I can't see him, I can't call him up.
The man I love - Lana Del Rey


Brezza di mare, sabbia, sapore di patatine vivaci, un telo consumato.

Sente la melodia avvicinarsi, il volume si alza, le note diventano più insistenti fino a occupare il cervello, fino a riempirlo e a svuotarlo di ogni residuo di pensieri alieni.

È una canzone che conosce bene.

La sua musica di sottofondo. Quando non ha altro con cui svagarsi, questa si riversa nell'atmosfera, inebriante, irresistibile.

Si lascia andare al ritmo e sorride, facendo ondeggiare la testa, i capelli lunghi e bagnati accarezzano la schiena. Sa bene che non deve permettere alla musica di durare troppo o la trascinerà giù. Sa bene che potrebbe trasformarsi nella sua schiava, nel suo serpente incantato, nel suo burattino danzante.
Deve alzarsi e correre verso il mare, tuffarsi dentro le immensità turchesi per attutire la melodia stregata.

Il punto è che, a volte, non solo non ne ha la forza ma non ne ha la voglia.

Granelli di sabbia con cui quasi si obbliga a tapparsi le orecchie.