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Autore: 94Lovegood94    28/03/2018    0 recensioni
Rowan, è un ragazzo Londinese di 20 anni, appassionato di musica, film, serie tv e libri. Molto imbranato e sfortunato soprattutto con le ragazze. È un semplice ragazzo... almeno fino a quando non fa uno stranissimo sogno. Da quel momento la sua vita cambierà drasticamente. Scoprirà di essere più di un semplice ragazzo Londinese.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fu un istante. Rowan aveva già messo la mano sulla maniglia della porta quando si sentì come se fosse da un'altra parte. Vedeva un bosco e un viale, come quello del sogno. Poi, come se avesse portato avanti un film, si ritrovò dentro la torre. Vide la camera con il tavolo, salì e si ritrovò nella camera col grande tappeto. Questa volta sembrava sapere cosa fare. Si avvicinò al muro e vi Poggiò la mano. Quello sparì subito dopo. Entrò nella camera con la bacinella e tese la mano. Ma questa volta non ci fu nessuna luce. Qualcosa di invisibile lo alzò da terra e lo scaraventò dritto verso la scala, e poi fuori, lontano dalla torre. Sentiva rabbia, dentro di lui...
Poi tornò dov'era. Si trovava per terra, sudato e respirava profondamente. Un mucchio di gente si era avvicinata e lo guardava con apprensione.
"Ragazzo! Rowan, cosa ti è successo?" riconobbe subito la voce del suo datore di lavoro, Mr. Jonhson.
Aprì gli occhi e vide il suo grosso faccione pelato e pieno di barba sopra di lui. 
Rowan si mise a sedere e si massaggiò le tempie. D'un tratto gli venne un mal di testa atroce. Chiuse di nuovo gli occhi e si alzò, la gente lo aiutava sorreggendolo dalle  braccia.
"Un...un giramento di testa, Mr. Johnson..." Rispose, massaggiandosi ancora le tempie. Il mal di testa sembrava diminuire velocemente.
"Forse è meglio che torni a casa eh? Non sei in condizioni di lavorare, ragazzo..."
"Sì... credo che tornerò a casa..." Il mal di testa era già passato. E adesso ripensava a ciò che aveva visto. Era strano...era come se avesse avuto una visione. Mr. Johnson lo osservava preoccupato, qualcuno, nel frattempo gli aveva portato un bicchiere di acqua. Lui lo prese e lo bevve tutto d'un fiato.
"Chiamo tua madre?" Disse Mr. Johnson, con una strana gentilezza nella sua voce.
"No. Non...non c'è bisogno, posso andare da solo a casa... è qui vicino, tanto..." e senza dire altro, tenendosi una mano sulla fronte e l'altra sul fianco, si avviò verso casa sua. Quando arrivò, le porte del balcone erano chiuse e le avvolgibili abbassate, quindi Sua madre doveva essere già andata a lavorare. Prese le chiavi dalla tasca e aprì la porta. Di corsa si avviò in camera sua e prese lo zaino. Ci mise dentro due quaderni, un mucchio di penne, alcuni vestiti e qualche libro. Dalla scrivania prese un foglio di carta, dallo zaino una penna e cominciò a scrivere:
 Mamma,
ho deciso di prendermi qualche giorno di vacanza.
Ti chiamerò io quando arriverò.
Non avvisare nessuno, non preoccuparti, non è nulla di pericoloso.
A presto
Rowan

Aveva deciso che non le avrebbe detto tutta la verità e nemmeno il luogo dove sarebbe andato, Anche perché non lo sapeva nemmeno lui.
Andò in cucina e lasciò la lettera sul tavolo, in modo che lo potesse  vedere.
Poi tornò in camera sua e riempì lo zaino di altre cose. Aveva preso la sua tenda da campeggio e il sacco a pelo, il pentolino e il fornello che erano posati nel suo armadio, e lì vide la sua chitarra. 
Era indeciso se portarsela o lasciarla lì. "ci penserò mentre sistemo le cose..."
Sempre dentro l'armadio teneva una cassaforte con dentro un po' di soldi che metteva sempre da parte per le urgenze. Aprì la cassaforte e prese tutti i soldi.
"Dovrebbero bastare per un po'..." Mormorò tra sé. Finalmente era tutto pronto. Aveva indossato il giubbotto e infine decise cosa fare della chitarra. Prese la custodia e ci mise dentro la chitarra. La chiuse e la posó sul letto, accanto allo zaino da campeggio. Cercò di pensare a cosa potrebbe servire e a cosa mancava.
"Una torcia!" Non ci aveva proprio pensato. Aprì il cassetto della scrivania e prese la torcia. Adesso era davvero pronto. Mise lo zaino davanti e la chitarra sulle spalle e uscì di casa. Richiuse la porta e si incamminò. Non aveva pensato a dove andare. Non aveva pensato ad avvisare qualcuno dei suoi amici...
"Amici..." mormorò con un sorriso amaro mentre camminava per la via, quella che faceva quando voleva andare al parco della città, la strada opposta del suo luogo di lavoro.
Non era mai stato un ragazzo molto socievole, Rowan. Era un po' imbranato, a scuola  veniva preso sempre in giro per questo. E, nonostante fosse un ragazzo piuttosto carino con i suoi capelli riccioluti e neri, gli occhi azzurri e un fisico piuttosto esile, era sempre stato molto sfortunato con le ragazze. Aveva avuto tante cotte. E tra tutte queste cotte, solo una era stata ricambiata. Si chiamava Victoria, una ragazza che aveva conosciuto al college. La loro storia però, durò solamente due mesi. Lei si era stancata e lo aveva lasciato. Non gli aveva mai dato una spiegazione valida e da quel giorno non l'aveva più rivista. Per il resto, non c'era molto da raccontare. Non aveva nemmeno amici che potevano chiamarsi proprio in questo modo.
Aveva qualcuno con cui faceva quattro chiacchiere quando non lavorava e quando non era a casa. Si chiamava Alex. Ma non aveva mai avuto il suo numero di telefono e non aveva mai saputo dove abitava. Lo incontrava al parco e parlava per qualche ora, una sorta di sfogo, ecco. Si incontravano, si sedevano sulla panchina e si raccontavano la loro settimana. Solo questo, nient'altro.
Rowan, con lo zaino davanti a se e la chitarra in spalla, superò il parco con cui si incontrava con Alex per dirigersi alla stazione. Diede un'occhiata per vedere se l'amico si trovava lì ma non c'era, quindi decise di proseguire. Dove sarebbe andato? Non sapeva dove fosse quella torre. Non sapeva se si trovava nel regno unito o in un'altra parte del mondo. Raggiunse l'ingresso della stazione posò la chitarra e  lo zaino per terra e si sedette su un sedile, cercando qualche idea. Si mise la mano sulla fronte, cercando di ricordare il sogno che aveva fatto. C'era qualcosa che poteva dare un indizio di dove fosse la Torre. Nel sogno aveva visto una mappa. E la luce indicava sette città. Ma quali erano, queste città? Non le ricordava più. Perché doveva essere così imbranato anche in queste cose? Perché dimenticava sempre le cose più importanti?
"Quella strana bacinella..." cominciò "quando l'ho... l'ho colpita con...un raggio di luce... questa si è divisa in sette...e sul tetto c'era un atlante... sì esatto un atlante. Quindi...aah...ricorda, Rowan, ricorda!" Si diede alcuni colpi sulla fronte, come se volesse far ripartire un vecchio televisore rotto. Cercò di ricordare qualche altro dettaglio, ma era inutile. Aveva come cancellato una parte del sogno. Si alzò di scatto e diede un calcio allo zaino. Poi gli venne un'idea. Si guardò intorno, stranamente la stazione era completamente vuota, guardò lo strano simbolo che gli era apparso Sulle mano e notò una strana cosa: Il simbolo stava cominciando a brillare. Era come un lampeggiante di un'auto, più o meno. Un momento la luce era più forte e un momento diminuiva di intensità. Era una luce rossa, come quella del sogno. Senza pensarci due volte si avvicinò ad una mappa del mondo appesa al muro della sala. C'erano tutte le città del mondo: Poteva vedere Londra, New York, Pechino, Roma... insomma lì c'era disegnato tutto il mondo. Rowan tese semplicemente la mano verso la mappa e chiuse gli occhi.
Nella sua mente si ripeteva 'Voglio trovare la torre nera che ho visto in sogno. Voglio scoprire cosa sono. Voglio sapere che cosa nasconde quel posto.'
Quando finí aprì gli occhi. Dalla sua mano non usciva nessun raggio di luce. Rimase deluso da questo. Fissò ancora la mappa scoraggiato.
"Niente..." mormorò guardando l'America settentrionale  con rabbia "perché non ci riesco?! Nel sogno ci riuscivo...cosa sbaglio...ci sono strane formule da pronunciare...tipo...bibbidi bobbidi bu?! O che so...apriti sesamo! Cosa diavolo devo..."
Stava cominciando ad alterarsi, aveva il pugno alzato pronto a scagliarsi contro il muro, quando notò una cosa che prima non aveva visto. 
Tutte le città, disegnate in quella mappa, avevano un puntino rosso accanto al nome, più o meno grandi in base alla popolazione. Tutte tranne sette di esse, che invece erano contrassegnate con delle torri in miniatura con sopra il simbolo che aveva sulla mano:Londra, Parigi, Torino, New York, Mosca, Tokio e Sidney. Sei di queste torri erano di colore rosso, mentre una, quella di Tokio, era di colore Nero e più grande e su di esso, oltre all'ettagono, c'era disegnata una testa di lupo dagli occhi rossi. Era sorpreso e felice nello stesso momento. Aveva scoperto dove si trovava la Torre nera e anche quali erano le città che aveva visto nel sogno. 
"Ok...ok ci sono...a Londra c'è una torre...adesso, mi basta scoprire il luogo preciso di questa torre...mi serve la mappa di Londra..."
Si guardò di nuovo intorno, cercando qualche mappa turistica di Londra o anche una mappa appesa al muro. Cercò ovunque e ci mise un po' prima di trovarne una buttata nel cestino della spazzatura.
"Magnifico..." mormorò con un sorriso, prendendola e poggiandola per terra, aperta. La mappa era precisa ed indicava ogni parte della città, anche i piccoli paesi limitrofi.
"Adesso basta fare la stessa cosa che ho fatto lì, no...?"
Chiuse gli occhi e tese la mano sulla mappa. 'Voglio sapere dove si trova precisamente la torre a Londra. Voglio scoprire cosa c'è lì dentro.'
Dopo un po' aprì gli occhi e guardò la mappa. Controllò ogni centimetro quadrato di quella mappa, ma non c'era nessun segnale che indicasse il liogo della torre.
"perché non funziona adesso..?!" Guardò sconsolato la mappa e alla fine la ripiegò e la prese. Si alzò da terra e tornò a sedersi accanto alle sue cose. Si guardò intorno e solo ora capì che in quella stazione era completamente solo.
"Ma cosa...?
Si alzò di nuovo. Mise lo zaino sulla spalla sinistra e la chitarra sulla destra e raggiunse i binari. Anche lì era vuoto. Non c'erano nemmeno i treni che arrivavano. 
"cosa diavolo sta succedendo?"
Dopo alcuni minuti, dal binario numero 7, vide un uomo vestito molto elegante camminare sulle rotaie. Non riusciva a vederlo meglio perché era ancora lontano.
"Non può essere... questo deve essere un sogno..." Si grattò la testa mentre osservava l'uomo che si avvicinava sempre di più. Diede un'altra occhiata per tutta la stazione, constatando un'altra volta di essere solo, a parte l'uomo di cui ormai riusciva a vedere il viso. Era un uomo di bell'aspetto. Capelli neri e mossi, lunghi fino alle spalle, un lungo pizzetto  nero con una strisciolina di peli bianci al centro di essa e degli occhi neri come il carboni che restavano fissi su Rowan.
"Maledizione..." Qualcosa gli impediva di scappare a gambe levate, il più lontano possibile da quella Stazione. Rimase a guardare l'uomo, fino a quando non si fermò, sempre sulle rotaie, di fronte a lui.
Si fissarono in silenzio per un lunghissimo minuto ed infine l'uomo parlò.
"Sono Ronan. E sono venuto a prenderti. Sono il Maestro luminoso del collegio Arcano della luce di Londra. Primo ordine del lupo e conoscitore dei segreti più importanti della magia della luce. Hai il diritto di entrare a far parte degli allievi del collegio, come la legge della luce del 1157 consente ai giovani che hanno compiuto 20 anni e che hanno scoperto di avere poteri luminosi." Sembrava che avesse imparato tutto a memoria.
Rowan lo osservò, senza dire una parola con un sopracciglio alzato. Aveva sentito bene?
"Io...io...puoi ripetere?"
L'uomo senza nemmeno un leggero segno di fastidio ripeté:
"Sono Ronan. E sono venuto a prenderti. Sono il Maestro luminoso del collegio Arcano della luce di Londra. Primo ordine del lupo e conoscitore dei segreti più importanti della magia della luce. Hai il diritto di entrare a far parte degli allievi del collegio, come la legge della luce del 1157 consente ai giovani che hanno compiuto 20 anni e che hanno scoperto di avere poteri luminosi."
Rowan ascoltò di nuovo quelle parole e rise di gusto.
"Fantastico. Ho capito, è uno scherzo"
Disse guardando l'uomo che non si mosse di un centimetro che parlò di nuovo subito dopo.
"Stanotte, alle tre, trentadue minuti e  venti secondi, hai sognato di essere in un sentiero in mezzo al bosco che portava alla torre nera del Maestro supremo della luce. Hai visto un lupo che hai allontanato con la magia della luce e sei arrivato alla torre del maestro supremo della luce. Hai  varcato la porta e sei entrato nella stanza principale. Hai osservato il camino e il tavolo delle riun..."
"OK ok ok! Ho capito, ho capito...non è affatto uno scherzo, per la miseria mi spiate?!"
L'uomo non rispose ma continuò a guardare Rowan che lo guardava a sua volta, molto confuso. Aveva altre possibilità? Certo che no! Lui lo avrebbe portato dritto in quella torre di Londra ed era ciò che Rowan voleva. Così non avrebbe perso tempo a cercarla.
Dopo due minuti di sguardi in assoluto silenzio, Rowan decise di parlare.
"Va bene...Ronan. Portami in questa benedetta Torre."
Lui, senza parlare cominciò a camminare verso dov'era venuto, sempre sopra le rotaie. Rowan, dopo un po', posò le cose a terra per poter scendere e, dopo averle riprese seguì l'uomo. 
Non parlarono per un po' di strada, lui camminava dritto senza mai guardarlo, mentre Rowan non poteva fare a meno di osservarlo. Aveva davvero tante domande da fare, ma non era sicuro se a lui sarebbe piaciuto. Forse preferiva il silenzio. Alla fine però, non resistette. Si avvicinò di più e lo guardò.
"Senti...quanti sono questi...maestri della luce o mestri luminosi, in tutto il mondo?"
L'uomo rimase in silenzio per qualche secondo ma alla fine parlò, sempre senza fare nemmeno una piccola espressione. Sembrava di cera.
"Nel mondo esistono 6 maestri luminosi e 1 maestro supremo della luce. In tutto 7 maestri della magia luminosa. Le città nel mondo dove sono collocate le torri della luce sono Londra, Parigi, Torino, New York, Mosca, Tokio e Sidney. A Tokio si trova la torre suprema della luce o 'Torre Nera' per via della pietra con cui è stata costruita. Sono le sedi dove ogni allievo può imparare a governare, a controllare il suo potere, tramite duri allenamenti e studi teorici sulla magia luminosa."
Rowan lo ascoltava con attenzione mentre lo seguiva lungo il binario. Non si era accorto che erano già passate delle ore e non si era reso conto, fino a quel momento, che non era passato nessun treno.
"Tutto questo è molto strano..." mormorò Rowan guardandosi le spalle.
"Non credi ancora alla magia della luce?" chiese l'uomo senza guardarlo, gli occhi sempre fissi davanti a lui.
"no...beh...ho ancora un sacco di dubbi...ad esempio...camminiamo in mezzo alle rotaie da ore ormai...e ancora un treno non ci ha messo sotto...ne sarebbero dovuti passare una decina, già..."
L'uomo, per la prima volta da quando lo conobbe, sbuffò e scosse la testa. Sembrava divertito.
"Per tutti i lumi... mi era stato detto che fossi un po' imbranato...ma non mi hanno detto che sei anche idiota..."
Si girò per guardarlo e sorrise beffardo.
"Da quando hai varcato le porte di quella stazione, dato che sei uno stregone della luce, sei passato nel mondo alternativo."
Rowan lo osservava confuso, una faccia stupidamente accigliata. 
"Nel mondo alternativo...? Che diavolo è?" era abituato alle solite storie in cui, attraversando qualcosa ti trovavi nel mondo fantastico. Pensava che avesse attraversato un muro o un armadio, che avesse dovuto seguire una specie di coniglio. Ronan parve leggergli nel pensiero perché scoppiò a ridere. Una strana risata maligna, inquietante.
"Pensavi avessi seguito il bianconiglio o avessi attraversato il muro della stazione, ragazzo? Mio Dio...non sei mica Alice o... Harry Potter! Quelle sono solo storie ragazzo! Fantasia! Tu qui sei nella realtà, per tutti i santi lumi"
Scosse di nuovo la testa e tornò a guardare davanti a se.
"Ora, ragazzo, attraverseremo questa Galleria e ci troveremo direttamente sulla collina dove è situata la torre della luce Inglese."
Indicò davanti a se, con un gesto della testa e Rowan, che fino a quel momento fissava silenzioso lo stregone, si voltò e guardò davanti a se. Una grande galleria si parava davanti a lui più grande di una galleria normale che si poteva trovare in un'autostrada. Non c'era nemmeno un faro ad illuminare l'interno della galleria e parve che il sole non riusciva a entrare. Nemmeno un'ombra era disegnata sul terreno, a parte quella dei due uomini.
"Siete Stregoni della luce...ma una galleria così buia  non l'ho mai vista..." "è solo una specie di portale." Disse l'uomo avvicinandosi ad essa "Non dovrai attraversare tutta la galleria. Appena entrerai, tornerà la luce e ti troverai davanti alla torre."
Si girò verso Rowan, che era ancora fermo a guardare la galleria con la bocca spalancata e gli fece segno con la mano di avvicinarsi. Lui ubbidì subito e si ci mise accanto.
"Adesso che devo fare?" Chiese Rowan
"Semplicemente camminare verso di essa." Rispose Ronan. Lo stregone, subito dopo attraversò la galleria e sparì nell'oscurità.
Rowan, fece un respiro profondo, chiuse gli occhi e lo seguì.
   
 
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