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Autore: Chiaroscura69    30/03/2018    1 recensioni
Mi chiamo Sebastian e sono un ragazzo abbastanza eccentrico. Non dico che questo si noti a prima vista ma dopo una breve conversazione vengo etichettato subito come un ragazzo ''strano''. C'è una cosa che mi piace fare da sempre: svelare. Perchè se c'è una cosa che ho imparato è che quanto più qualcuno si adopra per mostrarsi in un certo qual modo, tanto meno è reale.
Così inizia la mia storia, o meglio quella della mia protagonista; l'attrice migliore che io abbia mai conosciuto: Gaia.
Quel giorno quasi mistico nei miei ricordi ha segnato la nascita del mio interesse per lei, ma, come avrei scoperto conoscendoli tutti, ognuno di loro portava una maschera e ognuno di loro sarebbe stato costretto a levarla. Tutti tranne una, tutti tranne Gaia.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho letto che una delle tattiche più efficaci per nascondere qualcosa sia quella di dire per ultima la vera causa del problema. Vengo e mi spiego.
A chi non sarà mai capitato di non avere voglia di uscire con un amico ma allo stesso tempo non voler offenderlo? E allora basta inventare almeno due o tre scuse e poi per ultimo dire il vero motivo. Del tipo: 'No guarda devo andare a trovare mia zia, ho tantissimo da studiare e poi sinceramente sono molto stanco e non mi va proprio. Provateci. Noterete subito che l'amico farà attenzione solo alle prime cose che avete detto, tralasciando quella reale, ovvero che proprio non vi va.
I meccanismi mentali sono meravigliosi.
Vi ho accennato nell'altro capitolo che quando ci convinciamo della nostra bugia la nostra mente predispone il corpo a mentire, tuttavia ci sono dei segnali inequivocabili che ci permettono di capire se la persiona che ci troviamo davanti stia cercando di mentirci. Per esempio le persone hanno la tendenza a toccarsi di più il naso quando mentono. Chi mente, spesso si copre la bocca con le mani oppure le tiene vicine a essa, come se volesse nascondere le bugie che sta per dire. Oppure
puoi capire se una persona sta cercando di ricordare o inventare qualcosa sulla base dei suoi movimenti degli occhi. Quando ricordiamo un dettaglio, i nostri occhi si muovono in alto e a sinistra; quando invece inventiamo qualcosa, gli occhi si muovono in alto e a destra. Le persone hanno anche la tendenza a sbattere le palpebre più rapidamente quando mentono.
La cosa che mi diverte di più in tutto ciò è che spesso la verità è sotto i nostri occhi ma noi non la vediamo.


Gaia affettava una certa disinvoltura mentre si versava un calice di champagne e elegantemente se lo portava alle labbra. Sembrava cresciuta studiando intonsi tomi di galateo, e io stavo per rovinarle la festa.
Senza farmi notare mi avvicinai lentamente e mi posizionai esattamente dietro di lei a distanza di un palmo di mano. Come avevo previsto si voltò di scatto e andò letteralmente a sbattermi sopra. Sacrificare il mio immacolato smoking per fare la sua conoscenza mi sembrava un buon compromesso. Tutto lo champagne finì sulla mia camicia e sui pantaloni.
La sua espressione di sincero orrore trasparì solo per un istante, poi si ricompose.
''Oh mi dispiace molto''si scusò prendendo un tovagliolo dal tavolo e cercando di tamponarmi la camicia.
''Non preoccuparti, sono cose che capitano. Anche io sono molto sbadato'' la provocai sorridendo.
Smise subito di tamponarmi e incrociò il mio sguardo.
''Scusami se ti correggo ma  solo tu sei stato sbadato. Io ero di spalle e di certo non potevo vederti, nè potevo immaginare che mi stessi passando accanto''rispose piccata.
''E allora perchè ti sei scusata?''la presi in giro.
Gaia incrociò nuovamente il mio sguardo e notai che cercava di capire esattamente che intenzioni avessi.
''Per educazione, naturalmente''rispose dopo un po' sorridendomi con stizza.
''Allora, per educazione, mi puoi gentilmente dire il tuo nome?''
La ragazza riacquistò in un lampo il suo contegno da femme fatale e mi sorrise languidamente. Era rientrata in un baleno nel suo ruolo una volta convinta di aver fatto colpo.
''Mi chiamo Gaia Diamante''
''Benissimo. Ora so a chi far recapitare la ricevuta della lavanderia. Sai quanto costa questo abito?''le chiesi, fingendomi indignato.
Le sue labbra perfettamente truccate formarono una perfetta piccola 'o'. L'avevo del tutto spiazzata.
Oh avanti Gaia, impegnati. Altrimenti non è più divertente.
Dopo essere scoppiata in una risata argentina la ragazza sorrise con garbo.
''Sarò ben lieta di pagarti il tuo abito, solo se tu mi riveli il tuo nome''insinuò.
''Mi chiamo Sebastian Conti''risposi senza pensare. Un vero investigatore in incognito non dovrebbe mai rivelare la propria identità.
Notai un guizzo nei suoi occhi quando sentì il mio nome ma poi fece finta di nulla.
''Non ti piace il mio nome?''le chiesi incuriosito.
Nel suo sguardo baluginò per un attimo lo sconcerto di essere stata scoperta. Probabilmente la esasperavo.
''No, no...Non è questo. Mi ricorda una cosa''sussurrò con un sorriso mesto. Sentii che per un attimo avevo squarciato il suo velo di Maya.
Quella creatura affascinante destava in me una smania di sapere incontrollabile.
''Che cosa?''
Gaia mosse una mano nell'aria come a voler scacciare un ricordo e tornò imperturbabile.
''Non ha importanza. Comunque, io so chi sei. Conosco il tuo segreto e ora gli hai dato un nome'' insinuò con un sorriso velenoso.
Stava chiaramente bluffando ma aveva un ottima faccia da poker.
''Ah sì? E quale sarebbe?''la sfidai alzando un sopracciglio.
''Lo so che sembro particolarmente stupida, ma non lo sono così tanto. I segreti sono un'ottima lama''
''Sarebbe una minaccia?''la provocai.
''Non ti hanno mai detto che la miglior difesa è l'attacco?''
''Ti senti attaccata da me?'' sussurrai avvicinandomi di più a lei.
La sua sicurezza vacillò per un istante e incredibilmente la vidi arrossire. Come poteva arrossire la signora indiscussa delle tresche? Come poteva imbarazzarsi dalla vicinanza di un ragazzo quando si mostrava come una ragazza abituata ad avere rapporti ravvicinati con l'altro sesso?
''In qualche modo mi spaventi, signor Sebastian. Ma mi sembra corretto avvertirti che iniziare una guerra con me non è affatto una mossa saggia''sussurrò a sua volta, avvicinandosi a me probabilmente senza volerlo.
''Lo terrò a mente'' risposi con un sorriso spavaldo.

''Gaia vieni un attimo?''la chiamò Rebecca con un sorriso tirato ma spazientito. Appena lei si voltò mi sentii attraersare il corpo dalle occhiate inquisitorie del suo gruppetto mal assortito.
''Arrivo''rispose velocemente Gaia.
''Beh, immagino che ora passarei il tempo ad aspettare con ansia la fattura della giacca''le dissi per lanciarle la stoccata finale.
''C'è chi passa il tempo ad aspettare una fattura e c'è chi lo passa spiando gli altri. La prossima volta che decidi di giocare al piccolo investigatore almeno scegli la festa di qualcuno che conosci'' rispose piccata e si allontanò, lasciandomi lì a rimurginare sui miei errori.
Non capivo come la situazione si fosse ribaltata; io ero lì per levarle la maschera ma era stata lei a smascherarmi. Al primo colpo. Non avrei saputo dire se provassi maggior ammirazione o fastidio nei suoi confronti.
Una cosa era certa: la guerra era iniziata.
   
 
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