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Autore: titania76    29/03/2018    2 recensioni
Questa breve flashfic partecipare alla V edizione di "una challenge per amica" indetta dal sito Writer's Wing. Limite max 500 parole.
Un luogo appartato, un'ora particolare della giornata e un ingrediente speciale. Questo è il connubio ideale per David, solitario studente di college, affinché possa lasciar correre la propria fantasia.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa flashfic partecipa alla V edizione della "Challenge per un'amica" indetta dal sito Writer's Wing



Il segreto della scrittura


(parole 461)

David entrò nella vecchia biblioteca del campus carico della sua fedele tracolla e un bicchierone di caffè: il primo della giornata che preparava la caffetteria del college. Ogni mattina varcava quella soglia alle sei in punto. Come ogni volta, si guardava intorno come a cercare un posto libero, ma quel grande stanzone, pieno di tavoli lunghi e lampade verdi, a quell'ora era sempre deserto.
In realtà, da quando avevano aperto quella della facoltà di lettere, più moderna ed efficiente, dove il wi-fi era ultra veloce e c'erano le colonnine per la ricarica degli smartphone a ogni angolo, la vecchia biblioteca vedeva pochi visitatori.
Come ogni volta, sceglieva di sedersi all'estremità sinistra del tavolo in fondo, quello più vicino alla sezione paranormal, pieno di libri con copertine strane e titoli improponibili. Appoggiò il caffè e dalla borsa prese i tre quaderni che si portava sempre dietro, disponendoli uno a fianco all'altro davanti a sé. Ognuno aveva la copertina di un colore diverso, era scritto con una penna diversa e aveva una funzione specifica. A completare il suo rito personale, dalla tasca interna della borsa prese un altro quaderno.
Questo era speciale. Alto quanto cinque di quelli normali, aveva la copertina in cuoio sbiancato con delle strane figure in rilievo ed era fermato da un gancino in ottone. Sembrava di fattura antica, trovato in chissà quale bottega di uno sperduto paesino uscito da un racconto gotico; era perfetto per alimentare la sua vena creativa. Per la verità era modernissimo e l'aveva comprato su amazon per quindici dollari, ma poco importava: faceva la sua figura e questo gli bastava.
Tutto era al proprio posto, o quasi.
Dal fondo della borsa prese un astuccio metallico, che custodiva una penna davvero orginale. L'aprì con una riverenza ossequiosa. Sopra uno strato di morbido velluto rosso erano disposti una cannuccia in legno d'ebano, intersiata, un pennino d'argento e una boccetta di cristallo, nella quale c'era ancora uno poco di inchiostro nero, ma non era sufficiente.
Andò al bancone del bibliotecario e da uno dei cassetti prese una confezione di cartucce per stilografica. Con la punta di un temperino fece scendere la sferetta della prima cartuccia e strizzò il contenuto nella boccetta. Poi, fece lo stesso con le altre, riempiendo la boccetta di almeno un terzo.
Come tocco finale, sollevò il cerotto dall'indice sinistro, fece stillare una goccia di sangue dal taglietto che non si era ancora rimarginato dal giorno prima e miscelò bene con la punta del pennino. Concentrato sul quel piccolo vortice scuro, una strana luce animò i suoi occhi infossati.
Quando finalmente la punta d'argento iniziò a scorrere sulla carta giallognola, tracciando sinuose curve ininterrotte, nel silenzio della biblioteca, era come se le parole gli fluissero direttamente dalle vene, calde e intrise della forza della vita.




   
 
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