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Autore: milla4    31/03/2018    0 recensioni
Liberata due volte, non avrebbe sprecato quel dono dall'unica persona che, forse, avrebbe potuto amarla.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Libertà dell'oblio


Camminare, poteva fare solo quello.
Un passo dopo l’altro: avere una meta non era indispensabile. Mai fermarsi perché vorrebbe dire pensare, provare a capire e Mary non voleva pensare o provare a capire.
Voleva solo andare avanti e avanti così forse per il resto della misera vita che le restava.

Sì, misera.

Li aveva amati entrambi, perché ognuna delle due parti si congiungeva perfettamente con le sue, perché ognuno di noi ha mille volti, talvolta nascosti, altre volte no, ma ci sono e, Mary con loro si era finalmente si sentita completa.
Li aveva amati certamente non allo stesso modo: il professore era un’anima eletta, la faceva sentire al sicuro, protetta ma, soprattutto, voleva capire chi lei fosse, voleva conoscerla, voleva lei.

Quante volte aveva visto negli occhi di lui una bramosia inespressa, una voglia di stringerla, di toccarla, di amarla? Eppure la loro relazione era basata su timidi ma non innocenti sguardi, segreti inconfessabili che solo tra di loro potevano dirsi.

Hyde era uno spirito affine al suo, entrambi avevano un oscuro segreto che li corrodeva dall’interno, entrambi erano odiati e, allo stesso tempo, adorati dai propri padri.
Il bacio, il suo primo e unico bacio era stato un furto: non lo aveva voluto eppure non lo aveva negato.
Misera perché il suo cuore era ancora nel suo petto, ma nudo, spogliato della sua corazza di passione e frasi mai confessate


Del fango le insozzò la lunga gonna nera dell’unico abito che aveva: che importanza poteva avere? Mai avrebbe trovato un altro lavoro, era un’assassina.
Si erano uccisi per lei. Si era ucciso per lei.

Qualcuno la spintonò facendola sbattere contro altre persone, ma lei continuava ad andare avanti, sempre avanti. Verso il fiume, sapeva cosa doveva fare.

***
Le guardie la ritrovarono diverse ore dopo, l’allarme era stato dato dal maggiordomo, il Signor. Poole.
Era stato lui a ritrovare il corpo del suo padrone e, anche le valigie della giovane e strana governante che, da pochi mesi, era entrata a far parte della servitù di quella casa ormai senz'anima.
L’avevano trovata accucciata accanto ad una fontana, muta, nei suoi occhi, il buio.
Si erano mormorate delle cose dentro quella casa, molte disdicevoli, soprattutto quelle riguardanti l’ambiguo rapporto tra la nuova ragazza e l’anziano dottore; eppure nessuno parlò.
Quando la polizia li interrogò su un possibile coinvolgimento di Mary con la morte del dottor Jekyll, tacquero. L’avevano invidiata, certo, ma ormai era come loro: perduta.
Senza referenze e con l’ombra del sospetto sulla loro testa, nessuno li avrebbe più assunti e, per questo, tacquero. Era stata una disgrazia e null’altro.

-Mary Reilly?- un giovane ragazzotto in divisa le si avvicinò titubante, lei non rispose.
-C’era un biglietto , nel laboratorio…- non finì la frase, l'inesperienza spiccava nei suoi gesti afettati mentre glielo porse:
"Vivere non è una scelta, morire sì.
Ormai il mio male sta vincendo e voglio solo libertà, per tutti.
Sono un uomo di scienza e so quando una battaglia è perduta, per questo lascerò il mondo alle mie condizioni.
Non mi lascerò prendere.

Addio"

Allegate c’erano le referenze per ogni membro della servitù.
La scrittura era quella di Jeckyll, certo, ma le parole, le parole no; troppo passionali e irruente per essere sue. Era stato Hyde, lo avevano scritto insieme, chissà da quanto tempo sapevano che sreabbe finità così, forse da troppo.
Mary fissò intensamente il foglio, quel piccolo pezzo di carta che voleva dire tutto. Ignorò le grida di esultanza di Bradshaw e degli altri suoi compagni di sventure, dimentichi della morte del loro padrone così poco apprezzato; ignorò le rassicurazioni del poliziotto sulla sua posizione attuale, sul fatto che sicuramente, grazie ad esso, sarebbe stata scagionata. Le interessavano solo quelle righe.
L’avevano liberata, di nuovo.
Voglio solo libertà, per tutti. Per lei.
E lei non avrebbe mai sprecato quel dono d’amore, mai.
   
 
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