco invogliato ad avere a che fare con lui quando era in “modalità rimprovero”, tutto qui, niente di più.
 
«Meglio muoversi» concluse Cooler.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
“Finalmente…”
 
Passata quella nottata lunga di cui ricordava ben poco e una mattinata a stressarsi in compagnia di una divinità insopportabile, rientrare nella camera da letto coniugale dopo una bella doccia era un sollievo.
Vedendo Freezer dormire tranquillamente sentì perfino di invidiarlo un po’ perché, contrariamente a lei che era in piedi solo grazie a tutti quei caffè, lui era riuscito a riposarsi abbastanza in vista della festa di compleanno dei bambini.
 
“Chi è causa del suo mal pianga se stesso, no?” sospirò la shadowjin, che pur essendo stata costretta a tenere addosso l’armatura parziale che spesso indossava aveva già fatto sparire nelle ombre la t-shirt rosa “Ora infiliamoci nel letto e-”
 
“E” una molletta per i panni cadde dai suoi capelli, finendo a terra.
Stupita, la donna si accovacciò a raccoglierla, per poi farla sparire rapidamente nelle ombre. Non aveva idea di come quell’oggetto potesse essere finito lì… forse avrebbe chiesto delucidazioni a Beerus nel pomeriggio.
 
«Zoisite?...»
 
Porc.
Freezer si era svegliato.
 
«Cosa fai sveglia a quest’ora?» borbottò il tiranno, mettendosi a sedere sulla sponda del letto «Tu di solito ti alzi all’ora dei bambini… di’, ma ti sei fatta una doccia? Perch-»
 
«QUESTA È UNA GAMBA DI MUMMIA!» urlò Zoisite, afferrando la gamba di Freezer e stringendola con tutta la forza che aveva.
 
A volte certi video di YouTube erano deleteri, altre volte invece potevano ispirare strategie di distrazione bizzarre.
Efficaci, sì, ma sempre molto bizzarre.
 
«Si può sapere che diavolo stai facendo?!» allibì Freezer, cercando di staccarla dalla gamba.
 
« QUESTA!... È UNA GAMBA DI MUMMIA!»
 
«La vuoi piantare di fare l’idiota?! Si può sapere cosa ti dice il cervello?! Zoisite! Lascia la gamba!» le intimò, non capendo cosa accidenti le fosse preso.
 
« QUESTA È UNA GAMBA DI MUMMIAH!» urlò un’ultima volta, per poi lasciare la gamba, strizzare le palpebre, mostrare i denti e restare immobile e in silenzio con quell’espressione assurda.
 
Inizialmente Freezer aveva pensato che Zoisite stesse semplicemente facendo l’idiota ma, dopo averla guardata meglio, iniziò a venirgli qualche dubbio.
Sembrava come se lei non avesse la minima idea di cosa stava facendo, a dirla tutta sembrava che non si stesse neppure accorgendo della sua presenza.
 
«Non vorrai dirmi che oltre a essere una rompiscatole sei anche sonnambula?!» si stupì.
 
“Bravo, Moira, bravissimo, convinciti che io sia sonnambula” pensò la shadowjin.
 
«Ci mancava solo questa! Quelle notturne erano le mie sole ore di pace, e questa cosa fa? Diventa sonnambula. Certo. Mi sembra giusto» borbottò Freezer, rassegnandosi ad alzarsi dal letto. Si era svegliato poco più di un’ora prima del previsto, tornare a letto non valeva la pena.
 
Andò in bagno e, quando ne uscì, vide Zoisite ancora bloccata nella stessa posizione.
La sua unica reazione a riguardo appena prima di uscire dalla stanza fu un breve facepalm; se non altro ebbe il buongusto di evitare di chiedersi cos’avesse fatto di male per meritarsi una simile piaga.
Dovendo percorrere il corridoio fu costretto a passare davanti alla suite di Cooler, che momentaneamente era occupata da Lord Beerus…
 
«È incredibile che ce l’abbia fatta».
 
«Più per dabbenaggine altrui che per la propria astuzia, però sì, in effetti è incredibile».
 
Anzi, da entrambi, a giudicare dal fatto che aveva appena sentito, nell’ordine, le voci di Cooler e Beerus.
Cosa ci faceva Cooler nella suite insieme lui a quell’ora assurda del mattino? Che stessero tramando ai suoi danni?!

O forse il motivo era un altro, pensò, ancor più attonito di quanto fosse stato per il sonnambulismo di Zoisite.

 
“D’accordo, non posso dire di conoscere granché Lord Beerus, ma io credevo che avesse altri gusti!” pensò “E Cooler non ne parliamo… Eh! Va’ a vedere che Cooler ha sempre finto di essere eterosessuale per tutto questo tempo ma in realtà non lo è! Motivo per cui non si è mai sposato! Torna tutto!”
 
Non poteva sapere che i due si erano solo fatti una doccia -non insieme, ovviamente- e che se Cooler si era trattenuto ulteriormente era stato soltanto perché aveva sentito Zoisite urlare riguardo la gamba di mummia, motivo per cui lui e Lord Beerus, incuriositi, si erano messi a origliare grazie alle orecchie di quest’ultimo; da grandi orecchie derivano grandi capacità di farsi i fatti altrui.
 
L’icejin, con un sorrisetto malvagio, bussò alla porta. «Buongiorno! Quest’oggi siamo tutti mattinieri!...» li salutò da fuori, sorridendo ancor più largamente quando aprirono la porta «Avete passato una bella nottata? Vi siete divertiti?»
 
«Aaah, allora non ci eri cascato davvero!» esclamò Beerus, pensando che Freezer fosse vagamente sarcastico «“Gamba di mummia” e sonnambulismo… ma per favore, era palese che stesse facendo finta. Quale demente non l’avrebbe capito?»
 
Calò un silenzio di tomba.
 
Cooler si coprì il volto con una mano. Contrariamente al fratello non ebbe altrettanto buongusto nel domandarsi cos’avesse fatto di tanto male per meritare di aver passato una serata alcolica con qualcuno che -assurdamente- non era stato in grado di intuire che se Freezer avesse davvero capito il giochetto di Zoisite non sarebbe stato così tranquillo.
 
Peccato che la frittata ormai fosse stata fatta e che potessero dire addio a quelle orette di pace in più… come sottolineò anche il successivo profluvio di imprecazioni, bestemmie e maledizioni: tutte urlate, tutte indirizzate al “gatto pulcioso, coglione, idiota, demente, cretino ignorante babbeo” e tutte provenienti da Zoisite che, sentendo Freezer dare il buongiorno, si era messa in ascolto.
 
«TUUU! Va a scuà el mar cun la furcheta! C’at vègna un cancher! Mannaggia kitammuort’!» sbraitò la shadowjin, uscendo fuori dalle ombre direttamente davanti a Lord Beerus «Per chi l’ho fatta io tutta la sceneggiata da sonnambula se poi tu apri la bocca e dai fiato?!»
 
«LO AVREBBE SCOPERTO COMUNQUE, RAZZA DI IMBECILLE!» sbraitò il dio di rimando, furibondo tanto per la mancanza di rispetto quanto per il fatto di aver capito solo “tu” e “mannaggia” nella prima parte del discorso.
 
Osservando e sentendo tutto ciò, Freezer si stava chiedendo solo una cosa: “Che diavolo hanno combinato questa notte?!”
Guardò sua moglie e Beerus che continuavano a urlarsi addosso, poi guardò Cooler, che dalla faccia che aveva era sicuramente al corrente anch’egli…
 
“Mia moglie, quasi sicuramente ubriaca, è stata per tutta la notte insieme a due esseri viventi di sesso maschile di cui uno è COOLER ”.
 
La sua aura raggiunse un picco di potenza tale da far pensare a Cooler che da un momento all’altro avrebbe raggiunto la tanto agognata quinta forma, ma anche la sesta, ma anche la ventesima; per la prima volta iniziò a sentirsi quasi vagamente allarmato.
 
«…ehm. Comunque è lui che era ubriaco marcio ed è voluto uscire a cercare da wae e tutto il resto» disse rapidamente Zoisite, indicando Beerus «Quindi è tutta colpa sua! A più tardi, marito!» esclamò, per poi scomparire rapidamente nelle ombre.
 
«Ma tu guarda che razza di infame!» sbottò Lord Beerus, indignato.
 
Freezer, ancora pericolosamente in silenzio, rivolse lo sguardo a Cooler.
 
«Non guardarmi in quel modo, non sono io quello che stanotte ha palpeggiato il seno di tua moglie! Lo ha fatto lui!» si difese l’icejin, cercando di spostare altrove l’attenzione e indicando Beerus «È lui ch-»
 
Non riuscì neppure a finire la frase, perché Freezer e Beerus gli tirarono un pugno in faccia nel medesimo istante, facendolo volare fuori dalla stanza dopo aver sfondato una parete.
 
«Io li detesto, quei due» affermò Beerus, con aria omicida «Lui forse più di lei, rimpiango di averlo seppellito vivo, invece che morto».
 
«Dunque lei ha palpeggiato mia moglie?»
 
Per quanto Freezer cercasse di controllare il tono di voce era fin troppo evidente quanto fosse grande la rabbia che ribolliva sotto quella sottilissima e malfatta patina di calma.
Non contento di mangiare e dormire a scrocco in casa sua, non contento di avergli causato una tensione terrificante per due giorni interi, quell’inutile gattaccio si era perfino ubriacato insieme a sua moglie, osando toccare con mano ciò che solo e soltanto lui aveva diritto di toccare.
Non era accettabile.
 
«Sì, in effetti sì» ammise il dio, seccato «Ma-»
 
I pugni di Freezer furono veloci, ma il Dio della Distruzione lo fu ancora di più, tanto da riuscire ad afferrare senza difficoltà i polsi del tiranno.

«Cosa vorresti fare, tu?»

 
«Hai osato toccare mia moglie, ti strapperò le mani dai polsi per questo!» lo minacciò l’icejin, col solo risultato di ritrovarsi a emettere un lamento di dolore puro nel sentire che tra poco sarebbero state le sue, di mani, a venire staccate dai polsi.
 
«Punto primo: non l’ho toccata di proposito. Non sono il tipo che fa certe cose e, sia chiaro, tua moglie non mi piace per niente» disse Beerus, gelido «Punto secondo…»
 
Esercitò ulteriore pressione sui polsi e, non contento, fece crollare a terra Freezer assestando con a coda un colpo alle sue ginocchia.
 
«Se anche io avessi voluto passare questi tre giorni chiuso con lei nella tua camera da letto, a rompere il materasso per il troppo utilizzo, tu non avresti potuto impedirmelo» proseguì il dio «Non sei abbastanza forte né lo sarai mai. Ricorda sempre con chi stai parlando» gli intimò «E adesso voglio andare a godermi un’abbondante seconda colazione, a fare gli auguri ai tuoi figli quando si sveglieranno e, in seguito, partecipare alla loro festa di compleanno. Senza che tu mi secchi ulteriormente» concluse, lasciando andare i polsi di Freezer per poi andarsene senza rivolgergli neppure un ulteriore sguardo.
 
Freezer rimase per un bel pezzo da solo in quella suite, a tremare di rabbia e digrignare i denti perfettamente conscio del fatto che, purtroppo, tutto ciò che aveva detto quel maledetto felino spelacchiato riguardo la loro disparità di forza era la pura verità… per ora.
Un giorno contava di liberarsi di quel bastardo spelacchiato e fargli pagare caro ogni gesto arrogante.
Fece un respiro profondo, cercando di riacquisire il controllo di se stesso. Non c’era molto altro che potesse fare al momento, se non consolarsi col fatto che Beerus se ne sarebbe andato quel giorno, che questi non aveva importunato sua moglie con la reale intenzione di farlo e che aveva già tirato un bel pugno in faccia a Cooler, attività che faceva sempre bene all’umore.
Con Zoisite fuggiasca nelle ombre se la sarebbe vista a fine giornata, dopo la festa, quando sarebbero rimasti finalmente soli.
 
“Ha più di una cosa da spiegarmi, incluso ‘da wae’ e… e Beerus che ha seppellito vivo Cooler?” pensò, perplesso “Perché quando ci sono io queste cose non succedono mai?!”
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
Era fuor di dubbio che quando qualcuno nel clan Cold dava una festa, questa fosse sempre in grande: al compleanno dei quattro gemelli erano presenti tutti gli esponenti della nobiltà degli icejin -quelli che erano rimasti da dopo l’ultima guerra- con relativo seguito e relativi rampolli, coi quali i figli di Freezer potevano divertirsi a giocare.
Nonostante la mattinata tesissima sembravano essere tutti riusciti a far sì che nulla di quanto era accaduto influisse sulla festa dei bambini, ed era giusto così, perché avevano tutto il diritto di godersi la loro festa senza che questa fosse rovinata da questioni che non li riguardavano.
 
«Avete organizzato una bella festa» si complimentò Regina Ice «I bambini sono molto felici».
 
«L’importante è questo, visto che oggi è la “loro” giornata» disse Zoisite.
 
Era seduta di fianco a Freezer, che in presenza dei genitori stava cercando di comportarsi come se nulla fosse -e lei stava facendo la stessa cosa- ma Zoisite era fin troppo consapevole del fatto che quella sera sarebbe scoppiato un bel litigio; un litigio che avrebbe potuto essere evitato, se lei il giorno precedente non si fosse messa a bere come una spugna mentre giocava a carte.
 
«Tu però hai l’aria un po’stanca, Zoisite» notò Regina Ice «Va tutto bene?»
 
«È stata un po’una nottataccia… tanti pensieri per la testa» minimizzò la shadowjin.
 
“Tanto vino, più che altro” pensò Freezer, bevendone un bicchiere.
 
«Sai, a volte avere ospiti in casa genera un po’ di tensione» continuò la donna alludendo a Lord Beerus, che si stava abbuffando a poca distanza da loro.
 
«Già! La povera Zoisite ha perfino avuto un attacco di sonnambulismo, per colpa di questa tensione» disse Freezer, con un velo di sarcasmo «Ha scambiato la mia gamba per una gamba di mummia… e io ho avuto una mezza voglia di rinchiuderla in un sarcofago! Zoisite. Non la mia gamba».
 
«Sembri piuttosto teso anche tu, figliolo» osservò Re Cold «Beh, come non comprenderti? Avere il Dio della Distruzione in casa per giorni non è semplice. Piuttosto, ho motivo di credere che Cooler possa aver trovato una donna di cui non ci ha ancora parlato».
 
«Sul serio?» sorrise Regina Ice «Potrebbe essere una buona notizia. Da cosa l’hai capito?»
 
«Non so se sia una buona notizia, Ice, perché il nome non era tipico della nostra razza. L’ho sentito parlare al telefono di una certa “Spencer”. L’ha fatto anche in termini poco consoni alla sua posizione, oltretutto, perché ha accennato a una “carrozzeria da favola”».
 
Zoisite sbuffò una risata. «Nah, non preoccuparti, ha solo trovato una nuova automobile. Quella vecchia, Carson, è andata un pochino distrutta».
 
Re Cold e Regina Ice si guardarono, per poi sospirare.
 
Intanto Lord Beerus, che aveva appena divorato l’ennesima fetta di dolce, stava andando in cerca di ulteriori prelibatezze…
 
«Lord Beerus, lei conosce la via?»
 
La voce di Whis, sopraggiunto non si sa quando -per di più alle sue spalle- lo fece addirittura sobbalzare. «M-ma cos- tu quando sei arrivato?!»
 
«In tempo per il dolce, direi» rispose l’angelo, che stava facendo volare un piatto con sopra una fetta di torta «La mia visita ai parenti della Nebulos 66 è terminata».
 
«Alla buon ora! Devo ancora capire cosa ti sia saltato in testa, come hai potuto mollarmi qui da solo?!» brontolò Beerus, pensando che forse prima aveva sentito male. Era improbabile che Whis gli avesse veramente chiesto-
 
«Oh, può stare sicuro che non lo farò mai più. Non permetterei mai che finisca col tatuarsi al centro della fronte una riproduzione in scala del suo organo sessuale: visti i precedenti non sarebbe troppo improbabile».
 
Invece sì, glielo aveva chiesto… ovviamente. Era stato sciocco a sperare che Whis non venisse a sapere nulla. «Non l’ho fatto di proposito, va bene?!» sibilò «Non farla lunga! Non devo giustificarmi con te, io sono il dio, tu l’assistente!»
 
«Ha ragione. Io sono l’assistente e lei è il dio che per un mese non mangerà gelato» disse Whis, con un sorriso molto fuori luogo.
 
«MA
 
«Due mesi».
 
«Tu-»
 
«Tre mesi».
 
«Ma insomma! Sono-»
 
«Un'altra parola e diventeranno cinque» lo interruppe l’angelo, con un sorriso ancora più largo.
 
«Va’ in mona!» sbottò Beerus, senza sapere bene perché -né il vero significato, a dirla tutta.
 
Whis, potendo capire ogni lingua del Multiverso -dialetto veneto incluso- smise di sorridere. «Sì, un anno senza gelato non le farà male. Parbleu, il virus di maleducazione della moglie di Freezer è contagioso».
 
«Già: ma poi la “mona” cos’è?»
 
Whis emise un breve sospiro. Per fortuna la loro permanenza su Pianeta Freezer N.1 poteva definirsi giunta al termine.
Volendo avrebbe avuto tante osservazioni da fare, tanti suggerimenti da dare a chiunque -in primis evitare di bere- ma sapeva benissimo che sarebbe stato inutile.
 
Ora come più di quattro anni prima, era sempre inutile aiutare chi non accettava consigli.
 






Ci sono voluti mesi, ma anche questa raccolta è giunta al termine.
Ringrazio infinitamente:
- vermissen_stern e Rising_Phoenix per le consulenze linguistiche in questo capitolo :'D per la cronaca, "Va a scuà el mar cun la furcheta" si traduce letteralmente con "Vai a scopare il mare con la forchetta" e serve quando si vuole mandare a quel paese qualcuno :)
- tutti coloro che di recente per una ragione o per l'altra hanno voluto fare conoscenza con la serie "Ombre";
- last but not least, tutti coloro che dopo anni di assenza da parte mia si sono riavvicinati a Zoisite e tutto il "disagio burino abbestia" (la definizione è di un'amica. Mai sentita una più accurata xD) che la accompagna.
Mai avrei creduto che, dopo tutto il tempo che era passato, questa raccolta potesse ricevere tanto sostegno. Abitanti del fandom di Dragonball, voglio che sappiate che siete stati meravigliosi :)

Detto ciò mi dileguo. Magari per un nuovo ritorno non ci vorranno altri quattro anni!
Alla prossima,

_Dracarys_

ps.: se qualcuno ha letto la mia raccolta "Tales of the Golden Age" dovrebbe aver riconosciuto Vliegen :'D
   
 
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