Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Alisa Sato    02/04/2018    1 recensioni
La giovane Tomoe è sempre stata una ragazza come tante, con sogni e speranze come ogni comune ragazza. Ma l'amore può condizionarti fino a cambiarti? Forse grazie all'aiuto della maga fiammante può scoprirlo.
[Ispirato a "The different story", spin-off della serie]
(Coppia: Mami x Kyoko)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Kyoko Sakura, Mami Tomoe
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lei non voleva più restare sola. Aveva paura di quello che le sarebbe potuto accadere. C’era  soltanto una cosa che la rendeva meno angosciata, una persona che le dava una speranza e che era nel suo stesso stato: Sakura Kyoko. Quella ragazza era più piccola di lei e non aveva mai visto una persona così bella e solare, non prima di quell’incidente dove avevano perso entrambe qualcosa d’importante come la loro famiglia.
Una mattina, mentre Mami stava uscendo da scuola, s’imbattè nella ragazza dagli occhi cremisi che stava facendo dei grattini sotto il mento di un gatto selvatico, messa seduta sulle punte e nell’altra mano una busta di carta pieno di mele. Mami restò in disparte ad osservarla per un po’ e decise poi di posizionarsi come l’altra accanto alla sua figura.
«Non ci si vede da molto tempo, Sakura.» La ragazza in questione sobbalzò al suono della sua voce, scattando in piedi di scatto con il gatto che fuggiva e qualche mela cadere ai loro piedi.
«Mami! Mi hai fatto prendere un colpo! Non comparirmi così in questo modo.»
«Scusami, ho visto com’eri presa da quel micio e non ho resistito.» Fece una lieve risata divertita e si alzò, sistemandosi meglio i vestiti e la borsa sulla spalla. «Vedo che hai delle mele con te. Ti andrebbe di venire da me? Così ti preparo qualche dolce in occasione di questa rimpatriata.» Kyoko si mise sull’attenti e si piazzò accanto alla bionda.
«Sul serio?! Farai uan crostata?»
«Non ho proprio detto nulla di simile, ma d’accordo, faccio quello che vuoi.» Sorrise e s’incamminarono entrambe verso l’appartamento della giovane Tomoe, un tragitto abbastanza tranquillo fu il loro e passato di tanto in tanto a chiacchierare di come andavano le cose.
Una volta arrivate, Kyoko posò il sacchetto delle mele sul piano della cucina e si sedette davanti al tavolino nel soggiorno, Mami invece iniziò a preparare la crostata come promesso e, nel frattempo che questa si cuoceva, preparò anche del tè al gelsomino con cui accompagnarla. Stranamente sentiva il cuore batterle forte al pensiero di avere la rossa a casa, ma non era dopotutto la prima volta. Non diede troppa importanza alla cosa e, appena il dolce fu pronto, mise sul vassoio il tutto con tanto di tazze e teiera, avviandosi anche lei in soggiorno.
Distratta e pensierosa non si rese conto di un filo che stava per terra, facendola incampare e cadere, prontamente la veloce Kyoko sostenne la padrona di casa con una mano, mentre quella libera prese al volo il vassoio senza troppi problemi e senza nessun danno. La giovane dalla chioma dorata si ritrovò così col viso contro il petto acerbo dell’amica e arrossì di conseguenza, Kyoko la guardò stranita e si chinò per posare il vassoio sul mobile.
«Va tutto bene?» La sua voce le sembrò così calda in quel momento e così troppo vicina alle proprie orecchie, che si dovette staccare da lei portando il palmo sul proprio petto e sentire contro d’esso un battito furioso a lei estraneo. Cosa succede? Non è da me! «Mami?»
«Non è nulla… Mangiamo.» Si sedettero davanti al tavolino e iniziarono la loro merenda pomeridiana. Mami mirava con una certa insistenza la ragazza, che stava divorando la terza fetta di crostata con gusto, sorseggiando aggrazziata la bevanda e non si accorse che anche lei la stava fissando.
«C’è qualcosa che non va? Ho qualcosa sul viso?» L’interpellata sussultò da quel ritorno quasi brusco dal flusso dei suoi pensieri e la guardò mite.
«Cosa?»
«Oggi sei strana, è successo qualcosa?» L’ospite le si avvicinò fino a quando il volto non fu vicino a quello suo, di qualche centimetro di distanza, portandola ad arrossire.
«No… niente.» Distolse lo sguardo e la rossa fece altrettanto restando però al suo fianco. Kyoko non capiva quello che stava passando per la testa della più grande, non era mai stata così agitata e tesa prima, che fosse stata colpa sua? Il silenzio tra loro due divenne insopportabile e allora prese un’altra fetta di dolce e se la mangiò. Mami la guardava con una strana luce negli occhi, mentre continuava a sorseggiare il suo tè con quel suo portamento quasi regale, facendola sentire in imbarazzo.
Nell’aria si stava creando un’atmosfera quasi elettrica, carica di emozioni proibite, che tentavano di uscire scalpitando. La giovane Tomoe sapeva che in sé ci fosse qualcosa che non quadrava e fu solo in quell’attimo che comprese: Kyoko, colei che la confodeva e metteva in subbuglio il suo animo, era la persona di cui si era innamorata.
«Senti… Mami…» Ancora una volta la sua voce la fece trasalire e volse la vista verso di lei. «Per caso tu… provi… qualcosa nei miei confronti?» Quella domanda così diretta la colpì e distolse lo sguardo. Colei che le aveva posto la domanda si accorse del gesto e si girò col busto verso la compagna, ma rimase sorpresa quando vide i propri polsi legati tra di loro da un nastro giallo. «Che stai combinando?»
«Mi dispiace, ma ora che lo sai, non posso lasciarti…» Posò le mani sulle spalle e la fece sdraiare, mettendosi a cavalcioni su di lei e sfiorandole il viso con la mano, Kyoko non disse nulla e la guardò soltanto scorgendo una certa lucentezza nelle iridi dorate, portandola ad allungare le mani legate al mento di lei per sfiorarlo. «Sakura..?»
«Non sei cambiata in questi mesi…»
«A cosa ti stai riferendo?»
«Al tuo carattere. Cerchi di fare la gradassa, dandoti anche delle arie, quando in verità sei fragile.» La padrona di casa trasalì a quelle parole, che dicevano il vero, e rimase immobile, mentre la sottostante le contornava i lineamenti della mandibola, sgranando poi gli occhi a quello che le disse dopo e le prese le mani con le proprie. «Soffri ancora di solitudine, non è così?»
«Io… ho paura di restare sola… non sai quanta…» Le lacrime solcarono lungo le gote arrossate e baciò le nocche della rossa. «Tu… sei l’unica che mi fa sentire utile… tu mi piaci, Saku- no, Kyoko…» Si guardarono l’una nelle iridi dell’altra e fu la più grande a fare la prima mossa, chinandosi sempre più verso l’altra e lasciando che questa potesse cingerle il collo con le braccia, scambiandosi un casto bacio quasi a fior di labbra.
Mami avvertì quel vuoto nel petto, creatosi a causa della solitudine, svanire per lasciare posto a nuove sensazioni ed emozioni mai sperimentate. La sua bocca è molto dolce, sa di mele e di arancia… Pensò Kyoko nel mentre la sovrastante la stava baciando, percependone la lingua fremere dentro la bocca, titubante e insicura, alla ricerca della sua e lasciandosi così trasportare.
Il silenzio regnava nella stanza, rotto solo dal rumore sordo dei loro battiti, i tremanti sospiri e gli schiocchi dei loro baci. Mami sfiorò il corpo della ragazza con enfasi, sentendo alle volte dei gemiti sommessi provenire dall’altra, così decise di sciogliere il nastro che la incatenava. Iniziò a privarla della felpa e si tolse la parte superiore della divisa anche grazie al suo aiuto, restando poi in intimo e si abbassò i collant per disfarseli. Kyoko la guardò con un sorriso debole dipinto sulle labbra e, quando la vide avvicinarsi per toglierle i pantaloncini, arrossì violentemente.
«Mami?»
«Scusami, voglio solamente…» Si fermò come per far schiarire i propri pensieri e sentì le mani della rossa sfiorarle la schiena.
«Va tutto bene, fai di me ciò che vuoi.» Si issò di poco e la baciò castamente, facendo avvampare chi stava sopra lei, la bionda annuì e si chinò su di lei baciandola. Sfiorando il suo corpo con le mani, si soffermò in particolar modo sul seno acerbo e, massaggiandolo delicatamente, fece uscire qualche versetto alla giovane.
Kyoko si strinse a lei sprofondando il viso nella sua spalla, mentre quella la toccava con delicatezza e le leccava l’orecchio a mo di gatto, facendole sussurrare il suo nome una volta che scese una mano dentro l’intimo e muoversi con naturalezza.
La rossa non riusciva più a sentire nulla che non fosse quel tocco, così calmo ma allo stesso tempo intenso, come quelle labbra carnose che l’avevano rapita di nuovo in un bacio passionale. Voleva sentire Mami di più, voleva che le donasse molto di più, farle raggiungere le vette più alte di quel piacere.
Dopo intensi attimi fatti di pura passione, voci rotte dai gemiti e la pelle ormai lucida, ci fu l’arrivo al picco estremo per colei che era rimasta in balia della compagna, che ansimante e stremata rilassò il corpo cullatta dalla bionda.
«Ti ho fatto male?» Sussurrò Mami, mentre le accarezzava i capelli, e sistemava meglio in modo da dare più agievolazione all’altra.
«No… è stato… bello…» Mormorò e si mise accucciata contro il corpo caldo della ragazza, iniziando a sentire l’aria raffreddarsi.
«Sono contenta, ero così in pensiero che io e te non l’avremmo mai fatto…» Confessò guardandò intorno alla stanza, Kyoko alzò il viso e vide i suoi occhi pieni di lacrime.
«Perché stai piangendo?»
«Credevo che tu mi avresti rifiutata e tutto ciò non mi sembra vero.»
 «Non è un sogno: è tutto reale ciò che abbiamo fatto.» La mano della maga rossa sfiorò il volto dell’altra e, dopo che entrambe arrossirono, si accucciò di nuovo. «Non pensavo che tu potessi essere la tipa che prende il comando.»
«Ed io non credevo che tu eri tipa da far sottomettere così.» Risero entrambe e poi la bionda allungò la mano sul cassettone vicino al divano, uscendo da esso una coperta. «Senti freddo?»
«Un po’ ad essere sincera…» La padrona di casa allora mise la coperta su entrambe così da essere al caldo, poi si sporse leggermente verso il tavolino e recuperò la propria tazza di tè, l’altra le sorrise e cadde in un sonno profondo.
Mami non si era ancora capacitata che tutto quello fosse davvero accaduto, ma si sentiva felice come mai.
«Restiamo insieme, finché abbiamo vita…» Vide le labbra di Kyoko incresparsi in un flebile sorriso e d’istinto le diede un bacio sulla fronte. Lasciò la tazza dove l’aveva presa, una volta finito il suo contenuto, e abbracciò il corpo della rossa crollando poco dopo anche lei nel mondo dei sogni.

  
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