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Autore: valechan91    01/04/2018    0 recensioni
Lo scontro finale tra il Re Demone e il suo Primo Cavaliere.
Happy IwaOi Day. 01.04.2018
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di ritorno con una nuova IwaOi! Cosa c’è di meglio?
Per festeggiare l’IwaOi Day, che cade in un giorno sacro per i credenti, è necessario celebrare c on tutti gli onori. Stavolta, mi sono ispirata a qualcosa in particolare…
Buona lettura!
 
 

Lean on me
 
 
Era arrivato il momento della battaglia finale per i nostri eroi. Hinata, il piccolo eroe che stava combattendo, era quello che più subiva l’influenza di tutta la situazione.
Kageyama, il loro arciere, era stato catturato dal Re Demone, Oikawa. Sir Iwaizumi, il Cavaliere che aveva servito tempo  addietro il sovrano dei demoni,  lo aveva rassicurato.
“Andremo a salvarlo” aveva detto il giovane dalla spada tanto particolare. E così era stato.
Shouyou si sentiva in colpa, e lottava, e lottava. Kageyama era stato ferito e catturato a causa sua, a causa della sua disattenzione durante la battaglia.
Quando riuscirono a liberarlo, la sorpresa fu amara.
Iwaizumi non aveva calcolato che anche Kageyama aveva servito presso il castello, e Oikawa contava di riportarlo a sé, proprio come voleva fare con lui.
Il mago Kuroo, per ordine del Re, gli aveva lanciato un maleficio: per qualche tempo, Kageyama sarebbe stato un burattino nelle mani dei demoni. Prova erano quelle due corna, spuntate all’improvviso.
Avevano salvato Kageyama, che sembrava svenuto, quando all’improvviso il ragazzo ebbe come una crisi. Iniziò a urlare, e poi comparvero due corna sulla sua testa.
Voltandosi, si rivolse a loro, con uno sguardo quasi assente, vitreo, come se non li vedesse davvero.
“Iwaizumi-san, Kenma-san, Hinata. Forse... siete arrivati troppo tardi” disse prima di attaccarli.
Hajime, nel mezzo della battaglia, ricordò quando Tobio era stato catturato. Era bastato un dito a Tooru, comparso dal nulla, con la sua aura regale e quel sorriso malefico sul volto, per metterlo letteralmente al tappeto.
“Iwa-chan” aveva commentato il sovrano, chinandosi verso dl lui, in un gesto che era più un guardarlo dall’alto in basso “mi deludi, il mio Cavaliere messo fuori gioco così”
 
 
 
Era bastato poco in seguito, per unire le forze e vincere almeno la battaglia. Ma non la guerra.
La guerra sarebbe finita quando Tooru sarebbe tornato in sé, e Hajime sapeva che quel compito spettava a lui. Sapeva di essere l’unico in grado di potercela fare.  Fu Kuroo, collaborando con il secondo mago Kenma, a dare loro la pozione magica per annullare l sortilegio lanciato sull’arciere.
Hajime si guardò intorno. Mentre Kenma stava dando la pozione a Kageyama e gli altri combattevano (meno Hinata, in apprensione per l’arciere),il Cavaliere si scagliò contro il sovrano, deciso a porre fine a quell’assurdo gioco di potere senza alcun futuro per nessuno di loro.
Tooru intercettò l’attacco, e gli bastò muovere un dito per evitarlo.
“Cosa credi di fare, Iwa-chan?!” gridò il demone, attaccando l’altro.
Hajime avvertì un peso gravargli addosso e si ritrovò ad osservare molto da vicino il terreno su cui prima poggiava i piedi. Gli ci volle tutta la sua forza fisica e tutta la sua forza di volontà per riuscire, dopo poco,  a non soccombere a quell’attacco.
L’armatura era quasi del tutto andata. Schioccò la lingua, stizzito.
Tooru preparò un altro attacco, stavolta rompendo dei grossi massi lì vicino, ma Hajime fu lesto ad evitarli.
In un balzo, Oikawa gli fu accanto. “Sei diventato più veloce, Iwa-chan, ma non ti servirà”
Iwaizumi iniziò a colpirlo con dei fendenti, a vuoto. L’aura magica intorno al re non era così facile da abbattere.
Hajime non si perde d’animo, e accennò un sorriso. Tooru non aveva perso le vecchie abitudini.
 
 
 
 
Ricordò le volte in cui, al castello, ancora fanciulli in erba, si erano allenati insieme.
Oikawa, una volta cresciuto, aveva acquisito una caratteristica innata: riusciva a muoversi molto più velocemente attaccando di lato, che frontalmente. Gli Anziani avevano accuratamente valutato la velocità e la combattività del sovrano. Tooru, se attaccava frontalmente, raggiungeva i 30 metri al secondo, mentre se attaccava lateralmente, ad esempio da destra verso sinistra, raggiungeva anche i 300 metri.
Era una caratteristica poco comune anche per i demoni di sangue reale. Si diceva che demoni con tali caratteristiche nascessero con la cadenza di due lune rosse.
Hajime individuò il punto debole della barriera del sovrano e la abbattè con un unico fendente. Oikawa, pieno d’ira, lo scagliò lontano contro le rocce. Non prima di aver visto il sorriso sghembo del Cavaliere.
“Perché…” commentò, quasi in un sospiro, come un mormorio “perché TI SCAGLI CONTRO DI ME? HAI FORSE SCORDATO IL PASSATO, IWA-CHAN? … HAJIME” gridò Tooru, con tutto il fiato che aveva.
Sconvolto, il sovrano stava per rientrare al castello, ma Iwaizumi fu più veloce. Lo afferrò per il polso, venendo così trasportato insieme al sovrano nelle stanze reali.
“Perché mi hai seguito, Iwa-chan? Pensavo volessi uccidermi. Vuoi farlo senza prenderti alcuna gloria? Tipico di te, mio Cavaliere” sentenziò Tooru, con il capo inclinato a scrutare chissà cosa in una piccola sfera di cristallo. Il suono di quelle parole, privo di qualsiasi emozione, non piacque affatto ad Hajime.
“Ma stavolta” sogghignò malefico, alla fine, Oikawa “seguirai il tuo Re” si avvicinò alla finestra più vicina per poi lanciarsi nel vuoto.
Iwaizumi, d’istinto, lo seguì, lanciandosi.
“Sono uno stupido! E lo è pure lui! Un demone non muore per così poco! Perché diavolo lo sto seguendo in questo modo?!”
Hajime non ebbe molto da pensare. Erano i battiti del suo cuore a dargli la risposta. Quella risposta celata ormai da tempo, che quel maledetto e pomposo demone gli tirava fuori con la forza.
Una volta raggiunto il suolo, Iwaizumi non perse tempo. Si avvicinò al sovrano, prendendolo per il colletto.
“PER CHI DIAVOLO CREDI CHE COMBATTA, AH?!  RAZZA DI IDIOTA! HAI PERSO IL LUME DELLA RAGIONE MOLTE LUNE FA, E SPETTA A ME FARTI TORNARE IL SENNO, RE DEI MIEI STIVALI!”
Dopo avergli urlato in faccia, Hajime lo lasciò andare, e Oikawa crollò a terra, seduto, poggiandosi ad una roccia.
“Iwa-chan…io..” fu il solo mormorio che gli uscì dalla bocca.
“Vuoi ancora combattere? Non ti è bastato?”  Iwaizumi lo fissò attentamente, facendosi più vicino
All’improvviso, nella mente di Tooru riaffiorarono vari ricordi, tutti con protagonista il suo Cavaliere.
Un Hajime ancora bambino, ancora ai primi stadi dell’addestramento. Hajime che lo guardava mentre si allenava con la magia. Hajime mezzo addormentato, quando si intrufolava nella sua stanza. Hajime che gli sorrideva sghembo.
 
 
 
“Io… CERCAVO SOLO UN MODO DI FORMARE UN REGNO PER NOI DUE!”
Con tutto il fiato che aveva in gola, Tooru gridò al vento quelle parole, quasi come se per la prima volta ritrovasse qualcosa che aveva perduto da molto tempo.
“Noi due…” mormorò alla fine, tra le lacrime
Hajime si chinò, per guardare fisso in quegli occhi velati di lacrime.
“Sei tornato in te” commentò soltanto, prima di afferrarlo per il colletto, tirarlo a sé, e baciarlo.
Entrambi sentirono di nuovo un calore, quel calore che da tempo non avvertivano più. Riscaldava loro il cuore, l’anima, tutto il corpo. Tooru chiuse gli occhi, ricambiando il bacio e cingendo il collo del Cavaliere con le braccia.
Si staccarono poco dopo, fissandosi intensamente.
“Iwa-chan…”
“Non hai bisogno di dire nulla” mormorò Hajime, stringendolo in un abbraccio “ non serve parlare”
Oikawa gli si avvicinò di nuovo per poi baciarlo, tirandolo istintivamente a sé e ritrovandosi a sentire il freddo del terreno sotto di sé con la schiena.
Benchè una parte del castello stesse lentamente crollando, sembrava tutto finito.
Una volta staccatisi, Hajime si alzò, tendendo la mano a Tooru per aiutarlo ad alzarsi. Si riprometteva di rimproverarlo, un Re non doveva venire meno all’etichetta.
Oikawa fu veloce ad intuire il pericolo. Si parò davanti ad Hajime, poco prima che una freccia lo colpisse in pieno petto.
“Iwaizumi-san, perché non lo ha ucciso?”
Era Kageyama. Dopo essere rivenuto, si era rabbuiato, e, cosa incredibile, aveva chiesto scusa a Hinata. Quel piccoletto stupido e vivace si era preoccupato, così come gli altri, e a Tobio era bastata un’occhiata per capirlo.
“Kageyama! No! È ormai finita!” si intromise Hinata, mentre un preoccupato Iwaizumi, con l’aiuto di Aone, portava il sovrano nel castello.
I maghi sanarono subito la ferita, sebbene per qualche tempo sarebbe rimasta sul petto la cicatrice provocata dalla freccia.
 
 
 
Per quella notte, il gruppetto rimase al castello.
Tooru e Hajime parlarono,parlarono molto e di tantissime cose. Ricordarono il passato e discussero del loro futuro. Per poi, alla fine, con un bacio suggellare quella promessa di restare per sempre, stavolta, l’uno al fianco dell’altro. Quel bacio riaccese la fiamma della passione mai sopita tra i due, e fu così che Hajime si risvegliò nel letto del sovrano, con la cervice castana poggiata delicatamente sul proprio petto.
Tooru si svegliò poco dopo, mugolando e sorridendogli. “Buongiorno, Iwa-chan” mormorò il sovrano, ancora mezzo addormentato, senza dare segno di volersi muovere.
“Buongiorno, Tooru” lo salutò il Cavaliere, fissandolo, poco prima che il re si chinasse per baciarlo lentamente. Dopo un po’ di tempo, Oikawa decise di muoversi, mettendosi sul compagno.
Quando si staccarono, Iwaizumi gli pose una domanda.
“Cosa ha intenzione di fare, adesso?”
“ Abbiamo tutto il tempo per pensarci, Iwa-chan” sogghignò Tooru “governerò questo regno, stavolta nel modo migliore. Ma dovremo far ricostruire l’ala del castello andata distrutta. Sarai al mio fianco, no?”
“Mi sembra ovvio, chi altri sarebbe in grado di sopportarti?” commentò Hajime, ironico
“Sei cattivo, Iwa-chan! Sarò un sovrano che si farà perdonare! Ma adesso pensiamo solo a noi due, Iwa-chan” concluse Oikawa, baciando nuovamente il proprio Primo Cavaliere, che era anche molto di più di un semplice amico di vecchia data o una guardia del corpo.
Era la persona senza la quale perdeva la bussola, pur essendo sempre in grado di cavarsela da solo. Era la sola persona in grado di completarlo nel profondo, quella che lo conosceva meglio di tutti.
Anche Hajime era felice, mentre ricambiava il bacio.
Aveva salvato la persona che più amava al mondo, e non c’era stato bisogno di parole tra loro, come era stato nel passato.
Uno accanto all’altro, per sempre. Era così che doveva andare.
 
 
 
 
 
 
Alla prossima IwaOi!

 
   
 
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