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Autore: FatSalad    30/03/2018    5 recensioni
Spartaco è giovane, bello, spiritoso, laureato, con un contratto a tempo indeterminato e con un “superpotere”: quello di far cadere ai suoi piedi qualsiasi donna senza fare assolutamente niente.
Il rovescio della medaglia di una capacità del genere, però, è che Spartaco è incapace di costruire rapporti di amicizia con le ragazze e, soprattutto, quando si scoprirà completamente e perdutamente innamorato si renderà conto di una cosa: non ha assolutamente idea di come si conquista una donna.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Dall'altra parte dello schermo'
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Se gli avessero chiesto quale fosse il suo colore preferito, in quel momento Spartaco avrebbe risposto senza esitazione “petrolio”, benché avesse scoperto solo da pochi minuti che esisteva un colore del genere e che, sorprendentemente, non era un modo per intendere il nero.
Petrolio era il colore del vestito che stava indossando Irene e lui non riusciva a distogliere lo sguardo da quella stoffa che ornava in modo perfetto il suo corpo, stringendosi nei punti giusti e contrastando deliziosamente con la carnagione chiara della ragazza.
«Mi stai ascoltando?» domandò Irene, facendogli abbandonare le sue riflessioni sartoriali e cromatiche.
«Mh?»
Irene fece una smorfia, comprensiva, senza immaginare che la fonte di distrazione era lei stessa.
«Stavo dicendo che mi sono commossa quando ho sentito che a Nathan tremava la voce.»
Spartaco le sorrise e la prese per mano, avvicinandola a sé con la scusa di aiutarla a non cadere sui ciottoli.
Stavano camminando sul selciato che portava al ristorante in cui si sarebbe tenuto il ricevimento del matrimonio di Giulia e Nathan e Spartaco voleva avere Irene tutta per sé.
Durante la cerimonia era stato costretto a vederla solo da lontano, dal momento che lei si era rifiutata di accomodarsi in mezzo ai testimoni, confessando che si sarebbe sentita un'intrusa, ma avevano tutta la serata per rimediare.
Nel giardino antistante la sala del ricevimento era stato allestito un tavolo per l'aperitivo e Spartaco vi si diresse insieme a Irene, raggiante.
Anche lui si era commosso quando sua sorella, (la sua Giulietta!), aveva scambiato le promesse matrimoniali con Nathan, (il suo amico Scheggia!), ma era stato ben attento a non far scendere nessuna lacrima dagli occhi lucidi... beh, diciamo che ne era scivolata una... forse un paio...
Insomma, era troppo felice di vedere che la coppia trovava finalmente un po' di pace. Dopo quella prova di coraggio Nathan aveva avuto in carico un progetto iportante a lavoro, ed era sembrato a tutti un augurio di prospettive più rosee per il futuro.
«Spartaco! Auguri, amico! - gli disse un ragazzo venendogli incontro – Ho saputo che hai cambiato lavoro...»
«Eh, già...» rispose Spartaco con un'alzata di spalle, lanciando uno sguardo sbieco ad Irene.
Molti si erano scandalizzati quando aveva deciso di lasciare un posto sicuro e ben pagato per un progetto molto più incerto, Irene per prima.
«Ed ecco il mio socio in affari!» disse, tanto per tenere allegro il morale, tirando verso di sé Giovanni senza gentilezza.
Il ragazzo salutò l'amico comune.
«E di cosa vi occupate, esattamente?»
«Siamo rappresentanti di sussidi per disabili, tipo protesi o carrozzelle per intenderci, in particolare per le attività sportive.» snocciolò, ripetendo una frase ormai imparata a memoria.
«Oh.» fece il ragazzo, senza sapere che altro commentare.
«E alleniamo una squadra di calcio amputati. Siamo partiti da poco, ma siamo piuttosto ambiziosi, non è vero?» aggiunse Giovanni, guardando l'amico con malcelata soddisfazione.
Spartaco lo imitò e si sentì il petto esplodere di orgoglio e di una felicità non mediata.
Non era stato facile prendere quella decisione, ma adesso poteva dire con sicurezza di non avere rimpianti. Faceva un lavoro che gli permetteva di viaggiare, di stare a contatto con il pubblico, un lavoro che era sempre nuovo, non lo annoiava mai e per di più lo faceva insieme al suo migliore amico. Non l'aveva costretto, avevano maturato insieme quell'idea pian piano che si impegnavano nel centro TeneraMente in cui avevano conosciuto alcuni amici di Alice che amavano lo sport.
Giovanni aveva abbandonato l'università e inizialmente Spartaco l'aveva rimproverato, perché “senza un titolo al giorno d'oggi...” e bla bla bla, ma per come lo vedeva sereno adesso poteva affermare che il suo amico aveva fatto la scelta giusta. Forse il suo giudizio era parziale, ma credeva che fosse bravissimo nel suo attuale lavoro.
«Se vuoi far parte della squadra c'è sempre qualche posto tra le riserve.» stava dicendo in quel momento al malcapitato.
«Eh? Ma non bisogna essere... insomma, amputati?» chiese quello, sbiancando di colpo.
Giovanni fece un sorriso eloquente e Spartaco scoppiò a ridere, allora anche il ragazzo iniziò a ridacchiare, ma era sempre a disagio.
«Ah, voi due... voi due... siete sempre i soliti cazzoni!» disse, cercando di darsi un contegno e con una scusa banale si defilò in fretta.
«Ai nostri giocatori mancherà qualche arto, ma a lui mancano decisamente le palle!» esclamò Giovanni, guardando il tipo che si allontanava.
«Siete tremendi!» li rimpoverò Irene, che fino a quel momento si era tenuta in disparte.
«Irene! Ti ho già detto che sei stupenda oggi?» chiese Giovanni, nel tentativo di addolcirla.
Spartaco però intervenne, parandosi con decisione tra i due.
«L'hai già detto, sì e l'hai già guardata abbastanza. Ora gira al largo e punta qualcuna che non sia occupata!» disse con voce dura, ma scherzosa.
Il suo amico stava per ribattere ancora, ma una ragazza gli si gettò addosso gridando:
«Giovaaaa!»
«Ecco la nostra mascotte!» disse lui rispondendo all'assalto di Alice.
Spartaco li guardò mentre si allontanavano e sorrise. Non aveva mai dubitato che sua sorella avrebbe legato moltissimo con Alice, avevano entrambe una dolcezza sopra la norma, senza contare che Giulia, maestra elementare, sapeva trattare molto bene con il suo lato più infantile. Su Giovanni invece aveva nutrito qualche dubbio all'inizio, ma il primo commento di Alice quando l'aveva conosciuto era stato: “è uguale a Sam Claflin!”, che, a quanto pareva, era il suo nuovo attore preferito. Giovanni era stato conquistato dalle attenzioni e dagli abbracci della ragazza e Spartaco, non senza un po' di delusione, aveva dovuto constatare che non era più il suo preferito.
«Dove saremo a sedere?» chiese Irene, interrompendo il filo dei suoi ricordi.
Spartaco la guidò al tableau mariage per essere certo di non sbagliare a riferire, nel mentre si fermava a salutare tutti gli invitati, facendo il suo dovere di fratello della sposa e testimone e coglieva l'occasione per presentare a tutti Irene. Cercava di guardarla fino a riempirsene gli occhi e di tanto in tanto si lasciava sfuggire una piccola carezza, il più discretamente possibile.
Quella era la parte peggiore del suo licenziamento: non poter più vedere tanto spesso Irene. Passare dal vedersi tutti i giorni allo stare lontani a volte per più di una settimana intera non era stato semplice. Spartaco aveva dovuto fare i conti con la nostalgia e la paura della lontananza ed ogni volta che partiva per viaggi lunghi era come tornare a fare la scelta per la prima volta, ma pian piano i due avevano imparato a fidarsi di più e a gustare ogni istante che potevano passate insieme.
Mentre aspettavano che Giulia e Nathan finissero di scattare qualche foto, si apprestarono a prendere anche loro un aperitivo. Spartaco spiegava a Irene il grado di parentela che aveva con l'uno e con l'altro invitato, finché una voce femminile molto squillante non interruppe quella lezione di genealogia.
«Ciao tesoro, sei sempre più belloccio! Oggi poi con quel completo... quando sei andato a firmare insieme agli altri testimoni mi è presa una vampata! Scusa, vi lascio, vado a vedere nel tableau se tua sorella mi ha messo al tavolo con quel signore con la barba e il papillon di Gucci...»
Poi, così come era arrivata, li lasciò con un fruscio di stoffe.
«Tua... zia?» provò ad indovinare Irene, seguendo con lo sguardo la donna con l'abito di un improbabile rosa confetto pieno di lustrini.
«Oh, no. È Alessia, abita nel nostro palazzo. Non so come ma mia sorella ha legato molto con lei.» disse Spartaco, divertito dalle parole della ex-vicina di casa.
«Sembra una donna molto...»
«Appariscente?» disse Spartaco andandole in aiuto.
Irene annuì e Spartaco ridacchiò.
«Ti assicuro che da quando ha divorziato è molto migliorata.»
Irene strabuzzò gli occhi e scosse piano la testa.
«No, non voglio immaginare.»
Ad un certo punto la vide stringere le dita sul bicchiere e seguendo la direzione del suo sguardo capì che aveva visto Lilla.
Sbuffò, divertito dal fatto che ancora diventasse gelosa ogni volta che la vedeva o la sentiva nominare, benché non volesse mai ammetterlo.
La ragazza li vide e venne loro incontro insieme a Gregorio per scambiare due chiacchiere. Ormai i due facevano coppia fissa e, anzi, avevano iniziato a convivere da un paio di mesi. Spartaco era sollevato nel vederli così bene insieme. Gregorio gli aveva fatto un'ottima impressione quando l'aveva conosciuto, benché fosse un tipo serio, preciso, discreto, molto diverso da lui e mostrava tutta la sua maturità nei capelli già brizzolati.
Finalmente Irene si rilassò, mentre Lilla si allontavava da loro, ma fu un breve istante.
«Ciao Spartaco, auguri!» disse una ragazza dandogli due bacetti, prima di presentarsi a Irene.
«Piacere, Selene.» disse con uno sfarfallio di ciglia e un sorriso ammaliante.
Irene strinse i denti in un sorriso tirato e si presentò a sua volta.
«La mia ragazza.» spiegò Spartaco, gonfiando il petto come un bambino che mostra la sua bicicletta agli amichetti.
Selene non si trattenne oltre e si allontanò per andare a salutare altri conoscenti.
«Un'altra malvagia ex?» chiese Irene, cercando di celare una punta di gelosia mentre seguiva con gli occhi l'incedere elegante della bionda dalla bellezza fuori dal comune.
«No, ti ho già detto che l'unica amica di mia sorella con cui sono stato è Lilla, perché sei così sospettosa? Lei è la ex di Nathan.»
Irene fece tanto d'occhi e cercò di reprimere una risatina, ma il lato comico della faccenda non le permise di rimanere del tutto seria. Poi, tra tutti i commenti che poteva fare, scelse il più stupido.
«Ma... è più alta di Nathan!»
«A lei non importava. - disse Spartaco scrollando le spalle - E ti proibisco di fantasticare sulle doti nascoste di mio cognato!»
«Certo, Corto, non ti arrabbiare...» disse lei con voce maliziosa, cogliendo il sottinteso.
In tutta risposta Spartaco le sussurrò all'orecchio un rimprovero che la fece arrossire, poi, soddisfatto, proseguì con nonchalace il “tour” degli invitati.
«Quello con le bretelle era il portiere della squadra. Quello accanto credo sia un cugino di Nathan. La ragazza che sta venendo verso di noi invece è...»
«Marta! Ciao!» esclamò Irene, sorpresa.
«Ciao Irene! Che sorpresa vederti qui! Quanto tempo... come stai? Ciao Spartaco! Aspetta, ma voi... non ci posso credere! Sei tu la famosa nuova ragazza di Spartaco?!» cinguettò Marta, una cara amica di Giulia.
«Voi due vi conoscete?» chiese Spartaco spostando due occhi sgranati dall'una all'altra.
«Marta era vicina di casa di mia nonna, così da piccole a volte abbiamo giocato insieme nel giardinetto.»
«Già. E come sta Alice?»
«Bene, grazie, è qua da qualche parte. Temo che resterà tutta la sera attaccata a Giulia, continuava a ripetere che sembrava una principessa!» scherzò Irene.
«Come darle torto?! Oh, ma è veramente incredibile! Sei la ragazza più chiacchierata del quartiere negli ultimi mesi ed io ti conosco! Sono emozionata, anzi, elettrizzata!» escalmò, senza riuscire a trattenere un gridolino.
«E come mai sono diventata così popolare, d'un tratto?» chiese Irene, sinceramente stupita.
«Come perché?! È la relazione più lunga che Spartaco abbia avuto dai tempi di... ehm...» s'interruppe di colpo, lanciando uno sguardo imbarazzato a Spartaco.
«Sa di Lilla.» la rassicurò lui, intuendo il motivo del suo disagio.
«Oh. Beh... se proprio vogliamo dirla tutta sei la ragazza con cui Spartaco abbia avuto la relazione più lunga consecutivamente
Irene, per la prima volta, riuscì a ridere di gusto per un'affermazione che riguardava Lilla e Spartaco fu lieto di notare che finalmente si era rilassata, quando Marta si allontanò da loro.
«Che tesoro che è Marta...» commentò la ragazza con dolcezza.
«Sì, è una ragazza buffa, ma adorabile. Sai che è lei che per prima mi parlò di quel gioco...»
«Non dirmelo! - lo interruppe Irene - Ti ha fatto conoscere lei il gioco di ruolo? Anche a me!»
«Wow, quindi in un certo senso è stata Marta a farci incontrare? Non dirglielo, ti prego, a giudicare dalle sue precedenti reazioni potrebbe rimetterci le penne dall'euforia!»
«Accidenti, adesso mi sentirò in debito con lei.» rimuginò Irene dopo una risatina.
«Puoi sempre farle conoscere qualche tuo amico, è single se non sbaglio.» disse Spartaco con una scrollata di spalle.
«Mmm... ma lei è così dolce e carina... le servirebbe un bravo ragazzo, in gamba, divertente... non so, uno tipo Giovanni.»
«Ah! Che coppia sarebbero, te li immagini? Poi lui con la sua fisse per le tette...»
La frase gli morì sulle labbra. Di colpo si fece serio e i due si guardarono per un lungo attimo.
«Credi che qualcuno se ne accorgerà se facciamo un salto a scambiare due segnaposti?»
«Presto, prima che finisca il prosecco!»

 

FINE



Il mio angolino:
A tutte le persone che mi hanno seguito fin qui: grazie!
Grazie specialmente a chi ha trovato il tempo di lasciarmi un commento, il piacere più grande per chi scrive (e spero sia un piacere anche per voi che avete recensito!).
Dopo quasi un anno è una soddisfazione non da poco riuscire a terminare Falso Contatto, con tutta la fatica che ha comportato in certi momenti, ad esempio la scelta dei titoli dei capitoli (ma chi me l'ha fatto fare di cercare titoli che avessero sempre a che fare con la luce, chi??), oppure la crisi che ho avuto a metà percorso, quando mi sono accorta che il finale che avevo pensato inizialmente non era affatto di Spartaco e mi ha costretto a ripensarmi. Insomma, piano piano tutto si è risolto, lasciandomi piuttosto soddisfatta del lavoro.
La serie al momento si chiude qua e come potete immaginare ci ho lasciato un pezzetto di cuore. Anche se ho altre storie in testa (e nel pc...) credo che per un po' mi gusterò il sapore della soddisfazione, contemplando il frutto delle mie fatiche... ma non smettete di seguirmi, potrei spuntare con un nuovo progetto da un momento all'altro!
Grazie e Buona Pasqua,
FatSalad
   
 
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