Film > Call Me By Your Name
Segui la storia  |      
Autore: ClaireOwen    03/04/2018    1 recensioni
Dal testo:
La sottile linea tra giusto e sbagliato noi due l’avevamo superata da un pezzo, ce l’eravamo lasciata letteralmente alle spalle e adesso nulla più contava.
A cominciare dal suo matrimonio imminente.
Non era così che quella telefonata doveva essere destinata a chiudersi.
Il rimpianto era davvero l’ultima cosa che desideravo perché era tutto ciò contro cui avevamo combattuto quell’estate.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Call
 


“Ho delle novità.”
 
Potevo ancora sentire il mio cuore battere all’impazzata, era dannatamente difficile riprendersi in fretta.
Ascoltare di nuovo il suono della sua voce, bearsi di quella melodia che per troppo tempo era risuonata solo nei miei ricordi più intimi e gelosamente custoditi, aveva sortito il suo effetto.
Quando risposi ironicamente:
 
“Novità?! Oh… Starai per sposarti, immagino…”
 
Lo avevo fatto quasi meccanicamente, il tono marcatamente sarcastico era uscito fuori in un modo del tutto spontaneo e per questo sincero, fin troppo sincero.
Non poteva essere che un gioco per me, del resto a 18 anni appena compiuti, non pensi davvero che il più grande - e unico - amore della tua vita stia per sposarsi.
Tuttavia ero un ragazzo sveglio e forse, a posteriori, potrei affermare che una parte di me credeva davvero in quell’ipotesi; era del tutto lecito del resto, era il destino che faceva il suo corso e non sarebbe potuto essere altrimenti.
 
Lombardia e New England distano più di seimila chilometri, appartengono a due continenti diversi, sono due universi paralleli in un certo senso.
 
“Già, dovrei sposarmi la prossima primavera effettivamente.”
 
E quella risposta fu come una doccia ghiacciata.
Mi morsi il labbro di riflesso, sospirai scostando appena la cornetta ma, prima di rifilare una frase adeguata, di circostanza come ‘E’ una splendida notizia’, decisi di provare a farlo sentire almeno un poco in colpa.
 
“Non hai mai detto niente.”
 
Era questo che mi feriva probabilmente, molto più dell’evento in sé, era sapere che Oliver mi aveva tenuto lontano da qualcosa di così importante e così grande.
Non potevo sopportarlo.
Non m’importava un accidente sapere se c’era stato qualcun altro nella sua vita, dopo tutto ci avrei scommesso qualunque cosa… Un tipo come lui non rimane solo.
In realtà mi ero ritrovato ad immaginare fin troppo spesso un Oliver con infinite possibilità di scelta, avrebbe davvero potuto selezionare qualcuno di diverso per ogni singola notte della sua vita.
Ma questo… Questo era differente.
Non stava parlando di un rapporto occasionale, di una tresca o di una storia durata una manciata di mesi.
Parlava della vita, di qualcosa destinato a durare e a condizionarti per sempre.
E ciò che bruciava di più, lo sentivo nel petto dolorante e nei miei occhi arrossati, era sapere che aveva taciuto per evitare di ferirmi.
 
“C’è qualcosa che non sai?”
Era quella la frase che continuava a rimbombare nella mia mente mentre i miei avevano preso la chiamata dalla linea nello studio di mio padre in modo troppo repentino.
La frase galeotta.
L’inizio della mia personalissima e meravigliosa fine.
Era esattamente ciò che Oliver mi avrebbe detto se gli avessi confessato le mie teorie riguardo il suo silenzio con me.
E lo avrei fatto, avrei risposto al suo
“Ti dispiace?”
sussurrato a mezza bocca poco prima che i miei genitori intervenissero.
Ma sapevo appunto.
Sapevo che lui avrebbe provato a farmi ridere portando a galla ricordi indelebili, felici.
Avrebbe detto quella frase e se ce ne fosse stato il bisogno l’avrebbe ripetuta senza esitare, ancora e ancora e ancora.
 
Così avevo allontanato la cornetta dal mio orecchio quando la sua voce aveva ricominciato a spiegare ai miei ciò che mi era già stato comunicato.
Non era necessario sentirlo un'altra volta.
Inoltre potevo perfettamente udire mia madre e mio padre congratularsi dalla stanza poco distante.
Non avevo certo bisogno di quello stupido apparecchio per capire che, in fondo alle loro parole complimentose, ci fosse in realtà un profondo rammarico nei miei confronti, una tenera ed insopportabile pietà.
Era questo ciò che avevo captato quando mia madre aveva insistito per chiudere la telefonata e lasciare spazio a noi due.
Potevo immaginarla riservare a mio padre uno di quei sorrisi amari.
 
Allora quasi per scusarmi del loro esagerato entusiasmo avevo ricominciato a parlare più a me stesso che a lui (ma poi che differenza c’era davvero tra me e lui?)
“Sanno di noi.”
 
“Lo immaginavo.”
 
Certo, Oliver sa entrare dentro la mente delle persone.
 
Ma anche stavolta volevo sapere come aveva fatto perché io no, non potevo immaginare, non bene quanto lui almeno e poi…
Poi avrei sentito ancora la sua voce e mi avrebbe calmato, mi avrebbe scaldato.
Così glielo chiesi mentre torturavo il filo della cornetta telefonica rigirandomelo nervosamente tra le dita.
 
“Dal modo in cui tuo padre mi parlava, come se fossi parte della famiglia, quasi come fossi un genero…”
 
Si era interrotto ma poi aveva subito ripreso il filo del discorso.
 
“Sei davvero fortunato, mio padre mi avrebbe rinchiuso in un istituto correttivo…”
 
C’era qualcosa in quelle parole che mi aveva turbato, che mi aveva fatto alzare gli occhi al cielo e fatto sì che le mie labbra si arricciassero in una smorfia imprecisa.
Forse perché anche solo per un istante mi era sembrata una sorta di scusa.
Era come se Oliver stesse dicendo ‘Capisci ora perché mi sto sposando?’
Ed io in quell’istante non ne volevo sapere proprio niente.
Era giusto?
Mi sorpresi nel pormi quella domanda quasi retorica.
La sottile linea tra giusto e sbagliato noi due l’avevamo superata da un pezzo, ce l’eravamo lasciata letteralmente alle spalle e adesso nulla più contava.
A cominciare dal suo matrimonio imminente.
Non era così che quella telefonata doveva essere destinata a chiudersi.
Il rimpianto era davvero l’ultima cosa che desideravo perché era tutto ciò contro cui avevamo combattuto quell’estate.
Senza pensarci due volte mi aggrappai alla cornetta come se la mia vita dipendesse da quella - che poi in un certo senso era così, essendo tutto ciò che mi portava da lui in quel momento – ed iniziai a chiamarlo con il mio nome:
 
Elio…”
 
Avevo inspirato sonoramente e poi riversato tutto il mio fiato sperando di riportarlo dov’erano costantemente i miei pensieri: in quelle umide notti passate insieme, noncuranti del mondo fuori.
C’era un pizzico di timore ma si dileguò alla svelta non appena i ricordi cominciarono a riaffiorare e ad investirmi violentemente.
Allora non riuscii a trattenermi e buttai nuovamente fuori tutto il fiato che ero riuscito ad accumulare nei polmoni: sussurrai il mio nome non so quante volte ancora, non riuscii a tenere il conto, non ci riuscivo mai.
 
L’attesa fu dilaniante.
Avevo disperatamente bisogno che i nostri pensieri appartenessero agli stessi vividi ricordi.
Percepii distintamente il suo respiro farsi sempre più pesante mentre il mio corpo veniva sorpreso dai brividi.
 
Oliver…”
 
Quelle sei lettere fecero esplodere il mio cuore che cominciò a premere ad un ritmo sempre più incessante contro la cassa toracica, le avevo aspettate e desiderate così a lungo.
 
“…Mi ricordo tutto.”
 
Sentii i nostri sospiri fondersi.
 
E allora capii che non sarebbe mai cambiato che quello che avevamo non sarebbe mai stato cancellato e non sarebbe appartenuto mai a nessun’altro al di fuori di noi due che poi eravamo uno, un’unica indistricabile storia.



Angolo Autrice:
Ho aspettato a lungo prima di pubblicare in questa sezione perché è stato tutto così perfetto e al tempo stesso difficile da assimilare che non ero affatto sicura di ciò che mi sarebbe aspettato rimmergendomi a capofitto nella storia di Elio e Oliver.
L'idea di partenza era di scrivere su di un loro incontro futuro ma poi ho cominciato a leggere il libro di Aciman  (che sto per finire) ed è cambiato tutto.
O meglio l'idea rimane quella ma voglio prima finire la lettura dato che so che il finale è leggermente diverso rispetto a quello della trasposizione cinematografica.
Così ho deciso di rivedere una delle ultime scene tratte dal film, principalmente per usarla come una sorta di ponte tra gli avvenimenti, ed è uscito fuori questo capitolino che spero vi piaccia. Ovviamente aspetto ogni vostro commento, critica e/o consiglio!
Piccolo appunto: nasce proprio dal libro l'idea di scrivere in prima persona, è una cosa che non sono abituata a fare ma ho deciso di mettermi alla prova e spero di non aver fallito miseramente ahah

Ad ogni modo nei prossimi giorni, finendo la meravigliosa lettura, deciderò se pubblicare o meno un successivo capitolo riguardo un loro incontro o chiudere qui come OS :)
Nel frattempo ringrazio di cuore chiunque sia arrivato fin qui, è già un importantissimo traguardo per me!
Un abbraccio,
C.


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Call Me By Your Name / Vai alla pagina dell'autore: ClaireOwen