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Autore: EdSheeran    01/04/2018    7 recensioni
Scene della long "Take your time" dal punto di vista di Stiles.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note autrice: Avevo già detto ad alcuni di voi che forse avrei scritto delle scene di TYT dal punto di vista di Stiles, beh...questa è la prima. Non so se rimarrà l'unica scena dal POV di Stiles o se in futuro ne scriverò altre, per questo imposterò la fic come "completa" per il momento.
Metterò lo stesso titolo del capitolo di TYT da cui ho preso la scena, così sarà più facile per voi trovarlo nel caso decidiate di leggere prima il capitolo originale (quello dal POV di Derek).
 
Ringrazio Alessandra per avermi rassicurata per questa OS, dopo aver scritto 36 capitoli dal punto di vista di Derek è stato strano scrivere dovendo immedesimarmi in Stiles, specialmente in quello quattordicenne. Spero di esserci riuscita e che nessuno di voi ne rimanga deluso!
 
 
P.S. Ovviamente non aspettatevi che Stiles faccia pensieri romantici su Derek in questo capitolo. In fondo in TYT ha messo ben in chiaro che il primo pensiero che fece su Derek fu abbastanza malizioso.
 
 
 






 

UNEXPECTED
 

 





 
Stiles prese un altro lungo tiro dalla sua sigaretta mentre teneva gli occhi fissi sull'edificio situato dall'altra parte della strada. Era già da un'ora che stava aspettando il momento adatto per entrare in quel liceo di ricconi, eppure alcuni alunni stavano uscendo proprio in quel momento, e Stiles si domandò cosa diavolo avessero da fare quei figli di papà in quella scuola per uscirvi alle cinque del pomeriggio.
 
Si poggiò meglio con la spalla al palo della luce ed espirò il fumo con fare pensoso, osservando le tre ragazze e i due ragazzi che avevano varcato il cancello del liceo e che ora stavano camminando verso di lui. Cazzo, quanto potevano essere ridicoli vestiti in quel modo? Sembravano dei manichini con quelle uniformi tutte uguali su cui spiccava il logo della scuola, sia mai la gente pensasse che fossero dei semplici alunni di una scuola qualunque piuttosto che della scuola più prestigiosa della città!
 
 
Le tre ragazze incrociarono il suo sguardo e– sarà perché se ne stava lì poggiato contro un palo e con il cappuccio della felpa nera tirato sulla testa, sarà perché era evidente che non fosse uno di loro–aumentarono il passo con fare nervoso, mentre i due ragazzi smisero di parlottare tra loro e lo fissarono in un modo che esternamente poteva sembrare intimidatorio, ma Stiles era troppo esperto nel campo per non notare come i loro occhi indulgiarono a lungo sulla sua figura.
 
 
Si leccò lentamente le labbra sostenendo il loro sguardo e poi infilò la sigaretta nella bocca semiaperta in un modo volutamente allusivo, ridacchiando quando uno dei due ragazzi si impressionò per così poco e distolse lo sguardo, mentre l'altro ragazzo rallentò il passo e gli sorrise ammiccante.
 
 
 
Che coglione.
 
 
 
Stiles espirò lentamente il fumo dalla bocca, tenendola aperta in modo invitante e sollevando leggermente la testa per mostrare la gola, dopodiché tirò l'altra mano fuori dalla tasca e flesse le dita in un muto invito. Il ragazzo deglutì intimorito ma si avvicinò comunque, prendendo di sorpresa i suoi amici che si bloccarono in mezzo alla strada e lo fissarono scioccati.
 
 
 
 
Mio Dio, ma questi qui non si approcciavano in modo seducente ogni tanto? Perché sembravano sempre così sorpresi per ogni azione minimamente maliziosa?
 
 
 
 
Povere anime, non dovevano nemmeno sapere cosa fosse il sesso.
 
 
 
 
 
Il ragazzo gli si fermò a pochi centimetri di distanza, continuando a sorridergli in quel modo ammiccante, e Stiles gli regalò una lunga occhiata dal basso verso l'alto mal trattenendo una risata intorno alla sua sigaretta, quel cretino era davvero convinto che lui lo avesse avvicinato perché lo trovasse attraente?
 
 
 
Quanta stupidità e ingenuità tipica dei figli di papà.
 
 
 
 
 
Come se uno come lui potesse davvero provare interesse per un ragazzo ricco, vanitoso, altezzoso, con la puzza sotto al naso e l'atteggiamento di chi sa che può ottenere tutto ciò che vuole con i soldi del papi. Gli era capitato di scopare qualcuno di loro, ma non li aveva mai trovati realmente interessanti e sinceramente non li riteneva nemmeno dei bravi amanti.
 
 
I ragazzi ricchi erano strani, si preoccupavano di non sgualcirsi o macchiarsi i vestiti costosi durante i preliminari, e Stiles non aveva davvero la pazienza per stare attento a quei particolari durante certi momenti, e poi erano così stronzi...gli impartivano comandi come se lui fosse una prostituta a loro disposizione, dicendogli come e cosa dovesse fargli, e Stiles puntualmente non li ascoltava e faceva a modo suo, scopandoli per bene e dandogli una lezione su come funzionassero le cose dalle sue parti.
 
 
 
Non era mai stato razzista, aveva tanti amici di colore, gay, trans, bisessuali, etero, ma avvertiva questo senso di rivalità ed odio nei confronti delle persone ricche praticamente da sempre. Forse perché erano persone troppo diverse da lui, che gli rivoltavano lo stomaco quando spendevano soldi per gioielli, scarpe e vestiti che avrebbero trovato a prezzi meno cari in altri negozi poco conosciuti, mentre lui e suo padre erano costretti a spezzarsi la schiena per offrire un pó di sollievo a sua madre.
 
 
Strinse la presa sulla bretella del suo zainetto al solo pensiero della sofferenza di sua madre, e il suo schifo verso la "razza" delle persone ricche aumentò a dismisura.
 
 
 
 
-Allora?-gli domandò il ragazzo davanti a lui, sollevando un sopracciglio.
 
 
 
 
 
 
Stiles tornò a prestargli attenzione e ghignò divertito mentre gli osservava quella faccia di cazzo che si ritrovava.-Avvicinati ancora un po', devo dirti un segreto.-sussurrò con voce suadente.
 
 
 
 
 
Il ragazzo gli si avvicinò di un passo e Stiles lo afferrò per il colletto e se lo tirò contro con un solo gesto, strappandogli un sibilo sorpreso. I suoi amici sembrarono ancora più intimoriti di lui dopo quel gesto, e Stiles alzò gli occhi al cielo ed avvicinò le labbra all'orecchio del ragazzo, avvertendo il suo respiro appesantirsi per l'eccitazione.
 
 
 
 
 
-Non ti scoperei nemmeno se fossi l'unico ragazzo rimasto sulla terra.-sussurrò ghignando divertito e mollando la presa quando il ragazzo si dimenò arrabbiato e si spinse lontano da lui.
 
 
 
 
 
-Vaffanculo pezzente!-gli ringhiò contro, il ragazzo, tornando dai suoi amici.
 
 
 
 
 
 
 
Stiles scoppiò a ridere e scosse la testa. Ecco, quella era un'altra cosa che i ricchi facevano spesso: Stavano al suo gioco e alle sue provocazioni, e non appena lui li offendeva ecco che lo definivano come un pezzente.
 
 
 
 
 
 
-Cosa ti ha detto?-gli domandò il sui amico, incuriosito.
 
 
 
 
 
 
-Niente. Andiamo via.-sbuffò l'altro, superando il gruppo di amici.
 
 
 
 
 
 
-Dai, non te la prendere!-esclamò Stiles spalancando le braccia.-Anche i cessi come te hanno una possibilità di trovare qualcuno disposto a farseli!-
 
 
 
 
 
 
Emise un finto "Uhhh" dolorante quando il ragazzo gli alzò il dito medio, e poi spostò lo sguardo sulle due ragazze e l'altro ragazzo rimasti immobili a fissarlo interdetti.
 
 
 
 
 
 
-Buh!-esclamò fingendo di fare uno scatto verso di loro, e ridacchiando quando questi fuggirono spaventati.
 
 
 
 
 
 
 
Erano così stupidi. Com'è che si diceva? "Portafoglio pieno, cervello vuoto."
 
 
 
 
 
 
 
Quando si ritrovò di nuovo da solo osò mandare un altro sguardo alla scuola e sbuffò quando intravide da una finestra una luce accesa. In quel liceo dovevano tenere delle sette sataniche o magari gli alunni venivano pagati a ore dai professori per intrattenerli aldilà delle lezioni scolastiche, altrimenti non si spiegava come fosse possibile che ci fosse ancora qualcuno a quell'ora.
 
 
 
 
 
Guardò l'orologio e imprecò quando vide che fossero le sei e mezza. Al diavolo, sarebbe entrato lo stesso, aveva bisogno di trasgredire e di sentirsi almeno per un po' libero dai suoi pensieri asfissianti e dalla sua vita piena degli occhi sofferenti di sua madre.
 
 
 
Si guardò intorno, e una volta che ebbe appurato che non ci fosse nessuno, si tirò la bandana legata al collo fin sopra al naso, lasciando scoperti solo gli occhi, e poi so avviò verso l'edificio. Entrare fu abbastanza facile perché una finestra del piano terra era stata lasciata aperta, e lui riuscì a scavalcarla senza difficoltà.
Fischiò quando si ritrovò in una classe illuminata solo dalla luce dei lampioni al di fuori della scuola, e guardò come i banchi sembrassero appena stati comprati e come le sedie fossero perfette ed intere, altro che quelle della sua scuola completamente rotte. C'erano tanti cartelloni attaccati alle pareti dipinte, e Stiles li guardò tenendo un sopracciglio inarcato per gli strani progetti che assegnavano in quella scuola, c'era persino una foto di classe che lo fece ridere e gli fece avvertire la tentazione di rovinarla con le bombolette ma alla fine cambiò idea, tanto quella foto era già ridicola così.
 
 
 
Si affacciò oltre la porta della classe e deglutì quando vide il custode della scuola fissare in modo accigliato la macchinetta del caffè. Attese che l'uomo fosse distratto a selezionare la miscela per sgattaiolare fuori dalla classe e correre verso le scale, si fermò sui primi gradini per ascoltare il suono di eventuali passi alle sue spalle e si rilassò quando sentì il custode canticchiare e allontanarsi dal punto in cui si trovava lui.
Sospirò e salì al piano superiore alla ricerca di una parete liscia da poter imbrattare, possibilmente che fosse abbastanza in bella vista per non passare inosservata.
Alla fine scelse proprio una parete del lungo corridoio del secondo piano, prese le bombolette, si schioccó il collo ed iniziò la sua opera d'arte. Non seppe perché decise di disegnare un lupo, semplicemente lasciò fare alle proprie mani e si rilassò nel torpore che avvertiva ogni volta che faceva qualche bravata e si sentiva un ragazzo normale, un ragazzo con come unico problema i ragazzi e la scuola, e non una malattia incurabile.
 
 
 
 
Doveva essere passata un'ora o forse anche di più quando finalmente finì il murales e si firmò con "8" ma non riuscì nemmeno a dare un'ultima occhiata al suo lavoro perché venne accecato da una luce improvvisa.
 
 
 
 
 
 
-Hey tu!-ringhiò il custode, puntandogli la torcia contro.-Cosa stai facendo, delinquente!?-
 
 
 
 
 
 
Stiles lasciò cadere le bombolette e slittò di lato non appena l'uomo gli si lanciò contro per acciuffarlo, la mano del custode sfiorò la sua spalla e Stiles per poco non perse l'equilibrio. Riuscì a non cadere per terra e provò a sorpassare l'uomo per fuggire via ma il custode gli si piazzò davanti ogni volta che Stiles provava a spostarsi a destra o a sinistra, ostacolandogli la strada con uno sguardo feroce negli occhi.
 
 
 
 
 
-Questa volta non mi sfuggirai, delinquente.-gli disse allargando le braccia per parargli la strada.
 
 
 
 
Stiles deglutì dietro alla bandana e pensò per un secondo all'espressione delusa di suo padre quando avrebbe scoperto cos avesse fatto, il custode approfittò del suo attimo di distrazione per provare ad acciuffarlo, e Stiles balzò all'indietro per impedire alle sue mani di afferrargli la felpa e scattò verso destra, riuscendo ad infilarsi nel piccolo spazio tra il corpo del custode e la parete.
 
 
 
 
 
 
-Vieni qui, piccolo pezzente!-urlò l'uomo, inseguendolo per le scale.
 
 
 
 
 
 
Stiles saltò degli scalini, rischiando di sfracellarsi al suolo, e si aggrappò al corrimano per scivolare meglio e mettere più distanza tra lui e l'uomo che, fortunatamente, essendo abbastanza grasso e più anziano di lui, faticò ad inseguirlo.
Quando si ritrovò al primo piano Stiles decise di nascondersi in una delle classi e di vedere se potesse uscire dalla finestra, perché se avesse provato a raggiungere il piano terra avrebbe rischiato di essere acciuffato da un secondo custode (anche se era quasi sicuro che ci fosse un solo custode), ed entrò in una classe a caso.
 
 
 
 
Imprecò quando si ritrovò all'interno di una biblioteca e non di una semplice classe, e sobbalzò quando sentì le urla del custode che evidentemente lo stava cercando nelle altre classi. Corse tra gli scaffali alla ricerca di finestre o almeno di un posto in cui nascondersi, e fu proprio quando svoltò in uno degli scaffali in fondo alla stanza che andò a sbattere contro qualcosa.
 
 
 
O meglio, contro qualcuno.
 
 
 
 
 
 
Stiles imprecò mentalmente quando posò gli occhi su un'altra divisa. Ma quanti diavolo di alunni c'erano in quella scuola!?
 
 
 
 
 
-Merda, scusami!-esclamò porgendogli la mano.
 
 
 
 
 
Sapeva che avrebbe dovuto lasciarlo lì e pensare a salvarsi la pelle, ma gli era dispiaciuto farlo cadere in quel modo insieme ai suoi libri, forse si era fatto persino male.
Sollevò un sopracciglio quando il ragazzino lo fissò attraverso la montatura degli occhiali storta che gli copriva metà viso, ed attese altri cinque secondi perché forse l'impatto lo aveva stordito, ma poi sbuffò e lo tirò su afferrandolo per un lembo di quell'odiosa divisa. Si premurò persino di raccogliergli i libri che gli erano caduti, visto che il ragazzino sembrava ancora frastornato per poter fare qualcosa, lesse distrattamente i titoli e sollevò un sopracciglio quando si rese conto che fossero tutti libri su leggende e storie di Beacon Hills. Sul serio!?
 
 
 
 
-Grazie.-mormorò l'altro, timidamente, accettando i libri che gli aveva dato.
 
 
 
 
 
 
'Grazie'? Lo aveva davvero ringraziato per avergli raccolto i libri che lui stesso gli aveva fatto cadere andandogli addosso? Wow, a quanto pareva anche i ragazzi ricchi sapevano essere educati quando volevano.
 
 
 
 
Annuì in risposta e prima che potesse trattenersi, allungò una mano verso il viso del ragazzino, fermandola a mezz'aria quando lo vide stringere gli occhi impaurito ed aumentare la presa sui libri. Gli sistemò gli occhiali sul viso, scoprendoglielo e sollevandogli la montatura sul naso, e il ragazzino aprì lentamente gli occhi e li sbatté da dietro alle lenti trasparenti.
 
 
 
 
 
E che occhi...porca puttana. Aveva chiesto a tanti ragazzi di fargli da modelli per i ritratti a causa dei loro begli occhi azzurri, blu, verdi o grigi, ma mai aveva visto degli occhi come quelli dell'alunno in piedi davanti a lui. Sembravano finti tanto che erano particolari, e Stiles si domandò se non indossasse delle lentine colorate, se quella non fosse una moda assurda dei ricchi.
Ma non erano solo gli occhi ad aver attirato il suo interesse, ora che poteva ammirare il viso del ragazzino poteva affermare di aver appena incontrato il ragazzo più bello di Beacon Hills. Aveva i capelli neri che gli ricadevano sulla fronte ed erano leggermente scompigliati,  gli zigomi alti e pronunciati, un naso proporzionato ed affilato, labbra abbastanza carnose e lucide, ed il mento leggermente arricciato. Non aveva nemmeno un brutto fisico a giudicare da come l'uniforme gli andasse attillata.
 
 
 
Era adorabile. E bellissimo. E figo.
 
 
 
 
 
 
E dio, sarebbe sicuramente stato la più bella scopata che Stiles avesse mai fatto in vita sua. Non gli importava che probabilmente il ragazzino fosse anche un figlio di papà pieno di sé, lui lo voleva, nudo, sul suo letto o in ogni altra parte, a gemere per lui.
 
 
Sapeva che lo stava fissando con un ghigno malizioso, ma tanto dubitava che l'altro potesse vederlo visto che indossava la bandana.
 
 
Il ragazzino arrossì (e Stiles credeva che non esistessero più ragazzi che arrossissero!) ed abbassò lo sguardo schiarendosi la gola palesemente a disagio, Stiles stava giusto per presentarsi e flirtare con lui per sondare il terreno quando però il custode fece irruzione nella biblioteca.
 
 
 
 
 
-DOVE SEI BRUTTO DELINQUENTE?-
 
 
 
 
 
 
 
Stiles spalancò gli occhi e si diede dell'idiota quando si rese conto di essersi messo a perdere tempo con quel ragazzino invece di fuggire via, e ora era in trappola in quella biblioteca, in compagnia di quell'alunno che sicuramente lo avrebbe smascherato.
 
 
 
 
 
-Lo so che sei qui. Esci fuori!-ringhiò il custode, avvicinandosi pericolosamente allo scaffale dietro cui erano nascosti.
 
 
 
 
 
Il ragazzino sollevò nuovamente lo sguardo su di lui e studiò la sua espressione terrorizzata, e Stiles pensò che anche se lo avesse consegnato al custode lui gli avrebbe perdonato tutto solo perché aveva due occhioni meravigliosi.
Il ragazzino si mosse all'improvviso, uscendo allo scoperto dagli scaffali e socchiudendo gli occhi quando il custode gli puntò la torcia contro il viso.
 
 
 
 
-BECCATO!-esclamò l'uomo, afflosciando le spalle quando riconobbe l'altro.-Oh, Hale, sei solo tu.-
 
 
 
 
 
 
"Hale". Stiles registrò quel cognome nella sua mente e si appiattì maggiormente allo scaffale.
 
 
 
 
 
 
-Salve signor Trainor.- sorrise nervosamente il ragazzino.-Successo qualcosa?-
 
 
 
 
-Un teppista è entrato nella scuola.- borbottò l'uomo spegnendo la torcia.-Ho provato ad acciuffarlo ma quel dannato ragazzino corre davvero veloce!-
 
 
 
 
 
-Un teppista? Davvero??- domandò l'altro, sorpreso.
 
 
 
 
 
 
Stiles si corrucciò a quello scambio di battute. Possibile che il ragazzino lo stesse coprendo?
 
 
 
 
-Già. E a giudicare dalla tua reazione, direi che non si è nascosto qui dentro.- sbuffò il " signor Trainor".
 
 
 
 
 
Stiles deglutì aspettando la risposta dell'altro.
 
 
 
 
 
-Uh, no. Ci sono solo io.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Incredibile. Aveva mentito per proteggerlo. Certo, aveva mentito davvero male, ma Stiles rimase sorpreso per quel gesto e guardò più attentamente il profilo del ragazzino.
 
 
 
"Che cosa sei..."
 
 
 
 
 
 
-Mi è sfuggito anche questa volta!- imprecò il custode.-Ma la prossima volta? Ohhh, la prossima volta sarà mio!-
 
 
 
 
 
Stiles alzò gli occhi al cielo per la drammaticità del custode e decise di approfittare del momento per andare a controllare una delle finestre della stanza.
 
 
 
 
 
-Sicuramente.-rispose il ragazzino, e Stiles sghignazzò.
 
 
 
 
 
-Ma tu cosa ci fai ancora qui?- domandò il custode proprio mentre Stiles apriva lentamente la finestra sotto la quale c'era un camioncino, forse quello della mensa.
 
 
 
 
-Oh, io…-
 
 
 
 
 
-Stavi approfondendo lo studio, non è vero?- ridacchiò il custode.
 
 
 
 
-Beh, sì.- ammise il ragazzino sottovoce.
 
 
 
 
 
 
Stiles lo sentì lo stesso e, suo malgrado, distese le labbra in un sorrisetto intenerito.
 
 
 
 
 
-Ahhh, Hale, Hale. Studi davvero troppo. Dovresti uscire e divertirti con i tuoi amici invece di passare intere giornate chinato sui libri.-
 
 
 
 
 
 
"Io gli farei volentieri passare giornate intere chinato per altri motivi..." pensò Stiles leccandosi le labbra.
 
 
 
 
 
 
-Ma io esco e mi diverto con loro.- provò ad obbiettare il ragazzino, e il custode scoppiò a ridergli in faccia.
 
 
 
 
 
 
-Certo, come no. Ti aspetto fuori al cancello principale, esci tra cinque minuti o giuro che ti chiudo dentro la scuola.- lo avvisò prima di uscire dalla biblioteca.
 
 
 
 
 
-D’accordo, poso i miei libri ed esco.- rispose il ragazzino per poi tornare dietro agli scaffali.
 
 
 
 
 
 
 
 
Stiles avrebbe già potuto saltare giù e sparire, invece aspettò accovacciato sul davanzale ed osservò il ragazzino posare i libri con espressione imbronciata. Era così bello e lo aveva protetto senza nemmeno conoscerlo, dimostrando di essere diverso dagli altri ragazzi ricchi.
 
 
 
 
 
"Dai meraviglia, voltati, guardami. Fammi vedere i tuoi occhioni un'ultima volta."
 
 
 
 
 
Quasi come se lo avesse sentito, il ragazzino si voltò nella sua direzione e cercò persino di trattenere un sorriso.
 
 
 
 
 
 
-Grazie mille, splendore.- gli sussurrò con voce calda, perché era questo che l'altro era, uno splendore.
 
 
 
 
 
 Dopodiché si lanciò di sotto, atterrando agilmente sul tettuccio del camion per poi scendere a terra. Sollevò lo sguardo sulla finestra e sorrise quando vide il ragazzino guardarlo e sospirare sollevato, gli fece un teatrale inchino per dimostrargli che stesse bene e poi fuggì via, scavalcando il cancello secondario della scuola.
 
 
 
Si allontanò appena dall'edificio, nascondendosi dietro ad un muretto e permettendosi di tirare in sospiro di sollievo. L'aveva scampata per un pelo, se non avesse incontrato quel piccolo angelo in quel momento suo padre starebbe aggiungendo l'ennesima delusione da parte sua nella sua già lunga lista.
 
 
Si accese una sigaretta per rilasciare la tensione accumulata per la fuga e si rilassò contro il muretto. Espirò lentamente il fumo, reclinando la testa verso l'alto e chiudendo gli occhi mentre si permetteva di immaginarsi il viso del ragazzino...
 
 
 
 
 
-Hale.-sussurrò assaporando quel cognome sulle labbra e facendo quasi le fusa per quanto gli piacesse pronunciarlo.
 
 
 
 
 
Se avesse avuto più tempo si sarebbe presentato ed avrebbe flirtato con lui fin quando non lo avesse visto arrossire fino alla punta delle orecchie, e magari lo avrebbe anche spinto delicatamente verso lo scaffale e lo avrebbe baciato lì, inghiottendo i suoni che avrebbe emesso e infilandogli le mani al di sotto della divisa e...
 
 
 
Stiles emise un sospiro flebile con le labbra arricciate intorno alla sigaretta e poi ridacchiò di se stesso. Non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato a fare certi pensieri proprio per un ragazzino ricco, eppure quei pochi istanti passati con quello splendore gli avevano innescato una curiosità quasi morbosa di conoscerlo meglio e di sapere di più sul suo conto.
Si drizzò quando sentì delle voci in lontananza e scorse proprio la figura del ragazzino camminare per strada in mezzo ad una ragazza dai capelli rossi e un ragazzino dai capelli ricci biondi, e sorrise soltanto nel vedere l'altro in lontananza.
 
 
 
"Ci rivedremo ancora, splendore." pensò tirandosi su il cappuccio della felpa che gli era scivolato oltre la testa e voltandosi per tornare a casa.
 
 
 
 "Ci ricedremo molto presto."
 
  
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