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Autore: Clara_Oswin    28/03/2018    1 recensioni
Storie di pescatori narrano la presenza nelle acque di Deep Alley, di creature dal corpo per metà umano e per metà pesce. Nuotando un giorno in quelle acque Elena, trasferita da poco in quella città con la madre, terrorizzata vede qualcosa, non sa che quell'incontro cambierà per sempre il corso della sua vita. Segreti e verità mai svelate la catapulteranno in un mondo estraneo dal suo, dove alla fine anche lei si ritroverà a scegliere tra la vita e la morte.
Per saperne di più: Pubblico in questa sezione perché la storia si ispira molto ai personaggi originali di Ariel ed Eric, presenti nel corso della trama e durante la loro storia, questo però è un punto di partenza per qualcosa di nuovo, in cui la fiaba originale della disney si intreccia in un racconto di sirene come non l’avete mai letto.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Eric, Re Tritone, Ursula
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Cap 40 Essere un buon re

 

Quando Elena era uscita dalla tenda del capo, l’ultima cosa che il castano si aspettava di vedere era uscire la madre di quest’ultima, Rachel, e subito dopo di lei un uomo vestito da soldato… il capo in persona dei cacciatori.

Tra quei tre vi era un aria tesa, Elena aveva le mani strette in due pugni, sul suo viso vi era un’espressione turbata ed era più tesa e spaventata di quando l’aveva vista entrare. Non sapeva quel che fosse successo dentro quella tenda, ma non avrebbe esitato a chiederglielo una volta rimasti soli.

Elena e Rachel si misero a parlare poco distanti da lui, il Capo dei cacciatori fece due passi nella sua direzione.

“Abbiamo una missione importante da compiere, ragazzo ho bisogno del tuo aiuto” Nick quasi non potè credere alle proprie orecchie, un’occasione del genere non capitava tutti i giorni, incontrare il capo ed eseguire per lui una missione speciale.

“Sono pronto.” Disse serrando le mascelle, assumendo un’espressione da soldato in attesa di ordini.

“ho una missione da affidarti, la più importante di tutte.” Gli disse quello solenne.

“è una vita che aspetto questo momento, signore.” E quando proferì queste parole una nota di emozione scappò al suo controllo.

Ben, o meglio, il Capo dei cacciatori gli mise in mano una pistola carica. “Ti affido la cosa più preziosa che ho.”

Il ragazzo abbassò il suo sguardo sull’arma, nella sua mente tentò di capire in cosa quella pistola fosse tanto speciale, chiederlo sarebbe stato da stupidi, e di certo il capo gli avrebbe tolto l’incarico seduta stante quindi fece quello che gli riusciva meglio, guardò l’uomo dritto negli occhi e gli rispose in modo solenne “ne avrò la massima cura”.

Ben annuì con il capo in un cenno di intesa. “so’ di chiederti molto, ma difendila a costo della vita”

Nick stava per rispondergli quando l’uomo chiamò Elena, la ragazza si avvicinò zoppicante ai due, la gamba le faceva sempre più male, ma aveva una missione da svolgere. “ti prego, proteggi mia figlia.”

Figlia? Elena era la figlia del capo? Cosa gli era sfuggito? Come era possibile? Una serie di domande prese a tormentargli la testa.

“Elena io e tua madre andremo avanti, cercheremo un buon punto da dove scoccare la freccia. Voi restate dietro di noi,” la guardò per un lungo istante incerto sul da farsi poi quando finalmente si sporse per abbracciarla ella lo schivò. “Cerca di fare attenzione” disse solo imbarazzato, poi lui e Rachel si addentrarono nel folto della foresta con la famigerata borsa nera pronta a percorrere un altro viaggio.

“Nick dovrò chiederti un altro passaggio…” la bionda si avvicinò al ragazzo con fare incerto.

Il castano le diede le spalle e le fece segno di risalire, senza di lui la ragazza sarebbe stata persa. “siamo diretti al cuore della battaglia, vero?” le chiese iniziando a correre per la strada che aveva percorso poco prima.

Elena stringeva tra le dita gli anelli mancanti di Alimede, sapeva che lontano dal tridente non avevano alcun potere, eppure era come se le ustionassero la carne, come se tentassero in tutti i modi di scappare al fato che andava loro incontro.

“si nick, proprio lì.”

Il piano le era sembrato disperato e folle, ma era l’unico che avevano. Ben aveva tirato fuori da una tasca un sacchetto con gli anelli, camminavano sempre con lui per qualsiasi evenienza, ma adesso era giunto il momento di affidarli ad Elena. Non era stato possibile fabbricarne dei falsi, ed in ogni caso Tritone avrebbe potuto scoprire facilmente il trucco. Suo padre le aveva raccomandato di prendere più tempo possibile, magari provare a trovare il suo ragazzo pesce, forse lui sapeva come usare quell’arma, e mai, in nessun caso, permettere a Tritone di impossessarsi degli anelli. Erano l’unica cosa che avevano dalla loro parte per tentare di fermarlo, se fossero caduti in mano sua, allora tutto sarebbe stato perduto.

“proverò a prendere tempo… a parlare con Tritone”

“perché devi andare proprio tu?” Il ragazzo tacque qualche istante. Quello che stava per dirle non c’entrava con quanto gli avesse detto il padre di Elena o il suo capo. Non voleva vederla andare incontro alla morte certa, aveva bene limpida in mente l’immagine del povero ambasciatore folgorato solo per aver tentato un approccio con il Re. “Lascia che sia io a farlo”

La ragazza abbassò il capo sulle spalle di Nick che si muovevano al ritmo della sua corsa. Per quanto fosse gentile, ammirevole, persino folle che lui si fosse proposto al suo posto, quello era un compito che spettava solo a lei.

“Tritone mi conosce. Conosce il legame che c’è fra me e Aris e spero che questo basti a frenarlo dall’incenerirmi all’istante come quell’altro ambasciatore…”

Il ragazzo attese in silenzio che ella continuasse.

“Non credo che farebbe lo stesso con te o con chiunque altro. Devo farlo io, ma grazie lo stesso”

Il suo ragionamento non faceva una piega, ma proprio non riusciva a lasciarla andare. “sei ferita El, non ti reggi nemmeno in piedi, come farai a tenergli testa?! Sono preoccupato per te, non posso nasconderlo.”

“troverò la forza. In qualche modo ce la farò.” Rispose lei in un tono che voleva essere rassicurante ma che invece risultò incerto.

“e i tuoi genitori che faranno?”

“abbiamo trovato un arma” gli spiegò brevemente lei, “ma dobbiamo capire come usarla, sembra troppo pericolosa per essere maneggiata da mani inesperte. Quando mio padre ha provato ad incoccarla in un arco questo ha preso fuoco. Probabilmente ci vuole l’arma giusta.”

“o forse la persona giusta…”

A quello Elena non aveva pensato. “credi che ci voglia una persona giusta per usarla?”

“la freccia ve l’ha data Ursula no? E appartiene al popolo del mare, magari ci vuole un tritone per scoccarla, per questo con voi non funziona.”

“Nick, sei un genio.” Era una cosa talmente ovvia da essergli completamente sfuggita.

“davvero?” le disse sorpreso.

“ma certo! Aris deve usarla! È una freccia che può usare solo lui!”

“come possiamo fare?” Nick rallentò per riprendere fiato,

“è necessario cambiare i nostri piani… mentre io tenterò di distrarre Tritone tu e i miei genitori proverete a cercarlo.”

Erano quasi giunti a destinazione. “Elena, tu non uscirai allo scoperto fino a che non avremo visto dove si trova Aris e non avremo fatto in modo di avere Tritone sotto tiro, il tempismo è essenziale.”

La ragazza scese dalla sua schiena e si sporse oltre il tronco che li proteggeva alla vista dei nemici, finalmente erano arrivati. Dov’era Aris? Il suo sguardo prese a vagare per tutto il lago, ma purtroppo quando lo vide il suo cuore prese a palpitare più forte in petto dalla paura. Tritone teneva puntato contro Ursula il tridente ancora carico, frapposto tra quei due si trovava lui.

“Elena mi stai ascoltando?” ma quando Nick protese la mano per afferrarle un braccio la ragazza era già sgusciata in avanti uscendo dall’ombra.

“Aspetta El!” ma il ragazzo non la fermò in tempo.

“Tritone! Fermati!” scandì la bionda.

E tutta la loro attenta pianificazione andò in fumo.

 

****

Aris aveva raggiunto la radura, Nick, Rachel e un uomo gli erano venuti incontro con una borsa nera. L’uomo, il capo dei cacciatori gli aveva messo fra le mani uno scrigno semi aperto,

“ti prego, dicci che sai come funziona questa cosa” disse Rachel sempre più spaventata per l’incolumità di sua figlia.

“è la freccia di Artemide!” disse il ragazzo prendendola in mano delicatamente.

“sai come si usa?” chiesero all’unisono i tre.

Il ragazzo la prese in mano, era la prima volta che vedeva un manufatto del genere in vita sua, come avrebbe dovuto fare?!

****

Elena aveva teso la mano con gli anelli di Alimede proprio sotto il naso del re. Quando aveva visto Aris in pericolo non aveva capito più nulla e si era gettata nella mischia, proprio quello che tutti, Nick, sua madre, Aris, persino suo padre, le avevano raccomandato di non fare.

Tritone prese a ridere e la sua risata risuonò per tutta la radura come un malvagio eco distorto.

“sciocca ragazzina, perché stipulare un accordo con te quando posso ucciderti e prendermeli ugualmente?”

Elena ritirò la mano spaventata, era giunto il momento cruciale, per quanto ancora sarebbe stata in grado di trattenerlo dall’ucciderla?  – ti prego, Aris, falla funzionare. – pensò con tutte le sue forze.

“lasciala stare!” e la voce di Nick fu seguita da una serie di colpi di pistola. I proiettili colpirono il Re come se fossero fatti di gomma. Il ragazzo le corse incontro e le si mise davanti per proteggerla.

“Vattene via di qui Nick!” gridò lei disperata.

“spero che la tua fiducia in Aris sia ben riposta.” Le disse continuando a sparare gli ultimi colpi rimasti.

****

Aris impugnò la freccia e ne notò le antiche iscrizioni tutt’attorno. Erano scritte in una lingua dimenticata da tempo, ma lui aveva avuto modo di vedere quelle rune sui libri che Tritone lo costringeva a studiare. Ci mise qualche istante a tradurne il significato, che pressappoco suonava così:

“per vedere bisogna credere.”

Il rosso chiuse gli occhi e stringendo forte la freccia si lasciò pervadere dal suo potere, ma ancora non succedeva nulla. Non sapeva cosa stesse aspettando, magari che la freccia si scagliasse da sola. Rumori di spari lo avvisarono che il tempo stava per finire, - per favore, funziona – sperò con tutte le sue forze, Elena stava per morire, lui non poteva permetterlo. – ti prego. Ti supplico –  strinse con due mani la freccia e poi come per magia, la luce iniziò a prendere forma, un arco argenteo gli si materializzo fra le mani.

Era il segno che aspettava.

Aris fece alcuni passi ed uscì dall’oscurità che lo proteggeva. Era passato del tempo ma ricordava ancora come impugnare un arco. Afferrò saldamente l’impugnatura, tese la corda e sistemò la sua unica freccia.

“quella sciocca ragazzina è sotto la mia protezione!”

Nick ed Elena si voltarono a guardarlo, la ragazza aveva le lacrime agli occhi dalla paura.

Tritone calò il tridente con il colpo mortale.

La bionda chiuse gli occhi.

Un sibilo sfrecciò nell’aria. Per un istante ci fu un interminabile silenzio nell’attesa che il colpo arrivasse a destinazione.

La freccia argentata attraversò l’armatura di Re Tritone come fosse di carta, fermando la sua corsa nel suo petto.

“Addio Tritone” sussurrò Aris mentre un fiotto di sangue blu iniziò a sgorgargli dal petto. Il tridente scivolò dalla sua mano cadendo nella profondità del lago, la battaglia si fermò, tutti si fermarono a guardare cosa stesse succedendo.

Sul volto del re si dipinse un’espressione di incredulità, poi quel sorriso strafottente che l’aveva sempre accompagnato fece nuovamente la sua comparsa, con gli occhi maligni guardò il nipote che aveva cresciuto, ucciderlo.

Un re doveva essere pronto a sacrificare tutto per la sua gente e lui non sarebbe mai stato in grado di fare ciò che aveva fatto lui. Come veleno sputato dalla bocca di un serpente proferì le sue ultime parole, rivolte verso la persona che l’aveva deluso più di tutti.

 

 tu, non sarai mai, un buon re.”

 

Dalla sua bocca uscì un fiotto di sangue blu intenso, poi la sua immensa figura si crepò in mille pezzi, come fosse stato fatto di cristallo. Nel momento in cui i frammenti si separarono dal corpo si tramutarono in schiuma di mare, e dove prima c’era stato un folle tiranno adesso non vi era altro che una schiuma azzurra che stava via via disperdendosi nell’acqua.

La freccia che l’aveva trapassato cadde nel profondo del lago andando a seguire il Tridente rimasto senza un possessore.

Re tritone era finalmente morto.

 

 

 

 A.A. 

Lo so, lo so, sono in super ritardo di un bel pò di giorni, ma chiedo venia! Tutta colpa dell'uni prendetevela con lei ahahah, scherzi a parte spero che il capitolo vi sia piaicuto, in realtà rileggendo questo e quello precedente ci sono delle cose che non mi convincono per come sono posizionate, ma adesso kmq non le posso cambiare, sicuramente quando rileggerò la storia e la sistemerò sarà scritta un pò meglio, o almeno spero ahahah! Ci vediamo al prossimo capitolo, buona pasqua a tutti!

 

 

 

  
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