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Autore: daniverse    02/04/2018    1 recensioni
La folla si fa cimitero di statue per un frammento d'infinito e poi prosegue nel suo ancheggiare e urtare frenetico, scagliando occhiate fugaci a quelle sagome ignote perché ad avvicinarsi rischierebbero la breve, deturpante corrosione precoce delle loro anime ignare.
⤿ { scritta in occasione dell'undicesima Giornata mondiale per la consapevolezza dell'autismo ❀ }
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alza gli occhi al cielo, stella in terra,

è azzurro anche per te

Gli stendardi blu danzano intorno alla piazza come ballerine audaci, ignare delle occhiate che la folla grigia riserverà loro in quel rondò di inattesa scoperta. La musica fluttua nell'aria ma è una eco lontana, sembra provenire da un'altra dimensione: si fa parallela alla nostra, senza sfiorarla mai.
Poi, pian piano, come richiamati da un sussurro gentile, figure timide si affacciano alla piazza con malcelati timore e riserbo. Ai miei occhi paiono talpe, goffi contorni scuri che risalgono in superficie al calar del sole – quando il torpore del giorno è ormai distante e la notte ha steso il suo velo blu fino ai limiti dello sguardo, ai confini sfumati delle metropoli all'orizzonte.
Gli stendardi s'inchinano al loro ingresso e volteggiano orgogliosi, come a gridare «Ecco! Acclamate il vostro re!». Ma non c'è malizia nei loro movimenti, né scherno per quelle creature che un giorno all'anno lasciano la propria tana – umida e piena di spifferi, sotto i nostri piedi, ma nondimeno accogliente – per smuovere terreni a loro ostili.
Avanzano lente le creature in territorio nemico, paiono addormentate e abbagliate da tutta quella luce, irrequiete, ma col capo ora chino ora teso con aria di sfida verso il cielo cobalto. La folla si fa cimitero di statue per un frammento d'infinito e poi prosegue nel suo ancheggiare e urtare frenetico, scagliando occhiate fugaci a quelle sagome ignote perché ad avvicinarsi rischierebbero la breve, deturpante corrosione precoce delle loro anime ignare.
Un giorno all'anno.

Gli stendardi scompaiono alla vista e si fondono con il cielo, il vento richiama a sé i suoi sussurri di protesta e le talpe fanno ritorno alla terra – dimentiche dell'azzurro. Solo qualcuna, di tanto in tanto, sbuca esitante dal sottobosco e annusa cauta l'aria che tira. Pare sospirare, poi scompare.
Fa ritorno al suo mondo, ai confini del giorno.

Angolo dei Fiori di Bach.
Ci sono tematiche che meriterebbero di essere affrontate ogni giorno, così come a mattina pranzo cena si parla di immigrazione e governi che non s'hanno da fare. A volte basterebbe illuminare una piazza di luce blu, un'alternativa del verde speranza concessa alla gente comune ma che sa essere altrettanto potente, se non di più. Si potrebbero fare molte cose, molte altre ancora, e sebbene la ricerca progredisca di giorno in giorno, la società sembra regredire in modo direttamente proporzionale. Siamo tutti sulla stessa barca, ragazzi. I figli di oggi sono i padri di domani, e se anche i vecchi saggi non ci saranno più, domandatevi, per favore, qual è l'eredità che voglio lasciare?

daniverse

   
 
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