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Autore: Nemesis01    04/04/2018    5 recensioni
Una delle città che più ho amato è stata Vienna.
Vienna è piena di magia, ferma negli anni '30 ma maledettamente attuale.
Questo è uno specchio dei miei pensieri e la dedico alla mia metà, la persona con la quale ho condiviso questo viaggio (e tanti altri) e con la quale spero sempre di poter vivere nuove avventure.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Novembre appena accennato

La gente parla e io non capisco.
Questa lingua non è la mia e io non ci sono mai stata in questo posto, eppure, penso di aver già camminato su queste strade grigie.
Stringo forte la mia mano nella tua, nel gelo di questo novembre appena accennato ed è forse troppo tardi, o troppo presto, per uscire senza cappotto e con un look da gitana.

Ci sono le luci, c’è vento, c’è freddo, c’è un profumo di buono nell’aria.

Prendiamo qualcosa di caldo, ok, io vorrei un dolce, assaggiamo un dolce viennese, ma non la sachertorte, quella la prendiamo domani, va bene, tienimi la mano, ho freddo, le tue braccia mi stringono e mi avvolgono e ho meno freddo, e non te lo dirò, perché questa sensazione è solo mia, il tuo calore è solo mio.

I nostri passi ci portano ad attraversare un asfalto nuovo, ci guardiamo e ridiamo, non sappiamo dove siamo, né come tornare, né se prendere un tram o forse scendere a prendere la metropolitana, i palazzi sono antichi ma a pochi passi c’è un cafè, che dici, entriamo?

Entriamo.

La gente parla e io non capisco.
Questa lingua non è la mia, ma ridiamo, borbottiamo un guten abend e questo cameriere ci guarda e ci parla in quello che sembra tedesco, ma forse è un dialetto e noi non capiamo ma fingiamo di sì, sorridiamo e ci sediamo. I menu sono in una lingua che non capiamo, vedo apfelstrudel e allora dico “okay questo” ma tu scegli una cosa che proprio non sappiamo tradurre.

C’è una signora al pianoforte, c’è profumo di caffè.
La gente parla e io non capisco, questa lingua non è la mia ma ci sei tu che mi tieni la mano, e mi sorridi, hai uno sguardo dolce, e la signora ci guarda, sorride, poi fa una smorfia, ma continua a suonare e nella musica ci sono i sentimenti, c’è voglia di ballare e riscaldarsi.

La pianista muove le dita velocemente, suona pezzi di Beethoven, Mozart, Bach e tanta altra musica che nella nostra città non si ascolta più, e qui, in questa Vienna di primo novembre è così attuale.

Usciamo, balliamo, ci teniamo la mano, e ci ritroviamo tra quelle lenzuola bianche e profumate, a rotolarci nella nostra danza d’amore, con quella musica lontana, quasi ovattata, che mi ricorda che domani dobbiamo assaggiare la sachertorte, ma questo non ha importanza adesso.

La gente non parla più.
Questa lingua non è la mia, ma neanche la tua, è la nostra e la notte passerà e a suonare un valzer saranno i nostri cuori, in questa Vienna di primo novembre appena accennato.  

 

*

E’ dedicata a te.

   
 
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