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Autore: marie52    30/03/2018    0 recensioni
Alcuni pensieri di un pirata che ben conosciamo riguardante un vecchio amore e un fantasma del passato.
Dal testo:
Se ne era accorto fin dal primo incontro, che era diversa da qualsiasi altra donna,
conosciuta all'interno di una taverna qualsiasi.
Spero vi piaccia
un bacio
marie52
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Skinny Love

Barbossa sebbene non lo mostrasse, non era una persona senza cuore e, quello nel mondo piratesco non era una qualità bensì un limite.
Non si manifestava con i suoi nemici: non provava dolore quando ammazzava un avversario a duello, quando vedeva il suo sangue sgorgare dalla ferita e quella faccia morente guardarlo con due occhi pietosi.
In quei casi provava una gioia immensa nel conficcare la spada nel loro petto, sentendosi vivo e avventuroso proprio come un pirata doveva essere.
No.
Si manifestava nei momenti meno opportuni, quando per esempio doveva punire un suo mozzo per una frase offensiva verso di lui oppure quando c’entrava il suo vecchio amico, Jack Sparrow con la sua stupida idea di essere il capo della Perla Nera, la sua amata nave e che il sangue inevitabilmente doveva sgorgare, altrimenti avrebbe perso di credibilità.
Era un capitano e, come tale doveva dare l’esempio agli altri suoi membri della ciurma.
Tuttavia, se per il mozzo, forse, non avrebbe sentito il senso di colpa alleggiare nel suo cuore, perché aveva imparato a nasconderlo molto bene agli occhi dei suoi sottoposti, con quella battuta e il sorriso malvagio sempre pronto, per quanto riguardava Jack la questione era diversa ( e il fatto che avesse chiamato la sua amata scimmietta con il suo identico nome lo dimostrava appieno).
Il pirata infatti, era prima di tutto difficile da decifrare, perché imprevedibile, caratteristica che Hector non aveva mai sottovalutato nei tanti anni come sottoposto di Sparrow: per quanto pazzo potesse sembrare agli occhi di estranei, il pirata era in realtà molto intelligente e sveglio, capace di capire in un istante quale fosse la mossa migliore per poter fuggire da una situazione letale, senza sprecare uomini inutilmente.
Oltre a ciò, Sparrow era inoltre un abile ammaliatore perché abboffando, l’avversario di parole senza senso apparente riusciva senza volerlo a fargli cambiare idea, lasciandolo vivo ( perché Barbossa aveva visto fin troppe volte situazioni in cui la pelle di quel moccioso era a rischio mortale) e lanciando l’attenzione verso un nuovo nemico.
Ma, se fosse stato solo per questo, il capitano avrebbe già ucciso quel tipo da molti anni, risparmiandosi umiliazioni ma anche casini che quello stesso pirata aveva creato nel corso degli anni.
No, il problema con quel pirata era la sua vastissima conoscenza delle persone con cui andava a relazionarsi.
Sapeva bene, quali tasti dover colpire per far cadere nella sua trappola un soggetto apparentemente freddo, capendo persino la psicologia con cui un avversario colpiva.
Se diretto oppure indiretto, se di fronte al proprio fantasma oppure con dei sotterfugi.
Se scopriva già le sue carte come per sfidarlo a colpirlo o se invece giocava a scacchi, in una danza incerta.
Era uno stratega.
Tuttavia, anche se fosse stato solo per quello, per quella capacità che lo rendeva paradossalmente, un avversario temibile, avrebbe potuto ucciderlo in numerose occasioni.
Perciò cosa lo tratteneva dal staccargli la testa dal corpo?
Per quanto volesse negarlo, il capitano sapeva che in realtà provava una certa ammirazione e un quantità minima di affetto verso quel ladro, quel pirata senza pudore ne rispetto.
Infondo Jack, era stato forse l’unica persona che potesse contare veramente, non soltanto quando lui era a capo della Perla ma anche ora, mentre quel maledetto girava in lungo e in largo per il globo assieme alla sua nave.
Lo aveva aiutato in diverse occasioni anche per questioni personali senza chiedergli, incredibilmente, nulla in cambio perché infondo, molto in profondità, Hector sapeva che quel pirata, all’apparenza senza scrupoli avesse un codice anche lui.
Ridotto all’osso ma lo aveva.
Il capitano, alzò lo sguardo verso le stelle, alte nel cielo, esattamente come quella notte, in cui la sua vita era stata posta ad un bivio e aveva dovuto scegliere tra il dovere, gli obblighi che sentiva sulle sue spalle e il piacere ovvero la sua vita attuale.
Tra il mare la sua vocazione e la terra ferma, noiosa e semplice.
Tra le stelle, miliardi di luci scintillanti sicure di più di moltissime amanti dell’altro pirata, e una luce luminosissima solitaria come lui ma più preziosa di tutte le monete d’oro di Cortez.
Tuttavia, il ricordo di quel corpicino, piccolo ma più letale di milioni di nemici riportò la sua mente anche a quel soggetto, pazzo quasi quanto lui, incontrato per caso, in un isola molto simile a quella di Tortuga, ma in una notte diversissima.
Un tempo da lupi, la cui nebbia circondava la Perla dandole un aspetto più spettrale e, le cui onde si infrangevano sulle tavole più violente di qualsiasi altra tempesta, che Barbossa avesse mai provato in vita sua.
Se non fossero stati vicini ad un porto, pensò amaramente forse non l’avrebbe mai incontrata e tutto quel dolore che ancora provava non sarebbe entrato nel suo cuore.
Perché si, nonostante fosse incredibile pensarlo lui, il Capitano Hector Barbossa, proprietario legittimo della Perla, era stato innamorato e per di giunta di una giovane, bellissima donna, conosciuta su un’isola qualsiasi nel vasto Oceano.
Hector se ne era accorto fin dal primo incontro, che Margaret Smyth era diversa da qualsiasi altra donna, conosciuta all’interno di una taverna qualsiasi ( e prima di incontrarla, il pirata aveva girato assieme  a Sparrow diverse isole e altrettanti locali): innanzitutto era intelligente e, pericolosamente sicura di se e del suo fascino.
Lo aveva dimostrato non appena Jack aveva tentato di abbordarla, con il suo classico trucco da uomo di mondo e lei, con un sorriso ironico sul viso dapprima era stata al gioco avvicinandosi all’uomo sotto lo sguardo seccato dello stesso Hector, che si era chiesto in quel momento come riuscissero le donne a cascarci come pesci nella sua rete, poggiandogli anche le mani sulle spalle utilizzando aggettivi  che il pirata aveva già sentito come carino oppure molto affascinate per poi con un movimento suadente del corpo avvicinarsi al suo orecchio e urlandogli facendosi sentire da tutti i pirati un secco “ Non esco con i pirati come te”, prima di tirare all’indietro la sedia, senza pudore ne paura, facendo cadere l’uomo mezzo ubriaco per terra e lasciandolo lì, intontito con gli occhi spalancati.
Oltre a ciò, il pirata aveva notato che quella donna inoltre era molto bella da un punto puramente estetico.
Lunghi capelli neri, disordinati e sciolti che facevano risaltare i suoi occhi verdi simili a quelli di un gatto, vestita con un abito sobrio ne elegante e nemmeno troppo semplice, azzurro, che risaltavano le labbra piccole ma carnose.
Si erano scambiati solo un occhiata fugace e, incredibilmente lei gli aveva lanciato un occhiolino, sicuro nella sua timidezza prima di uscire dal locale lasciandolo lì, immobile senza poter fare niente.
Lui, che era vecchio e decrepito, che non voleva voler niente a che fare con storie d’amore o donne aveva fatto colpo a una, che invece aveva rifiutato Jack, che lo fissava, furioso e incredulo mentre in cuor suo, il capitano sperava che il rossore che si era formato, sulle guance fosse scambiato per il troppo bere.
Passarono anni prima che la rivide, in un isola diversa per giunta con i capelli neri corti e vestita con abiti più pirateschi in un certo senso eppure ancora bella nonostante le prime rughe che iniziavano già a farsi vedere.
E, per qualche anno aveva deciso di essere egoista e di comportarsi come un uomo qualsiasi verso una donna del genere, che lo sfidava e lo invitava a cercarla, prenderla, amarla.
Ma, poi il dovere lo aveva richiamato indietro.
Quel mare che amava e quel maledetto di pirata con la sua mappa verso la fonte dell’immortalità.
Non lo aveva fermato prima di partire.
Non era quel tipo di donna perché era sempre stata cosciente che lui era un pirata, innamorato del mare.
Non aveva pianto nemmeno perché come lui, non mostrava le sue emozioni.
Ma, solamente dopo un mese, la Perla andò perduta così come la sua gamba e decise di tornare indietro da lei, perché senza più la sua nave, avrebbe potuto vivere una vita tranquilla con lei al suo fianco.
La cercò in lungo e in largo, ma quando la rincontrò non era come se lo aspettava: giaceva morta in un vicolo stesa per terra, gli occhi chiusi come se stesse dormendo, priva di vestiti, rubati forse, dai più disperati, i capelli neri che brulicavano di topi e in braccio aveva un fagotto, piccolo e dolce che strillava come una sirena il suo dolce canto.
La prese senza esitare nonostante quella orribile visione e, la vide.
Una dolce stella solitaria, che gli assomigliava paurosamente.
Guardò qualche secondo la madre, tentando di trattenere le lacrime e, per quanto avrebbe voluto portarla con se, dato che l’indomani sarebbe dovuto partire per Londra, sapeva fin troppo bene che quella non era vita per una bambina.
Barbossa sapeva di non avere scelta, eppure il ricordo di quell’abbandono in quell’orfanotrofio sconosciuto, di quel diario con quel rubino incastonato lasciato insieme alla piccola Carina Smyth, lo stesso cognome della madre, continuava a tormentarlo.
Sarebbe stato il suo grande rimpianto, ne era consapevole ma sapeva che senza di lui, lei avrebbe avuto una vita felice semplice come qualsiasi altra persona.
Non avrebbe potuto dargli la felicità che si meritava.
Questo si ripeteva ogni volta che rivedeva quel fagotto nei suoi incubi.
Ed era vero.
Perché in fondo cosa avrebbe potuto dargli un pirata come lui ad una bambina come lei?
Ma, mai si sarebbe immaginato che quel passato sarebbe tornato realmente a tormentarlo, con quei capelli identici a quelli della madre, gli occhi come i suoi, che amava il mare quasi quanto lui e navigava quel vascello forse anche meglio dell’uomo.
Che aveva sostenuto, schiaffeggiandolo anche, che suo padre non era un ladro ma un uomo di scienza.
Lui che di scienza, conosceva bene quelle stelle, quelle che lei seguiva con tranquillità e leggerezza.
- Dimmi come ti chiami?- le chiese tentando di mostrarsi il più tranquillo possibile e, mentre lo fissava il capitano si chiese se quegli occhi potessero leggere il tormento nella sua anima.
- La più lucente stella del Nord mi ha dato il nome. - rispose per poi accarezzare tristemente quelle stelle incise sopra la copertina e il capitano faticò a non alzare la manica per controllare se la loro posizione fosse la stessa o se la sua memoria si ingannava nel ricordare quel nome, dato proprio per la sua luce, la sua bellezza in un oscurità profonda.
-Sarebbe Carina-
- Carina Smyth- lo corresse lei e il pirata sentì il cuore pulsante accelerare di battiti, fissandola come avrebbe voluto sempre guardarla se avesse scelto quella strada, giusta per una bambina così piccola e dolce- Conoscete le stelle?-
- Sono un capitano.- le rispose allontanandosi lentamente, tentando di non inciampare ne di far trasparire quelle emozioni contrastanti -So quali stelle seguire per far ritorno-
E, quando la bussola di Jack, quella che mostrava la cosa che più voleva al mondo, indicò lei, la sua bambina, il pirata capì all’istante che forse, aver amato qualcuno non era così male.
Perché Carina era il tesoro più grande e più prezioso di qualsiasi altro e lo avrebbe protetto ad ogni costo.
Persino dalla morte stessa.
-Chi sono io per te?-
-Un tesoro-
E saltò.
 
Angolo autrice:
Amo questo personaggio e sinceramente sono stupita che il film sia piaciuto in pochissimi sopratutto perché il quattro era orribile, trama tremenda e recitazione pessima che non si poteva salvare neanche con il doppiaggio italiano.
All'inizio ero scettica ma il personaggio di Carina mi ha conquistato: il rapporto poi con Barbossa è spettacolare.
Mi ha conquistato il modo in cui la guarda come se fosse il suo intero universo e poi il finale...
Gli hanno dato una fine ottima, degna del personaggio ( e sinceramente spero con tutto il cuore che non riportino il personaggio di nuovo in vita se non con dei flashback, magari mostrando il rapporto che ho immaginato tra lui e beh Margaret.)
Spero di avervi incuriosito
A presto
marie52
  
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