Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Etali    04/04/2018    2 recensioni
Per chi viene da un universo dove armature di tutti i tipi, psicopatici vaganti assetati di potere, gemme giusto un tantino pericolose e qualche titiano con manie di grandezza sono all'ordine del giorno, che sarà mai riuscire a gestire qualche partita di quidditch, lezioni di trasfigurazione, gufi, incatesimi, strillettere e chi più ne ha più ne metta.
Genere: Avventura, Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sesto anno.

Le tende bianche lasciavano filtrare dalle finestre dell’infermeria una luce opaca, schermando i raggi diretti del sole che in quegli ultimi giorni di aprile sembrava voler dare il meglio di sé.

Peggy se ne stava seduta sul bordo del letto, ingrinzendo appena le rigide lenzuola candide. Perché tutto doveva essere chiaro in quella stanza? Chiare le tende, chiare le lenzuola, chiaro il pavimento, il soffitto, chiari(pallidi) i visi dei pochi pazienti, chiare le uniformi dell’infermiera, chiari ora più che mai i sentimenti che provava per quel ragazzo adagiato sul letto dove era seduta. Anche i capelli di lui non mancavano di essere chiari.
Percorse con lo sguardo le ciocche corte che gli solleticavano la fronte, le palpebre abbassate, il livido violaceo sullo zigomo, il naso dritto, le labbra appena socchiuse in un respiro, la curva della mascella fino a contare i tranquilli alzarsi e abbassarsi del suo petto.

Era piuttosto malconcio, il capitano. Durante l’ultima partita di quidditch quella mattina, l’attesissima Grifondoro - Serpeverde, decisiva per la coppa, quell’idiota aveva pensato bene di uscirsene con una delle sue parate straordinarie, salvando la pluffa. Solo che, ops, quando si era degnato di realizzare che in quel balzo decisivo per la partita la sua scopa era rimasta qualche metro più indietro a quel punto stava già precipitando verso il terreno. Quando Peggy, dall’altra parte del campo lo aveva visto cadere le si era fermato il cuore nel petto. Non aveva neanche fatto in tempo a lanciarglisi dietro con la sua stellasfreccia, che pur essendo un nuovo modello come velocità lasciava un po’ a desiderare, che fortunatamente qualcuno aveva lanciato un incantesimo per se non arrestare, per lo meno rallentare la caduta. Se l’era cavata con qualche costola rotta, una clavicola mezza andata e una collezione di lividi da gemere dolorante a ogni minimo movimento per almeno due settimane.

A soli due letti di distanza nell’infermeria quasi vuota si sentiva il pesante russare dell’immancabile Bucky, a cui neanche l’ossofast per il braccio rotto da un bolide (Thor era stata una rivelazione come battitore fin dal suo secondo anno, ma qualche volta si faceva prendere un po’ la mano) riusciva a impedirgli di farsi sentire anche dormendo.

Steve riemerse lentamente da un oceano turbinante di sogni e mal di testa. Ancora prima di aprire gli occhi avvertì la presenza di qualcuno seduto a bordo del letto. “Peggy.” Pensò con la mente ancora appannata. Come sempre, seduta sul suo letto nell’infermeria, dopo la solita routine da partita; e solo pulsare doloroso che si stava diffondendo per tutta la faccia gli impedì di sorridere. Aprì gli occhi e incrociò il suo sguardo. I begli occhi castani sembravano per metà sollevati, per metà intenzionati a incenerirlo sul posto e non pensarci più.

- Perché, in nome di Godric, devi sempre riuscire a sfracellarti mezzo facendo l’eroe? – mormorò lei.

-Mi crederesti se ti dicessi che non lo faccio apposta? – cercò di puntellarsi sui cuscini, con scarsi risultati e un verso di dolore.

-Sta fermo. – Lo bloccò lei avvicinandosi per portare i visi alla stessa altezza. – Mi hai fatto preoccupare davvero stavolta. Era un bel volo. Se non ti avessero ripreso con quell’incantesimo…

Parlava velocemente, con un tremito di rabbia nella voce. Erano davvero vicini, così vicini che anche con tutte quelle fratture in corpo Steve avrebbe potuto alzare la testa e…

- Perché non riesci a fare a meno di correre sempre rischi? Non so cosa farei se ti succedesse qualcosa. – Le era uscito di bocca con un tale impeto che non aveva neanche pensato a frenarsi.E probabilmente fu un bene non aver frenato quella verità, perché dette a Steve il coraggio necessario, prima che lei potesse aggiungere altro, di baciarla.
Quel contatto fece dimenticare a Peggy ogni preoccupazione o proposito di incenerimento, Steve era lì, acciaccato come sempre, ma era con lei.
Si staccarono solo quando sentirono un colpo di tosse piuttosto insistente richiamare la loro attenzione.

- Wow ragazzi.Bucky li fissava sorione dal suo letto. Si resero conto solo a quel punto che da un po’ non si sentiva più russare. - Sempre saputo che sarebbe successo, ma non avrei mai pensato di assistervi in diretta. – Disse con tono disinvolto, sistemandosi sui cuscini. – Comunque Rogers, la prossima volta che ci sarò io al tuo capezzale non aspettarti baci.

E dopo questo una cuscinata in piena faccia riuscì a metterlo a tacere. Peggy, come cacciatore, aveva un’ottima mira.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Etali