Lampi, tuoni, fulmini. L'uomo dormiva con una gamba fuori dal letto, che rasentava il pavimento. I capelli neri spettinati sul cuscino bianco, con il viso affondato dentro di esso. Gli occhi gonfi del bassista erano ora chiusi, mentre nella stanza distrutta e disordinata echeggiava un soave russare, causato un po' per le innumerevoli fratture al setto nasale di Murdoc, un po' perché quella notte l'uomo era caduto in uno stato quasi di catalessi, un po' come un sasso che affonda nell'acqua: in un secondo, ma profondamente. La schiena dell'uomo era scoperta, mostrando alcuni tatuaggi e la pelle olivastra, tendente al verde. Accanto a lui c'era una ragazza, che dormiva accoccolata al suo fianco. A terra vi erano mozziconi di sigarette, bottiglie rotte, preservativi usati...la ragazza aveva i capelli neri, lunghi, gli occhi castani e il viso in qualche modo perfetto. Sembrava che fosse stato scolpito dagli angeli, quel viso. Il suo corpo era pieno di graffi e lividi, tatuaggi satanici. Avvicinò una mano alla testa dell'uomo, giocando con i suoi capelli corvini. Lui forse era l'unico (assieme alla ragazza nel suo letto) in quella malandata casa a non curarsi del tempo fuori.