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Autore: Undead    27/03/2018    4 recensioni
"Sono come ipnotizzato, i miei occhi viaggiano sulla sua figura e il cuore accelera i suoi battiti ad ogni guizzo. Ogni pezzo di lei rievoca nella mia mente un ricordo che sembra una pugnalata.
Le cicatrici che nascondo sotto la camicia sono niente in confronto. Il dolore che provo a procurarmele è breve ed intenso, sparisce in pochi attimi.
Questo invece aumenta ad ogni istante, parte da dentro di me... dal centro del petto e si estende a tutto il corpo. Sembra una lacerazione interiore, diventa sempre più insopportabile."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nome utente: AlexKF23/Undead
Titolo: Non odiarmi
Personaggio scelto: Draco Malfoy
Genere: Angst, Sentimentale, Introspettivo
Rating: Giallo
_______________________________
La storia partecipa al contest Il vento dell'est
 
Gli occhi sbarrati, il cuore che rimbomba in ogni parte del corpo.
Il corpo sudato, scosso da brividi.
Il respiro affannoso e la mente ancora prigioniera dell'incubo.

***

Esco dalla doccia, mi fermo al centro del bagno.
Lo specchio di fronte a me riflette la mia figura, posso vedere tutti i segni del tempo, del dolore. Posso vedere quello che nessun altro può.
Mi concedo di essere fragile, indifeso, ancora per qualche attimo. Prima di rimettere la maschera.
Indossati gli abiti tutto è sparito, nascosto, archiviato.
Tutto quello che gli altri noteranno sono capelli biondo platino e due occhi azzurri che nascondono segreti inconfessabili dei quali nessuno si è mai accorto.

Scendo al piano di sotto, saluto i miei genitori.
Quanto li odio, quanto li amo, quanto lo odio... quanto mi odio.
Sono il loro unico figlio e non si accorgono di nulla, non riescono a capire quello che mi hanno fatto.
Cosa mi ha fatto diventare mio padre.
La merda che mi porto dentro è per gran parte colpa sua.
L'ho sempre seguito e ammirato. Volevo essere come lui.
Quanto ero stupido.
Ero un bambino e mi sono fatto trascinare nel baratro, credendo che lui sapesse quali erano le scelte giuste per la nostra famiglia.
Solo poi ho capito quanto mi sbagliavo, quanto lui potesse essere debole e codardo.
Quanto lo sono io.
L'ho capito troppo tardi. Tirarsi indietro non era più possibile, rimediare nemmeno.

Finisco di fare colazione, richiamo a me i miei bagagli e mi smaterializzo vicino a King's Cross.
Oggi è il primo settembre ed è il momento di tornare a Hogwarts.
 
Tornare dopo tutto quello che è successo, dopo che Voldemort ha attaccato, dopo che la scuola è quasi stata distrutta e riempita di cadaveri. Dopo che io sono scappato, pur sapendo fosse sbagliato.
Ero diviso a metà ed ho scelto la via più facile, quella che tutti si aspettavano scegliessi.
Ho camminato verso di Lui, mi ha abbracciato e poi ho raggiunto i miei genitori. Ci siamo dileguati quasi subito, siamo scappati.

 
Non so come sarà tornare, non so se dovrei farlo davvero ma sento che è la cosa giusta. Voglio farlo, voglio provare a farmi una vita mia, staccarmi dall'influenza della mia famiglia, di mio padre, del mio nome.
Voglio redimermi.
Sarò forte.
Sarò solo, ancora una volta.

***

Sono sul treno, ho incantato la porta così nessuno potrà disturbarmi.
Il viaggio è iniziato da pochi minuti, quando vedo passare di sfuggita una chioma castana, inconfondibile.
Non può essere vero, non ci può essere anche lei.

Meglio non pensarci, magari è solo uno scherzo della mia mente, già imprigionata nell'incubo.
Mi siedo comodo ed estraggo il mio diario dalla tasca interna del mantello, accuratamente protetta da un incantesimo.

Tutto è buio, intorno a me solo grida, risate e puzza. Improvvisamente un lampo di luce squarcia il buio, ben presto è seguito da altri e in pochi attimi la luce è accecante, posso vedere mia zia Bellatrix e mio padre con le bacchette puntate su una figura esile, stesa a terra, immobile. Alle loro spalle un ragazzo, legato e imbavagliato con le lacrime che gli rigano le guance, lo sguardo puntato sulla donna inerme. D'improvviso un raggio di luce verde esplode dalla bacchetta di zia ed anche il giovane, ora, si è fatto inerme, nemmeno una piccola lacrima scende lungo le sue guance. Papà mi si avvicina e mi dice «Draco, hai visto come siamo stati bravi? Abbiamo appena eliminato della feccia dal mondo magico. Sai cos'erano quei due? Te lo dico io cos'erano, figliolo. Erano due luridi sanguesporco, questi esseri non meritano di avere la magia. Solo noi purosangue lo meritiamo. Né i sanguesporco, nati da insulsi babbani, né tanto meno i mezzosangue, nati da un mago che ha tradito la sua stirpe mischiandosi con delle nullità senza poteri. Sai Draco, tu, devi sentirti orgoglioso di essere un Malfoy, di essere un purosangue e dovrai continuare a mantenere viva la nostra nobile casata.»

Di nuovo è tutto buio, sono a Hogwarts, è il mio secondo anno e ho appena dato della sanguesporco alla Granger, quel traditore di un Weasley si è auto-lanciato un incantesimo schifoso, davvero vomitevole. Quante risate che mi sono fatto con i miei compagni di squadra. La sensazione in quel momento era di pura goduria, eppure ora è cambiata.
Tanti altri flash si susseguono a questo, tutti i torti che ho fatto a quei tre e soprattutto alla Granger, tutte le volte che l'ho insultata per il suo sangue.
Il pugno che lei mi ha dato al terzo anno, fa ancora male.
Fa male nell'orgoglio, anche se forse me lo sono meritato, eppure mi sono vendicato, l'ho fatta piangere molte volte.
Lo faceva pensando che nessuno la vedesse, pensando che non me ne accorgessi, ma io ho assistito ad ogni sua crisi da me provocata, era una goduria raccontare, ai miei compagni in Sala Comune, dell'ennesimo successo che avevo avuto con la ragazza più odiata in tutta la nostra Casa.
Ancora una volta mi invade il buio...

Il treno si ferma, rimetto il diario nella tasca, spezzo l'incantesimo ed esco dallo scomparto unendomi al resto dei ragazzi, sembrano tutti del primo anno, sono sollevato, forse loro non mi riconosceranno. Per ora posso proseguire tranquillo.
Alzo lo sguardo e individuo un gruppetto di Serpeverde che conosco di vista, potrei dirigermi verso di loro per salire sul Thestral.
Ormai li vediamo quasi tutti, dopo la battaglia sono ben poche le persone fortunate che non hanno visto la morte in faccia ed ancora credono che le carrozze siano trainate grazie alla magia.

***

La serata è andata meglio del previsto, i miei compagni di casa non si sono fatti problemi per la mia presenza, anzi, alcuni hanno pure provato ad essere gentili, dopotutto a Serpeverde si dovrebbero trovare gli amici migliori. Magari potrò davvero farmi degli amici e non degli zerbini com'erano Tiger e Goyle.

Mi stendo nel letto, fisso il soffitto per ore. Non voglio dormire ma la stanchezza sta per prendere il sopravvento, lo sento. Gli occhi mi si stanno lentamente chiudendo, sono sempre più pesanti. Presto non riuscirò più a contrastarli e cadrò...

... Sono al centro della mia sala da pranzo, intorno a me le figure incappucciate dei Mangiamorte mi fissano, posso sentire i loro occhi incollati sul mio braccio sinistro, steso di fronte a me verso il Signore Oscuro, che con l'aiuto di mia zia Bellatrix, mi sta facendo recitare il giuramento. Una volta concluso la bacchetta di Voldemort si appoggia sul mio avambraccio e poco dopo un dolore lancinante scaturisce dalle linee che si stanno pian piano formando, ferendomi la pelle e marchiandomi a vita. Dopo un paio di minuti che sembrano ore sono diventato a tutti gli effetti un Mangiamorte. Ora più che mai devo stare agli ordini del "Mio Signore".

La scena cambia, mi trovo con Lui nel cortile di casa, passeggiamo come se fossimo vecchi amici, parlando del più e del meno quando l'atmosfera si fa seria e dalle Sue labbra escono delle parole che mi fanno immediatamente gelare il sangue «Sai Draco, ora che sei entrato in famiglia, avrai un compito davvero speciale, un compito che se portato a termine ti farà guadagnare la stima di tutti. Potrai ristabilire il nome della tua famiglia e far dimenticare i fallimenti di tuo padre, potremo farlo uscire da Azkaban e sarete di nuovo tutti riuniti.
Dovrai fare una cosa molto importante, può sembrare difficile ma sono certo che ci metterai tutto il tuo impegno e riuscirai a portare a termine il lavoro.
Dovrai trovare un modo per far entrare alcuni tuoi "colleghi" nel castello e, inoltre, dovrai uccidere Silente.
Se fallirai nella missione tuo padre marcirà in prigione, la sua anima verrà risucchiata dai Dissenatori e lo stesso destino toccherà anche a te e a tua madre. Però, caro Draco, come ti ho già detto sono certo che porterai a termine la tua missione. Non è vero?»
Il cuore sembra smettere di battere, la gola è secca e parlare risulta difficile, eppure non posso farmi vedere preoccupato, prendo tutta la forza che ho in corpo e mi sforzo di rispondere con un tono il più neutro possibile «Certo, Signore. Sono onorato della missione che mi ha affidato, non la deluderò.»

Di nuovo il buio e poi il bagno di Mirtilla, le lacrime che ho versato lì dentro, insieme a lei. Lei sola riesce a capirmi, con lei posso sfogarmi.
Sono appena corso dentro, non resisto più, le lacrime premono per uscire.
La disperazione ha preso nuovamente il sopravvento, non posso fallire, non voglio essere la rovina della mia famiglia, di mio padre, di mia madre. Non voglio morire perché non riesco a far funzionare quel maledetto Armadio Svanitore, mi era sembrato un piano perfetto, semplice e veloce, invece si sta rivelando estremamente complesso e pieno di problemi. Inoltre tutti i miei tentativi di uccidere Silente stanno miseramente fallendo, da solo non posso farcela eppure devo.

Non ho nessuno, sono completamente solo.
Le lacrime ed i singhiozzi mi hanno invaso e non mi sono accorto che qualcuno mi stava seguendo. Potter è dietro di me, non avrebbe dovuto vedermi così, nessuno avrebbe dovuto sapere niente e vedermi debole, lui meno di tutti. L'ho attaccato e abbiamo cominciato un duello, molto breve per la verità. Mi ha colpito con un incantesimo mai sentito prima.
Sto morendo dissanguato, il dolore che mi pervade è insopportabile, sento la pelle squarciarsi, tutto il corpo si sta ricoprendo di ferite, sempre più profonde. Penso di morire e una parte di me è sollevata, smetterei di stare male ma è un pensiero così egoista, morendo condannerei anche mio padre e mia madre, non posso permettere a Potter di farmi questo. I sensi ormai mi stanno abbandonando, il nero mi invade piano piano e poi, come un sogno, una voce lontana si fa spazio nelle mie orecchie, sento una cantilena, come una filastrocca. Man mano che riacquisto i sensi, percepisco che le ferite si stanno rimarginando, la vista torna a fuoco, capisco che è un incantesimo, Piton chino su di me fa viaggiare la sua bacchetta continuando a ripetere delle parole, anche quelle mai udite prima. Mi sta salvando la vita, non morirò, la mia famiglia ha ancora una possibilità. Ora più che mai devo farcela, sono determinato al massimo.


Silente è morto, i Mangiamorte sono nel castello. Piton lo ha ucciso, io alla fine non ne ho avuto il coraggio. L'ho disarmato ma non sono riuscito a finirlo. L'ansia si è impossessata di me, cosa succederà adesso alla mia famiglia? Il Signore Oscuro ha avuto quello che voleva, Silente è morto, anche se non per mano mia.

Buio, di nuovo buio.
Ancora una volta sono nella mia villa, arrivano i Ghermidori con Potter, Weasley e la Granger, "il Sopravvissuto" ha una faccia strana, deforme, eppure è senz'altro lui. Vogliono che lo riconosca, se Lo chiamiamo e gli consegnamo Potter potremo riconquistare le sue grazie. Lo sanno tutti che è davvero lui eppure tocca a me dare conferma, dico che non sono sicuro, voglio fare la cosa giusta per una volta.
Li rinchiudono in cantina mentre Bellatrix prende la Granger. La interroga, non so bene su cosa ma sento le loro grida, mia zia è furiosa e la Grinfondoro è terrorizzata, la posso sentire piangere.
Un pianto che mi fa male, mi fa rabbia.
Urla di dolore lancinante si levano dalla stanza e raggiungono le mie orecchie, a queste si sussegue la risata inconfondibile di Bellatrix, sadica e compiaciuta.

I rumori finiscono, la casa sembra improvvisamente piombata in un silenzio tombale. Vengo chiamato per ammirare il lavoro di Bellatrix. La Granger è stesa a terra, estremamente spossata e debole, al limite delle energie. Sul suo braccio è incisa la parola "sanguesporco".
Un marchio, come il mio, che non andrà mai più via.
Un marchio inferto con cattiveria e che ha provocato un estremo dolore, non solo fisico.
Un dolore mentale con il quale si dovrà per sempre convivere.

Io lo so questo.
Non riesco a guardarla, non posso incrociare il suo sguardo.
Eppure voglio farlo, la cerco e il dolore, una volta incontrati i suoi occhi, mi distrugge.


Eccolo, di nuovo. Ormai mi succede tutte le notti eppure è sempre doloroso uguale, è sempre devastante.


***

I mesi passano e la sensazione di inadeguatezza, di non appartenenza è sempre presente in me. Non mi sono fatto amici, passo tutto il tempo libero da solo.
Da un paio di settimane ho iniziato a rifugiarmi in biblioteca, sommerso dai libri più disparati. La calma che regna in questo posto è surreale e riesce a rasserenare il mio animo tormentato almeno per un po'.
So che non è il miglior posto in cui rifugiarmi, potrei incontrare la Granger, eppure mi sembra l'unica destinazione possibile.
Fino ad oggi non l'avevo mai incrociata, non avevo dovuto scontrarmi con il suo sguardo.
Si è sistemata nel tavolino che sto già occupando io, come se fosse la cosa più normale del mondo, ha aperto il suo libro ed ha iniziato a fare i compiti.
Sono come ipnotizzato, i miei occhi viaggiano sulla sua figura e il cuore accelera i suoi battiti ad ogni guizzo. Ogni pezzo di lei rievoca nella mia mente un ricordo che sembra una pugnalata.
Le cicatrici che nascondo sotto la camicia sono niente in confronto.
Il dolore che provo a procurarmele è breve ed intenso, sparisce in pochi attimi.
Questo, invece, aumenta ad ogni istante, parte da dentro di me... dal centro del petto e si estende a tutto il corpo.
Sembra una lacerazione interiore, diventa sempre più insopportabile.
Sento gli occhi pungere, le lacrime spingere per uscire, la gola riempirsi di urla strazianti.
Devo scappare, correre dove nessuno può vedermi, dove nessuno può sentirmi.
Mi alzo, di scatto, prendo al volo lo zaino e barcollando schizzo fuori dalla biblioteca.
Sento gli occhi della Granger seguirmi, li percepisco ancora addosso quando mi chiudo la porta alle spalle.
Mi seguono e sono caldi come il fuoco...
 
Fuoco... stanza delle necessità... fuoco... potevo morire quel giorno, il giorno della battaglia.
Potevo morire nella Stanza delle Necessità per mano del fuoco impazzito evocato da Tiger.


 
Ormai le lacrime sgorgano sul mio volto, i singhiozzi fanno tremare il mio corpo.
Sono riuscito a raggiungere il bagno di Mirtilla, qui ho versato milioni di lacrime. Questo bagno, più di tutti, conosce la mia debolezza. Ha visto come mi sono distrutto.

Non mi vedranno mai diverso.
Resterò sempre quel Draco Malfoy. Il ragazzino spocchioso, cocco di papà che comanda e si crede superiore a tutti.
Draco Malfoy il nemico di Harry Potter.
Draco Malfoy il Mangiamorte.

Mi siedo a terra, appoggiandomi al lavandino, prendo il mio diario, la piuma e l'inchiostro.
Vedo Mirtilla uscire dal cubicolo e sorridermi. Ricambio.
Presto la raggiungerò, vorrei poter non esistere più ma so che non me lo merito, so che dovrò continuare a soffrire per l'eternità.
Diventerò un fantasma, con l'eternità davanti spero di poter essere utile a qualcuno, un giorno.


Mi dispiace,
mi rivolgo a tutte le persone che ho ferito, a tutte le persone che hanno perso qualcuno di caro per causa mia e delle mie azioni.
Voglio dire che sono davvero dispiaciuto per quello che ho fatto, non mi rendevo conto di quanto meschino fossi. Non mi interessava se gli ideali che la mia famiglia mi aveva insegnato, risultavano offensivi e ferivano il prossimo. Ho sempre creduto di essere migliore solo perché un Malfoy, solo perché Purosangue.
Ho denigrato e odiato, fin da piccolo, i babbani reputandoli inferiori.
Ho odiato ancora di più e reputato solo feccia i Sanguesporco ed i Mezzosangue, per non parlare dei maghi che si mischiavano con loro.

Solo ora ho capito quanto fossi nel torto, quanto stupide fossero le idee della mia famiglia.
Quanto sbagliato fosse credersi superiori a chiunque e quanto dolore si può provare a sentirsi esclusi.

Non vi interesserà sapere che ogni singola ferita che possa aver causato, ne ha causata una uguale a me stesso.
Me ne sono accorto troppo tardi, quando non era più possibile porvi rimedio.
Ho ferite interne che non potrete mai scoprire, che ho sempre avuto e nascosto, spesso così tanto che le celavo perfino a me stesso.
Ho segni che potrete vedere, sono ferite che rappresentano ogni persona con la quale mi sono comportato male, rappresentano ogni parola offensiva rivolta verso qualcuno di voi, rappresentano le morti che porto sulla coscienza, rappresentano anche delle prove...
Ho provato ad uccidermi, a distruggere quella parte di me così sbagliata, parte che ho imparato ad odiare troppo tardi e che tutti voi, invece, avete odiato fin dal principio.

Voglio chiedere scusa a Potter e alla famiglia Weasley, per tutto quello che io e la mia famiglia abbiamo causato loro.
Voglio chiedere scusa a mia madre perché la sto per abbandonare, lei che so essere l'unica donna che mi ha sempre amato per quello che sono, con tutti i miei difetti.
Voglio chiedere scusa ad un'infinità di persone, probabilmente molte non le conosco nemmeno.
Un grandissimo mi dispiace va a Hermione Granger. Mi dispiace per tutte le volte che ti ho chiamata Sanguesporco, per tutte le volte che ti ho trattata e guardata come se fossi uno scarto della società, come se fossi la cosa più rivoltante sulla faccia della terra. Mi dispiace per quello che ti ha fatto mia zia, il marchio che porti so quanto possa essere fastidioso, so quanto male abbia fatto e fa ogni volta che lo guardi, che lo percepisci. Un marchio che non hai voluto e che sarai costretta a trascinarti dietro per tutta la vita. Un segno che non ti farà mai dimenticare, nemmeno per un secondo, tutto il dolore che hai vissuto. Mi rendo conto che le mie scuse non ti servono a niente, ma ti prego, non odiarmi.
Prego tutti voi di non odiarmi, di smettere di farlo. Io non ne sono capace, ma voi che siete i buoni, voi che siete gli eroi potete farcela.
Vi prego.
Io sono solo una persona imperfetta.

Sono solo Draco Malfoy e quello che sto per fare è la cosa più perfetta della mia vita.


Poso la piuma, estraggo la bacchetta, me la punto verso il petto e pronuncio la maledizione.
La stessa che mi è stata inferta, un paio di anni fa, da Potter, proprio qui.

Il dolore sta svanendo.
I sensi si stanno dissipando, mentre le palpebre si chiudono sento una voce lontana, familiare... quella di Hermione.
Le forze sono quasi esaurite, mi sembra di sollevarmi, eppure ho ancora un corpo... percepisco un leggero tocco sotto la schiena, come due braccia che mi sorreggono.
Provo ad aprire gli occhi ma è troppo faticoso.
Percepisco delle goccioline che cadono dall'alto, sembrano lacrime.
Forse è Mirtilla, forse i fantasmi, tra di loro, possono toccarsi.
Deve per forza essere così.
   
 
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